Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: g21    06/07/2018    4 recensioni
Partecipa alla 26 prompt Challenge sul gruppo Hurt/Comfort Italia - Fanfiction & Fanart
Prompt 10/26 - Assenza
-----------------------
Siamo durante il secondo anno dei Malandrini. Qualcuno scoprirà il 'piccolo problema peloso' di Lupin
-----------------------
Subito dopo sento qualcosa all’altezza del petto e mi piego su me stesso. Sta iniziando la trasformazione, tra poco non ricorderò niente di me. Sento le gambe e le braccia allungarsi, mentre un dolore unico e profondo si fa strada in tutto il corpo. Inizio ad urlare, mentre la voce già si modifica diventando più roca. L’ultima cosa a cui penso sono i miei quattro amici, felici, in attesa della cena. Poi il lupo prende il sopravvento e la mia coscienza scompare.
Genere: Angst, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Remus Lupin, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel piccolo problema peloso
 
 
 
Osservo il tetto della stanza in cui sono confinato e sospiro. C’è di nuovo la luna piena e sono nuovamente rinchiuso nella Stamberga Strillante. Sono stato io a dargli il nome, o meglio, l’hanno chiamata così a causa mia. I babbani si spaventano a sentire i rumori che causo ogni mese, così hanno messo in giro la voce che questa vecchia catapecchia sia infestata. Mi alzo dal pavimento dove ero sdraiato e guardo fuori da una delle poche finestre presenti. Il sole è quasi calato del tutto, al castello si staranno preparando per la cena. Anch’io dovrei prepararmi. Con un sorriso quasi nostalgico penso ai miei unici amici al sicuro tra le mura della scuola. Ancora non sanno del mio problema, e mai lo dovranno sapere. Li metterei in pericolo e non voglio. Dovrò pensare all’ennesima scusa per essere sparito anche questo mese. Potrei inventarmi una malattia di mia madre, ancora, o altri problemi di salute. Tiro un calcio ad un mobile vicino. Non mi piace dover continuamente mentire alle persone che mi sono più vicine, ma non ho scelta. Subito dopo sento qualcosa all’altezza del petto e mi piego su me stesso. Sta iniziando la trasformazione, tra poco non ricorderò niente di me. Sento le gambe e le braccia allungarsi, mentre un dolore unico e profondo si fa strada in tutto il corpo. Inizio ad urlare, mentre la voce già si modifica diventando più roca. L’ultima cosa a cui penso sono i miei quattro amici, felici, in attesa della cena. Poi il lupo prende il sopravvento e la mia coscienza scompare.
 
 
 
 
 
Esco dal castello e alzo appena un pugno felice. Sono riuscito a filarmela dal dormitorio che condivido con James, Remus e Peter senza svegliare nessuno e sono riuscito ad uscire all’aria aperta senza farmi beccare da nessuno. Sistemo meglio la coperta sulle spalle, insieme al piccolo contenitore di pelle posto a tracolla, e mi incammino alla ricerca di una persona precisa.
 
Anche questa notte Remus non è tornato in stanza a dormire e io voglio capirci di più. Ormai non credo più alle sue storie. Tutte le volte, una volta al mese, sparisce per una notte. Non può avere sempre problemi a casa o da qualche altra parte. È troppo preciso, anche parlando di lui.
 
Osservo il cielo e noto il sole, uno spicchio appena, che già schiarisce il nero della notte. Vedo ancora poco, a causa della poca luce, ma riesco a notare una piccola figura che sta avanzando, allontanandosi dal Platano Picchiatore. Più mi avvicino, più riconosco il ragazzo che cammina a fatica, barcollando e perdendo l’equilibrio di tanto in tanto.
 
“Remus” lo chiamo non appena lo riconosco completamente.
 
Il mio amico alza appena la testa, ma quel piccolo movimento basta a prosciugargli tutte le forze, perché lo vedo cadere a terra, senza che lui riesca a fare niente per fermare la sua corsa verso il terreno. Incurante di qualcuno che mi possa vedere, supportato anche dal fatto che, probabilmente, nessuno al castello si è già svegliato, corro incontro al ragazzo. Lo vedo che prova ad alzarsi, con le poche forze che gli sono rimaste, completamente nudo.
 
“Ti aiuto io, Remus” lo fermo, abbassandomi al suo livello e togliendomi la coperta dalle spalle. Lo vedo tremare, probabilmente per il freddo, così spiego la coperta e la appoggio vicino al ragazzo. Metto una mano sulla sua spalla per riscuoterlo dal suo stato di assenza, ma questo si scosta spaventato.
 
“Rem, tranquillo. Sono solo io, Sirius” provo calmo, preoccupato da quel suo strano comportamento.
 
“S-Sirius?” chiede Remus, quasi disorientato da tutto quello che sta succedendo.
 
“Dammi una mano, ho portato una coperta per riscaldarti” gli faccio sapere io, provando a rassicurarlo. Mi avvicino, portando la mia spalla a contatto con la sua, e lo sollevo appena, facendolo sedere sulla stoffa. Poi noto, scostandomi e prendendo la sua mano per fargli sapere che sono con lui, un segno simile ad un morso sul suo avambraccio destro.
 
“Chi ti ha fatto questo?” chiedo, una punta di rabbia che non riesco a reprimere. Remus scuote appena la testa e non mi guarda, mentre ancora trema. Guardo l’altro braccio e scopro altre due ferite simili, ravvicinate. Uguale sulle gambe. Noto anche qualche ematoma, sul petto e sulle spalle.
 
“Remus, guardami. Chi è stato a ridurti così? Sai che di me ti puoi fidare” provo di nuovo, tentando di addolcire il tono, posandogli leggero una mano sulla spalla.
 
“Io” risponde il ragazzo, in un sussurro appena udibile.
 
Lo guardo senza capire. Come può essere stato lui? Insomma, non ha assolutamente senso.
 
“Com’è possibile?” chiedo stupito, dando voce ai miei pensieri.
 
“Sono stato io, Sirius. Io… no, non posso” ammette, senza però rivelare niente.
 
Lo guardo meglio mentre lo avvolgo piano nella coperta. Occhiaie profondissime, pallido, quasi un fantasma, e l’aria mesta di chi non sa più cosa fare. Frugo nella sottospecie di bisaccia che ho portato con me e recupero dall’interno qualcosa che farà sicuramente bene al ragazzo.
 
“Tieni, l’ho presa dalla tua scorta personale. Immagino tu ne abbia bisogno” affermo con un sorriso, il primo della giornata, porgendo a Remus una tavoletta di cioccolato di Mielandia. I suoi occhi chiari si illuminano appena nel vedere quel piccolo tesoro che ho in mano.
 
Apro appena l’incarto e ne stacco un pezzo per appoggiarlo tra le mani del mio compagno di casa. Lui lo divora subito, facendo lo stesso con i successivi tre pezzi.
 
“Attento a non fare indigestione” lo prendo in giro con una piccola risata. Lo vedo sorridere leggermente, mentre, sul volto, è poco più colorato di prima. Prendo alcune bende, rubate dall’infermeria qualche giorno prima, e inizio, piano, a fasciargli i morsi sulle braccia.
 
“Se vuoi, puoi non dirmi quello che è successo stanotte, ma la prossima volta ti seguo” affermo distrattamente, attento a non fare altro male al ragazzo, già in uno stato pessimo.
 
“N-no! È troppo pericoloso!” esclama Remus, ritrovando un pizzico di forza.
 
“Magari la affrontiamo insieme questa cosa. Magari viene anche James, in tre è più facile” provo di nuovo, passando all’altro braccio.
 
“Sirius, ho detto no, non voglio… farvi male” si oppone nuovamente lui, a fatica, ma sicuro.
 
“Tu non potresti mai far del male a qualcuno, sei il ragazzo più tranquillo che conosco” ammetto sicuro, guardandolo con un sorriso.
 
Remus mi osserva poco sicuro, per poi abbassare la testa. Mantengo comunque i miei occhi sul mio compagno di stanza, cercando di intuire qualsiasi cosa. Lo sento sospirare appena e riporta gli occhi chiari su di me.
 
“Sei impossibile” afferma con un mezzo sorriso che lo rende più vivo.
 
“Vuoi la verità? Bene, s-sono… un lupo mannaro” ammette senza problemi, o quasi.
 
“E non hai detto niente a nessuno?” chiedo stupito.
 
“Silente lo sa, anche la McGranitt” risponde atono lui.
 
“Bhè, dalla prossima luna piena io e James ti diamo una mano. Magari anche Peter” propongo con un sorriso sicuro.
 
“Sirius, no, ho detto che è pericoloso. Divento un’altra persona, anzi, non sono nemmeno una persona quando mi trasformo. Divento un animale, non capisco niente, posso addirittura uccidere i miei amici senza saperlo. E non voglio essere la causa della vostra morte” spiega lui, rabbrividendo alla descrizione di sé stesso, non riuscendo a trattenere qualche lacrima che, sfuggendo al suo controllo, percorre le sue guancie.
 
I miei occhi cadono sulle gambe magrissime di Remus, sui segni lasciati dai suoi morsi.
 
Sento un nodo improvviso intorno al petto e realizzo solo ora.
 
“Ti mordi e ti fai male da solo” dico soltanto, nemmeno ad un re terzo del mio volume normale di voce.
 
“È l’istinto di lupo, mordere e sbranare tutto ciò che trova attorno. Io sono da solo, in una stanza della Stamberga Strillante, e non posso sfogarmi in altro modo” ammette quello, guardando in basso, provando ad asciugare la faccia.
 
“In realtà non ricordo mai niente, sono le cicatrici che restano a farmi capire quello che è successo” continua, con un tono più leggero.
 
“Ma non puoi continuare così, finirai per… per…” sbotto io, sentendo gli occhi bruciare, non volendo rendere veri i miei pensieri.
 
“E non sapresti nemmeno di essere stato tu” concludo, lasciando in sospeso quello che entrambi capiamo.
 
“Non posso uccidermi da solo, il lupo si accorge di star male, come tutti. Continuerò a farmi del male, ma è così che posso, e devo, andare avanti” fa sapere il mio amico, scuotendo appena la testa.
 
“E se invece di farti rinchiudere nella Stamberga Strillante ti lasciassero libero di correre per il parco? Sarebbe senz’altro meglio, almeno per te” provo ancora, cercando tutte le possibili soluzioni.
 
“Non sarebbe per niente meglio. Potrei uscire dai cancelli di Hogwarts e dirigermi verso Hogsmeade, o il primo villaggio più vicino, causando morti che non voglio avere sulla coscienza” spiega sicuro. “Ora andiamo, si staranno svegliando tutti e noteranno la tua assenza” mi avverte poi, provando ad alzarsi.
 
Remus appoggia la mano sulla mia spalla per mettersi in piedi, ma calcola male la forza che non ha ancora del tutto tornando per terra. Lo guardo con la rabbia che sale. Non dovrebbe portare l’enorme peso di quel problema da solo, dovrebbe farsi aiutare in qualche modo.
 
“Dammi la mano, ti aiuto” lo avverto tendendogli il braccio, una volta in piedi.
 
Il ragazzo mi guarda stanco, sospirando appena, ma prende la mia mano senza una parola. Lo tiro su senza problemi, è fin troppo leggero, e mi metto al suo fianco, sistemandogli meglio la coperta sulle spalle.
 
Alzo la testa e noto il cielo non più nero, ma colorato delle varie tonalità dell’alba.
 
Remus porta il suo braccio sulle mie spalle, arrendendosi al fatto di doversi far aiutare.
 
“Comunque non ho capito come hai fatto a trovare il cioccolato” chiede lui dopo qualche secondo.
 
“Sirius Black non rivela i suoi segreti” ammetto con un ghigno soddisfatto.
 
“Almeno mi dirai dove hai rubato le bende” prova ancora.
 
“Ho fatto un giro da Madama Chips, ieri” rispondo orgoglioso.
 
“E non ti ha scoperto?” chiede il ragazzo con un sorriso.
 
“Ho preso in prestito il mantello di James” gli faccio sapere a bassa voce.
 
“Lui non lo deve sapere” affermo fermandomi e guardando il mio compagno di casa.
 
“Resterà un segreto” ammette serio lui, per poi ridere appena.
 
“Guarda che sono serio. Mi ammazza se scopre che gliel’ho fregato” ribatto io, indignato dalla leggera risata.
 
“Non preoccuparti così, non lo dico a nessuno, davvero” si difende il licantropo.
 
Sorrido appena e guardo Remus. Non cambierà mai.
 
“Sarà meglio per te, Lunastorta” lo metto in guardia io.
 
“Lunastorta?” domanda lui stranito da quel nome.
 
“Da adesso ti chiamerò così, è per ricordare il tuo piccolo problemino con la luna” rispondo con un sorriso.
 
“Sirius Orion Black, non cambierai mai” esclama lui, per poi ridere leggermente. Rido con lui, mentre riprendiamo a camminare verso il castello.
 
Non cambierò mai, puoi starne certo, e riuscirò ad aiutarti durante la luna piena, dovessi anche mettermi a studiare interi libri per trovare la soluzione.
 
 
 
 
 
 
 
Angolo autrice:

Ed eccomi che ritorno nel fandom di Harry Potter. Non che in effetti ci sia stata tanto. Comunque, ho ricominciato a leggere la saga e sono entrata in un gruppo Facebook dedicato alle ff, le due cose hanno colliso e niente, è nato questo scritto. Il momento mi ha sempre affascinato, la scoperta, da parte dei Malandrini, del ‘piccolo problema peloso’ di Lupin. Ho deciso di dargli una rilettura personale, facendo scoprire solo a Sirius il motivo delle sparizioni mensili. Spero di aver reso bene (o almeno in maniera decente) i due. La mia preoccupazione è specialmente verso Remus, che ho imparato ad amare parecchio, ultimamente, e che ho paura di non aver reso bene, anche a causa della mia poca pratica con queste cose. Quindi fatemi sapere, se volete, la vostra opinione e alla prossima

Giulia (una Tassorosso malandrina ^^)

P.S. vi lascio il link del gruppo Facebook, se volete dargli un’occhiata e, magari, farci un giro. Tutti sono i benvenuti https://www.facebook.com/groups/534054389951425/?ref=gs&fref=gs&dti=534054389951425&hc_location=group
  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: g21