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Autore: Queen FalseHearth    10/07/2018    2 recensioni
La musica è sempre stata presente nella saga Hunger Games: ricordiamo una bambina coccolata da una ninna nanna prima di essere abbracciata dalla morte, la canzone (con qualche modifica) che ha dato forza ai ribelli di attaccare le dighe di Capitol City, la melodia del distretto 11 e la graziosa voce di due donne è stata in grado di far innamorare.
Tuttavia, ci sono altri racconti che devono essere condivisi. Io sono qui per questo, farvi conoscere le storie di musicisti di ogni distretto.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Post Hunger Games
District 11

The Sons of the Music 

La quotidianità dei lavoratori del distretto 11 si distingue in due aspetti: forza di volontà e musica; queste caratteristiche Rue le acquisisce fin da subito [421 parole]

Oggi la giornata è molto afosa. Vorrei che piovesse, anche le piante attorno a me sarebbero felici. L’aria non migliora nemmeno su questo melo, le foglie sono troppo piccole per proteggermi dall’accecante luce solare.
Il mio compito è di raccogliere i suoi frutti più alti, mi hanno affidato questo lavoro perché sono piccola e agile. Mi piace essere riconosciuta per le mie qualità, per questo la mia priorità è impegnarmi.
 
Raccolgo le mele con occhi sognanti, respiro l’odore vivace della terra e attendo con emozione la canzone di oggi.
La musica alleggerisce le nostre giornate e migliora il nostro umore, così perlomeno lavoriamo sorridenti. Ci dona sostegno e forza; basta il suono di uno xilofono o di una chitarra per non farci calpestare dai lunghi turni di lavoro (dall'alba al tramonto) e dall’aria calda talvolta fastidiosa.
Noi siamo stati sempre figli della musica e ottimi contadini: dalla viola alla vanga*, dalla zampogna alla zappa, dall’Agogô** all’ascia.

Ecco: sento le prime percussioni, sono in ritardo. Diversi strumenti tipici della mia zona s’incontrano, fino a unirsi in una fantastica armonia che non ho mai avuto il piacere di ascoltare. Non riesco ad intravedere i creatori di questo piccolo concerto da qui, l’importante è che la musica mi abbia raggiunta.
Si presenta anche un ukulele, che si da forza per essere protagonista del brano, vuole prevalere. Però non mi ero accorta dello strumento a corde fino a quando non gli è stata dedicata una parte da solista. Alla festa sono stati invitati anche sonagli e campane. Il ritmo frenetico emesso dai tamburi corre, non si ferma mai. Ho voglia di ballare!
Non vorrei essere in nessun altro posto che non sia questo, mi sono affezionata alla mia quotidianità. La cosa che più amo dei musicisti è che diffondono il loro talento per far felici le persone, non per soldi. Sono in questi momenti che ricordo le ultime parole di mio padre, abile giardiniere e amorevole musicista: non si vende la musica, la si condivide.***

La canzone s’interrompe all’improvviso, viene sostituita da un assordante rumore. Che succede? Afferro un ramo vicino e con calma scendo. Rischio di perdere l’equilibro quando sento forti spari provenire dalla zona dei raccolti. No!
Nell’istante in cui tocco il terreno, assisto ad una scena orribile: la musica è morta, insieme ai suoi figli. Da lontano intravedo i miei fratelli, impauriti e indifesi; corro a raggiungerli senza voltarmi. E vedo soldati vestiti di bianco, a disprezzarci e a punirci.
Il tempo è ritornato terribilmente caldo.
Che cosa abbiamo fatto di sbagliato?


 



* attrezzo utilizzato nel campo agricolo per smuovere superficialmente la terra.
** strumento a percussione della famiglia degli idiofoni originario della Nigeria (io l’ho persino suonato al PON musicale delle medie!)
*** frase di Leonard Bernstein

   
 
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