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Autore: summers001    12/06/2018    6 recensioni
Post-MJ, pre-epilogo | POV Peeta | "Io e Peeta ricominciamo a crescere insieme."
Dal secondo capitolo:
"Aspetta!" la chiamo e sento la mia voce venire fuori con una certa urgenza. "Vuoi restare? Puoi aiutarci a ricostruire la recinsione, tagliare via le erbacce o..." continuo elencando una serie di mansioni che potrebbe coprire senza stancarsi troppo dopo una mattinata di caccia.
Devo essere pazzo, mi ripeto per la milionesima volta in questi ultimi mesi. Hai continuato a provare a parlarle per anni prima della mietitura, per mesi dopo i primi giochi, per settimane dopo i secondi e dopo la guerra. Perché ti aspetti qualcosa di diverso? Perché dovrebbe voler rimanere qui con me questa volta? Tra i detriti, la polvere e i ricordi che tanto la tormentano per di più.
[...] D'altronde la follia non è ripetere gli stessi gesti aspettandosi ogni volta un risultato diverso?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Haymitch Abernathy, Katniss Everdeen, Peeta Mellark, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

 


Sono giorni che piove e pare che non abbia intenzione di smettere.

La pioggia ci ha costretti a cambiare completamente le nostre abitudini: niente lavoro, niente caccia, niente treni che portano alcol. Dobbiamo dedicarci ad altre attività: Katniss sul divano scrive lettere da inviare a chissà chi, forse Johanna o Annie; Ranuncolo è accanto a lei, appiccicato alle sue gambe nella sua solita posa da gatto, a venire sballonzolato ogni volta che lei si muove sul divano; Sae da giorni non passa più da noi per badare alla nipote, ma mi ha lasciato un blocco di fogli su cui ha scritto a penna le sue migliori ricette; Haymitch, ormai sobrio da quasi una settimana, si fa un bagno sotto la pioggia, passa da noi, si piazza sulla sedia a dondolo ed aspetta che io lo raggiunga per giocare a scacchi mentre il tepore del camino acceso gli asciuga i vestiti e le ossa; io tra una partita e l'altra provo le ricette di Sae, metto a marinare la carne e passo al tavolo da giochi.

Il mio affresco si è sbavato alla fine. Non ha avuto tempo di asciugare e tutta quell'acqua ha tirato giù rigagnoli di colore. Il muro pareva che piangesse, ma non fa niente.

Passo accanto al divano, vicino a Katniss, le metto una mano sulla spalla e poi le lascio un bacio tra i capelli. Lei copre le mie dita con le sue e stringe. E' fatta così ormai la nostra quotidianità. Ci sono tutti questi piccoli gesti che mi mandano in visibilio, che con lei non mi sarei mai aspettato. O forse sì. Mi piacciono ancor più dei baci. Forse. D'accordo, non fino a questo punto, ma mi piace!

"Siete disgustosamente smielati." ci interrompe Haymitch ad un certo punto e solo per questo mi verrebbe voglia di esagerare, prendere Katniss e baciarla davanti a lui. Così solo per fargli vedere quanto la sua sfontatezza mi abbia contaggiato e migliorato, o peggiorato in un certo senso. Alla fine però non faccio niente e mi limito a sorridere. "Era così difficile quando ne valeva delle vostre vite?" ci domanda parlando tra sé e sé "Tocca a te, ragazzo." mi dice poi muovendo un pedone, saltando da un argomento all'altro.

Lo raggiungo, mi siedo e glielo mangio. Sono giorni che giochiamo a scacchi ed ormai conosco tutte le sue mosse, sono capace di anticiparle e bloccarle. Mi ha aiutato il fatto che nel suo ultimo giorno di sbronza ha provato a giocare ed a suggerirmi anche cosa fare. Katniss spia sulla scacchiera e sorride dopo aver contato i pezzi neri di Haymitch dal mio lato e poi i mei bianchi, che sono ancora quasi tutti sulla tavola.

"Questo gioco sta diventando noioso." bofonchia lui dopo aver perso uno degli ultimi pezzi a guardia della regina. Fa sempre così quando sta per perdere, ma lo comprendo e lo lascio fare. Immagino che dopo aver giocato con noi come pedine, la voglia di perdere ti passi.

"Perché non ti trovi un hobby?" gli chiedo, facendo eco al dottor Aurelius, pescando nella mia testa uno dei suoi tanti precetti.

"Ce l'ho un hobby, ragazzo." mi dice mentre pensa con una mano sotto al mento che si accarezza la barba "E' stracciarti il culo." conclude alla fine, mangiandomi due pedoni con un cavallo.

"Se lo dici tu." mi limito a rispondere, prendo la torre e gli mangio la regina. Ormai è inutile andare avanti e lo capisce da solo. Con una mano, infatti, Haymitch sconquassa tutta la scacchiera, come se ci fosse un terremoto su questo mondo a quadri, si alza e se ne va. Va' a farsi una doccia, dice, ma lo so che va a vomitare, a nascondere la mano che trema ed a sperare che l'acqua fredda gli faccia tornare un po' di quel genio che l'astinenza da alcol gli ha obnubilato. Mi dispiace vederlo così, ma va bene, significa che ci sta provando, almeno.

"E' sempre divertente." dice Katniss sghignazzando tra sé e sé davanti a quella scenata. A volte giurerei di averla vista suggerirmi qualche mossa solo per il piacere di veder Haymitch perdere.

"Lascialo stare." provo a rabbonirla e mi avvio nell'altra stanza.

Katniss scrolla le spalle e torna alle sue cose. Legge una delle lettere che aveva scritto nel pomeriggio, decide che non le piace e, come questa mattina, la straccia in quattro parti, la appallottola e la lancia nel camino. Quella forse era per sua madre. "Che fai?" mi chiede poi raggiungendomi in cucina.

"Cucino." le rispondo ovvio. Prendo la carne triturata e la mischio con le spezie, sporcandomi le mani di olio, prezzemolo ed altre polveri. "E' una ricetta che mi ha lasciato Sae." le spiego.

"Non quel pasticcio di carne, mi auguro." bonfonchia lei. Odia il pasticcio di carne di Sae, ma non ha mai avuto il coraggio di dirglielo ed ha sempre continuato a masticare ed ingoiare muta. Per diversi giorni è stata l'unica cosa che ci dava da mangiare. Le provviste col treno non arrivavano sempre puntuali e tutto quello che ci rimaneva era carne e farina ed il pasticcio era l'unico modo che la donna conosce per cucinare e conservare quegli ingredienti insieme. Forse per questo lo odiamo tutti: ha il sapore degli stenti che abbiamo patito in passato.

"Proprio lui." le rispondo. "Benedetto ragazzo, provaci almeno tu, Katniss non ne è capace!" scimmiotto Sae per far ridere Katniss, che si è stampata sul viso quell'espressione da bambina capricciosa. A volte credo che lo faccia apposta.

"Ha detto così?" mi domanda sorpresa e ridendo.

"C'è scritto qui addirittura." le dico allungandole il foglio della ricetta con le mani sporche. Katniss si allunga curiosa per sbirciare. Aspetto che legga con occhi veloci tutto il testo, fino a quando confusa fa quasi per alzare la testa. Allora le prendo il naso tra due dita, lo inzuppo d'olio ed aspetto che reagisca.

"Stupido." mi dice solo allontanandosi e pulendosi il naso. Vorrebbe essere arrabbiata, lo leggo nei suoi occhi, finge di esserlo ma sebbene non sorrida, quelli mi guardano maliziosi, come se volesse ricambiare presto con la stessa moneta.

"Avanti, vieni." le dico un po' per scongiurare il pericolo, un po' come scusa per averla vicino.

"Non sono capace." si lamenta ripetendo le mie stesse parole con voce grossa che mi vorrebbe imitare, mentre la tiro vicino al bancone.

"E perché io sì?" le domando ovvio, ma non sembra cedere ed allora provo con un'altra carta. "Dai, proviamo insieme." la supplico a mani giunte. Mi pulisco persino l'olio sul grembiule per rassicurarla.

Titubante alla fine Katniss si avvicina. Mettiamo insieme le mani nella carne e mescoliamo tutto per bene. Ci sporchiamo entrambi di nuovo. Siamo oleosi e scivolosi, con la farina appiccicata alle dita che sanno di sale. Per un momento mi torna in mente mio padre, sporco di pasta di pane fino agli avambracci, e mi chiedo se deve essersi sentito almeno una volta così con mia madre, se ha riso come stiamo ridendo noi fino al mal di pancia, se ha provato ad abbracciarla e gli è scivolata via, se ha usato la sua statura per imprigionarla tra il banco e il suo petto e se lei l'ha guardato allo stesso modo con cui Katniss guarda me. Quello che spero è che tutto questo non sia accaduto, che noi possiamo vivere una storia diversa dalla sua. Questa speranza mi colpisce come un pugno allo stomaco e fa male due volte: perché non gli è successo e perché non gli può più succedere. E poi perché so che pensare alla mia famiglia scatenerà un episodio e non voglio rovinare questa giornata piovosa e perfetta. Per un momento guardo Katniss, con la luce grigia delle nuvole che le valorizza gli occhi e la pelle che sembra argento, e non ho paura. Che mi venga quell'episodio!

"Che c'è?" mi chiede Katniss riportandomi alla realtà, confusa ed imbarazzata sotto il mio sguardo assillante.

"Niente." le rispondo sorridendo, sicuro che mi stia prendendo per pazzo. Le do un'ultima occhiata e torno a mescolare.

Quando la pasta sembra pronta, anche se non abbiamo idea dell'aspetto che dovrebbe avere, la stendiamo nella teglia, ci versiamo la carne, la copriamo con altra pasta e ci divertiamo a fare tanti buchi con una forchetta, ridendo e facendo a gara a chi è il più veloce. Mettiamo il pasticcio in forno e ci pieghiamo sulle ginocchia per studiarlo più da vicino per qualche secondo.

Quando Katniss capisce che non cambierà niente, non subito almeno, si alza e si stiracchia le gambe. "Ho vinto io comunque." mi dice riferendosi alla nostra guerra di forchette.

"Non credo proprio." le faccio raggiungendola all'impiedi. Le giro il mio braccio attorno alla vita e ci schiaccio l'uno contro l'altro. Di nuovo Katniss non se ne lamenta ed alzi mette le mani attorno al mio collo, costringendomi a guardare in basso verso di lei. "Mi sembra di ricordare qualcuno leccarsi la forchetta." la stuzzico alla fine. "Sei squalificata solo per questo." concludo avvicinandomi e quasi con la punta del naso riesco a toccare la sua.

"L'hai fatto anche tu." mi fa notare lei e si avvicina alzandosi sulle punte dei piedi.

Può essere che l'abbia fatto, non mi ricordo. E' difficile pensare con lei così vicina, schiacciata addosso, col suo respiro sulle labbra ed il seno così perfettamente aderente al mio petto. Sì, forse, può essere, non me ne frega più niente. Mi abbasso di quel poco che manca e con la bocca sono subito sulla sua. Non so cosa ci prenda, ma siamo frenetici. Ci muoviamo goffamente e casualmente con le mani, le bocche aperte che non si lasciano mai e le gambe che in simultanea arrivano fino ai ripiani della cucina. Prima che me ne renda conto la prendo in braccio e la faccio sedere sui banconi sporchi, proprio sopra al forno. Fa caldissimo e mi sto ustionando le gambe, ma neanche di questo mi frega niente. Sento il desiderio, no anzi il bisogno di premermi tra le sue gambe, di sentire il calore, la sua pelle premuta contro la mia. Katniss mi asseconda ancora e quando apre la gambe, ho l'impressione che sia tutto un suo piano per uccidermi davvero questa volta. Oh, quanto sarebbe dolce la morte adesso. Gemo solo al sentirmi schiacciato su di lei con tutti i vestiti addosso.

Sono giorni che ci baciamo così: prima di andare a dormire, al risveglio al mattino, alla sera appena Haymitch se ne va, mentre leggiamo insieme la mia corrispondenza, quando mettiamo insieme altre pagine del libro... Eppure adesso è diverso. Sento che non ragiono più, che non voglio niente se non lei, qui, adesso, ma Katniss mi salva e si allontana. Prende un respiro profondo e scende sui suoi piedi. Adesso lo so che è un piano per farmi soffrire! Recepisco il messaggio e prendo un respiro profondo, solo che non può chiedermi di starle lontana e poggio la fronte sulla sua. Chiudo gli occhi, prendo di nuovo fiato e cerco di pensare a tutte le cose raccapriccianti del mondo: le rughe sotto le braccia di Sae, l'odore dell'alito di Haymitch, Haymitch nudo nella vasca da bagno, le magliette sudate degli altri ragazzi sotto al sole...

"Scusa." bisbiglia Katniss richiamandomi alla realtà. Vorrei chiederle di cosa, ma mi precede "Dobbiamo..." inizia a dire, ma lascia sospesa la domanda come se volesse che io capisca.

"Cosa?" le chiedo lento e confuso. "No, no," mi affretto a rassicurarla appena ci arrivo "non dobbiamo se non vuoi, non c'è nessuna fretta." riesco a mettere insieme.

"Già," mi fa lei ovvia, come se si aspettasse quella risposta o non ci credesse "ma tu stai aspettando." fatica a dire, omettendo forzatamente e volontariamente ogni parola che potesse riferirsi a quello che stavamo per fare.

"Cosa?" esordisco sconvolto "Non sto aspettando." cerco di difendermi e mi allontano anche da lei per sembrarle più sincero, ma il suo sguardo è così eloquente che adesso le confesserei persino che una volta ho rubato dei soldi dal salvadanaio dei miei fratelli. "Va bene," le concedo alla fine la verità ridendo "sto aspettando," le dico e torno da lei ad abbracciarla "ma non succederà niente finché non sarai pronta." . Vorrei aggiungere che non sono un mostro senza cuore, che capisco che è troppo presto e che non spetta solo a me decidere se o quanto aspettare, ma stretto a lei sembra tutto così perfetto ed è impossibile anche solo pensare che le mie parole possano avere un'accezione negativa alle sue orecchie.

Quelle infatti sembrano non consolarla. Katnsiss anzi sospira e sfugge al mio sguardo. Rafforzo la presa e cerco i suoi occhi e solo allora parla. "E se non fossi mai pronta?" mi chiede.

L'idea mi pare così assurda che quasi mi viene da ridere. Come può Katniss Everdeen, la persona più forte, più combattiva, determinata, impulsiva, impetuosa, affettuosa e viscerale che conosca, pensare una cosa del genere? Pensare che non sarà mai capace di amare al cento per cento? "Succederà." le dico solo, ma non basta, non mi crede ed allora continuo "Lo so e basta." rispondo alla sua muta domanda. "Quando tu vuoi bene ad una persona, lo fai in questo modo così profondo che non riesco proprio ad immaginarti terrorizzata per sempre." e mentre lo dico penso a quel video che Snow mi fece vedere, quando fu lei a baciare Gale per la prima volta. "Un giorno ti innamorerai e vorrai qualcuno." le dico immaginandomi già per qualche motivo fuori dalla scena. Come ho fatto a passare dai giochi ai baci alla depressione così velocemente?

Katniss mi guarda, forse impietosita. "Peeta, io..."

Temo che stia per dirmi che mi ama, forse mossa da quello che le ho detto o dal mio tentativo di tagliarmi via dalla sua vita ed allora la blocco. Cambio argomento e cerco di spiegarle che probabilmente ha fatto bene, che nessuno dei due è pronto anche se mi piace pensare il contrario. "Posso essere sincero con te un momento?" le chiedo con la mia solita voglia di fare retorica. Mi siedo per terra con la schiena sul forno e Katniss mi viene dietro e fa segno di sì curiosa con la testa "A volte ho paura anch'io." le confido. La sua testa si piega di lato confusa e passo a spiegare. "E se mentre io e te..." comincio a dire, ma lascio cadere come ha fatto lei poco fa, intimorito dal fatto che solo dire che voglio fare l'amore con lei possa agitarla un po' come agita anche me. "Se avessi dei ricordi di te che provi ad uccidermi o di te che baci Gale o che uccidi la mia famiglia o se mi ricordassi della mia famiglia e basta? Sai, non sarebbe così attraente." provo a scherzae alla fine. Non me ne ero accorto, ma sono di nuovo con la fronte sulla sua.

"Ah no?" mi domanda scherzando e si allunga per darmi un bacio a fior di labbra. "Pensavo ti piacesse questo di me." dice e ricomincia a stuzzicarmi e tutto quello che le ho detto scompare, come se non avesse mai avuto senso.

"No." rido ad occhi chiusi per mascherare l'emozione che mi procurano le sue parole "Ma ti farò sapere." rispondo poco brillantemente.

Ride anche lei e mi bacia di nuovo. "Significa che entrambi non siamo pronti." sospira finalmente rasserenata, tirandosi su di morale perché sa che non è la sola a dover fare quel passo. Vorrei che fosse tranquilla a riguardo, che rimanesse così convinta, eppure non mi sento di ingannarla. Deve sapere che in qualunque momento, semmai volesse, io sarò qui.

"Posso essere di nuovo sincero con te?" le domando, ma stavolta non aspetto. "Sarei pronto quando vuoi, me lo farei passare subito, adesso qui o sul divano o sulla tomba dei miei genitori se solo me lo chiedessi." esagero "Dove vuoi." scherzo perché non sia sotto pressione, ma sono sincero. Il ricordo di Gale è del tutto scomparso e di nuovo non ho paura. Non so come si faccia ad accendere e spegnere questo sentimento, ma credo che centri lei. Mi guardo prenderle la mano, le sue dita sottili e piccole nelle mie e non ho più paura. Potrei vincere altre cento guerre con lei, penso baciandole le nocche.

Katniss arrossisce, abbassa gli occhi, guarda altrove e poi sembra pensarci. "Stupido." mi apostrofa alla fine come fa sempre. Forse dovrebbe anche sapere che quando mi dice che sono stupido io capisco che mi ama.

"Ehi, sono un ragazzo alle prese con la sua prima volta." scherzo colpendole una spalla con la mia. "Dammi tregua." Nel mio quadretto mentale sono di nuovo dentro, io e lei per sempre: cuciniamo quando piove, scriviamo lettere, ci baciamo, faciamo l'amore, ci sposiamo e viviamo felici e contenti fino alla fine. Ci saranno delle difficoltà, non mi illudo che sarà facile, ma sarà proprio questo a renderlo perfetto. Com'è possibile che solo guardarla scacci via tutte le mie paure? Le stringo la mano più forte e le do un altro bacio.

Katniss mi risponde con un colpetto di spalla, risvegliandomi dai miei sogni. "Tregua sia." risponde poi e col capo si poggia al mio. Chiude gli occhi ed inspiro il profumo di sapone dei suoi capelli.

"Katniss," la richiamo sovrappensiero. Il forno ci tiene così caldi la schiena che ci siamo dimenticati persino del pavimento freddo e della pioggia fuori. "lo sai che ti amo, vero o falso?"

"Vero." mi risponde dopo un respiro profondo.

"Lo sai che," ricomincio a parlare "ti amo e ti voglio tantissimo" ripeto "e che ti aspetterò per sempre, ma se non dovessi mai essere pronta, non fa niente. Sarò sempre qui, così, con te." confido alla fine e quando mi ricordo del nostro giochetto aggiungo "vero o falso?"

Katniss sbuffa aria che le esce tra i denti di un sorriso amaro. "Falso." risponde alla fine.

Beh, questa non me l'aspettavo. "Ehi." Alzo il capo, la guardo allarmato e cerco i suoi occhi che mi sfuggono. "Per sempre, hai capito?" insisto. Vorrei confidarle tutto quello che ho immaginato per noi due, la felicità che ci riserverà il futuro, la certezza che questa è davvero lì ad aspettarci e che per questo non c'è bisogno di andare di fretta.

La porta sbanda, qualcuno la apre, una folata di vento freddo ci costringe a tirarci su e spiare in quella direzione. Haymitch entra ancora una volta bagnato ed infreddolito, afferra la sedia a dondolo e se la trasporta davanti al fuoco. "Brrr." si lamenta. Insieme io e Katniss lo raggiungiamo tenendoci per mano. Haymitch lo nota subito, guarda le nostre dita che sembrano incollate e non dice niente. Se non lo conoscessi così bene, crederei di averlo visto sorridere. "E' pronto?" chiede invece, scaricando un brivido di freddo nel tepore del camino.

Ci voltiamo entrambi a guardare la finestrella del forno. Il profumo ci avvolge e quel tortino sembra quasi chiedere di essere sfornato. Katniss mi guarda con un punto di domanda appiccicato in faccia, proprio sopra a quella rughetta che le si forma tra le sopracciglia. "Quasi." rispondo io.

Haymitch fa una mossa per annusare una invisibile scia di profumino che dal forno va direttamente sotto al suo naso. "Pasticcio di carne?"

"Pasticcio di carne." conferma Katniss e lo raggiunge.

"Ancora!" protesta Haymitch.

"Prenditela con lui!" gli risponde lei e per una volta si trovano d'accordo nell'allearsi contro di me.

Sorrido mentre Haymitch fa il verso di Sae "Benedetto ragazzo!", la imita e guarda Katniss che, forse ricordandosi di poco fa, abbassa la testa e sorride. L'uomo la nota e prende la sua espressione per un incoraggiamento, allora lui continua e lei ride ancora e si divertono insieme ed io mi diverto nel guardarli: la mia famiglia.

D'un tratto le risate si fermano, alzo gli occhi e li trovo entrambi intenti a guardarmi, coalizzati per farmi sentire escluso. "Che fai in piedi come uno stoccafisso?" mi domanda alla fine Haymitch con le mani ancora alzate davanti al fuoco.

"Niente, io... il forno." abbozzo una risposta, colto di sorpresa.

L'uomo si gira, guarda verso Katniss che stranamente ha la stessa espressione divertita ed un po' arrogante sul viso. "Crede di essere migliore di noi perché sa cucinare?" le chiede lui con fare divertito, con il chiaro intento di prendermi in giro forse per vendicarsi delle partite perse a scacchi.

"Già." risponde lei.

"O come quando mette tutto in ordine e ti fa sentire un maiale?" continua lui. Ma che cos'è questa, una congiura? Vorrei rispondere e ridere insieme, ma li guardo e basta prima l'uno e poi l'altro. Mi piace che mi prendano in giro, che non abbiano paura di farmi scattare qualcosa dentro, che provino a farmi ridere e mi piace la leggerezza che c'è nell'aria.

"Tu sei un maiale." puntualizza Katniss e ride e fa ridere anche me. Sembra diversa, è più serena e loquace, quasi mi congratulo con me stesso affibbiandomene il merito.

Haymitch si ritrae e la guarda come se si fosse offeso, ma lei non cede ed allora lo fa lui quasi per miracolo. "Per una volta che stavamo legando io e te!"

"Vi voglio bene." confido io dal nulla, nascondendomi dietro un sorriso.

I due mi guardano come se fossi pazzo. Alzano entrambi un sopracciglio e sembrano identici, speculari, addirittura comici. Per fortuna suona l'allarme del forno: è pronto e devo scappare in cucina, non posso sentirvi prendermi in giro di nuovo anche se il vocio mi arriva alle orecchie.

Impiatto la cena, prendo le posate, i bicchieri, una bottiglia d'acqua e quando torno in salotto loro sono già a tavola ad aspettare. Stavolta bisticciano tra di loro, neanche so di cosa, ma finalmente adesso so che siamo tornati alla normalità. Faccio loro da arbitro quando i torni si fanno infuocati, quando addirittura Katniss comincia a tirargli addosso fazzoletti appallottolati come fossero dardi.

Il pasticcio di carne è finito più a terra che nei nostri stomaci, ma non fa niente, perché il tramonto è rosso e significa che domani smetterà di piovere e cominceranno ad arrivare di nuovo le nostre provviste coi treni. La nostra piovosa vacanza sta terminando e tutto quello che riesco a pensare è che non voglio che finisca: Haymitch sobrio, Katniss che mi bacia e parla di fare l'amore con me, il calduccio di questo salotto, le nostre cose sparse ovunque, i miei due amici che mi prendono in giro. Persino Ranuncolo oggi mi sembra più affettuoso nei miei confronti. E quando la giornata volge al termine, mi stendo nel letto accanto a lei, che si nasconde infreddolita sotto alle coperte. Un finale perfetto.

Credevo che non potesse andare meglio ed invece Katniss si stringe contro di me, mi mette le mani sul petto e poi mi accarezza con studiato languore lo stomaco, gli addominali e la schiena. "Peeta?" mi chiama.

Dovrei rispondere, ma le parole non mi arrivano alla bocca, forse non so neanche che dire. La imito solo e la cingo fino ad abbracciarla.

"Peeta?" ripete in una litania, una dolce ninna nanna, un canto di sirena solo per me. Mi bacia e mi schiude le labbra con dolce e frenetica irruenza, tutta per me, solo mia. Le sue braccia mi sono passate dietro al collo e sotto alle dita sento i brividi correrle su tutta la pelle. "Vero." mormora solo e continua a dirlo "Vero, vero, vero." dice ancora tra un bacio e l'altro.

Sto per chiedermi cosa significa, ma all'improvviso non ha importanza. I suoi polpastelli trovano l'unico filo di pelle tra i pantaloni e la maglia del mio pigiama. Mi sfiora e si ritrae, quasi l'avessi scottata. Poi afferra il lembo della maglietta e me la tira su ed io l'assecondo.

Mezzo nudo, seduto ed addirittura timido davanti a lei, la guardo col cuore in gola che batte così forte quasi volesse scoppiare. Forse avrei dovuto pensarci prima, forse non sono pronto, forse è troppo per me, forse sta per venirmi un attacco. Katniss mi guarda e forse si sta chiedendo la stessa cosa e sta pensando che sono un bugiardo, che non erano vere tutte quelle cose che le ho detto. Tortura il lembo del lenzuolo e non mi molla con lo sguardo. Rimaniamo a fissarci e quando alla fine cedo e mi decido a dirle che sono un vigliacco, lei taglia le distanze per entrambi. Si mette seduta sui talloni davanti a me, si toglie la maglietta e non ha niente sotto. Si copre con le mani e con le braccia, ma è bellissima lo stesso.

Siamo pari, siamo uguali.

Mi avvicino commosso e la bacio e tutto il resto è finalmente un segreto solo nostro.


 




​Angolo dell'autrice 
Salve a tutti :) 
​Scusatemi dell'immenso ritardo. Questa volta non ho molto da aggiungere, soltanto tremila scuse per averci messo tanto xD 
​In quanti aspettavano un capitolo del genere?( io io io!) xD  fatemi sapere nei commenti. Un bacio :*

 

 
  
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