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Autore: Love_Fandom    01/06/2018    0 recensioni
-che diavolo era quella cosa?!- chiesi spaventata.
-calmati- disse Carter prendendomi per le spalle.
-come faccio a calmarmi, la professoressa di storia mi voleva ammazzare- urlai.
Lui mi mise la mano sulla bocca.
-devi calmarti, capito, poi ti spiegherò tutto- disse....
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Pov Alba.

Mi svegliai per colpa di qualcosa che suonava alla mia destra.
Quanto odio quella maledetta sveglia.
La spengo, e noto che sono le 06:00.
Ammazzo quella stronza che si è permessa di spostarmi l'orario!
Mi alzai sapendo che non avrei potuto riprendere sonno, e mi chiudo in bagno.

Mi chiamo Alba Elisabeth Miller, ho sedici anni, capelli lunghi fino alla fine della schiena neri e gli occhi strani, all'esterno sono blu/azzurri verso l'interno castani/ambrati fino al rosso.
Sono stata adottata da una famiglia, che non fa altro che disprezzarmi, ho un carattere molto forte ma in un certo senso fragile.
Vengo derisa a scuola e a casa, ma mi faccio sempre vedere forte, anche se dentro voglio solamente piangere.

Mi lavo la faccia per svegliarmi, i mei occhi erano privi di vita, opachi, in un certo senso rispecchiano perfettamente quello che sono.
Non ho nessuno, i miei fottuti genitori mi hanno dato via, forse ero inutile anche per loro, non so fare niente che scappare, nascondermi o diventare apatica.
Fuori la mia matrigna Sasha si comporta con me come dolce persona che adora sua figlia, ma io non ci casco, so perfettamente che tipo di persona era realmente.
Lo stesso vale per Mario il patrigno, quando non faccio qualcosa che devo fare o ritardo solo di qualche secondo, punizione o vengo picchiata da quello stronzo, quando riesco a reagire, prende il coltello, e beh potete immaginare come va a finire.
Poi c'é Meredith la loro figlia perfetta, con i capelli biondi perfetti, gli occhi azzurri perfetti, e il suo corpo perfetto.
Con me si comporta da strega, da quando eravamo piccole, lei combinava i casini e io dovevo essere punita per colpa sua, e non era cambiato niente nemmeno quando siamo cresciute; mi da della troia quando la vera baldracca era lei, che si sarà fatta almeno tre volte tutta la squadra di football della scuola, io invece ero ancora vergine, era una cosa assurda!
Tornai in camera, e rimasi dieci minuti a guardare l'armadio per scegliere cosa mettere.
Alla fine optai per: delle all star nere, pantaloni in jeans neri, maglietta grigia con sopra un teschio, una felpa nera, una giacca di pelle nera, e dei guanti senza dita rigorosamente neri.
Mi piaceva il nero mi faceva sentire sicura, e di sicurezza non ne avevo molta.
Presi il mio zaino, era l'ultimo giorno di scuola prima delle vacanze di natale.
Per tutti il natale è una cosa bellissima, ci si scambiano i regali, si sta insieme, ma non la trovavo proprio mia, non mi sentivo in dovere di festeggiarla; poi come ogni anno dovevo preparare tutto io fare l'albero, cucinare, sistemare la casa, pulirla, preparare il tavolo per la cena in famiglia, tutte stronzate di cui io farei a meno.
Scesi le scale in silenzio, e preparai la colazione per quella che dovrebbe essere la mia famiglia, ovviamente non potevano farsela da soli, troppo disturbo.
Quando finii, mangiai in fretta, e misi tutto a posto.
Presi le chiavi di casa, e uscii per andare a scuola.
Percorsi tranquillamente la strada, con la musica che mi risuonava nelle orecchie.
Il cappuccio della felpa che indossavo mi copriva i capelli e oscurava il mio viso, volevo essere per una volta lasciata in pace.
Arrivai a scuola, e rimasi un po' più in disparte, volevo non essere notata fino al suono della campanella.
Ma la fortuna non era dalla mia parte, perché vidi Jack Anderson capelli castani e occhi castani, capitano della squadra di football, con i suoi compari che si dirigevano verso di me, che giornata di merda.
-oh guarda chi c'è, la stramba- disse, facendo ridere gli altri scimmioni che costituivano la sua gang.
-si sono qui ora ve ne potete andare via- dissi acida.
-oh qualcuno qui ha tirato fuori le unghie- disse di nuovo ridendo.
-stai attento posso graffiare- dissi sgarbata.
-ti conviene stare attenta ragazzina, posso farti molto male- disse stringendo le mani attorno alla mia gola.
Cercai di liberarmi facendo forza sulle sue mani, ma lui non mollava la presa.
-lasciatela stare- sentii qualcuno dire da dietro l'armadio a due ante.
-ragazzino ti conviene sparire prima che faccia la stessa cosa a te.- minacciò il bestione.
Cominciai a vedere tutto sfuocato, avrei perso i sensi da li a poco, se non mi lasciava.
Lui lasciò la presa, mi cedettero le gambe, e caddi a terra tossendo in cerca di aria.
-tutto bene- disse il ragazzo di prima.
-sto bene- dissi quando riuscii a finire di tossire.
Lo guardai, aveva i capelli castani scuro, e gli occhi grigio tempesta, ed un fisico che farebbe invidia a Jack.
-mi chiamo Carter, e tu?- chiese porgendomi la mano per aiutarmi ad alzarmi.
-Alba- dissi semplicemente, prendendo la sua mano ed alzandomi.
-non dovevi farlo, adesso ti prenderà di mira, come ha fatto con me- dissi.
-non potevo lasciarti a quel cretino- protestò.
Sorrisi.
-è sempre successo, ci sono abituata- dissi.
Sentii il suono della campanella.
-devo andare o farò tardi, e non voglio che anche i professori se la prendano con me, ciao- dissi frettolosamente, correndo verso l'entrata della scuola.
Corsi per i corridoi vuoti, fino alla mia classe.
Entrai, e subito tutti gli sguardi erano puntati su di me.
-sei in ritardo- disse il prof severo.
Non dissi niente e mi sistemai al mio posto, all'ultimo banco vicino alla finestra, da sola.
-stavo dicendo prima di essere interrotto, che oggi sarà con noi un nuovo alunno- spiegò.
La porta si aprì, ed entrò Carter, poteva anche dirmelo che era nuovo.
-lui è Carter Lioner, puoi metterti vicino alla Miller- continuò indicandomi con in gesto della mano.
Lui mi sorrise a si sistemò accanto a me.
~due ore dopo~

La campanella per la ricreazione suonò, finalmente, non ne potevo più di questa lezione è più pesante di quella di chimica!
Prima che potessi oltrepassare la soglia della classe per uscire la voce della prof mi richiamò.
-signorina Miller posso parlarle- chiese la prof, indicando il suo ufficio.
Sospirai, e la seguii.
Entrai e aspettai che finisse di dire ciò che doveva dire.
-piccola mezzosangue- disse con una voce che non era sua.
Mi vennero i brividi, cosa diavolo stava succedendo?
All'improvviso la cara vecchia prof di storia si trasformò in un essere spaventoso.
Sentii il medaglione che avevo da quando ero piccola scaldarsi sul mio petto, o forse era solo una mia impressione, non lo sò.
Ero in completo panico, non sapevo cosa fare oltre rimanere impalata dove ero prima sotto shock.
Si lanciò contro di me ringhiando, ma una figura si intromise nel mio campo visivo,lo conoscevo era....

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
Ciao a tutti!

Questa è una nuova iniziativa spero vi piaccia.

Non credo di aver fatto errori grammaticali, ma scusatemi se ne ho fatti.

Scrivetemi nei commenti se vi piace o devo cambiare qualcosa.

Alla prossima....

   
 
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