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Autore: akane_99    13/06/2018    0 recensioni
un po' di tempo fa gironzolando su internet ho trovato una fanart , merthur, che li vederva agli Hunger Games... l'idea, per quanto stramba, mi sembrava buona, e ottimo spunto... così la mia mente di Fangirl non ha potuto non buttare giù una storia!
quindi benvenuti agli Hunger Games!... molti anni prima, con dei protagonisti un po' particolari...
ovviamente saranno presenti altri personaggi di Merlin oltre che a numerosi original characters, per i vari tributi, ma ( magari non nei primi capitoli...)la Merthur non mancherà di sorprendervi durante questi giochi!
spero che vi piaccia!
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Merlino, Morgana, Nuovo personaggio, Principe Artù, Un po' tutti | Coppie: Merlino/Artù
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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Sono qui, in fila con questi miei coetanei;tutti con espressioni diverse dipinte sul viso.

Siamo ancora vestiti con gli abiti della mietitura. Sto sudando. Mi passo un dito nel colletto della mia camicia blu jean abbottonata fino in fondo per poter respirare un po'.

Osservo queste persone, e non riesco a non pensare che ne rimarrà solo uno.

Noto una ragazzina coi capelli rossi stringersi al giovane accanto a lei... ci sono alcuni bambini, una è molto piccola, mingherlina, i capelli biondissimi ridotti ad una corta zazzera: la sento chiamare Eirine, ed è del quinto distretto. Più di tuttti però, non riesco a staccare gli occhi dal possente giovane biondo del distretto uno.

Dovrei avere paura di lui, sarà sicuramente già addestrato e nel gruppo dei favoriti. Vicino a lui, la sorellastra, di una bellezza disarmante: pelle diafana, occhi mobili color smeraldo e lucidi capelli scuri, Morgana.

Nonostante ciò, anche se non vorrei ammetterlo, la mia attenzione è attratta inesorabilmente da lui.

I capelli dorati, gli occhi di un azzurro che pare rubato al cielo. Mi scopro a indugiare con lo sguardo sul suo collo dalle vene visibili dalla tensione, sulle clavicole sporgenti e le forti mani... ma che sto facendo? Me ne vergogno un po', in effetti.

Nella sala cala un silenzio innaturale, quando la porta si apre ed entrano due figure dai lineamenti androgini che indossano le divise con gli stemmi di Capitol City.

Ci informano che verremo chiamati a turno, e condotti dai nostri mentori e dai membri del nostro staff: “Arthur e Morgana Pendragon, distretto uno!”

i due fratelli escono, squadrando gli altri tributi con aria di sfida e sufficienza.

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Allenamento. Giorno 2.

 

Clangore di fendenti, grida concitate. Già si sta formando il gruppo dei favoriti.

Scorgo Janika scagliare un arpione con una forza incredibile: centra in pieno il cuore disegnato di uno dei manichini in fila,attraversandone tre in un solo colpo.

Samuel, il ragazzo del secondo distretto, è alla postazione di lancio dei coltelli: ne afferra uno ricurvo, come un boomerang.

Stacca la testa ad un altro manichino senza battere ciglio, e il coltello gli ritorna. Lo afferra al volo.

Devo scegliere una postazione. Comincio a guardarmi intorno, per associare i visi dei miei avversari al numero del loro distretto,cucito sulla schiena della divisa da allenamento.

Mi avvio verso la postazione meno frequentata: quella dedicata al riconoscimento delle piante e all'accensione del fuoco. Non so che fare,e quindi metto alla prova le conoscenze acquisite con mio nonno Gaius, che è abbastanza esperto in questo genere di cose.

Davanti a me una tabella elettronica: devo riconoscere diverse bacche e piante, dalla funzione, alla commestibilità,e aspetto.

Comincio subito con un esercizio che prevede l'assegnazione del nome corretto alla rispettiva icona della pianta.

Stramonio, Salvia, Ricino, Belladonna, Calendula,Rosmarino, Cicuta, Borsa del Pastore... e ancora... Mirtillo, Mora, Ortica, Aconito, Finocchietto selvatico... le suddivido e le classifico in base alle mie conoscenze e ne fallisco solo una decina. Mi sposto a lato, dove è ricostruito un piccolo paesaggio boschivo: uno spiazzo di tre metri quadrati ad occhio.

Mi esercito con alcuni nodi su un albero e poi mi siedo ad accendere un fuoco.

Mi occorrono un po' di tentativi e impegno, ma poi davanti a me si sollevano delle fiammelle scoppiettanti.

All' improvviso mi sento dare un colpo alla schiena, che individuo come pedata.

Dietro di me, l'imponenete figura di Arthur.

I suoi occhi di ghiaccio mi guardano divertiti ed io gli restituisco uno sguardo sorpreso e interrogativo. Intorno a lui, la cerchia dei favoriti. Solo Morgana osserva la scena da lontano scuotendo il capo.

“credi di essere gran cosa a riconoscere due piantine?”
balbetto qualcosa,e mi chiedo perchè sono già stato preso di mira.

Il tributo del distetto 2 soffoca il fuocherello che avevo appena acceso con un piede.

Altre risa. Sono a bocca aperta e continuo a fissare Arthur senza poter dire nulla.

Mi alzo come per volerlo fronteggiare, ma mi rendo subito conto del mio errore: sono più basso e mingherlino. Gli basterebbe un soffio per buttarmi a terra. (a me basterebbe meno,se solo potessi usare i miei poteri...)

Arthur si avvicina pericolosamente al mio viso: sbuffa,spettinandomi il ciuffo di capelli con un'occhiata di sufficienza.

I litigi non sono ben visti durante gli allenamenti, quindi lasciamo perdere, per mia fortuna, e pian piano la folla si disperde.

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Allenamento, giorno 3

 

sono disperato non so cosa fare. Questi primi giorni di allenamento sono stati un disastro, non so usare quasi nessuna arma. Il mio amico Will, che al distretto nove faceva il fabbro, sta cercando di insegnarmi a usare pesi e coltelli, ma io mi accorgo di essere tremendamente in difficoltà... quasi senza abilità, né possibilità di sopravvivenza...

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mancano tre gioni alla prova di punteggio dei tributi. È notte, sono appoggiato alla lunga finestra della mia stanza. Non riesco a dormire, quindi estraggo dalla mia fidata tracolla di pelle un pezzo di carboncino e il mio album da disegno. Me li hanno lasciati tenere, perchè non avevano nessun valore per loro.

Lo sfoglio, ricordando i piccoli momenti felici, o i dettagli che avevo deciso di immotalare, per fermare un secondo la tristezza e la fatica del lavoro.

Dettagli di frutti, filari di alberi, una bambina che mangia una mela presa di nascosto.

Piccoli tesori, nel mio distretto 11.

Rimane qualche foglio bianco e per distrarmi inizio a tracciare qualche schizzo.

Le linee sulla carta cominciano a formare un viso... qualche ciuffo di capelli... quasi senza il mio controllo inizia ad apparire il viso di Arthur... perchè mi sono trovato a disegnare quell'arrogante asino?

All'improvviso bussano alla porta. Prima piano, come ad avere paura di distrurbare, poi con più insistenza.

Chissà chi può essere... non ho molta voglia di alzarmi, ma dal momento che il rumore continua sono costretto.

Lascio l'album aperto sul pavimento, mi passo distrattamente una mano tra i capelli e mi trascino alla porta.

Sulla soglia, con una strana espressione sul viso, c'è l'ultima persona che mi sarei aspettato e che avrei voluto vedere: proprio il soggetto del mio disegno.

Sto per gridare, ma subito il ragazzo mi preme un dito sulle labbra, fulminandomi con lo sguardo.

“non dovrei essere qui. Fammi entrare, non negare di avere bisogno di aiuto, fai pena.”

“ah così ti faccio pena?” rispondo punto in quel poco che restava del mio orgoglio.

“fammi entrare” ordina categorico, spingendomi verso la mia stessa stanza, mente si chiude la porta alle spalle con fare guardingo.

“che cosa vuoi?” riesco a proferire convinto.

“ non posso farmi vedere qui, né dai responsabili, né ancor peggio dai miei compagni favoriti.

Ma seriamente vorrei aiutarti. Ho visto che sei in difficoltà, fisicamente parlando, ma hai una bella testa.

Ti propongo uno scambio. So che hai conoscenze di orientamento e per quanto riguarda le erbe... distretto 11... io ti posso insegnare qualcosa se vuoi, delle mie abilità. Ma deve restareun segreto. Ci vedremo la notte, di giorno resterà tutto com'è.”

Non mi fido di Arthur. Non capisco le sue motivazioni e questa cosa mi fa paura.

Gli stringo comunque con diffidenza la mano.

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Dieci.

Nove.

Otto.

La voce metallica inizia il conto alla rovescia.

Quarantotto paia di occhi si scrutano, ventiquattro visi con altrettante espressioni diverse si fissano tra di loro. Si leggono ferocia, paura, speranza, agitazione...

Mi immagino l'eccitazione dei Capitolini,agghinadati nei loro pacchiani vestiti, seduti davanti alle loro televisioni ad aspettare l'inizio del massacro.

Eccolo.

Zero.

Nel silenzio assordante si scatena una confusione di corpi che corrono, si scontrano.

Alcuni puntano direttamente alla cornucopia, per assicurarsi le armi migliori e sono già pronti ad uccidere, i più piccoli o cercano di fuggire o di prendere la prima cosa che capita loro sotto mano.

Urlando, quasi latrando, Janika si lancia alla cornucopia, scagliando a terra una ragazzina.

È Eirine.

Janika non esita un attimo a ucciderla, solo con un mattone e la sua forza bruta.

I chiari capelli della dodicenne del 5 si tingono del rosso del suo sangue che sgorga dalla nuca e dalle tempie.

Di fianco a Janika vedo cadere altre due ragazzine, Janette e Ruth, riventate amiche durante gli allenamenti, che impaurite cercavano di stringersi tra loro.

Sbuca Samuel, compagno di distretto di Janika, il quale, con due lame ricurve appena recuperate le finisce entrambe.

Mentre corro, li evito, e vedo la ragazza conquistarsi un appuntito arpione argenteo.

Recupero anche io qualcosina prima di darmi alla fuga per evitare il massacro.

L'odore del sangue impregna ogni cosa...

Inizia persino a piovere, come se il cielo piangesse, per questa ingiustizia...

Altri due colpi di cannone...
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L'assordante rombo del motore di un hovercraft mette una brusca fine al mio lungo flash back... una pinza, un artiglio, preleva il corpo ormai esanime di Alyssa.

Certo, mi ha tradito, ma non riesco a non piangere la sua morte.

L' hovercraft riparte e sparisce, così come è arrivato.

   
 
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