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Autore: Arikiot    19/06/2018    0 recensioni
Prese un lungo respiro, per calmarsi e non parlare con la voce rotta dal pianto. " Una persona vestita di nero, incappucciata, mi portò fino alla Sala della Sfera, forzandomi a sbloccarla. Una volta dentro, mi pugnalò con il mio spillo per i capelli, al… "
"Cuore? "
" …Come fai a saperlo? "
" Non si spiegherebbe in altro modo, allora, il tuo cambiamento. "
" Cambiamento…? "
" Oh, non ti sei vista? " Il ragazzo prese dal tavolo uno specchietto che aveva lasciato Olette. " Tieni. "
Lei lo aprì, per guardarsi in faccia : gli occhi da azzurri divennero di un verde acceso e i suoi lunghi capelli biondi ora erano rossi come il sangue
" Cosa….Cosa mi è successo? "
" Non ne sono sicuro ma ora sei un Nessuno. "
Genere: Avventura, Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Riku, Sora, Un po' tutti, Xehanort, Young Xehanort
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Dopo quasi un anno, aggiorno con un nuovo capitolo. Mi dispiace!

Il lavoro, vita privata e altre cose si sono messe in mezzo, oltre al calo di ispirazione....

Credo sia però tornata! ;)



Vexen non era tranquillo : come ordinatogli da Xigbar, con il potere della sfera innalzò i Confini dell’Universo, per evitare che Yuli scappasse ed essere così irrangiugibile ma qualcosa non andò secondo i suoi piani.
Nonostante non si potesse più uscire, non avvertiva la sua presenza in alcun Mondo.
<< Vexen, novità? >> Xigbar aprì un corridoio oscuro nella stanza del computer, dove Vexen si trovava.
<< Ho fatto come mi hai detto ma non rilevo la sua presenza da nessuna parte. >>
<< Come? >>
<< Non riesco a trovarla, il che è impossibile visto che ora è un Nessuno, quindi dovrei riuscire a captarla. >>
<< Vexen, non dirmi che è morta. >>
Il Freddo Accademico scosse la testa. << No, il suo Qualcuno è ancora vivo. >> Si girò verso l’altra parte della stanza dove, in una teca trasparente e immerso in un liquido azzurro , il Qualcuno di Yuli, Larilei, riposava.
Era come addormentata : gli occhi erano chiusi e aveva un’espressione quasi sofferente; i suoi capelli lunghi e dorati le ricoprivano l’intero corpo e tra le mani, appoggiate sul petto, teneva un filo di cristallo.
Vexen sfiorò la bara trasparente. << Se il suo Nessuno muore, il Qualcuno sarà il primo a soffrirne, morendo con lei. >>
Xigbar guardò la ragazza dentro la teca. << Immagina, Vexen : il suo potere potrebbe generare un nuovo Kingdom Hearts e renderlo invulnerabile a qualsiasi cosa. >>
<< Non fantasticare, per usare il suo potere serve il suo Nessuno…ma dimmi, come hai fatto a fartelo sfuggire? >>
<< Vexen, non cominciare anche tu con questa storia. >> Ringhiò Xigbar.
<< Sono curioso, Xigbar, nulla di più. >> disse Vexen.
<< Credevo rinascesse come Nessuno a Crepuscopoli e infatti è stato così. Ma quando andai a prenderla, non c’era più. Qualcuno è arrivato prima di me e devo scoprire chi. >>

<< Ahh, non vedo l’ora di avere un’altra ragazza carina nell’Organizzazione. >> Demyx si stese su un divano.
<< Sei uno stupido se credi alla favola di Xigbar di portarla qui dentro. >> Zexion si voltò verso di lui. << Solo perché c’è un Nessuno Speciale a piede libero non significa che voglia entrare nell’Organizzazione. >>
<< Zexion, sei davvero pessimista. >>
<< No, realista.  Comunque hai sentito? >>
<< Cosa? >> chiese il Notturno Melodico.
<< A quanto pare, il Nessuno è imparentato con un certo traditore. >> Zexion rispose in modo serio. << Sono solo voci, ma credo abbiano un fondo di verità. >>
<< Quindi è per questo che non si è ancora fatto vedere? >>
<< Molto probabile. >>

<< Brrr, che freddo! >> Sora rabbrividì, non appena i suoi piedi toccarono il suolo nel Regno d’Ossidiana.
<< In effetti fa un po’ freddo. >> Riku lo imitò, cercando di non scivolare sulla neve.
Entrambi si misero a guardare Yuli che si divertiva a correre lasciando le impronte e a toccarla, felice come una bambina. Si chiedevano come facesse a non sentire il gelo, non avendo le gambe coperte.
<< Ti diverti? >> le chiese Riku.
<< Un sacco ! >> Yuli si stese sulla neve, provocando una reazione negativa nei ragazzi.
<< Non senti il freddo? >> chiese il ragazzo castano.
<< No. E poi su Silver Alcazar non nevica mai, anzi, il sole splende sempre. >> La ragazza alzò gli occhi al cielo, guardando il sole bianco del Regno d’Ossidiana.
Bianco, come il suo Castello.
Cercò di non farsi rovinare quel piccolo momento di spensieratezza e si alzò, pulendosi il vestito e le gambe dalla neve, si guardò attorno. << Destinazione, Castello! >> disse, guidando Sora e Riku.
<< Perché, tu sai dove si trova? >>
<< No, Riku, posso solamente andare a intuito. >>
Arrivarono al Castello dopo circa un’ora di camminata nella neve e non si aspettavano quello che avevano davanti : un’enorme costruzione nera, con grandi finestre e un portone lucente, decorato con un serpente viola.
Salirono le scale e il portone si aprì in automatico; davanti a loro un lungo tappeto viola decorato con ricami dorati che si allargava sul pavimento di una sala circolare.
<< Permesso…? >> Yuli parlò a sillabe, notando che la sua voce rimbombava.
<< Oh, piacere di conoscervi! >> Una voce sconosciuta dietro di loro li fece sussultare e girare di scatto : un giovane uomo con dei capelli neri, mossi e scompigliati li stava salutando con una mano, con l’altra teneva un enorme vaso nero.
Gli occhi allegri e color nocciola si potevano intravedere attraverso gli occhiali dalla montatura spessa e indossava un lungo cappotto viola.
<< Salve. >> Riku prese la parola. << Ci potrebbe dire dove trovare il Re? >>
<< Sehezel? >> rispose il ragazzo, sorridendo.
<< Esatto. >>
<< Allora avevo indovinato! >>
Il giovane si avvicinò al trio, posando a terra il vaso da cui uscì un cobra con le squame cangianti che lo seguiva. Si diede un leggero colpo alla testa e dal nulla si materializzò una corona, che raddrizzò.
Yuli cercò di non mostrare alcuna emozione ma era chiaro che quel ragazzo l’aveva colpita.
<< Sono io Sehezel, il vostro Re mi ha parlato di voi ma non pensavo di vedervi così presto. >> Si mise una mano nella tasca del cappotto, mentre il cobra si alzò sul suo corpo al pari della sua altezza. << Lei è Vritra, la mia fedele compagna. >>
<< Io sono Sora, lui è il mio amico Riku e … >> Sora si girò verso Yuli, non sapendo come introdurla ma cambiò espressione quando la vide tutta rossa in viso.
<< Cosa c’è? >> chiese lei, facendo un paio di passi indietro.
Sora sorrise. << Tu non dici il tuo nome? >>
La ragazza tentò di farsi passare l’imbarazzo, sfogando l’agitazione sulle pieghe del vestito per apparire in ordine. << Io sono Larilei di Mylee, Custode di Silver Alcazar, però le chiedo di chiamarmi Yuli. >>
Il Re annuì. << Sì, ne ho sentito parlare. Diamoci pure del tu, sono Re da poco e non sono ancora abituato a queste formalità. >> E strinse delicatamente la mano a Yuli.
<< V-va bene. >> Yuli lo guardò negli occhi solo per qualche secondo, prima di distogliere lo sguardo per l’imbarazzo e chiese la prima cosa che le venne in mente. << Potresti parlarmi del tuo Regno? Per capire meglio come puoi aiutarci. >>
<< Sì, certo. >> Sehezel indietreggiò di qualche passo, si tolse gli occhiali e con un rapido movimento della mano si tolse i capelli dall’occhio destro, che brillò di una luce viola. Delle fiamme nere formarono un cerchio attorno a lui e Vritra gli si legò a un braccio. << Ormai lo sapete, io mi chiamo Sehezel e sono il Re e non solo, sono un negromante. Posso richiamare dall’aldilà le anime delle persone morte o parti dei loro corpi e usarli per combattere o per le mie ricerche. >> In uno schiocco di dita, fece smettere il tutto e si rimise gli occhiali. << Ma ovviamente, porto rispetto per loro e per cosa mi permettono di fare, per questo preferisco usare Vritra in battaglia e studiare il veleno. >>
I tre ragazzi si limitarono a un breve applauso, rimasti quasi incantati alla vista del suo potere, solo Riku prese parola, per sciogliere un po’ il ghiaccio. << Gli occhiali servono per avere le ragazze ai tuoi piedi? >>
<< Mi piacerebbe. >> Sehezel sorrise. << In realtà ci vedo davvero poco, non ne ho bisogno quando uso il mio potere perché posso scambiare temporaneamente il mio occhio destro con quello di una persona sana ma purtroppo non posso mantenere questo effetto. >>
<< Sei da solo, in questo Regno? >> chiese Sora. << Abbiamo camminato per quasi un’ora e non abbiamo visto nessuno, nemmeno un’abitazione. >>
<< Il terreno attorno al castello è un enorme cimitero, avete camminato sulle tombe coperte di neve. >> Non fece in tempo a finire la frase che notò Sora, Riku e Yuli visibilmente scossi che si guardavano l’un l’altro senza dire nulla. << No, non vi preoccupate! Non avete fatto nulla di male, anzi la gente che abita sotto terra sarà stata contenta, di avervi visto. E’ normale:  per esercitare il mio potere al massimo, devo essere circondato dalla fonte e non posso rischiare, durante gli allenamenti, di toccare il centro cittadino. Ogni tanto mi sento un po’ isolato, ma va bene così. >>
<< Ironico. >> Yuli pensò ad alta voce. << Io sono il contrario : controllo la vita e tutto ciò che ne permette l’esistenza, il mio compito è proteggerla e fare in modo che sia nella sua forma migliore, con la magia curativa. >>
<< Gli opposti si attraggono. >> ridacchiò il negromante. << Adesso, se volete accomodarvi nel mio studio, vi parlerò di cosa abbiamo discusso io e il vostro Re, mentre aspettavo il vostro arrivo. >>

Il Castello era silenzioso, quasi spettrale. La potente luce del sole, riflessa dalla neve, ne illuminava tutte le stanze facendo risplendere cimeli e oggetti magici.
I passi di Sehezel facevano eco, ogni tanto si voltava verso i tre ragazzi per assicurarsi non fossero a disagio, in particolare nutriva una certa simpatia per Yuli.
Materializzando una chiave trasparente, aprì una porta pesante che dava sulla sua biblioteca personale : una stanza molto alta, con scaffali accessibili tramite delle scale che Sezehel non usava mai : preferiva muovere i libri con la magia.
Si avvicinò alla scrivania, dove sopra c’era un’enorme mappa luminosa, toccò un punto.
<< Questo è il mio Mondo, il Castello d’Ossidiana. Attorno a me, ce ne sono altri sette e in tutto formano il mio Regno, chiamato anche Universo Prisma. >>
Sette piccole sfere si formarono attorno a un’ottava, nera e viola. Sehezel si sedette e appoggiò  il mento sulla mano.  Guardò Yuli dagli ologrammi, notando i suoi lineamenti e vestiti, attratto.
<< Questi sette mondi sono tutti autonomi, ma sono sicuro che liberando la loro forza, potremmo ricostruire Silver Alcazar con poco sforzo. Io sono ancora inesperto, sono Re da poco e voi tre siete esperti, posso darvi il permesso di visitarli e cercare qualsiasi risorsa utile al vostro intento. Però voglio qualcosa in cambio. >>
<< Cosa vorresti? >> Chiese Sora.
<< Hmmmm… >> Il Re abbassò la testa pensieroso. << Voglio… >> guardò Yuli. <<…Un’enorme barriera, che protegga il mio Regno. Purtroppo ho avuto a che fare con persone malintenzionate un paio di anni fa, riuscii a cacciarli ancora coi miei poteri da novizio ma non mi sento al sicuro. Una volta concluso il nostro patto, nessuno dovrà più entrare qui dentro e dovrò sparire dai vostri documenti, nessuno in futuro saprà del Castello d’Ossidiana. Sono stato chiaro? >>
La ragazza rispose senza neanche pensarci. << Sarà la prima cosa che farò. >>
<< Perfetto, allora è deciso. >> Si alzò dalla sedia, chiuse la mappa. << Sora, Riku, potete uscire? >>
I due ragazzi si guardarono, confusi.
<< Non vi voglio cacciare, ma devo discutere di una faccenda privata tra sovrani con Yuli, spero capiate. Non ci metterò molto. >>
Riku lo guardò in faccia, prima di fare un passo indietro, un bagliore viola. << Sora, andiamo. >>
<< Così, senza battere ciglio? >>
<< Se devono discutere, lasciali fare. >>
Sora lo seguì fuori dallo studio, la porta si chiuse alle loro spalle, con un lucchetto chiuso da un incantesimo.
<< Così non ci disturberanno. Non che diano fastidio ma non amo parlare di cose private con gente che non c’entra. >> disse Sehezel << Vieni, ti voglio mostrare qualcosa. >>
La ragazza seguì il Re in un angolo dello studio, una parte di stanza dove mancavano finestre e porte, risultando così molto buio, le fece strada con una fiammella evocata appositamente.
Si fermarono in mezzo a due librerie, piene di libri pesanti e antichi, Sehezel si girò, rimanendo di fronte a Yuli, che si fermò.
<< Sehezel? >>
<< Yuli. >> sussurrò. << Yuli, Yuli, Yuli. >> Ripeté il suo nome a ogni passo che fece verso di lei. << Ti ho osservato, attentamente. >>
Yuli si sentì quasi lusingata, non seppe cosa rispondere, sorrise. << Sì? >>
<< I tuoi capelli rossi come il fuoco, gli occhi verdi brillanti, il vestito nero… Mi ricordi qualcuno… >>
<< Qualcuno… ? >>
<< Uno di loro. >>
<< Loro…? >> la ragazza cercò di distinguere la sua faccia al buio.
<< Sì, loro, sai di chi parlo vero? >>
<< Non ne ho idea. >>
<< Sicura? >>
<< Non so di chi pa- >>
Qualcosa nell’oscurità la colpì al petto, scaraventandola a terra per qualche metro, una stretta al collo. Yuli non poteva nemmeno lamentarsi, la coda di Vritra al collo a malapena la faceva respirare. Una corda magica le bloccava il corpo, forzandola con la testa a terra, poteva solo guardare le scarpe di Sehezel avvicinarsi sempre di più.
Tentò di chiamare Sora e Riku urlando, ma dalla sua bocca uscivano solo rantoli. Il serpente la morse su una spalla, facendole stringere i pugni
<< Cosa credevi di fare? >>
Il ragazzo si sedette vicino a lei, gli occhi illuminati da fiamme viola e ombre nere alle sue spalle.
<< Tu fai parte di loro, dell’Organizzazione! >>
Organizzazione? Ne aveva sentito parlare.
<< Sei riuscita a ingannare due Custodi del Keyblade e il Re, ma i tuoi vestiti e lineamenti parlano più di mille parole, fai parte di loro! Non mi inganni, due anni fa hanno distrutto parte di questa fortezza! NON USCIRAI DA QUI. >> Dal pavimento uscirono due figure umane completamente nere, fatta eccezione per gli occhi che risplendevano di giallo.
<< Non… è vero… >>
Un’ombra evocata da Sehezel le abbassò la testa con violenza, facendole sbattere il naso al pavimento, che iniziò a sanguinare, respirare era ancora più difficile.
Guardò le mattonelle del pavimento, finché non sentì Sora e Riku, dall’altra parte, colpire la porta per aprirla.
Sehezel respinse ogni loro attacco, ma un Blizzaga ben assestato riuscì a rompere il lucchetto e a spalancare le porte. Un secondo ferì il Re all’occhio destro, mentre un terzo servì a sciogliere la morsa che Vritra premeva contro il collo della ragazza, che riprese a respirare e si alzò sulle braccia, tossendo.
<< Sei pazzo? >> Sora bloccò Sehezel a un muro.
<< Io sono un negromante, riesco a percepire l’anima delle persone! Lei è dell’Organizzazione! >> ringhiò. << Come avete fatto a farvi prendere in giro? >>
<< Calmati. >> Riku gli puntò la Via per L’Alba al collo. << O non uscirai tu da qui. >>
<< E’ un Nessuno, è solo una coincidenza che sia simile all’Organizzazione, non farti strane idee. >> aggiunse Sora.
Sehezel tentò di contrattaccare con una delle sue ombre ma vennero subito sconfitte da due ragazzi, aizzò quindi Vritra che però venne colpita da un Firaga, il cobra lanciò un urlo che scosse i vetri. Vedendo la sua compagnia ferita, si arrese. << Avete vinto. Non toccate Vritra. >> Alzò le mani, li guardò negli occhi.
Riku abbassò il keyblade per andare ad aiutare Yuli, ancora dolorante a terra. Strappò un pezzo di una tenda per premerla contro il naso, la prese per mano e la aiutò ad alzarsi.
<< Grazie, Riku. >>
<< Di niente, ti fa male da qualche altra parte? >>
<< Non credo di avere nulla di rotto. >>
<< Bene.  Sora, lascialo andare. >>
Sora indietreggiò, Riku e Yuli si avvicinarono, lei prese parola.
<< Mi hai fatto male, non me l’aspettavo. >> Si tamponò il naso. << Sono un po’ delusa, ora dovremmo cercare un’altra soluzione. Non sono arrabbiata, sono solo molto triste. >>  Sospirò << Meglio andare. >>
Fece per uscire dalla stanza seguita da due ragazzi che mantennero il loro sguardo su Sehezel, restando attenta a ogni rumore per difendersi da un eventuale secondo attacco. Pensò di contattare Re Topolino, ma soprattutto pensò al destino del suo Regno, dei suoi amici e della gente a cui voleva bene, da soli loro tre non potevano farcela, si maledisse di non essersi saputa difendere dall’uomo con gli occhi gialli e di aver perso il suo vero aspetto.
“Come posso difendere il mio Regno se non posso difendere neanche me stessa?”
Pensò a Mirica e Ewyan, i suoi migliori amici, e si chiese dove fossero e se stessero bene, le mancavano tanto.
Ogni scalino in discesa fuori dal Castello le faceva male alla testa, faticò a tenersi in piedi, finché non ricordò un dettaglio importante: Sehezel attaccava con colpi avvelenati.
Non appena giunsero nel cimitero, si accasciò a terra, si sentiva debole, Sora e Riku corsero da lei. Il sangue non smetteva di uscire e sembrava sempre più liquido, aveva iniziato a macchiarle i vestiti e cominciò a sentire calore al collo.
<< Yuli!>>
<< Cosa succede se un Nessuno muore? >> fu la sua prima domanda, chiesta tutta d’un fiato, portandosi la mano al collo, come per alleviare quella sensazione.
<< Yuli tu non….devi morire. >> Sora guardò il Castello. << Dannato Sehezel. >>
<< Non sembri ferita in modo grave. >>
<< Riku io… mi sento male, ho la testa sempre più pesante. >> ansimò, mettendosi con la schiena contro una lapide. << Ho paura. >>
<< Ha ragione, non hai ferite profo- >>
<< Il veleno. >>
<< Riku… ? >>
<< Sehezel usa il veleno. >> si avvicinò alla ragazza, controllandole il collo: un livido bluastro si stava espandendo salendo dalla spalla morsa da Vritra. << E ha cominciato a espandersi. >>
A quelle parole, Yuli iniziò a disperarsi e piangere con le ultime forze che le rimanevano, consapevole che non poteva fare nulla, se non aspettare di morire. << Ho paura! >> gridò.
<< Yuli, Yuli, per favore, stai calma. Non ti devi agitare, soprattutto adesso. Troveremo un rimedio, te lo assicuro. >>
<< Non riesco a muovermi!! Che rimedio vuoi trovare? Sono inutile! Prima il mio corpo vero, ora quello finto! Non riesco a fare nulla! >>
Non sapendo cosa fare, i due ragazzi cercarono di pensare il più velocemente a un rimedio. Pozioni? Non era una semplice ferita. Magia? Quella di Sehezel era più potente. Erano bloccati dentro l’Universo Prisma, senza aiuti, si sentirono impotenti nel vedere che piano piano Yuli veniva meno alle sue forze.
Si sentirono dei passi nella neve,  una voce familiare. << Me ne occupo io. >>
Sehezel.



 
  
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