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Autore: Nocturnia    08/06/2018    2 recensioni
Animali, bestie, uomini: null'altro che maschere e teatranti che si dimenano su questo palcoscenico che la voce chiama vita.
Il velo viene sollevato - li spoglia, nudi dinnanzi uno spettatore il cui nome è destino.
Insieme si gettano nell'abbagliante luce della tragedia.
Genere: Angst, Guerra, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albert Wesker, Alex Wesker, Chris Redfield, Excella Gionne
Note: AU | Avvertimenti: Incest, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Withering bones'
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11 Capitolo 11 - Caduta.


Birkin racconta a Sherry una favola.
Le racconta la storia di un principe e di una principessa che sconfissero il mostro e vissero per sempre felici e contenti.
Gliela ripete fino a quando non si addormenta - fino a quando non può vederlo dirle addio.
Lascia che scivoli sulla lingua, tra i pensieri - un'illusione che per un po' ha lenito il suo animo inquieto.
Le accarezza i capelli in un gesto tenero, sfregando con il pollice una macchia d'inchiostro che le è rimasta sulla guancia.
È egoista, William.
È un uomo avaro, alla fine: un uomo che abbandona la sua stessa figlia per inseguire un delirio - un'idea.
È un uomo che ha fatto un giuramento - a se stesso, ad Albert, ad Annette.

Finché morte non ci separi.

È un uomo che è volato fino al sole e da scatenerà tutta la sua furia.
Le rimbocca le coperte, sorride.
Sotto, Icarus e il suo esercito sono già pronti a morire per lui.


"Fammi male." gli chiede - lo supplica - e Albert affonda, percepisce il suo sangue sotto la lingua, in gola.
La rovescia sulle ginocchia, ascolta la sua schiena flettersi - inarcarsi per lui, con lui.
Alex geme, ride quando si avvolge i suoi capelli attorno al polso e tira - esattamente come farebbe con Hela.
Cade, Wesker, ed è umida Alex, una curva bagnata che non gli lascia respiro.
Si aggrappa alle lenzuola, le straccia - unghie che incidono, tagliano, si portano via ogni volta un pezzo di lui.
Gli si concede senza vergogna, soffoca un grido - un'altra, oscena, richiesta.

Domani partirà per la guerra.

Alex gli sfiora i capelli umidi della nuca, stringe - gli spinge la testa nell'incavo del suo collo.

Domani dovrà dirle addio.

Albert affonda - ancora, di più - la divora viva.

Domani sarà l'ultima alba che vedranno insieme.

Qualcosa lo schiaccia - un grumo solido che sembra quasi esplodergli nel petto.
Alex chiama il suo nome - lo invoca - spinge entrambi oltre.

Domani è troppo vicino.

Alla notte rubano ogni istante rimasto.


È silenziosa, Ada.

Non abbastanza.

"Ti ho sentito."
"Non è la tua guerra, Leon."
Kennedy l'affianca, sul petto il simbolo del cavallo a sei zampe.
"Tu sei la mia guerra, Ada."
Ada lo fissa, alle spalle mantelli neri e vuoti - Ombre.
"Qualcuno deve rimanere per proteggere l'ovest."
"Non io, Ada. Non oggi."
È silenzioso il cielo, privo di stelle - senza luna.
Ada cerca gli occhi di Leon, sinceri.

Troppo.

"Moriresti per me, Leon?"
Kennedy indossa l'elmo frigio, stringe le redini del cavallo - avanza, e con lui l'esercito.
Questa battaglia la vinceranno insieme.


"Ho fatto la scelta giusta, Kathy?"
Sua moglie lo guarda illuminata dalle fiamme del camino, gli cerca le mani - stringe.
"Non lo so, Barry. Non lo so."
Burton sospira, s'inclina in avanti.
"Siamo circondati, Kathy. Se il re dovesse perdere... se Chris e Claire..."
Si strozza con le proprie parole, Barry, e corre con lo sguardo all'Orso che lo fissa dal muro opposto - una bestia enorme impegnata nell'atto di attaccare.
Il rimorso ha il volto di tutte le vite che questa guerra si porterà via.


È rimasto sveglio tutta la notte, Chris.
Le parole di Claire sono state vetro, e sotto la lingua gli sembra d'aver solo un pugno di sabbia.
Il re e sua sorella, gli aveva confessato.
Li ho visti, aveva mormorato.
Pochi sanno, Chris, gli aveva detto.
È una storia vecchia, Chris: da prima che arrivassimo noi, la giustificazione.

"Dobbiamo combatterla questa guerra, fratello."
Silenzio.
"So che quello che ti ho detto ti ha sconvolto, ma..."
"Quindi le voci sono vere."
Claire era rimasta interdetta, fermandosi a mezz'aria con le mani.
"Che il re ha ucciso Spencer. Che ha sposato Excella solo come copertura. Che tutta questa monarchia è fondata sull'inganno."
"Sì."
Chris aveva stornato lo sguardo, fissandosi la punta degli stivali.
"Ma il re è anche colui che ha lasciato libertà di carica, una meritocrazia che non passa attraverso il nome o il sesso, ma le capacità."
Chris aveva digrignato i denti, stretto l'elsa delle spada tra le dita.
"Il re ha ucciso un tiranno, Chris."
"E ne ha creato un altro."
Claire aveva abbassato lo sguardo, mordendosi un labbro.
"Nulla è perfetto, Chris. So che la pensavi diversamente, ma non è così."
"Quindi sono stati davvero i Gionne a tentare di ucciderlo, oppure Simmons e Lansdale?"
"Io credo sia un complotto, Chris. Una strategia molto più grande e di cui a noi sfuggono ancora le radici."
"Non può rimanere sul trono."
"No: qualunque sia l'esito di questa guerra, Wesker non potrà rimanere sul trono."
Chris aveva esalato un sospiro tremulo, prendendosi la testa tra le mani.
"È la nostra occasione per distruggere Simmons."
"Lo so."
Claire gli aveva stretto i polsi, trattenendolo.
"La monarchia cadrà, Chris, e se Simmons sale al potere con l'aiuto di Lansdale e dei Gionne sarà finita: avranno il denaro e gli uomini per annientarci. Luciani, Alomar, Valentine, Burton, Redfield; diventeremo polvere ancora prima d'aver combattuto."
Chris aveva aggrottato le sopracciglia, soppesando le sue parole.
"Mi stai chiedendo un atto di fede enorme."
Claire si era morsa il labbro inferiore, assumendo un'espressione accigliata.
"Lo so."

E lo rivede, Chris.
La prima volta, un soldato semplice che veniva colpito al ginocchio direttamente dal re - rialzati, Redfield!
Dopo, quando aveva combattuto come tenente del primo plotone d'assalto nel massacro di Terragrigia - il serpente tra i capelli, negli occhi.
Alla fine, al suo fianco come guardia scelta - scudo e spada della monarchia.

Dunque giurate fedeltà e rendete omaggio alla corona del nostro regno?

Chris inspira con forza, increspa la pergamena che Claire gli aveva lasciato vicino prima di andare a dormire.
Sorge un'alba fredda fuori dalla finestra, filtra tra le imposte socchiuse, ghermisce le tende, i mobili - il respiro.
Afferra la penna d'oca, la intinge nell'inchiostro - gocce nere come i suoi pensieri.
Scrive, Chris.
Compie quell'ultimo, enorme, atto di fede e sigla - si consegna.
Sulla ceralacca il Cane a tre teste ringhia e promette.


Ha tagliato l'orizzonte il simbolo dello scorpione.
Un puntolino che è andato mano a mano crescendo, una cuspide che ha percosso la terra d'Edonia - i suoi confini.
Sergei ha accolto Simmons con una pesante pelliccia d'orso attorno al corpo massiccio, le mani dietro la schiena.
"Fammi passare." gli dice, e non c'è più alcuna cortesia nelle sue parole, nessuna discrezione.
Al suo fianco Carla è un profilo nero e grigio, una mazza chiodata sulle spalle - un elmo che le copre quasi tutto il viso, sul quale si distingue la sagoma di una locusta.
Ha occhi sottili, Simmons, acuti - freddi.
"E se non lo facessi?"
Derek sorride, sgradevole.
"Ti ucciderei. E aprirei da solo quella dannata porta."
Sergei annuisce, stende un braccio davanti a sé - lo invita.
"Il passaggio è tuo, Simmons; come promesso."
Il cavallo di Derek arretra leggermente, scarta - non gli piace l'idea di dover attraversare quello spazio angusto e buio, un corridoio che passa fin sotto il Muro e sfocia poi sull'altra parte dell'Edonia, quella fortunata.
Derek gli pianta i talloni nei fianchi, spinge - lo sprona.
Dietro di lui il suo esercito si riduce a una linea ordinata e scura di formiche obbedienti.


"Avrai giustizia, figlio mio." mormora Lansdale, e stringe il corpo spezzato di Neil al petto.
"Avrai la vendetta che ti sei sempre meritato."
Neil tace, fissa un punto imprecisato sopra la spalla di suo padre.
"Simmons ucciderà il re. E quella puttana di sua sorella. L'intera casata sarà ridotta in cenere, spezzata."
Neil ciondola in avanti, il viso scavato - scolpito dall'agonia di un corpo rovinato, scomposto.
"Cadranno, Neil, e Raccoon sarà nostra."
Non può rispondere, Neil - non più.
Nel suo silenzio Lansdale legge l'approvazione di cui ha bisogno, trae il coraggio necessario a spogliarsi d'ogni cosa per consegnarla a Simmons.
Non ha più armi, il Ragno, e aspetta una preda che non arriverà mai.
Ingannato dallo Scorpione, svenduto dalla sua stessa rabbia, Neil lo vede - ma è ormai troppo tardi.
Cammina su di una tela lacera il ragno, cieco dal dolore.
Cammina, e non si accorge di stare cadendo - che è troppo vecchio per poter tessere un'altra tela in tempo.
Lansdale lo abbraccia, si rialza.
"Vinceremo, Neil, e avrai il suo elmo quando sarà morto. Il mio regalo per te."
Gli appoggia una mano sulla spalla, rassicurante.
Neil china il capo e versa un'unica, patetica, lacrima.


"Andiamo in guerra." ripete Alfred, gioioso.
Alexia arrotola le redini di Gamora attorno al polso, lontana nella sua armatura candida.
Tutto è bianco in Alexia: i capelli, gli occhi, persino il suo arco.
"Sì, Alfred." mormora "Andiamo in guerra."
Inclina il mento nella sua direzione, impalpabile - irraggiungibile.
"E tu sai cosa devi fare."
Alfred annuisce, sfiora con la punta delle dita la mezza spada che porta al fianco.
Gli arcieri si mettono in posizione, pronti a seguirla - una distesa immacolata e che ricorda la neve appena caduta.
Alexia gli bacia una guancia e avanza.


"È finita, vero?" gli chiede Lyas, e stringe l'ultima lettera di sua figlia tra le dita.
Marius tace, osserva il suo esercito scivolare fuori dalle porte della città come un'emorragia improvvisa e incoercibile.
"L'ha uccisa."
Inspira, e il suo cuore manca un battito.
"Il re ha ucciso nostra figlia."
Marius si volta, occhi vuoti - assenti.
"No, Lyas." e si appoggia al bordo della finestra per non cadere.
"Tu l'hai uccisa."

Tum tum. Tum Tum. Tum. Tum.

Silenzio.
Lyas osserva suo marito cadere a terra per non rialzarsi mai più.


Non c'è un modo pulito di consegnarsi alla guerra.
Lo facciamo soffocando i nostri desideri, tradendo i nostri sogni.
Lo facciamo credendo nell'epica della storia - dimenticandoci che siamo carne e sangue, e quello rimaniamo una volta caduti.
Vivere significa sopravvivere a qualcuno - sempre.
Stuart congiunge le mani davanti a sé, sospira - affranto.
"Non tornerà, vero?"
Wesker lo fissa, silenzioso.
Stuart inclina il viso nella sua direzione, accoglie la sua mano sulla spalla - gelida.
"È stato un onore conoscerla, sire."
Tutto cade, infine; tutto muore: compresa la speranza.


"Parti."
Albert si sistema il mantello sulle spalle, la osserva dal riflesso di uno specchio opaco.
"Devo."
"Lo so."
È nuda, Alex; il seno più pieno, il ventre arrotondato - ormai visibile sotto i vestiti.
Lo guarda, e sorride.
"Ti è sempre stata bene l'armatura da guerra."
Schinieri a squame rosse e nere, l'elmo rostrato, la corazza di Wesker è un serpente che si è spogliato della propria pelle per concederla al suo figlio prediletto.
Albert abbozza un sorriso, si volta - le prende il viso tra le mani e la bacia, un gesto gentile, morbido.
"Tornerò." le promette, e gliel'ha detto anche la scorsa notte - l'ha ripetuto fino a quando non ci ha creduto anche lui.
Alex tace, gli cerca la bocca, il respiro.
"Lo so." e mente, Alex, perché non è rimasto niente nel suo petto - un buco slabbrato e che sanguina a ogni battito "Lo so."
Quando lo rivedrà sarà un uomo perduto tra le macerie del loro futuro.


Birkin lo affianca in silenzio, gli sfiora una spalla - stringe.
"È tutto pronto." lo rassicura, ed è una promessa di morte.
"Se l'esercito di Simmons dovesse avere la meglio..."
"Bene." lo interrompe Wesker, tirando il morso di Hela.
"Albert." lo chiama - e lui si ferma, sempre.
È un ragazzino, Birkin.
Ha solo due anni meno di lui, eppure conserva una bellezza giovane, innocente - leggera.
Wesker ha occhi cerchiati di scuro, zigomi tesi - un profilo con cui la luce dell'alba è impietoso, e ne mostra gli spigoli, le cicatrici che il tempo gli ha lasciato addosso.
"Puoi ancora tornare indietro, William."
Birkin lo fissa, sorride - un taglio allucinato che stona su quel viso eternamente giovane.
"No, Albert: nessuno di noi può."
Redfield si accosta a entrambi, contrito - rigido.
"Non lo faccio per te."
Wesker lo studia con la coda dell'occhio, e a Chris pare improvvisamente invecchiato - stanco.
"Lo so."
"Se sopravviveremo dovrai rinunciare alla corona."
Hela si agita sotto di lui, inclina il capo a sinistra - strappa.
"Non potrai più mettere piede a Raccoon e sarai esiliato dalle tue terre."
Birkin libera una risata asciutta, un guaito aspro e che taglia.
"Anche tu." lo apostrofa Chris "La monarchia dovrà cadere, sire."
Albert inspira, si arrotola le redini di Hela intorno al polso.
"La monarchia cadrà, Chris." replica, e gli cerca gli occhi - scuri, pieni di tutto (rabbia, delusione, frustrazione, speranza.)
"Tutti noi lo faremo." conclude Birkin, e sprona Icarus in avanti - richiama all'ordine i suoi soldati e li allinea sul fianco destro.
Le truppe della Wong li stanno già aspettando ai cancelli, silenziose - Ombre che scivolano su tutti loro; poco distanti un pugno di soldati che valgono per cinque, aveva assicurato la Valentine.
Chris lo fissa, in attesa.
Wesker lo ignora, s'infila l'elmo rostrato - dietro le fauci del serpente iridi artiche e vuote.
"Prepara i tuoi uomini, Redfield: andiamo in guerra."
Chris annuisce - bravo soldatino - sposta gli arcieri di Claire e la sua cavalleria sul fianco sinistro.
Apre alla testa del corteo Wesker, dietro ciò che resta della sua casata e della Guardia Reale.
Oscillano nell'aria fredda del mattino i loro mantelli, una distesa di rosso e nero, azzurro e oro.
Wesker pianta i talloni nel dorso di Hela e avanza.
   
 
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