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Autore: ballerina 89    10/07/2018    2 recensioni
Storia ambientata nella settima stagione. Emma e Killian, cause di forza maggiore, sono costretti a dividersi per un periodo. Henry è in pericolo e occorre salvarlo ma Emma non può aiutarlo in quanto aspetta il suo terzo figlio. Sarà Hook a partire in questa missione di salvataggio mentre Emma rimarrà a casa con la piccolina e il futuro nascituro.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Passarono otto mesi dal giorno in cui venne scagliato il sortilegio. Otto lunghi mesi in cui le vite di killian, Regina, Gold e Henry vennero stravolte con ricordi e identità nuove. Solo grazie all’aiuto di Lucy, una bambina di dieci anni apparsa così dal nulla, le vite dei nostri cari eroi tornarono alla normalità. Avevano appena riacquistato i loro veri ricordi e solamente dopo un piccolo momento di smarrimento Henry si rivolse alla bambina:

 

- Non so davvero come ringraziarti Lucy. Senza di te non ce l’avremmo mai fatta. Ti dobbiamo tutto.

- Non mi dovete nulla, l’ho fatto in primis per me...Per la mia famiglia.

- Anche la tua famiglia è stata coinvolta in tutto questo? Chi sono? E dove sono ora! Possiamo aiutarti a trovarli. 

- Non ce ne bisogno. Loro adesso stanno bene...tutto è tornato alla normalità non serve altro che continuare a vivere le nostre vite. 

- Il giorno che ti ho conosciuta ti ho vista arrivare tramite un portale... ho dato la colpa all’alcol non sapendo che la magia esistesse, ora so per certo che quello che ho visto è vero dimmi: da dove vieni Lucy? 

- Non sono di questo mondo... o meglio, non vengo da quest’epoca. L’unica cosa che posso dirti è che un giorno ci rincontreremo e allora forse capirai tutto. - quella bambina misteriosa apparsa così dal nulla era in realtà la futura figlia di Henry che, per salvare la sua famiglia ormai distrutta dal cattivo di turno attraverso quel sortilegio, ha deciso di tornare indietro nel tempo per sistemare le cose. 

- Capisco, conoscere il futuro potrebbe cambiare il corso degli eventi. Sei in gamba ragazzina... spero davo di rincontrarti un giorno. 

- Presto! Accadrà molto presto.          Con queste ultime parole prese un fagiolo magico dalla tasca del suo pantalone e sparì verso quel posto per lei chiamato casa.

- Direi che è fatta! Possiamo tornare a casa non credete? - Disse a quel punto Henry voltandosi verso gli altri. Quello che vide lo lascio perplesso: tutti erano intenti a festeggiare il ritorno alla normalità tranne Killian, lui si era isolato dal resto del gruppo e ora se ne stava  poggiato ad un muretto poco distante e sembrava pensieroso. Come facilmente intuibile killian dopo aver riacquistato la memoria dovette fare i conti con quella che era la sua vita, la sua vera vita. Quanto era passato esattamente? 8 mesi? In tutto quel tempo che era rimasto lì sua moglie doveva essere rimasta  a casa con la convinzione che lui avesse abbandonato la sua famiglia. Che razza di uomo era uno che lasciava la sua bambina e sua moglie, incinta per giunta, da sole a casa senza di lui?L’aveva lasciata un paio di mesi dopo aver scoperto della sua gravidanza e ora erano passati otto mesi. Oltre a Leila e a Emma a casa ad aspettarlo c’era un nuovo bimbo. Un bambino di cui non sapeva  assolutamente nulla se non il sesso. Come si chiamava?Di che colore erano i suoi capelli? I suoi occhi erano lucenti come quelli della sua mamma o come lui? Quel bambino appena nato aveva già ricevuto dalla vita la prima batosta: non conoscere il suo papà e in parte lui si sentiva responsabile. 

- Killian tutto ok? - Chiese Regina vedendo l’uomo non intenzionato a spostarsi da quel muretto.

- Sto bene. - rispose distrattamente.

- Ho la macchina dietro il mio locale, hai bisogno di prende qualcosa nel tuo appartamento prima di tornare a Storybrooke?

- Io non torno a storibrooke. - rispose deciso lasciandola interdetta.

- Come scusa?

- Hai capito... 

- Killian ma che vai dicendo? Hai una moglie è una figlia a casa.

- Due a quest’ora! - sottolineó aspramente

- Ecco appunto. Immagino come possano stare non avendo tue notizie da mesi! 

- Fidati stanno meglio senza di me. 

- E anche se così fosse, tu come staresti sapendo che la tua famiglia e a Storibrooke e tu qui? Non dire cretinate killian, andiamo.

- Rimediami una pozione della memoria!

- Ok credo di aver sentito abbastanza.... Che accidente ti prende Hook?

- E me lo domandi? Sono un uomo terribile, un marito e un padre terribile. Ho lasciato la mia famiglia per tutto questo tempo a casa da sola. Conosci Emma, sai le sue paure... non voleva affrontare una gravidanza da sola e io che ho fatto? Esattamente il contrario di quello che le avevo promesso: l’ho lasciata sola, incinta e con una bambina che a 6 anni ha bisogno di tante attenzioni.

- Killian eri sotto sortilegio, non ricordavi nulla della tua vera vita m, come potevi pensare anche a loro se non sapevo neanche chi fossi tu? Emma non è una scema, capirà!

- Non è Emma il problema... sono io! Mio figlio, nato da un paio di mesi ormai, è a casa e io non so neanche come è fatto. Che razza di padre di sono è?

- Killian non ho nessuna intenzione di andare da tua moglie e dirgli che li hai abbandonati davvero, quindi riprenditi, muovi quel culo e torniamo a casa. 

***

A storibrooke un nuovo giorno era arrivato. Emma come ogni mattina sveglió la sua piccola, la vestì e attese sua madre che venisse a prendere la piccola per portarla a scuola. Da quando era arrivato il piccoletto di casa Emma non se la sentiva più di uscire. Dedicava tutta la sua mattinata al nuovo arrivato e insieme aspettavano la più grande per passare il resto del pomeriggio insieme. Tutti erano preoccupati per lei e anche se diceva a tutti di stare bene nessuno le credeva. Tutti sapevano qual era in realtà il vero problema della salvatrice: L’assenza di suo marito. I primi giorni furono difficili ma comunque sopportabili, Henry veniva prima delle sue esigenze da moglie ed era grata a Killian che si fosse proposto per aiutarlo visto che lei non avrebbe potuto date le sue condizioni. Sarebbe stato fuori città per solo un mese, questi erano gli accordi, ma poi le realtà dei fatti furono differenti e questo mandandó la salvatrice nella confusione più totale. Affrontare una gravidanza per lei non era mai stato facile, ma farlo senza la sua metà, fu un trauma enorme. Inizialmente Killian cercó di sopperire a quella mancanza attraverso chiamate e messaggi, poi il nulla Mandando Emma in depressione: che gli fosse successo qualcosa di brutto? No.. questo lo escludeva, in qualche modo si sarebbe venuto a sapere e allora perché non si faceva più sentire? Che stessero ancora combattendo quella battaglia? Oppure aveva deciso di abbandonarla come tutti nella sua vita avevano sempre fatto? Se da una parte anche il non farsi sentire del resto della truppa le faceva togliere dalla mente il pensiero dell’abbandono  dall’altra parte non poteva far altro che prendere in considerazione l’ipotesi. Fu così che tutte le sue barriere si rialzarono tenendo tutto il mondo fuori eccetto i suoi figli. Per loro nulla cambió. Era sempre attenta e presente anche forse più del dovuto ma che altro doveva fare? Si sentiva in colpa verso di loro. Il loro papà non c’era e la colpa di quell’assenza in gran parte era sua. 

Quella mattina dopo aver consegnato la piccola Leila a sua mamma e dopo aver accudito il piccolo, si mise a dare una sistemata per casa. Il suo cellulare squillò. Non aveva voglia di rispondere ma non volendo svegliare il piccolo pirata che si era da poco riaddormentato, lasció le pulizie a metà e rispose. 

- Pronto? - Non ci fu risposta- Prontooo?!? - Provó una seconda volta.

- Emma...

- Si?  - il tono di voce dall’altro capo del telefono era basso, quasi un sussurro 

- Emma tesoro.... 

- k... Killian!?!! - disse piano per paura fosse solamente uno scherzo della sua mente 

- Si amore sono io!

- Killian?!!! - disse più forte.... - o mio Dio!!!! - si portó una mano davanti alla bocca. Non era possibile... ormai non ci sperava più.

- Amore mio scusa scusa scusaaaa!  Ero sotto sortilegio, non ricordavo nulla.... non volevo sparire credimi! Non vedevo l’ora di tornare a casa da voi ma ci hanno fatto un’ imboscata. Ora È tutto finito amore, sto tornando a casa da te... da voi. 

- Killian sei davvero tu? - era sotto shock

- Certo amore mio!

- Non ci credo! - disse chiaramente emozionata! 

- Non piangere cucciola

- Non sapevo cosa pensare.... non sapevo se ti fosse successo qualcosa,  se ci avessi abbandonati.... 

- Lo so... e non sai quanto mi dispiace. - ci fu un attimo di silenzio - Leila? 

- Leila sta bene, le manchi tanto! 

- Manca molto anche a me, chissà come si sarà fatta grande... a proposito - non sapeva davvero da dove iniziare - Senti... mi odio per non essere stato presente ma facendo due calcoli penso sia già arrivato il pirata di casa....

- Come... come fai a sapere che  è un maschio?

- Durante il sortilegio ho trovato quello che era il mio telefono e ho letto il tema di Leila! Come si chiama? Come‘è? A chi somiglia? 

- Si chiama Brennan, come tuo padre... come avresti voluto te e visto che stai tornando non c'è bisogno di descrivertelo, lo vedrai a breve. Ma stai tornando vero? 

- Certo, siamo già in viaggio; tra un paio d’ore saremo a Storybrooke. Ci vediamo a casa?

- No! A scuola di Leila. Non vedo l’ora di vederti. 

- A tra poco amore! - riagganció

Quella telefonata inaspettata le fece tornare dopo otto mesi di assenza un gran sorriso sulle labbra. Si vestì in un batter d’occhio dopodiché andó in camera del suo piccolino che era già sveglio in attesa della sua mamma!

- Amore! - disse prendendolo tra le braccia - È tornato papà ! Sei contentoooo vero? - Il bambino anche non capendo le rivolse un gran sorriso.  - Ti porto da nonna, vado a prendere papà, Leila e lo porteró subito a casa da te! Andiamo dai...

***

Regina aveva ragione, risentire sua moglie gli aveva dato quella carica che bastava per riprendere in mano la sua vita. Perché buttare tutto all’aria? Sua moglie era lì,a due ore di distanza, presto l’avrebbe raggiunta, avrebbe rivisto la sua bambina e conosciuto il suo secondo pupetto. Cosa volere di più dalla vita? Forse tornare indietro nel tempo per vivere quei momenti che mai torneranno, ma purtroppo era chiedere troppo. 

Guardava il finestrino e con la mano tamburellava sul suo ginocchio nervosamente. 

- Ma come? Fino a due minuti fa non volevi sapere di tornare a casa e ora stai fremendo per rivederla? - gli disse Regina prendendolo in giro, lo conosceva, voleva far vedere di essere un duro ma in realtà era un uomo buono ormai.

- Voglio stringere mia moglie, riabbracciare mia figlia e conoscere mio figlio.

- Anche io sono impaziente di conoscere questo nuovo terribile pirata dei sette mari. - sorrise

- sapere di avere un figlio e non avere idea di come sia fatto è la maledizione peggiore...

- Killian stiamo tornando a casa, è tutto finito! A breve ti ricongiungerai con la tua famiglia e tutta questa assurda storia sarà solo un brutto ricordo. Non ci pensare dai.

Chiacchierando chiacchierando raggiunsero la tanto attesa Storybrooke, Regina fece tappa prima al negozio di Mr Gold, per farlo scendere, dopodiché accompagno Killian davanti la scuola elementare di Storybrooke .

- Ci vediamo sicuramente tra poco. -Disse lui  a mo di salito per poi scendere dall’auto e incamminandosi verso la scuola. La riconobbe anche a metri di distanza. Capelli biondi, jeans e giacca rossa erano i suoi segni di riconoscimento ormai. Era di spalle quindi lei non poteva sapere che lui la stesse ammirando. Si prese qualche minuto poi si fece coraggio e le si avvicinò.

- Amore... - le disse dolcemente facendola sussultare al suono di quella voce

 

- Dimmi che non è un sogno! -  rispose lei senza voltarsi - Promettimi che quando mi girerò sarai esattamente davanti a me. - Non le rispose, la prese delicatamente per le spalle e lentamente la fece girare. La guardò negli occhi per qualche istante dopodiché il suo sguardo si posò sulle sue labbra e annullando ogni distanza la bació. Puro ossigeno per entrambi in quel momento. Dopo otto mesi eccoli nuovamente insieme. 

- Amore non ti azzardare mai più a partire! - le disse lei continuando a tenerlo stretto. 

- Senza di voi non andrò più da nessuna parte, ma dimmi: Come stai?

- Bene... 

- Il tuo viso non dice esattamente la stessa cosa. Sei sciupata... ti sei riguardata?

- Sono stata troppo impegnata a fare la mamma, scusa se ho perso qualche chilo! - disse accennando un sorriso

- A tal proposito... dov’è ? Dove il nostro piccolo pirata? 

- È da mamma. Ha avuto qualche linea di febbre in questi giorni così ho preferito non farlo uscire. Stiamo a pranzo da lei quindi lo vedrai tra pochissimo. Non vede l’ora di conoscerti. - Improvvisamente lui abbassó lo sguardo facendola preoccupare - che c’è? - gli chiese

- Nulla... davvero! - Disse vedendo lo sguardo indagatore di lei. - La nostra principessa tra quanto esce?

- In teoria uscirebbe alle 13.00 ma ho parlato con la dirigente: possiamo riprenderla subito dopo la recita

- Recita?

- Si oggi le maestre premieranno  i bambini che si sono distinti durante questo anno e Leila è una di queste. La maestra le farà leggere il suo tema. Quello su di te. Mi hai detto le lo hai letto no? 

- Si, ma sentirlo leggere da lei sarà... incredibile.

- Avanti allora, entriamo. 

Mano nella mano si recarono verso l’aula magna della scuola elementare, la maestra li vide e li fece accomodare ad un lato del palco in modo tale che Leila non li avrebbe potuto vedere. Si accomodarono e in silenzio aspettarono l’entrata in scena della loro bambina la quale non tardó ad arrivare.

- Mamma mia, è una signorinella  ormai!

- Smettila... è uguale a quando l’hai lasciata.

- Posso assicurarti che non è così...

Durante quel piccolo battibecco venne sistemato il microfono alla bambina che iniziò a leggere il suo tema facendo emozionare entrambi i genitori. Nel più assoluto silenzio e senza destare sospetti alla piccola Killian si recò dietro le quinte. Conosceva quel tema a memoria ormai per quante volte lo aveva riletto e aspettó l’ultima frase per poter andare da lei. 

Quando la bimba pronuncio quelle fatidiche parole “ la tua principessa ti sta aspettando papà”, Killian le si avvicinò e le mise una mano sulla spalla. La bimba pensando fosse la sua maestra si giró sorridendo, ma quando vide in realtà chi era che le stava di fronte il suo volto cambió: il suo sorriso si trasformò in un’espressione di stupore mentre silenziose lacrime cominciarono ad uscire dai suoi occhi. Quanto le era mancato il suo papà? Settimane interminabili passate alla finestra nella speranza di vederlo arrivare, lunghi mesi senza ricevere le sue coccole i suoi baci. Anche essere sgridata da lui le mancava ed ora eccolo lì, davanti a lei. Non poteva essere vero, stava sicuramente sognando.

- Papà? - Provo a dire con voce impercettibile

- Cucciola mia...

- PAPÀ! PAPÀ SEI TORNATO DA NOIIIII! - disse buttandosi tra le sue braccia non appena realizzó che effettivamente il suo papà era lì. - SONO CONTENTISSIMAAAAAA! - Disse mentre piangeva per la gioia 

- Anche io tesoro,anche io!

Un applauso si alzò dalla sala e alla fine anche Emma li raggiunse.

- Hai visto mamma che avevo ragione? Papà è tornato a casa! Ora puoi smettere di essere triste! 

- La mamma era triste? - chiese killian

- Si! Non dormiva più, non mangiava più! Poi anche con Brennan.... A LO SAI GIÀ CHE HO UN FRATELLOOOO???? - disse più felice che mai.

- Si che lo so... e non vedo l'ora che tu me lo presenti.  Che ne dici: vogliamo tornare a casa?

- Posso venire anche  io?

- Certo! La mamma ha parlato  con la maestra: puoi uscire prima

- Siiiiii! Vado a prendere la mia roba.

***

- Allora amore... pronto? - Disse Emma ancora emozionata per aver suo marito li

- Ho le palpitazioni ma non vedo l’ora di vederlo. 

- Andiamo allora. - Aprino la porta del loft e con grande calore Snow, David e il piccolo Neal abbracciarono Killian. Anche a loro era mancato e ora finalmente potevano stare più tranquillo riguardo la loro bambina. Nel loft vi erano anche Regina e Henry che si dedicarono invece ad abbracciare Emma e a congratularsi per la piccola creatura che dormiva al piano di sopra.

- Killian devi assolutamente vederlo! - esclamò Regina prendendolo e portandolo a gran velocità al piano di sopra. Anche Emma li riaggiunse e una volta arrivata al piano superiore si avvicinò alla piccola culla accanto a quello che era stato il suo letto e fece gli onori di casa.  Davanti a loro appariva in tutto il suo splendore un bimbo dai capelli castani e gli occhioni verdi. Se a colori eri una sosia di David a fisionomia era identico al suo papà

- Killian... ti presento Brennan! -  disse prendendo il bambino e passandoglielo. - Amore vai da papà!

Non appena lo prese tra le sue braccia il cuore di Killian perse diversi battiti mentre il bimbo si ranocchio immediatamente tra le braccia del papà!

- Allora? Che ne pensi?

- È meraviglioso... mah...

- Mah? - chiese Emma sconvolta per quella parolina di troppo.

- Mah non ce la faccio... scusa -  uscì improvvisamente dalla stanza e successivamente dal loft

- Killian! Mah... ma cosà? - chiese Emma a Regina.

- Ha qualche problemino ad accettare questa situazione. Si sente in colpa, ha pensato addirittura di non tornare  a casa con noi.

- Cosa cosa cosa? E per quale motivo?

- Deve essere lui a parlartene.

- Vado a cercarlo...

Corse dove di sicuro lo avrebbe trovato: 

Sulla jolly. Come sospettava era lì,  prese un respiro profondo e piano piano gli si avvicinò:  

- Ei amore! - disse lei

- Non dovresti essere qui. 

- Invece sì!  Sei teso amore, hai bisogno di sfogarti e chi meglio di me... 

- Non devo sfogarmi Swan! Devo solamente emigrare lontano da qui.

- Ma perché ?!!! 

- E me lo chiedi? Mi hai detto che eri incinta e neanche un mese dopo ho preso il largo per New York! 

- Lo avevamo programmato insieme, per Henry!

- Lo so ma pensavo fosse una cosa di qualche tempo non così lunga. Swan non ho mantenuto fede alla mia promessa: ti ho lasciata da sola nel momento del bisogno.

- Eri sotto incantesimo killian, non potevi sapere...

- Non ha importanza!  Hai affrontato una gravidanza da sola e contemporaneamente hai cresciuto una bambina... 

- Non è stato facile ok ma non ho mai pensato che ci avessi abbandonato spontaneamente. Non è colpa tua... 

- Tua mi ha detto che hai sofferto tantissimo la mia assenza e che dopo il parto hai avuto una sorta di depressione... Leila come è scritto sul suo tema ti ha visto versare lacrime a causa mia!  Se fossi stato con voi ora staresti bene e...

- Sto benissimo adesso!

- Per non parlare di Brennan e Leila: mi sono perso parte della loro vita. Brennan neanche mi conosce.

- Non è vero! Gli parlo sempre di te e delle volte lo faccio addormentate mentre ho indosso la tua giacca di pelle cosicchè senta il tuo profumo e infatti se ci hai fatto caso si è accoccolato subito a te non appena ti ha visto. Non ti sei perso nulla di lui. Non parla ancora, non cammina... hai tutto il tempo del mondo per vivertelo mentre per quanto riguarda Leila beh... Di Leila hai perso solo i suoi disastri.

- Lo sai che non mi sentirò meglio se cercherai di convincermi vero?

- Lo so perché sei un capoccione. Killian ascoltami... sto bene stiamo bene! Mi sei mancato terribilmente e voglio solo riprendere la nostra vita insieme. Hai visto Leila quanto è felice di riaverti qui? Deve contare solo questo. 

- Mi sono perso una parte della nostra vita insieme... una delle parti più importanti forse... come faccio a convivere con questa cosa? 

- A Brennan non interessa nulla se tu sia stato presente o meno durante la sua nascita, a lui importa solamente che il suo papà adesso sia qui a giocare con lui e neanche a me importa sai? So per certo che se non ci fosse stato il sortilegio tu saresti corso da noi.  Vuoi che ti dica se avevo paura? Si! Ti sentivo lontano? Anche! Ma Inconsciamente sapevo che non era una cosa volontaria. Ti prego amore torniamo a casa e riprendiamoci in mano la nostra vita. 

- Emma io...

Emma non lo fece neanche parlare lo prese per quella giacca che portava e lo attiró a se per baciarlo. Forse le parole non sarebbero servite a nulla, Killian era un osso duro.... l’unica cosa da fare era cercare di fargli capire in modo alternativo i suoi veri sentimenti. Mentre lo baciava calde lacrime scesero sul suo viso. Lacrime che lui prontamente asciugó non staccando le labbra da lei. Quanto le era mancata? Troppo e ora lei era lì a pregarlo di tornare a casa. Se da una parte credeva che loro sarebbero stati meglio senza di lui dall’altra non riusciva ad immaginarsi una vita senta di loro.

- Allora? - Chiese lei staccandosi...

- Chiaro e coinciso amore! Le sorrise - Ci voleva tanto a dirmelo? 

- Lo sai che ha parole non sono brava - sdrammatizzó. 

- Avanti cosa stiamo aspettando?Torniamo a casa, la nostra famiglia ci sta aspettando. 

 

Ps. Alla fine ho deciso di postare il seguito di questa piccola one shot. Spero vi piaccia

 
  
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