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Autore: sakura haruno vampire 97    20/07/2018    0 recensioni
♥♥+introduzione+♥♥
♥♥♥♥♥♥♥♥♥♥
La gola di lei pulsava accanto alla sua bocca e il suo tenero, Caldo profumo gli diede una leggera vertigine.una momentanea resistenza, ma fu inutile: era troppo vicina, troppo invitante.I canini spuntarono dalle gengive del vampiro.-puoi credere a questo ? -. Le sussurrò, e la baciò dolcemente sul collo. -e a questo sara?-.Poi il bacio pungente, lucente, alla luce della luna piena.Il bacio d'argento, rapido e netto, affilato come una lama; ma romantico al tempo stesso.

♥♥♥♥♥♥♥♥♥
Genere: Horror | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Sara uscì presto dalla biblioteca. Non aveva senso star li senza far niente: era rimasta tutto il tempo a fissare la parete, la finestra, l'orologio: tutto fuorché scrivere. La pagina bianca del blocco di appunti era diventata un groviglio di false partenze e di cancellature. Di quel passo non avrebbe avuto niente da mostrare alla BlackRose l'indomani durante l'ora di italiano. "Vorrei scrivere qualcosa di bello sulla Bea" pensò. Ma le erano venuti soltanto pensieri tristi, e se ne rendeva conto. Avrebbe voluto scrivere qualcosa d'importante, forse un'invettiva contro la morte, ma il problema era che non voleva far sapere alla BlackRose di sua nipote. Non voleva sentirsi dire "poverina" o altre banalità del genere come aveva già fatto la stupida della vicina di casa. Il risultato degli sforzi di Sara era stato qualcosa d'insincero, e la poesia insincera non funziona. "Ma non posso scrivere nient'altro che di lei!" pensò. "E' lei la cosa più importante ora. E' un disastro, mi stò rovinando l'anno scolastico; e dire che era iniziato così bene quel corso, ma di questo passo si rivelerà un completo fallimento." "Ma non posso andare male anche a scuola, la bea ha già abbastanza problemi e preoccupazioni." "Dannazione!." Borbottò mentre armeggiava con la serratura dell' armadietto nello spogliatoio della scuola, che come al solito si era bloccato. Aveva una gran voglia di prenderlo a pugni lo sportello, invece rimase a fissarlo furiosa senza far niente. S: Vuoi provare a fonderlo? non ci riuscirai neanche se lo guardi così fino a domani. "Sharon! non ti ho sentito arrivare che colpo che ho preso!". Sobbalzò Sara S; Bisogna essere sempre vigili, cauti e circospetti quando si salano le lezioni come faccio io. "Ancora?". .. S: A che serve ? tanto devo andarmene, no? proprio a metà semestre. E ricomincerò a metà del loro semestre, tanto varrebbe stare a casa fino a natale; comunque vale la pena venire solo per vederti usare il tuo sguardo laser sugli armadietti sfondati della scuola. ridacchiò Sharon. Sara sorrise, ma era triste mentre osservava l' amica smanettare con lo sportello bloccato. Chi l'avrebbe fatta ridere quando Sharon se ne sarebbe andata?, chi avrebbe ignorato palesemente le sue richieste di essere lasciata in pace e tranquillità, trascinandola quasi di peso a una festa?. S: Accompagnami in bagno... disse Sharon dopo che Sara ebbe riposto i libri e tirato fuori una focaccia. S: siamo tra due turni, forse riusciremo addirittura a poterci respirare. Si diressero lungo il corridoio, che passava davanti alla mensa. S: scusami per ieri sera... . disse Sharon infilandosi tra i battenti oscillanti. " Non c'è niente da scusare...". Disse Sara alle sue spalle. C'era forse qualche speranza che Sharon se la sentisse di parlare? davanti allo specchio Sharon tirò fuori una spazzola e cercò di sistemare i capelli mossi arruffati e appena annodati castano cioccolato chiaro dai riflessi chiari. S: Quando si decideranno a cambiare questi maledetti specchi?!. Sbuffò irritata. S: Sono tutti incrinati e mezzi rotti. Poi abbandonando la pretesa di pettinarsi, si girò verso Sara con un espressione cambiata sul viso. "ecco" si disse mentalmente Sara. S: Sara non voglio partire e lasciarti da sola in questo momento!. sbottò Sharon e scoppiò in un pianto a dirotto S: non avrò dei veri amici come te, e con la scuola dovrò ri iniziare tutto da capo poi sentirei troppo la tua mancanza sei come una sorella per me!. Le speranze di Sara naufragarono: aveva creduto si sarebbe parlato dei suoi problemi, anche lei sul'orlo delle lacrime; strinse forte Sharon accarezzandole la schiena e sussurrando ogni tanto " su su..". Dentro di se si sentiva sgomenta. " Come faccio ad aiutarti se nemmeno riesco ad aiutare me stessa?." pensò. Era assurdo,Sharon era sempre stata la "più forte" tra le due, non si era mai comportata così. Ancora una volta il mondo si era capovolto. S: Scusami. Singhiozzò Sharon. S: Non dovrei fare così, stò solo andando ad abitare da un'altra parte mentre tu.. "Non riesce a dirlo, sappiamo tutte e due quello che vorrebbe dirmi ma non ci riesce." pensò Sara. Non è la tua pietà che voglio pensò, e quasi respinse l'amica, ma si fermò in tempo. A Sharon importava davvero di lei, non era colpa sua se nessuno sapesse parlare della morte: ne papa, ne i vicini, ne le amiche della Bea. Il compagno della morte era il silenzio. La tenerezza per l’amica sopraffece la sua rabbia. “ Dai sciocca sai che puoi dirmi quello che provi, di solito nessuno può farti stare zitta.” S: Mi sento così egoista.!. “ e lo sei , ma non lo fai apposta” pensò Sara era il suo modo di essere e questo gli dava un po’ di conforto per quanto le sembrasse famigliare. “ Piuttosto come farò io senza di te?” disse scrollandola appena, questo portò a nuove lacrime: S: Mi mancherai tanto Sara. Rimasero l’una tra le braccia dell’ altra, era strano che Sharon si mostrasse così fragile; da quando sua nonna se ne era andata viveva col timore di mostrarsi così fragile, o almeno così pensava Sara. “ Avremmo un’ altra cosa in comune, adesso, ma tu almeno potrai sempre tornare da tua nonna..” Pensò con una punta d’ amarezza, ma poi le accarezzo la testa cercando di compensare quel pensiero. In quel momento sarebbe stato facile superare tutte le difficoltà che le separava, “anche io ho paura” si preparò a dire. “ho paura che la Bea muoia e che papa non si riprenda più; e ho paura di ritrovarmi sola, sola per sempre, adesso che anche tu te ne vai.” Ma nel corridoio arrivò la scampanellata che segnava in secondo turno per il pranzo. “Oh va bhe al diavolo!” pensò Sara. La porta si aprì ed entrò una marea di ragazze strillanti.
   
 
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