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Autore: g21    01/06/2018    1 recensioni
Partecipa della 26 prompt Challenge sul gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart
Prompt 5/26 - Acqua
-Civil War-
I pensieri di Bucky prima del "tuffo" in acqua suo e di Steve ed il conseguente salvataggio del biondo di un incosciente (ex) soldato dell'Hydra
Genere: Angst, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James 'Bucky' Barnes, Steve Rogers
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Niente missioni questa volta
 
 


Sono bastate dieci parole, di nuovo, per farmi tornare in Siberia, tornando ad essere un soldato spietato, un burattino nelle mani dell’Hydra.

Parole che speravo di non sentire più.

Una speranza vana, conoscendo il mio passato e quello che sono diventato. Così, come ogni volta, il mio cervello si è svuotato ed ho iniziato ad agire come mi hanno insegnato i sovietici, senza che io potessi farci niente.

Non so bene cosa è successo dopo.

O meglio, lo so benissimo, solo non voglio ammetterlo.

Spero solo di non aver ucciso nessuno.

Salgo in elicottero e provo a partire, sperando che nessuno mi fermi. Devo andarmene, voglio evitare altre stragi inutili, solo perché i ricordi tornano a farmi visita. Mi stacco da terra, ma subito mi fermo a mezz’aria.

Guardo giù frustrato e, per un attimo, torno lucido. Steve, il mio amico di sempre, che prova a fermare l’elicottero con la sola forza del suo corpo, che prova a fermare me.

La mia mente decide di giocarmi un brutto scherzo proprio adesso e torno indietro al tempo della guerra. Vedo Steve, al mio fianco, come sempre, che mi spiega il piano d’attacco di una delle basi Hydra. Poi mi sorride stringendomi la spalla.

Torno al presente e sento l’elicottero farsi più vicino alla terra, così decido di portare il mezzo sul fianco, provando a liberarmi dalla presa dell’uomo. Finisco contro la piattaforma di atterraggio e Steve è costretto a spostarsi per evitare che le eliche possano ucciderlo.

Lo vedo a terra, rannicchiato su sé stesso, e realizzo, mentre sono ancora un soldato dell’Hydra, che, così indifeso, è una facile preda. Lo prendo per il collo senza esitare, rompendo il vetro, e lo vedo provare a liberarsi, inutilmente. Sento l’elicottero spostarsi e venire trascinato sul bordo.

Sotto di noi c’è l’acqua e una sensazione di deja-vù mi pervade. Torno a qualche anno fa, allo scontro con Steve sulla base S.H.I.E.L.D.

Era la mia missione, dovevo distruggere quella base, sempre per conto dell’Hydra. Ho quasi ucciso il mio amico d’infanzia, ma, non so perché, ho deciso di portarlo in salvo. In qualche modo sono riuscito, per poco, a dominare il mio istinto e a seguire il buonsenso.

O i sentimenti, ma non sono sicuro di questi.

Senza accorgermene precipitiamo verso l’acqua, la mia mano ancora ancorata al collo di Steve. L’impatto è forte, sbatto la testa contro il vetro senza la possibilità di fare niente. L’ultima cosa che vedo è una mano che viene verso di me, poi il nulla.
 


°-°-°-°-°
 
 

Steve esce dall’acqua con Bucky, che trascina con sé. Nuota verso la riva e lo stende a terra, lontano dall’acqua.

“Andiamo, Buck, apri gli occhi” prova il capitano passandosi una mano tra i capelli bagnati, l’altra a scuotere la spalla del sergente. Il moro non dà segni di vita, restando immobile, gli occhi chiusi e il petto che non ne vuole sapere di muoversi.

“Coraggio amico, so che mi senti” prova di nuovo. Non succede niente, così Steve strappa il giubbotto del soldato con rabbia, portandogli due dita al collo per sentire le pulsazioni.

Niente, nemmeno un minuscolo segno di vita.

“Buck, non provare ad andartene senza darmi spiegazioni, me le devi” continua a parlare il capitano, iniziando le compressioni sul torace dell’amico. Rogers sente la paura farsi strada, ma scuote la testa, non vuole credere che possa morire, non è un’ipotesi che può tenere in considerazione.

“Forza, Bucky. Non voglio perderti, non di nuovo” si rivolge nuovamente al moro. Una punta di disagio lo blocca quando è il momento di procedere con la respirazione bocca a bocca. Respira a fondo per farsi coraggio e, tappato il naso dell’amico, appoggia le sue labbra su quelle fredde ed ancora bagnate del moro.

È una sensazione strana, ma non deve farci attenzione, non può permettersi di perdere del tempo che potrebbe salvare la vita a Barnes. Una volta che, per due volte, immette aria nel corpo del soldato torna a comprimergli il torace.

“Sergente Barnes, non può abbandonare il campo. È un ordine” afferma Steve, la voce che vacilla appena verso la fine. Gli occhi pizzicano, ma il capitano chiude gli occhi con forza, non ha tempo per lasciarsi andare ai sentimenti. Finite le trenta compressioni raggiunge nuovamente le labbra del moro e, questa volta senza esitare, ripete il procedimento di poco prima.

Dopo le prime compressioni del terzo ciclo Steve sente Bucky sussultare e si lascia andare ad un sorriso. Torna immediatamente serio e si porta vicino a Barnes che ha iniziato a tossire. Lentamente lo aiuta a mettersi seduto, tenendo una mano sulla sua schiena.

“Bentornato tra i vivi, Bucky” lo saluta il biondo, tornando a sorridere. Il sergente guarda l’amico dubbioso e Rogers trattiene il fiato per un attimo.

“Non vuoi uccidermi, vero?” domanda Steve, guardando il moro di sbieco. Bucky scuote la testa, sorridendo appena alla domanda ironica dell’amico.

“Sbaglio o prima mi hai dato un ordine?” domanda lui di rimando, evitando di rispondere. Il biondo si siede, stanco della giornata, e si lascia andare ad un sorriso sincero.

“Sono più alto io di grado” scherza lui, tirando un leggero pugno sulla spalla del suo migliore amico. Questo sorride, ma guarda in basso.

“Perché l’hai fatto?” chiede il moro, senza alzare gli occhi da terra.

“Cosa?” domanda Steve senza capire. Il moro si lascia andare ad un sospiro, portandosi la mano, quella vera, tra i capelli.

“Perché mi hai salvato? Ho rischiato di ucciderti più di una volta, sono un pericolo per tutti” confessa. Il capitano lo guarda stupito.

“Sei la mia famiglia, Bucky, non potevo non fare niente. Sei l’unico che mi resta del mio passato e non potevo perderti di nuovo” risponde il biondo con la sincerità che lo contraddistingue. Poi porta una mano sul braccio di Barnes e sorride non appena incontra i suoi occhi.

“E poi non è vero che sei un pericolo, non più, almeno. Nessuna missione, soldato, non questa volta” conclude sicuro. Poi si alza e tende una mano al sergente, che l’afferra senza esitazioni.

“Comunque sei un idiota, potevi lasciarmi ed andare a metterti qualcosa di asciutto” afferma il moro, non nascondendo un sorriso. Il capitano regala una spallata giocosa al compagno.

“Attento a come parli al tuo capitano, sergente” lo ammonisce ironico Steve. Il moro porta una mano sul fianco dell’amico.

“Scusi, signore. Vedrò di stare più attento” lo prende in giro Barnes, per poi mettersi a ridere. Rogers ride con il moro e porta una mano sulla sua spalla.

You’re my mission
Then finish it, ‘cause I’m with you till the end of the line
 
 
 
 
 


Angolo autrice

Su consiglio di un’amica ho deciso di partecipare a questa challenge. Così mi sono ritrovata di nuovo nel fandom Marvel, con due personaggi che non sento pienamente miei. Non è totalmente slash, perché non succede niente (e poi sono sempre stata per la Stony *evita abilmente qualsiasi cosa le venga tirata addosso*) ma lascio a voi e alla vostra immaginazione il proseguo (se lo vedete). Non ho aggiunto l’avvertimento “what if” semplicemente perché poi le cose vanno come si è visto nel film, ma non so se ho fatto bene (so solo che il prompt “acqua” mi ha rimandato subito alle loro due scene)

Ringrazio sia i lettori silenziosi, sia chiunque voglia passare a darmi un parere. Grazie dell’attenzione

Giulia

P.S. lascio il gruppo facebook dove hanno proposto la challenge “Hurt/Comfort Italia – Fanfiction & Fanart”   https://www.facebook.com/groups/534054389951425/?ref=gs&fref=gs&dti=534054389951425&hc_location=group

Se volete passare siete i benvenuti
  
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