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Autore: IlCerbiattoVolante    14/06/2018    0 recensioni
Era notte fonda, e come al solito la Creatura stava a rimuginare davanti ad una seconda tazza di té, pensando alle torte.
“Una bella e grossa, grossa torta alla fragola e cioccolata, con tanto, tanto zucchero…”
Genere: Commedia, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Raccolta | Avvertimenti: Incompiuta
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Era notte fonda, e come al solito la Creatura stava a rimuginare davanti ad una seconda tazza di té, pensando alle torte.

“Una bella e grossa, grossa torta alla fragola e cioccolata, con tanto, tanto zucchero…”

Era seduta vicino alla finestra, ed osservava la luce fioca dei lampioni illuminare un poco dei cespugli sottostanti. Le piaceva molto quando la notte mostrava squarci di luce in quel modo.

Non faceva neanche troppo freddo, ma per non raffreddare la sua bevanda decise di rinunciare al voler posare il viso per godersi il frescolino tipico primaverile. Le piaceva anche questo, le dava un senso di calore quasi afrodisiaco.

“Oh, io penso, sto ancora riflettendo” pensò la Creatura tra se’ e se’.

La pancia le si gonfiò, e contrastava con il suo fisico magro e pallido. Era sempre stata un po’ sottopeso, ma non era colpa sua, poiché questo era il suo metabolismo: non poteva farci niente se aveva lo stomaco molto piccolo. Fece espellere dei gradevoli suoni gutturali e cominciò ad alzarsi per sgranchire le gambe, anch’esse magre e pallide, ma che erano in grado di farle fare ampi spazi.

I suoi occhi non guardavano nulla, ma erano come fissi. Quando rifletteva era come se la realtà fosse sparita, ed al suo posto ogni suo pensiero, specie scena fantasmagorica, prendeva forma.

Era come se vedesse un’altra dimensione, e detestava essere disturbata in quei momenti.

“Cerby? O Maddy Mad Madison? O Edera Sognante Nella Notte?… O chi cazzo sei adess…”

La Creatura si destò dalla specie di trance e fissò con sguardo severo chi l’aveva ridestata.

Era uno dei suoi “servitori”, il gatto Mau, nato qualche anno fa, creato da lei stessa.

“Mau, devi imparare a portarmi rispetto, quando lo capirai?”

Mau si vide avvicinare il brutto muso cupo e torvo della Creatura, e corse via. La Creatura sbuffò, e si risedette al tavolo, prendendo con le sue affusolate dita una mela verde, ed addentandola.

Controllò dove aveva morso, per evitare che mangiandola, cascasse dalle sue mani, tranciata.

Mau tornò in scena, ed osservando la Creatura, rise.

La Creatura voltò di nuovo lo sguardo truce verso Mau, girando solo i grandi occhi neri minacciosi verso la sua posizione, col resto del corpo fisso come una statua.

“Tu prova a ridere ancora e vedrai dove ti faccio volare adesso”

“Dalla finestra, tanto lo so” rispose Mau, alzando le zampette bianche.

“No, verso la vasca del bagno. Sono mesi che non mi occupo di te, e sapendoti un pigro del cazzo quasi quasi avrei voglia di farti fare un bel bagnetto, perché tu sei un gatto SPECIALE.”

Mau scappò via una seconda volta, ma non sarebbe più tornato.

La Creatura sbuffò ancora, e rimirò la finestra da lontano. Pensò al tempo che stava lì davanti a lei, a quando voleva certe cose subito quando queste erano assenti, anche cose fisicamente impossibili, ma si ricordò che essendo in quella data forma, poteva avere più possibilità di realizzare alcuni suoi desideri. Purtroppo non aveva molta autostima, e specie nel volere alcuni rapporti con alcune persone, credeva che fosse ridicolo desiderare anche solo di poter parlare con chi desiderava, sia per interesse intellettuale, d’ispirazione o sessuale. Poi, era pur sempre una specie di mostro, una creatura non completamente umana, e che variava aspetto quando meno se lo aspettava, quindi chiunque ne sarebbe stato alla larga. Si accarezzò la fronte col capo rivolto in basso, senza guardare con attenzione dove volgevano i suoi occhi, e si pettinò alla bell’è meglio la lunga criniera corvina, che si fondeva quasi col resto del vestito che indossava, nero come la notte più profonda.

Sospirò e salì verso le scale. Aveva tutto un suo modo di percorrerle: saltava due o tre scalini alla volta, velocemente e senza fare fatica alcuna. Lo faceva da molto tempo, e questa cosa era diventata ormai un tratto della sua strana personalità.

Mau si era nascosto nel letto, tra i suoi numerosi pupazzi.

“Guarda che lo so che sei in mezzo ai miei amati Pupini… Se proprio non vuoi cadere nelle mie grinfie la cosa migliore sarebbe di uscire da te solo, dalla finestra, perché l’esasperazione ed abitudine potrebbero avere la più alta percentuale di far accadere ciò, tra le tante altre possibilità: fallo ma poi se avrai freddo fregacazzi tuoi”

Mau corse invece verso le scale, e la creatura abbozzò un mezzo sorriso ed ebbe un leggero tremito tra schiena e spalle con un versetto di tono basso da risatina sarcastica.

Cadde di soprassalto nel lettone come un volo, facendo volare anche le grosse sue preferite coperte di lana, ma si curò di non schiacciare i pupazzi che stavano sopra. C’erano tutti: Eric il corvo (non quello del film, poiché la maiuscola non è stata digitata), Venom la tarantola, il troll alieno, il Cerbiattino, la coppia Leo e moglie Tigrotta, Applejack delle MyLittlePony, Neve d’Orecchie (le cuffie natalizie), Jay V (oorhees), PallArancio, NativAccetta, Pippo, Bambolina 2012 e Cuore GhoulMaggot.

Si distese infine, raggruppando vicino a se’ i suoi amati “pupini” (così definiva i pupazzi o le action figures)e si mise al computer portatile.

Mau tornò, le si mise accanto e miagolando con nella mente qualche stupida battuta, si stiracchiò, per poi accoccolarsi vicino alla Creatura, che si intenerì, cominciando a scrivere...

   
 
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