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Autore: check_for_double_meanings    14/07/2018    1 recensioni
“Amore, chiudi la bocca che stai sbavando.” Disse Nagisa voltandosi appena, la mano appoggiata allo stipite della porta, una gamba posta davanti all’altra, le punte alzate. Rei sbatté le palpebre un paio di volte e chiuse la bocca. “Non sto sbavan-..”si interruppe passandosi una mano sotto le labbra sentendo il mento bagnato.
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Nagisa Hazuki, Rei Ryugazaki
Note: Nonsense, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Di docce e surgelati



Era appena uscito dall'auto dopo una lunga e sofferta mattinata di spese.
Aveva passato una mezzora buona in libreria alla ricerca di alcuni manuali di ricette di vitale importanza per il suo futuro, oggetti vari per la creazione di un’atmosfera d’effetto, un paio di camicie corte per l'estate e del cibo dallo scarso contenuto salutare con cui avrebbe dovuto pranzare con Nagisa poco più tardi.



Avrebbe dovuto sistemare il cibo in cucina, insieme ai manuali per una prossima consultazione, rendere, se possibile, ancor più presentabile la casa, farsi una doccia, indossare quella che tra le due camicie nuove gli stava meglio e, in generale, organizzare l’ambiente per un pomeriggio perfetto.
Purtroppo aveva impiegato più tempo di quello programmato per fare le commissioni, ed era arrivato con venti minuti di ritardo a casa. Avrebbe dovuto restringere i tempi se voleva rendersi perlomeno presentabile, visto che a causa dell’insopportabile caldo era sudato da far pietà.
 
Invece quando fu corso ad aprire la porta di casa il più rapidamente possibile per correre a preparare tutto, rimase non tanto sorpreso quanto più sconvolto, immobile in una posizione scomoda, con alcune borse tenute per i manici tra i denti, altre su una coscia tenuta sollevata per intrappolarle dalla stretta della gamba sulla pancia, le braccia piene e una mano a tenere le chiavi nella serratura. Tolse con estrema lentezza le chiavi dalla serratura, lasciò i manici, e mise le borse a terra.
 
"Cosa diamine stai facendo?" disse sconcertato.
 
Nagisa era sdraiato a pancia in giù sul pavimento, completamente fradicio di sudore, spiaggiato come una foca su uno scoglio, sotto una finestra aperta, (s)vestito come uno stripper, con dei pantaloncini cortissimi, aderenti, argentati e lucidi, senza maglia, una canotta a rete che teneva in mano, un papillon argentato al collo e con un pacco di surgelati sulla schiena.
                                          
“Ben tornato Rei-chan!” disse con un sorriso, storpiato dalla guancia appiccicata al pavimento.
                                                                                                                  
“Potresti spiegarmi perché sei spiaggiato sul pavimento del mio appartamento?” Fece una breve pausa e riprese subito a fare domande. “Come sei entrato? Come mai non indossi praticamente nulla? È un papillon da spogliarellista quello che hai al collo? Perché hai un pacco di carciofi surgelati sulla schiena? Cosa ci fai già qui?”
 
Nagisa fece un piccolo broncio prima di interrompere la sfilza di domande di Rei.     “Amore se continui a parlare non mi lasci il tempo di rispondere.”
 
Rei sospirò e si sedette accanto a Nagisa, schiena contro al divano, attendendo pazientemente le sue dovute spiegazioni.
 
“Sono arrivato prima per farti una sorpresa.” disse sventolando la canotta. “Però non mi hai aperto tu, mi ha aperto tua madre.” Fece un ghigno. “Si, tua madre mi ha visto così.” Rei avvampò. L’aveva pregata di passare per dare una pulita un po’ ovunque prima che arrivasse Nagisa, l’imprevedibilità della libido di quel ragazzo non sapeva dove l’avrebbe potuto portare a fare cosa. Le avrebbe ritirato la chiave di casa sua. Poco ma sicuro.
 
“Io non ho nemmeno guardato chi mi stesse aprendo la porta perché ero sicuro che fossi tu, quindi ho abbracciato tua madre e stavo quasi per baciarla. In realtà l’ho fatto, ma mi sono staccato appena mi sono reso conto che non eri tu.”
 
“Hai baciato mia madre?!” strillò Rei sconvolto.
 
“Non ci ho messo lingua.” rispose pacificamente Nagisa, le labbra che si mordicchiavano a vicenda innocentemente, passandosi una mano sulla fronte per asciugarsi il sudore.
 
Rei si strofinò una mano sul volto, esasperato. “Sorvoliamo. Ma perché sei sdraiato sul pavimento con un pacco di surgelati, che tra l’altro si sta scongelando, sulla schiena?” Si mise a ridere. Prese il pacco e lo spostò. Mise una mano tra i capelli biondi di Nagisa e prese ad accarezzarli.
 
Questo genere di domande era sottoponibile solo a Nagisa.
 
Nagisa che alzò le gambe e si mise a muoverle alternativamente, muovendo la testa nella mano di Rei, crogiolandosi nelle sue coccole. Si puntellò sui gomiti e si appoggiò sugli avambracci. “Ho iniziato a parlare con tua madre, le ho raccontato la mia mattinata, ho iniziato a parlare dei miei programmi per il pomeriggio con te, e sono finito con il parlarle dell’imbarazzantissimo incidente con la panna montata che hai avuto l’altra settimana mentre provavi a fare l’originale a letto,” alzò lo sguardo su Rei, che teneva una mano sul viso per coprire un’espressione plasmata dalla vergogna, mentre lui molto innocentemente continuò “mi è scappato, scusa Rei-chan”.
 
Si mise a ridere e si girò sulla schiena, poggiando la testa sulle gambe di Rei, riportandosi la sua mano tra i capelli, madidi di sudore. “Come dicevo, quando, per sbaglio, mi sono iniziato ad addentrare nei particolari, mi ha detto che si è ricordata di una cosa importantissima di cui si era dimenticata ed è corsa via. E mi ha detto che potevo aspettarti qui. Però ha iniziato a fare troppo caldo, così ho tolto la canottiera, anche perché effettivamente è abbastanza inutile, e mi sono sdraiato a terra perché è fresco, ma avevo ancora caldo allora ho cercato qualcosa di ancora più freddo è l’unica cosa che mi è venuta in mente è stato qualcosa di surgelato.” Spiegò come fosse la cosa più naturale del mondo.
 
Rei scoppiò a ridere. “Non potevi semplicemente accendere il condizionatore?” disse, e stirò un braccio per afferrare un piccolo telecomando bianco, accendendo il condizionatore. Subito dopo un’aria fresca invase la stanza, facendo rabbrividire un Nagisa quasi nudo e sudato sdraiato sul pavimento. Alzò gli occhi in uno sguardo riconoscente incontrando quelli di Rei, e gli sorrise, alzandosi il tanto che bastava per dargli un bacio sotto al mento.
 
Rei fece una smorfia un po’ disgustata “Non so se voglio farmi baciare da te dopo che le tue labbra hanno toccato quelle di mia madre.”
 
“È stato solo per un paio di secondi!” ripetette ulteriormente Nagisa, prima di ridere. Poi inarcò un sopracciglio in un’espressione maliziosa e tese il collo su cui una gocciolina di sudore scendeva indisturbata, mentre stese le braccia dietro la testa e arcuò leggermente la schiena. “C’è forse altro che vorresti farmi fare?”
 
“Si,” sussurrò in risposta Rei, e si abbassò sul suo viso, carezzandogli il petto, avvicinando le labbra al suo orecchio “una doccia.”
 
Nagisa non colse il sarcasmo dell’affermazione. Avvolse il collo di Rei con un braccio portando il viso di fronte al suo, ampliando il suo sorriso peccaminoso. “Allora ti aspetto di là.” E detto ciò girò i tacchi e si diresse verso il corridoio che portava al bagno ancheggiando sfacciatamente. Rei non poté far meno di perdersi nell’ipnotico movimento oscillante del suo perfetto fondoschiena fasciato a malapena da quella sottile stoffa argentata.
 
“Amore, chiudi la bocca che stai sbavando.” Disse Nagisa voltandosi appena, la mano appoggiata allo stipite della porta, una gamba posta davanti all’altra, le punte alzate.      Rei sbatté le palpebre un paio di volte e chiuse la bocca. “Non sto sbavan-..”si interruppe passandosi una mano sotto le labbra sentendo il mento bagnato. Nagisa diede un colpo d’anche e con una risata scomparve nel corridoio.
 
  
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