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Autore: Beeanca    16/07/2018    3 recensioni
[Everlark, Peeta's POV, missing moments, One Shot]
Peeta non sarebbe mai riuscito a trovare un'imperfezione in Katniss, la sua musa, il suo arcobaleno.
Ma le torture, la sofferenza, il depistaggio, trasformarono la ragazza in un ibrido da distruggere, e l'arcobaleno diventò una nebbia indefinita e priva di colore.
DAL TESTO:
"Ma, ancora una volta, ci pensò Capitol City a rovinare tutto.
Il depistaggio, le torture, i video alterati che la mostravano come un mostro, una creatura orribile, un nemico da distruggere.
E l'arcobaleno si dissolse lentamente, lasciando spazio a una nebbia indefinita."
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Katniss Everdeen, Peeta Mellark
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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*one shot Everlark su ciò che prova verso Katniss prima e dopo il depistaggio, let me know your opinion💛*

She was my rainbow, now she's a colorless fog


Se Peeta avesse dovuto descrivere Katniss in una parola, una sola, avrebbe scelto arcobaleno.
Quei sette colori erano splendidi, era così rilassante posare il pennello sulla tavolezza e dipingerla come una musa, ritraendola sulla tela con tocchi sottili, attenti a ogni particolare.
La musa più bella di sempre per lui, così pura e così ribelle, apparentemente tranquilla ma con un fuoco indomabile nelle iridi argentee.

Katniss era il suo tutto, Katniss era il suo arcobaleno.

Il rosso rappresentava il suo coraggio, la sua forza. Chi mai si sarebbe offerto nel distretto 12 per la propria sorellina agli Hunger Games? Cosa sarebbe successo se non avesse recuperato la medicina al festino, rischiando la vita per lui?
Non aveva mai incontrato ragazza più forte e coraggiosa.

L'arancione, il colore preferito di Peeta, gli ricordava tutti i tramonti osservati insieme.
Era così rilassata, così se stessa mentre osservava il cielo di Capitol City, prima dell'inizio dell'edizione della Memoria, sfumare nelle tonalità più tenui del rosa, dell'arancio e del giallo.
E lui si sentiva così fortunato a vedere uno spettacolo così bello con lei al suo fianco.

Il giallo lo associava al dente di leone, quel fiore che per puro caso lei aveva trovato il giorno dopo che lui le aveva lanciato il pane. Certo, lui non c'entrava, ma in un modo o nell'altro si sentiva responsabile della rinascita di Katniss.
E ciò lo rendeva tremendamente felice.

Il verde era il colore della ragazza in fiamme. Era il suo colore preferito, lo collegava ai verdeggianti boschi del loro distretto. E solo lì lei si sentiva libera, senza alcun peso sulle spalle, senza bisogno di fingere che tutto andasse sempre bene.
Non aveva mai conosciuto un'attrice particolare come lei.

Il blu gli ricordava gli occhi di Prim, e non aveva mai visto qualcuno amare così tanto la propria sorella. Quella ragazzina indifesa era diventata un'adolescente sempre più matura, e Katniss era così fiera di lei.
Vederla amare qualcuno così intensamente era splendido, uno sprazzo di gioia in un mondo buio.

L'indaco era il colore dei doni degli sponsor durante i loro giochi (*). Nessuno dei due aveva un bel ricordo degli Hunger Games, ma gli occhi di Peeta brillavano di gioia quando lei si affacciava nella grotta, con un pacco tra le mani, e lo baciava dolcemente.
Era pur sempre una recita, ma le sue labbra erano così morbide.

Il viola lo associava ai morsi della notte, quelle bacche che non avevano causato la loro morte per una questione di secondi. Peeta passava minuti, ore a chiedersi cosa sarebbe successo se avessero inghiottito le bacche, eppure non era pentito, non totalmente, di non averle mandate giù.
Avevano donato una nuova speranza ai distretti, e ancora una volta era merito di Katniss.


Ma, ancora una volta, ci pensò Capitol City a rovinare tutto.
Il depistaggio, le torture, i video alterati che la mostravano come un mostro, una creatura orribile, un nemico da distruggere.
E l'arcobaleno si dissolse lentamente, lasciando spazio a una nebbia indefinita.

Una nebbia fitta, senza spazio per il minimo accenno di colore.
Una foschia nella quale Peeta era perso, in balia delle emozioni contrastanti verso quella ragazza. C'era una battaglia dentro di lui, perchè una piccola parte del ragazzo del pane non aveva mai smesso di amarla.
Ma la speranza sparì con l'aumentare del veleno degli aghi inseguitori.
E mentre delle persone vestite di bianco continuavano a mostrargli immagini di quell'ibrido, si dimenticò di tutto ciò che aveva provato per lei un tempo, la sua memoria recise ogni immagine positiva della ragazza di fuoco.
E urlò.
Un urlo disumano, carico di rabbia, umiliazione e odio.
Urlò, deciso a eliminarla, a ucciderla in ogni modo.

E l'arcobaleno morì definitivamente, sostituito da una nebbia di rancore e vendetta.


* i doni degli sponsor non sono davvero color indaco, ma ero a corto di idee per il colore e ho improvvisato :')

 

 

   
 
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