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Autore: MonicaX1974    29/06/2018    0 recensioni
Fato, destino, sorte, chiamalo come cazzo ti pare, il risultato non cambia. Il mio cuore si è spezzato, frantumato, disintegrato, e niente avrebbe potuto tenerlo insieme, tranne Faith.
Perché adesso io ci credo.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Se si celebrasse la peggior giornata lavorativa, di certo sarebbe oggi. 
Sono arrivato tardi alla riunione durante la quale avrei dovuto presentare il progetto a cui ho lavorato negli ultimi due mesi, portando via un sacco di tempo a Ellie. Progetto che Robert ha rovinato rovesciandoci sopra il caffè ed il mio capo non mi ha mandato fuori a calci nel culo solo perché mi conosce da una vita.

Sono fermo in macchina, parcheggiato davanti a casa, da almeno dieci minuti, tentando di far sbollire la rabbia e la frustrazione causata da queste ultime ore in cui tutto sembrava essere contro di me. Non voglio che Ellie mi veda così perché ha bisogno di tranquillità, ha bisogno di vivere serenamente, senza pensieri che la facciano preoccupare inutilmente.

Osservo la piccola casa che abbiamo comprato con grandi sacrifici un paio di anni fa e mi rendo conto che non avrei potuto fare scelta migliore di quella, a parte quella di sposare Ellie, ovviamente.

Aveva solo diciassette anni quando l'ho conosciuta, ed io diciannove. Per lei è stato un colpo di fulmine, io sono sempre stato più lento rispetto a Ellie, e mi sono accorto che era lei l'unica che avrei voluto accanto a me per il resto della vita, solo quando mi ha detto che sarebbe partita per il college al termine dell'estate.

Credevo sarebbe stata la soluzione perfetta per me: fino a quel momento ero stato bene, avevamo vissuto un paio di mesi assolutamente perfetti, ma dentro di me sapevo che il nostro rapporto stava diventando molto più che una bella storiella estiva ed avevo paura.

Così, quando Ellie mi ha comunicato che avrebbe passato i successivi tre anni a miglia di distanza da me, avevo tirato un sospiro di sollievo, immediatamente sostituito da un senso costante di mancanza d'aria dovuto alla sua assenza. Ero convinto che una volta lei fosse partita, io avrei ripreso la mia vita senza pensieri tra amici e pub, ma così non è stato. L'unica cosa a cui pensavo era come riprendermela, tanto che un giorno sono salito in macchina, mi sono fatto 400 miglia per raggiungerla solo per poterle dire che l'amavo guardandola negli occhi.

Da quando ho accettato ciò che provavo per lei, quell'amore non ha fatto altro che crescere giorno dopo giorno, mese dopo mese, anno dopo anno, fino ad arrivare ad oggi. Abbiamo superato con grande determinazione ogni ostacolo che abbiamo incontrato lungo il nostro cammino, a partire dalla distanza che ci separava mentre lei era al college, passando per l'enorme fatica con cui sono riuscito ad ottenere la fiducia di suo padre, al fatto di non trovare un lavoro stabile, fino alle difficoltà di riuscire a raggiungere una somma adeguata che ci permettesse di acquistare la casa di cui Ellie si era innamorata.

Poi l'ho sposata, e da allora non ho fatto altro che essere felice, e felice, e ancora felice.

È stato uno dei giorni più belli della nostra vita. Nostra, perché non c'è più la mia vita o la sua. Abbiamo la nostra vita, quella fatta di colazioni a letto la domenica mattina, di freddi pomeriggi invernali stretti sotto ad un plaid, sdraiati sul divano guardando un vecchio film, o di calde domeniche estive passate con gli amici nel giardino che lei ha curato nei minimi dettagli - dai piccoli arbusti sistemati agli angoli della recinzione, alle aiuole che decorano l'ingresso.

Mi strofino con forza le mani sul viso, emetto un profondo sospiro, poi scendo velocemente dall'auto cercando di camminare in fretta per bagnarmi meno possibile sotto la pioggia battente di questa buia serata autunnale. Arrivo davanti al portoncino d'ingresso, mi libero dell'espressione contrariata sul mio viso per lasciare spazio ad un ampio sorriso, poi apro la porta ed entro silenziosamente.

Chiudo la porta alle mie spalle, tolgo cappotto e scarpe lasciando il tutto nell'armadio a muro, e cammino verso la cucina dalla quale sento arrivare un delizioso profumo che mi stuzzica l'appetito. Il tavolo è apparecchiato, al centro ci sono un paio di candele accese, e dallo stereo arriva un leggero sottofondo musicale.

Ellie è impegnata a spadellare mentre canticchia il brano che è appena iniziato. Indossa un vestito bianco, piacevolmente corto. È a piedi nudi sul parquet che lei stessa ha scelto, mentre le note di "Let's stay together" di Al Green, si diffondono per la stanza.

Resto fermo a guardarla mentre penso a quanto sono stato fortunato ad incontrarla, a quanto sono stato privilegiato per il fatto di provare un sentimento così profondo e incrollabile, che ci lega in maniera indissolubile.

«Sei meravigliosa Ellie.» Le parole mi escono da sole, senza che nemmeno mi sia reso conto di averle pensate.

Lei sobbalza e si volta di scatto. La sua espressione passa da preoccupata a felice in un batter di ciglia.

«Mi hai spaventata Harry» dice sorridendo, poi lascia tutto ciò che ha in mano posandolo sul ripiano della cucina e mi viene incontro. «Non prendere mai l'ombrello eh?» Mi rimprovera mentre mi passa le mani tra i capelli bagnati dalla pioggia. «Forza, viene con me» dice prendendomi per mano e camminando verso il bagno.

La seguo in silenzio sapendo già cosa mi aspetterà tra poco, e non posso fare a meno di sorridere ancora.

Mi fa sedere sul bordo della vasca da bagno, poi si volta per prendere un asciugamano che mi mette sulla testa per asciugarmi i capelli. Strofina con forza ed io mi lascio coccolare.

«Capisci adesso perché non voglio prendere l'ombrello?» le dico afferrandola per i fianchi.

«Io capisco solo che sei un gran testone» dice divertita dalle mie parole, ma so che non è davvero infastidita dal mio comportamento. Sono certo che anche a lei piaccia questo piccolo rituale che abbiamo sempre quando piove.

Non prendo l'ombrello di proposito da quando l'ho dimenticato la prima volta. Quel giorno, quando sono tornato a casa, mi ha trattato come un bambino, ma coccolandomi con amore: prima mi ha strofinato i capelli con l'asciugamano, poi è passata al phon, proprio come sta facendo ora. Sentire le sue dita tra i miei capelli, quelle carezze lente sulla mia testa, avere il suo corpo a pochi centimetri dal mio viso mentre posso arrivare con le mie mani quasi ovunque è assolutamente meraviglioso, ed è da quel giorno che ho deciso che non avrei più usato l'ombrello. Non m'importa di bagnarmi dalla testa ai piedi se poi, per il novanta per cento delle volte, il risultato è che finiamo per fare l'amore, anzi, a volte speravo proprio che piovesse.

«E io, invece, so solo quanto ti amo» le dico quando quell'aggeggio smette di soffiare aria calda.

«E io amo te Harry, ma stasera non mi distrarrai dal mio programma, quindi togliti dalla testa tutti quei pensieri...» mi dice abbassandosi verso il mio viso per lasciarmi un veloce bacio sulle labbra. «... ma conservali per più tardi.» Mi bacia ancora lasciandomi incapace di reagire mentre non faccio altro che guardarla come se fosse la prima volta che la vedo. Dio! Quanto è bella! «Adesso togliti questi vestiti bagnati e cambiati, io ti aspetto in cucina.» Un ultimo bacio ed esce dalla stanza lasciandomi l'illusione che anche questo momento faccia parte di quel novanta per cento, che però è stato rimandato di un paio d'ore.

Mi spoglio, lascio i vestiti bagnati in bagno, poi vado in camera a cambiarmi. Cerco qualcosa di comodo nel cassettone accanto al letto poi, senza un vero motivo, alzo lo sguardo, posandolo sui due ingrandimenti che ho voluto appendere qui sopra. In uno siamo io e Ellie durante un pic-nic, l'anno scorso. La foto l'ha scattata mia sorella e l'ho voluta qui perché nello sguardo che abbiamo l'uno per l'altra, mentre i suoi occhi sono nei miei, si vede chiaramente quello che proviamo. È la perfetta immagine del nostro sentimento ed io non potevo non volerla vedere tutti i giorni.

Nell'altra c'è solo lei, in primo piano, mentre manda un bacio verso l'obiettivo. È la prima foto di una lunga serie che le ho scattato, e credo fosse proprio il giorno in cui mi sono innamorato di lei. Il suo sorriso è stata la prima cosa che mi ha colpito, sempre presente sulle sue labbra e nei suoi occhi.

Non si lamentava mai di niente, era sempre entusiasta di fare nuove esperienze. Ha sempre avuto rispetto per gli altri e una continua voglia di migliorarsi. Mi è sempre piaciuto il suo modo di farmi capire i miei errori e di contestarmi quando credeva di avere ragione - cosa che succede quasi sempre - e mi è sempre piaciuto il suo modo di baciarmi, perché quando lei mi bacia io so di appartenerle. Il resto l'ha fatto l'attrazione che ho provato per lei dal primo istante in cui i miei occhi si sono posati sul suo corpo.

«Harry!» Mi risveglio dai miei ricordi quando sento la voce di Ellie richiamarmi dal piano di sotto.

«Arrivo!» Chiudo il cassetto ed esco dalla nostra camera da letto per raggiungere il piano inferiore.

La musica è ancora la padrona della scena, le luci sono spente. Ad illuminare la stanza sono solo le candele accese al centro del tavolo e mi accorgo della presenza di Ellie solo quando la vedo avvicinarsi alla sedia invitandomi ad avvicinarmi, ed io lo faccio, lentamente, perché ho l'impressione che questa sia una serata speciale.

«Ho forse dimenticato un anniversario?» le domando sedendoci a tavola.

«Non sarebbe la prima volta, ma no, non è questo il motivo di questa cena.» Riempie il mio piatto con qualche cibo a cui non presto la minima attenzione perché ora mi sembra di vedere qualcosa di diverso in lei.

«È successo una volta sola, e non stavo nemmeno bene» le dico portandomi alla bocca il pezzo di carne che ho appena infilzato poco elegantemente con la forchetta, solo perché non riesco a toglierle gli occhi di dosso e non presto la minima attenzione a tutto il resto che mi circonda.

«Ma certo, avevi due linee di febbre, eri praticamente in pieno delirio.» Alzo gli occhi al cielo per la sua presa in giro, cosa che la fa ridere.

«A parte il fatto che erano tre, le linee di febbre, comunque dovresti sapere quanto poco è in grado di sopportare un uomo. Non per niente siete voi donne a partorire, io non potrei mai farlo.» Trovo che le donne in generale siano sempre più avanti rispetto agli uomini, ma la mia Ellie lo è ancora di più.

«A proposito di partorire...» Ellie lascia la sua frase in sospeso mentre io ho il braccio fermo a mezz'aria, quello con cui mi stavo portando un altro po' di cibo alla bocca. Mi sembra che anche il tempo sia sospeso, quasi dilatato e anche le mie sinapsi sembrano aver sospeso ogni attività.

«Hai intenzione di finire quella frase o mi lascerai impazzire ancora per molto?» le chiedo quando mi rendo conto che ha tutte le intenzioni di lasciarmi sulle spine.

«Mi piace quando impazzisci per me» dice con un tono divertito.

«Anche a me, ma non con tutti questi vestiti addosso.» Io impazzisco sempre per lei, con o senza vestiti. «Ti conosco Ellie, stavi per dire qualcosa di importante.» Resta a guardarmi ed il suo sorriso si fa più ampio.

Inizio a sentire una strana sensazione, quasi un formicolio. Prima ho caldo, poi freddo, poi ho sete, bevo un po' d'acqua e lei non fa altro che osservarmi e godersi lo spettacolo di me in preda ad un attacco di panico. Perché ormai ho capito cosa sta per dirmi.

«Ti ricordi quando abbiamo parlato con il medico e ci ha detto che dopo la sospensione della pillola avrebbero potuto volerci anche due o tre mesi prima di restare incinta.» Annuisco restando in silenzio mentre pendo completamente dalle sue labbra.

Siamo stati dal ginecologo il mese scorso perché abbiamo deciso di fare il grande passo di avere un figlio e lei, come al solito, era molto ottimista non appena siamo usciti dal suo studio, nonostante quel dottore ci avesse spiegato che avrebbe potuto volerci fino ad un anno prima che potesse restare incinta.

«Me lo ricordo» le confermo quando mi rendo conto che si aspetta una vera risposta da parte mia.

«E ti ricordi quello che ti ho detto quella sera quando siamo tornati a casa?» Cerco di fare mente locale sugli avvenimenti di quella sera e mi torna subito alla mente un dettaglio importante.

«Quella sera pioveva...» le dico provocandole uno splendido sorriso. «... Siamo rientrati in casa sotto al tuo ombrello, ma una volta dentro ci siamo ricordati di aver lasciato la spesa in macchina così sono uscito per recuperare quei sacchetti, con te che mi urlavi da dentro casa di portarmi l'ombrello. Io non l'ho preso, sono rientrato bagnato fradicio. Tu mi hai tolto i sacchetti dalle mani e mi hai trascinato in bagno.» Il sorriso di Ellie non potrebbe essere più grande. «Mi hai asciugato i capelli mentre io infilavo le mani sotto la tua camicetta...» Ogni momento vissuto quella sera mi torna alla mente come se lo stessi rivivendo. «... Tu hai lasciato andare l'asciugamano, poi hai iniziato a sbottonarmi la camicia e abbiamo fatto l'amore così intensamente...»

Ellie si alza dalla sua sedia, mi si avvicina e si inginocchia accanto a me. Sposto la sedia e mi metto nella sua identica posizione, mettendomi di fronte a lei.

«Sì Harry, è stato incredibilmente intenso e meraviglioso, proprio come tu sai amare.» I suoi occhi sono lucidi e la sua voce trema appena. Sento che un'emozione potente sta per travolgermi ed io posso solo lasciare che accada.

«Quella sera, mentre stavi per addormentarti, mi hai detto che avevamo fatto un capolavoro...» Mi sembra di risentire la sua voce sussurrarmi le stesse parole.

«L'abbiamo fatto Harry.» La guardo sentendomi confuso mentre la sento afferrare le mie mani. «Presto avremo il nostro capolavoro.»

Un'altra volta tutto sembra sospeso, ogni cosa dipende da quello che Ellie ha appena detto. Mi sento leggero, la mia testa è improvvisamente vuota, incapace di ragionare. Credo di aver capito quello che ha detto, ma il mio stato d'animo mi porta ad avere bisogno di sentire quella specifica parola per rendermene conto.

«Sei incinta?» Sorride, annuisce ed una piccola lacrima scivola sul suo volto.

«Sì Harry, sono incinta.» Sorride e piange.

Mi affretto ad asciugare quella lacrima portando le mie dita sul suo viso, metto anche l'altra mano sul lato opposto mentre ci perdiamo ognuno negli occhi dell'altro per un tempo che non sono in grado di quantificare.

«Avremo un bambino» dico per confermarlo a me stesso.

«È una bambina» dice lei portando le sue mani sulle mie

«E tu come lo sai?» le domando sorridendo delle sue parole.

«Nello stesso modo in cui sapevo che avevamo creato il nostro capolavoro.» Lo afferma con sicurezza e un pizzico di orgoglio, ed io so, una volta di più, che devo semplicemente fidarmi di lei.

«Sei incinta Ellie... ed io ti amo così tanto.» La stringo tra le braccia, la bacio, chiudo gli occhi, e forse questa cena si fredderà perché, ora, mangiare è l'ultimo dei miei pensieri.

«Harry...» Vorrei riaprire gli occhi, ma sento le palpebre incredibilmente pesanti. «Harry...» Apro gli occhi, sento una mano posarsi sulla mia spalla e vengo accecato dal bianco che regna in questa stanza illuminato dalla luce del sole del mattino. «Harry, ti ho portato del caffè.» Sollevo del tutto la testa dal braccio appoggiato al materasso e guardo l'uomo che mi sta porgendo un bicchiere.

«Grazie.» Afferro quel bicchiere, poi mi volto subito verso la mia Ellie, sdraiata, immobile, la sua mano nella mia, che continuo a stringere mentre nutro sempre la speranza che possa darmi qualche cenno di ripresa, che risponda alla mia stretta, ma non succede mai.

Mai.
 

SPAZIO ME

Ed ecco qui la prima parte di questa one-shot. L'ho divisa in due perché sono una persona cattivah e mi piaceva farvi restare con l'ANZIAH

Sentivo il bisogno di scrivere e l'ho fatto, quindi eccomi qui a condividere con voi questa brevissima storia. Spero vi piacerà.

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 
   
 
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