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Autore: inu_ka    09/06/2018    1 recensioni
Sesshomaru, Tomoe e Kurama sono amici per la pelle, il loro rapporto è pari a quello fraterno. Nonostante il loro carattere particolare sono amati, coccolati e ben voluti dalle loro famiglie ma per Inuyasha non sarà lo stesso. La sua nascita sarà ritenuta una disgrazia e ogni giorno della sua vita sarà più duro del precedente, nonostante abbia un padre che lo ama, ha una madre che lo odia. Ma per lui non sarà sempre tutto nero perchè intorno a sè avrà anche delle persone che lo ameranno così com'è e chissà forse col tempo qualcuno riuscirà a fargli apprezzare la vita. In fondo non può piovere per sempre.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru, Un po' tutti | Coppie: Inuyasha/Kagome, Rin/Sesshoumaru
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Gli anni passarono, e con essi anche le situazioni mutarono. Nelle varie famiglie c'erano stati matrimoni, trasferimenti e dolorose separazioni.
Sesshomaru, Kurama, Tomoe e Nanami avevano terminato gli studi e tre di loro erano convolati a nozze; Nanami e Tomoe si erano sposati e adesso avevano tre splendidi gemelli, due femmine identiche al padre e un maschio uguale a sua madre ma con le caratteristiche di youkai-ka del padre. Fortunatamente la coppia poteva contare sull’aiuto delle rispettive famiglie che ogni tanto davano un sospiro di sollievo alla coppia, concedendoli anche un po' di intimità, anche se si erano ripromessi di non avere più figli onde evitare di avere altri tre gemelli. Anche Kurama si era sposato ma il suo matrimonio, dopo la nascita della piccola Setsu, era finito, lei aveva scelto la carriera lasciando la bambina al suo ex marito e andando a convivere con un altro pittore. Fortunatamente Kurama poteva contare su sua madre per mantenere la bambina quando lui era in tournée, nella carriera era riuscito a eguagliare la fama di suo padre ma questo non gli impediva di dedicarsi il più possibile alla sua piccolina. Sesshomaru e Rin, non si erano ancora sposati, poiché lui attendeva che lei concludesse gli studi.
Yonomori, una volta raggiunta la maggiore età, aveva abbandonato il tempio e aveva affrontato suo padre che alla fine aveva ceduto e le aveva concesso di continuare a frequentare Mizuki, in quanto era stato colpito dalla tenacia con cui il ragazzo era riuscito a frequentare sua figlia senza farsi scoprire da lui.
La faccenda non era tanto semplice per quanto riguardava Inuyasha e Kagome.
Inuyasha negli anni aveva avuto vari momenti di sbandamento. A scuola veniva spesso bullizzato e molte volte era arrivato alle mani, avendo la peggio contro gli youkai. Per un periodo era anche stato perseguitato da sua madre che, non si sapeva come, riusciva a trovarsi sempre nei posti in cui si trovava lui. Un giorno aveva deciso di farla finita una volta per tutte tentando di gettarsi da un ponte, ma fortunatamente il tempismo di Kagome era riuscito a evitare la tragedia. Quella volta Kagome aveva anche rischiato di farsi male sul serio, perché per correre il più velocemente possibile, non era riuscita a vedere in tempo una moto che veniva dalla direzione opposta alla sua. Fu allora che per lo spavento Inuyasha decise di resistere a quella situazione e di smetterla di continuare a torturarsi. Ora finalmente Kagome poteva stare tranquilla.
Una volta raggiunta la maturità avrebbero lasciato la città andando a studiare fuori Tokyo, ma purtroppo ciò non fu possibile.
Avevano appena terminato gli esami di maturità quando Kagome fu colta da un senso di nausea indescrivibile, quasi tutti lo avevano attribuito alla tensione accumulata per gli esami, ma dopo un mese ancora non passava. Soprattutto la mattina era colta dalla nausea e da conati di vomito, credeva fosse un virus, ma le venne in mente un dubbio e decise di parlarne con sua sorella.
 Fortunatamente la trovò in casa.
-Nanami scusami lo so che sei impegnata ma ho una cosa urgente da chiederti.- Disse la corvina in preda al panico.
-Vieni entra. Problemi con Inuyasha?- Domandò mentre si dirigevano verso il soggiorno.
Kagome negò col capo.
-Tomoe, puoi lasciarci un attimo da sole?- Domandò Nanami.
Tomoe accettò senza obiettare.
-Ok amore. Scommetto che la chiacchierata sarà lunga perciò approfitto per andare a vedere cosa combina mio padre con i nostri figli. Ormai ce li sequestra continuamente.- Sospirò lo youkai-ka.
Tomoe uscì, e Kagome iniziò a spiegare la situazione. Nanami ascoltò ogni particolare di quello che raccontava sua sorella, e a ogni parola era sempre più convinta di quello che le stava succedendo.
-Kagome da quello che mi hai raccontato sono più che convinta che presto nelle nostre famiglie arriverà uno splendido han-yō.- Disse sorridendo.
-Nanami non scherzare, non posso permettermelo. Come pensi la prenderebbe Inuyasha?- Chiese impaurita.
-Gli conviene prenderla bene perché è anche colpa sua. Queste cose si fanno in due, non hai ancora il potere di procreare da sola.- Ironizzò la bruna.
-Nanami ho paura. Lui ha sempre detestato la sua natura, e scommetto che non farà eccezione con un figlio.- Proferì la corvina sull'orlo di una crisi di pianto. -E se mi dicesse di abortire?- Domandò strabuzzando gli occhi.
-Kagome, stai parlando di Inuyasha come se fosse uguale a sua madre. Quelle sono cose che avrebbe fatto Izayoi, fidati lui non lo farà.- Disse cercando di rassicurarla. -Però prima di saltare a conclusioni affrettate, dobbiamo vedere se in questa bella pancina si nasconde il mio futuro nipotino.- Disse sfiorando la pancia di sua sorella.
Dopo essersi calmata, andarono a comprare un test di gravidanza, e quando lo fece questo risultò positivo.
Kagome tornò a casa con un macigno sul cuore. Non sapeva come dirlo al suo fidanzato.
Decise che ne avrebbe approfittato la sera stessa, in quanto sarebbero rimasti soli a casa.
Il fatidico momento era arrivato, e il cuore di Kagome aveva iniziato a battere fortissimo, tanto da provocarle il rigurgito.
Inuyasha era arrivato e come al solito le aveva dato un bacio passionale, ma con sua sorpresa la reazione di Kagome non era la solita.
-Kagome è successo qualcosa?- Domandò timoroso.
-No niente. Entra, dobbiamo parlare.- Disse prendendo la mano dell’han-yō.
Inuyasha iniziava a preoccuparsi, non capiva di cosa volesse parlargli, ma l'unico modo per saperlo era quello di aspettare che glielo dicesse lei.
Passarono pochi interminabili minuti prima che lei parlasse.
-Inuyasha non so come dirtelo. Io sono in…- Disse non riuscendo a concludere la parola.
Inuyasha a quella parola incompleta aveva creduto di capire che quel “in…” significasse che lei era innamorata di qualcun altro.
-E chi è quello che ha preso il mio posto?- Chiese seccato.
-No, no. Non sono innamorata di nessuno.- Rispose carezzandogli la chioma argentea. – È che non so come dirtelo.- Riprese.
-Inuyasha, sono in… in…- Continuò balbettando. Poi inspirò profondamente e disse la parola impronunciabile.- Incinta.-
Oh, finalmente ce l'aveva fatta, ma l'espressione di Inuyasha confermava i timori che lei aveva espresso a sua sorella. L’han-yō si era rabbuiato e aveva nascosto i suoi occhi ambrati dietro la frangetta argentea.
-Inuyasha, se non lo vuoi domani prenderò appuntamento con il ginecologo. So che siamo ancora dei ragazzi ma come tali abbiamo commesso l'errore di non usare precauzioni. Mi dispiace non avrei dovuto dirti niente, e andare da sola dal dottore.- Disse con tono spezzato dall’imminente pianto.
Inuyasha si alzò e strinse forte la sua amata.
-Non ho paura di quello. Ho paura di condannarlo all’emarginazione e ai maltrattamenti di questa società ottusa.- Pronunciò rammaricato.
Inuyasha sicuramente stava pensando al modo in cui era stato trattato, ma lui non immaginava la fortuna che avrebbe avuto questo bambino.
-Inuyasha lui avrà due leoni a difenderlo, mentre tu purtroppo non hai avuto l'appoggio di nessun genitore. Tuo padre è morto quando eri piccolo, e tua madre è stata e continua a essere un mostro. Noi non saremo così. Tu, come anch’io, non permetterai a nessuno di maltrattarlo. - Sottolineò la ragazza.
Inuyasha, grazie a Kagome, era riuscito a comprendere la situazione e non poteva che costatare quanto lei avesse ragione.
-Allora che facciamo?- Domandò la corvina.
-Se per te non sarà un impedimento, lo vorrei tenere.- Rispose l’han-yō, suggellando la risposta con un tenero e intenso bacio.
Entrambi per la felicità si lasciarono sfuggire qualche lacrima. Finché, colti dalla passione, finirono sotto le soffici lenzuola di cotone.
-Kagome, sei ancora sveglia?- Domandò l’han-yō accarezzandole il viso.
-Sì.- Rispose.
-Ti prometto che nessuno la toccherà, e se qualcuno sarà così stupido da provarci, se la vedrà con me. Nessuno dovrà far del male alla mia principessa.- Promise l’han-yō.
-Principessa?- Domandò perplessa la ragazza.
-Sì, hai capito bene. Sono sicurissimo che sarà una bellissima bambina.- Disse convinto.
Kagome sorrise nel sentire le parole del suo ragazzo. Temeva la sua reazione ma vedendo come l'aveva presa, credeva che questo bambino per Inuyasha sarebbe stato una vera benedizione.
Appena saputa la notizia tutti furono felici, anche se qualcuno aveva rimproverato leggermente i due giovani per essere stati così incauti. Inu si fidava di suo nipote e sapeva che sarebbe stato molto responsabile e protettivo, e non avrebbe mai permesso a nessuno che il suo futuro figlio fosse trattato come lui, ma sapeva anche che i due futuri genitori erano ancora molto giovani.
Inuyasha e Kagome andarono a convivere in una casa poco più lontana di quella di Nanami e Tomoe. L’han-yō era andato a lavorare nell’azienda di suo zio e nello stesso tempo aveva deciso di iscriversi alla facoltà di medicina, così da poter garantire un futuro migliore alla sua famiglia. Questa situazione lo sfiniva, anche perché a casa doveva sopportare i continui sbalzi ormonali dovuti alla gravidanza della sua ragazza, ma per la sua famiglia era disposto a tutto. Nel corso dei mesi avevano scoperto anche che il futuro nascituro sarebbe stato una bella femminuccia e, com’era stato stabilito, il nome lo scelse Inuyasha, mentre se fosse stato maschio, lo avrebbe scelto Kagome.
Inuyasha aveva deciso di chiamarla Serin.
L’han-yō quando era in giro con Kagome sentiva i continui commenti che li venivano rivolti mentre guardavano il pancione della ragazza.
E quel giorno non fu da meno. Alcune persone stavano bisbigliando qualcosa al riguardo e questo non sfuggì all’udito sopraffino del mezzo demone.
-Inuyasha, per l’ennesima volta, vuoi fregartene di quello che dicono.- Disse la ragazza esasperata.
-Ma quelli…- Tentò di ribattere, ma la sua bocca fu sigillata da due dita posate sulle sue labbra.
-Vedrai che quando nascerà la piccolina non avrai nemmeno la forza di sentire un “ciao”, per quanto i suoi pianti rimbomberanno nei tuoi timpani.- Sdrammatizzò la corvina.
Inuyasha sorrise, benedicendo mentalmente chiunque avesse messo Kagome dinanzi al suo cammino.
 
Il fatidico giorno arrivò.
Kurama aveva invitato a casa sua tutti i suoi amici per festeggiare le 10000 copie vendute. Tra le chiacchiere e i vari schiamazzi dei bambini era arrivato il momento del dolce, ma all’improvviso…
-Inuyasha, abbiamo un problema.- Sussurrò agitata Kagome.
-Amore è quello che penso?- Domandò in preda al panico.
Kagome fece sì con il capo. Tutti si erano bloccati per la sorpresa mentre la coppia corse alla macchina per dirigersi in ospedale.
-Ragazzi che ne dite se li raggiungiamo?- Domandò euforica Nanami.
-Nanami non ne hai abbastanza di bambini?- Chiese Kurama.
-No, perché quella non sarà mia figlia e non sarò io a soffrire.- Rispose sadicamente.
Tomoe a quelle parole rabbrividì facendogli rizzare i peli della coda.
-Tomoe fossi in te mi farei fare una vasectomia. Non oso immaginare cosa succederebbe se nella tua famiglia arrivasse un quarto figlio.- Ironizzò Mizuki.
Tomoe di rimando gli diede un colpo sulla testa che provocò una smorfia di dolore sul viso del povero youkai.
-Non farò mai una cosa del genere. Preferisco morire piuttosto che ridurre la mia virilità.- Disse digrignando i denti.
Intanto in ospedale.
-Signor No Taisho se vuole può assistere al parto.- Lo informò il dottore.
Inuyasha accettò perché la sua ragazza gli aveva chiesto di rimanere accanto a lei durante il parto.
La bambina sembrava non volesse uscire, o almeno così sembrava al povero han-yō, che aveva le mani ridotte in mille pezzettini.
Finalmente la bambina venne alla luce ed entrambi i genitori tirarono un sospiro di sollievo.
Tutti erano accorsi in ospedale per conoscere la nuova arrivata, ma quando videro Inuyasha uscire dalla sala parto scoppiarono in una fragorosa risata.
-Ehi, Inuyasha, per caso sei il primo uomo ad aver partorito?- Chiese Sesshomaru, che per una volta se la rideva di gusto.
-Sesshomaru, ti ammazzo se dici un’altra parola.- Lo minacciò l’han-yō, che aveva un aspetto a dir poco orribile.
Le ragazze intanto erano andate a trovare la neo mamma in attesa che i dottori riportassero la piccola Serin.
-Kagome da adesso preparati a notti in bianco e a lasciare in bianco il povero cucciolotto.- Ironizzò Nanami.
Kagome anche se era sfinita, rise alla battuta di sua sorella.
-Questo vuol dire che il tuo volpacchiotto rimane sempre in bianco, visto che avete tre bambini?- Domandò curiosa la corvina.
-Diciamo che grazie alla morbosità che Miketsukami ha verso i nipoti, spesso ci lascia un po’ di spazio per noi.- Rispose maliziosa.
Poi Nanami si rivolse verso la biondina.
-Yonomori, goditi il fidanzamento più che puoi.- Le consigliò.
-Beh in realtà io e Mizuki stavamo pensando di sposarci l’anno prossimo. Non me lo ha chiesto esplicitamente ma è il suo modo di parlare. Lo devi interpretare perché si vergogna a parlare apertamente.- Spiegò Yonomori.
-Sono felice per voi. Ne avete passate di tutti i colori pur di stare insieme, è giusto che vogliate stare per conto vostro.- Disse la corvina.
 
Dopo qualche giorno sia Kagome sia Serin furono dimesse e, con somma gioia di Inuyasha, tornarono a casa. Per il loro ritorno era stata organizzata una festa a sorpresa e, appena entrati, gli confiscarono la bambina. In quella festa era successo un episodio che aveva riportato Sesshomaru indietro di parecchi anni.
I bambini si erano avvicinati alla carrozzina per vedere meglio la neonata e questa era la stessa scena di quando diciotto anni prima al posto di Serin c’era Inuyasha, mentre al posto dei bambini c’erano lui e i suoi amici, l’unica differenza era che Kagome aveva preso la bambina mostrandola meglio ai figli dei loro amici, mentre Izayoi li aveva allontanati coprendo maggiormente l’han-yō.
Inuyasha, da quando era nata Serin, era ancora più irriconoscibile. Era sempre di buon umore, anche se sotto gli occhi aveva delle occhiaie da far concorrenza a un panda, ma a lui non importava. Le notti insonne che passava erano per accudire la cosa più preziosa che la vita le avesse donato dopo Kagome; questa volta le notti in bianco non erano perché le passava a piangere per la rabbia di quella vita ingiusta, ma era per la gioia di prendersi cura della sua principessa. Spesso era lui stesso che si alzava per cambiare la bambina e lasciar dormire la mamma che durante la giornata lavorava il doppio di lui.
A volte Inuyasha aveva paura di questa felicità, perché ogni volta che era felice, la sorte si accaniva facendogli provare un dolore pari al doppio della felicità provata. Temeva che un giorno avrebbe perso tutto e sarebbe ripiombato nel barato della depressione ma, questa volta, non ci sarebbe stato nessuno a salvarlo. Però quando veniva preso da questi pensieri, il pianto della sua bimba lo faceva rinvenire, era come se quella piccola peste se ne accorgesse.
 
Passò qualche mese e una nuova sorpresa piombò nella vita di tutti.
Rin aveva intrapreso i suoi studi nel ramo psicologico ma, come Kagome e Inuyasha, anche lei e Sesshomaru avevano peccato di irresponsabilità.
La ragazza, in base alla data del suo ciclo, credeva di aver fatto bene i conti e quindi quando si era abbandonata al suo uomo glaciale non si era preoccupata delle precauzioni, rassicurando anche il suo ragazzo.
Ma i conti sono fatti anche per essere sbagliati, tranne quello del test di gravidanza.
-Sesshomaru non mi uccidere.- Disse Rin facendo gli occhi da cane bastonato.
- Perché dovrei? Non hai passato l’esame di psicologia dinamica?- Chiese cercando di interpretare la reazione della ragazza.
-No.- Rispose secca.
-E allora?- Domandò sempre più confuso.
-Ricordi quello che è successo a Kagome e a Inuyasha?- Disse cercando di fargli ricordare l’accaduto.
Sesshomaru sbiancò, e pregò tutti i kami che non fosse quello che credeva che fosse.
-Sesshomaru.- Chiamò la ragazza.
-Oh no. Bambini?- Farfugliò lo youkai.
Rin fece cenno col capo. Lo youkai alla vista di quel gesto, per poco non svenne.
Quando misero al corrente i loro genitori della situazione, questi ormai si erano arresi alla convinzione che i figli ormai non venivano procreati per forza all’interno del matrimonio e quindi appoggiarono i loro figli nella decisione di formare una famiglia al di fuori del matrimonio.
Anche per Rin e Sesshomaru arrivò il giorno tanto atteso.
Rin era intenta a studiare per l’esame successivo ma una fitta improvvisa le fece accartocciare il quaderno degli appunti, seguito da un urlo che fece rovesciare il caffè che lo youkai stava sorseggiando sul balcone.
Sesshomaru corse nello studio, dove si trovava la ragazza, e la trovò in preda alle contrazioni. La prese di peso e si diresse in ospedale.
-Sesshomaru, rimarrai con me in sala parto come ha fatto tuo cugino?- Domandò Rin mentre erano ancora in macchina.
-Certo, se è questo che vuoi.- Rispose lo youkai, che tentava di mantenere la calma.
Sesshomaru nel suo lavoro di dottore aveva assistito a situazioni peggiori ma, non essendo coinvolto personalmente, mantenere la calma era una cosa naturale.
Finalmente arrivarono in ospedale, e Rin fu portata di corsa in sala parto seguita dal suo compagno. Erano in attesa della loro bambina ma non immaginavano la sorpresa che avrebbero ricevuto.
Appena uscita la bambina, i genitori tirarono un sospiro di sollievo, ma improvvisamente, Rin fu colta da altre fitte.
-Dottore che succede?- Domandò spaventato lo youkai.
-Signor No Taisho mi dispiace ma il lavoro della sua compagna non è ancora terminato.- Rispose il dottore rimettendosi tra le gambe della donna. –Signorinina, continui a spingere.- La incitò.
-Come?- Domandò stupita la ragazza, che fu colta da altre fitte.
Dopo poco sbucò un’altra bambina poco più grande della prima.
-Complimenti signori No Taisho avete due splendide e sane gemelle.- Si complimentò l’infermiera, mostrando i due capolavori.
-Due gemelle?!- Dissero increduli all’unisono.
-Ma ci era stato detto che era solo una.- Disse Rin in preda allo stupore.
-A volte le ecografie sbagliano.- Le spiegò l’infermiera.
I due nella donna riconobbero una figura famigliare, somigliava molto a Ririchiyo.
-Per caso lei è la madre di Ririchiyo?- Domandò Rin.
-Esatto. Dopo tanto tempo mi riconoscete ancora?- Domandò stupita la donna.
Infatti, i ragazzi l’avevano vista quando era nata la sorella di Inuyasha.
La donna espresse il suo rammarico per la triste fine della bambina della cui scomparsa ne era venuta a conoscenza dai giornali.
Dopo poco Sesshomaru uscì dalla stanza per rassicurare i compagni che erano in attesa della notizia.
Questa volta fu Inuyasha a ridere fragorosamente.
-Ahahahahahahaha. Ecco il secondo uomo ad aver partorito.- Disse vedendo il cugino completamente madido di sudore.
-Non è una, ma due.- Specificò lo youkai.
-Addirittura ne hai partorite due? Complimenti.- Continuò a ironizzare l’han-yō.
-Inuyasha se non la smetti ti faccio fuori.- Disse Sesshomaru in preda al nervosismo.
Poi furono le ragazze a prendere parola.
-Sesshomaru ho capito bene, sono due gemelle?- Chiese stupita Ririchiyo.
-Sì. Nell’ecografia una non si era vista.- Spiegò lo youkai.
-Beh sei fortunato che sono solo due. Mettiti nei nostri panni, ne abbiamo tre.- Specificò Tomoe.
-Ehi di cosa ti lamenti? Sono io che sto 24/24 con queste tre pesti. Tu quando vai al lavoro hai un po’ di tregua.- Replicò Nanami mettendo il broncio.
-Hai ragione, scusami. Ti prometto che stasera saprò farmi perdonare.- Sussurò malizioso, in modo che solo l’interessata lo sentisse.
Nanami arrossì, e gli altri capirono che Tomoe aveva detto di sicuro qualche sconceria.
-Sesshomaru secondo me la seconda non si è fatta vedere perché aveva ancora qualche dubbio se nascere in una famiglia dove è perennemente inverno.- Ipotizzò Kurama che era arrivato da poco.
Sesshomaru gli riservò una delle sue occhiate assassine.
-Papà ora potrò giocare anche io con tante cuginette?-Domandò Setsu al suo amato papà.
-Certo amoruccio mio, devi solo aspettare che crescano e poi potrai correre con loro.- Rispose Kurama.
-Avrò anch’io tante foto come le hai tu con gli zii?- Chiese indicando i presenti.
-Sì, e ti assicuro che i loro nonni ne faranno tantissime. Hanno sempre le macchine fotografiche nascoste.- La rassicurò il papà.
-E tu non me ne farai?- Replicò la bambina.
-Ovvio che anch’ io le farò. Non immagini quante ne ho già.- Garantì lo youkai.
-Ma io poche volte ti ho visto.- Riflettè Setsu.
-E’ un segreto, le faccio di nascosto.- Disse facendo la linguaccia.
Tutti osservarono quella scena inteneriti. Era incredibile come Kurama riusciva a non far sentire a Setsu la mancanza della figura materna, non avevano mai sentito la piccola chiedere di lei. Nonostante gli impegni del lavoro, lo youkai stava crescendo la bambina egregiamente, in fondo anche lui aveva vissuto la mancanza dei genitori quando erano impegnati con i concerti e le sfilate di moda, ma con la differenza che loro tornavano sempre da lui.
Tutti avevano formato la loro famiglia perfetta, anche Yonomori e Mizuki avevano avuto il loro bambino qualche anno dopo.
 
 
 I bambini crescevano a vista d’occhio sotto l’educazione rigida delle mamme, che puntualmente per i figli passavano sempre per cattive, le coccole eccessive dei papà e i capricci a cui i nonni acconsentivano.
Più crescevano, e più i genitori vedevano riflessa la loro amicizia nei comportamenti dei loro figli.
Nessuno aveva dimenticato i guai e le malefatte che avevano combinato da bambini, portando i loro genitori all’esasperazione. Ricordavano le piume e i peli che volavano durante i loro bisticci, e sicuramente, quando sarebbero diventati abbastanza grandi, li avrebbero visti formare le proprie famiglie, proprio come avevano fatto loro.
 
Lo spettro di Izayoi era ricomparso quando Serin aveva compiuto tre anni.
Inuyasha aveva ricevuto una chiamata da Sesshomaru, che ormai lo riteneva più come un fratello che come un cugino. Nella chiamata lo youkai lo aveva informato che Izayoi era stata ricoverata con un codice rosso, e aveva chiesto di lui.
Inizialmente non voleva andarci, non voleva avere più niente a che fare con quella serpe, ma su consiglio di Kagome aveva deciso di andare e sentire le ultime parole che quella belva avrebbe pronunciato prima di lasciare per sempre questo mondo.
Arrivato in ospedale si diresse immediatamente nella stanza dove si trovava Izayoi, incurante del fatto che l’orario di visite non era ancora iniziato, ma grazie a Sesshomaru riuscì a entrare ugualmente.
Inuyasha entrò nella stanza senza preoccuparsi di chiedere permesso e di essere delicato con la paziente.
-Cosa vuoi?- Chiese aspro.
-Inuyasha, figlio mio, non mi resta molto da vivere.- Disse Izayoi respirando a fatica.
-Non permetterti di chiamarmi figlio.- Digrignò l’han-yō. –E comunque sbrigati a sputare le tue ultime sentenze. A differenza tua, ho una famiglia che mi aspetta.- Sbraitò.
-Volevo chiederti perdono per quello che ti ho fatto, ma devi capirmi…- Tentò di concludere la donna prima di essere interrotta.
-Hai il coraggio di chiedere perdono e comprensione?- Domandò Inuyasha sull’orlo di una crisi di nervi.
-Ero giovane, e la carriera per me era tutto. Dopo la morte di tuo padre, mi sono trovata a crescere da sola un han-yō e non riuscivo a sopportare le critiche della gente.- Si giustificò.
-Mi fai pena, anche in punto di morte sputi veleno. Kagome era molto più giovane di te quando abbiamo avuto la nostra bambina, e la gente la criticava quando era in attesa, ma a lei non è mai interessato, anzi, ha rinunciato a tutto pur di averla. Non le fa mancare niente, la ama più di ogni altra cosa e ama anche me, e sia io che mia figlia siamo han-yō. Se ti sentisse in questo momento, ti staccherebbe tutti i macchinari che continuano a tenerti in vita. Lei, per noi, ucciderebbe chiunque dica una sola cattiveria sulla nostra natura, e con te non farebbe eccezione.- Specificò l’han-yō.
-Sono felice che tu abbia trovato chi ti renda felice.- Pronunciò la donna, tossendo e sputando sangue.
-Quanto sei ipocrita. Guarda, in quel sangue è racchiuso tutto il veleno che hai in corpo, sta uccidendo anche te.- Pronunciò schifato.
-Io volevo solo che tu mi perdonassi. Ci tenevo a fartelo sapere.- Confessò sorridendo.
-Sei una falsa schifosa. Non aspettarti nessun perdono da me, non riposerai mai in pace.- Disse dirigendosi verso l’uscita.
-Inuyasha, io…- Mormorò la donna.
-Smettila. Come ti ho già detto, ho una famiglia che mi aspetta.- Ribadì, sbattendo la porta.
Inuyasha abbandonò per sempre quella donna che in punto di morte si era ricordata di lui. Tornò da Rin, dove aveva lasciato Kagome e Serin, per poi tornare a casa sua, ma la ragazza li aveva invitati a restare per cena, dal momento che erano arrivati anche Sakura e Inu. Dopo aver aspettato Sesshomaru, cenarono senza mai pronunciare una singola parola su Izayoi.
Dopo qualche giorno la donna morì, e nessuno andò né al funerale e né a trovarla al cimitero; con la sua morte Inuyasha aveva chiuso per sempre il capitolo più buio della sua vita, ora nessuno avrebbe più minato la sua felicità.
Adesso aveva una moglie che lo amava per com’era, una figlia che lo idolatrava, dei parenti che lo supportavano in tutto e degli amici a cui non avrebbe mai rinunciato. Erano diventati un’enorme famiglia, indipendentemente dai legami di sangue.
Il sole aveva deciso di splendere nella sua vita, perché in fondo “non può piovere per sempre”.
 
ANGOLO DELL’AUTRICE
Ok, la storia è giunta al termine, qualcuno dirà “era ora” .
Come detto in anticipo, la storia si collega leggermente alla song fict “Room of Angel”. Doveva essere una long fict su quella storia, ma mi sono lasciata prendere un po’ la mano e ho cambiato qual cosina, infatti la storia è simile alla songfict solo per il finale.
Spero, per gli intrepidi lettori, di non  avervi annoiata. Inoltre spero che mi facciate sapere come è stata questa storia, anche se si tratta di critiche perché anche quelle servono a migliorare.
Grazie in anticipo a tutti.
Un bacio Inu_ka
  
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