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Autore: _Cramisi_    21/07/2018    4 recensioni
Tratto dal primo capitolo:
Decisamente non avrebbe mai capito i terrestri, e al momento non comprendeva neanche sé stesso, non sapeva esattamente cosa gli fosse passato per la mente quando aveva deciso di trasferirsi sulla terra, permettendo ad una petulante donna e a due mocciose di comandarlo a bacchetta, spostò per un attimo lo sguardo sul fondo-schiena di sua moglie divinamente fasciato in quella longuette nera che ne esaltava la vita sottile e i fianchi generosi, beh, forse infondo lo sapeva il perché. Il suo sguardo si spostò poi su quelle figure che, da quattro anni a quella parte, rappresentavano il più grande cambiamento della sua vita, le sue figlie, quei due fagottini nati poco prima dell’inizio del Torneo del Potere.
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Genere: Avventura, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bardack, Bra, Nuovo personaggio, Re Vegeta, Un po' tutti | Coppie: Bulma/Vegeta, Chichi/Goku, Gohan/Videl
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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È tutta colpa dei tuoi geni!

Se anni fa gli avessero detto che si sarebbe trovato in difficoltà a causa di una donna e due mocciose che portavano chiaramente i colori di una razza inferiore probabilmente non ci avrebbe creduto, anzi avrebbe disintegrato con sdegno l’eretico che avesse avuto l’ardire di dire una cosa simile al principe dei Sayan, eppure adesso era lì, a fissare immobile la furiosa battaglia che si stava svolgendo nel salone della struttura che ormai chiamava casa. Bulma era in piedi davanti al grande divano dando le spalle al televisore che trasmetteva i cartoni animati che quelle pesti delle sue figlie stavano guardando poco prima di vedere arrivare la madre con il cordless stretto spasmodicamente tra le dita della mano destra e con un passo talmente pesante da non lasciar dubbio sullo stato d’animo della donna annunciando la sua presenza nella stanza con un: “Echalotte, Bra cosa avete combinato all’asilo?!” Al chè le due bambine, armatesi dei loro sguardi più innocenti e facendosi spuntare delle grosse lacrime ai lati degli occhi avevano risposto “Nulla mami, ci siamo solo difese” Vegeta vide il volto di sua moglie impallidire ulteriormente per poi passare attraverso una vasta gamma di colori per poi assestarsi sul rosso: “Vi siete solo difese?! Avete sbattuto un vostro compagno contro il muro e rotto un braccio al maestro che cercava di separarvi” Molte bambine vedendo l’espressione della madre così furiosa si sarebbero messe a piangere disperate chiedendo scusa, ma non era il loro caso, non era infatti da dimenticare che, nonostante le bambine avessero un aspetto simile in tutto e per tutto ai terrestri, possedevano sangue sayan dettaglio che si rifletteva nella codina da scimmia tenuta legata in vita. Echalotte assottigliando gli occhi azzurri, evidente eredità materna scosse la testa facendo ondeggiare la corta coda nera in cui erano legati i suoi capelli: ”Non è stata colpa nostra, noi lo avevamo avvisato di lasciarci in pace altrimenti lo avremmo punito” “Ma lui ha continuato così lo abbiamo spinto” Continuò per lei Bra annuendo alle sue stesse parole “Quello stupido moccioso si è messo a frignare ed è andato a chiamare il maestro che voleva metterci in punizione, anche se noi non avevamo fatto nulla di male, così abbiamo dato una lezione anche a lui” Concluse la bambina dai capelli mori incrociando le piccole braccia al petto nella consueta posa paterna, “ Infatti! Nessuno può mancare di rispetto alle principesse dei sayan” Aggiunse la piccola Bra. Dopo quella frase Vegeta non riuscì a trattenere un ghigno orgoglioso che, per sua sfortuna, non sfuggì allo sguardo d’aquila di sua moglie che inevitabilmente catalizzò la sua attenzione, e la sua furia, su di lui “Cosa hai da assumere quell’aria così soddisfatta?! Hai capito cosa hanno combinato le TUE figlie” Calcando la voce su quel -Tue-“Cosa pretendi donna, che se un moccioso da loro fastidio si mettano a piangere e a chiedere aiuto?! Sono sayan se vengono infastidite reagiscono” Rispose freddo lui, “Avrebbero potuto ucciderlo e poi non sono solo sayan, hanno anche sangue terrestre” Insistette a sua volta Bulma “Tsk, non dire cazzate, nel caso non te lo ricordassi, anche se sono piccole, hanno un controllo dell’aura superiore a molti adulti, anche alla maggioranza di quelle parodie di guerrieri che chiami amici” Dopo quella frase la donna rimase leggermente interdetta, ma non voleva darla vinta al marito “Il fatto di venir provocate non è una ragione sufficiente per picchiare qualcuno” Concluse girando sui tacchi e andandosene soddisfatta di aver avuto ancora una volta l’ultima parola .

Decisamente non avrebbe mai capito i terrestri, e al momento non comprendeva neanche sé stesso, non sapeva esattamente cosa gli fosse passato per la mente quando aveva deciso di trasferirsi sulla terra, permettendo ad una petulante donna e a due mocciose di comandarlo a bacchetta, spostò per un attimo lo sguardo sul fondoschiena di sua moglie divinamente fasciato in quella longuette nera che ne esaltava la vita sottile e i fianchi generosi, beh, forse infondo lo sapeva il perché. Il suo sguardo si spostò poi su quelle figure che, da quattro anni a quella parte, rappresentavano il più grande cambiamento della sua vita, le sue figlie, quei due fagottini nati poco prima dell’inizio del Torneo del Potere. Dopo la conclusione di questo con il ripristino di tutti gli universi lui era potuto ritornare a casa, dalla sua famiglia, famiglia che non avrebbe mai pensato di avere, in fondo era cresciuto con i dettami tipici della sua razza che scoraggiavano qualsiasi attaccamento, qualsiasi sentimento che esulasse dall’odio e dalla smania di potere. Per gran parte della sua vita l’unica cosa che avesse provato era la voglia di diventare più forte di migliorarsi al fine di eliminare quel verme di Freezer e sedere sul trono del padrone dell’universo, ma non era andata esattamente così, era stato superato da una terza classe e poi ucciso dal terribile tiranno spaziale. Dopo essere stato riportato in vita aveva giurato di non essere più schiavo di nessuno, invece era lì, in quel dannato posto a tenere d’occhio le sue figlie, che, avvalendosi dell’arma micidiale che erano i loro occhi lucidi di lacrime di coccodrillo, lo avevano convinto a portarle al parco giochi; inutile negarlo, quelle due se lo giostravano come volevano. Alla loro nascita era convinto che fossero delle mini-copie di Bulma, ed effettivamente per l’aspetto Echalotte e Bra, mostravano un' eccezionale somiglianza fisica con la madre, fatta eccezione per i capelli di una e gli occhi dell’altra che portavano i colori tipici della razza del padre,  altra eredità materna era decisamente la capacità di assoggettarlo, ma il carattere, il carattere lo avevano decisamente preso da lui, e, se da un lato questo lo rendeva orgoglioso, dall’altro era il suo più grande cruccio, soprattutto quando si trovava di fronte la consorte furiosa perché i due angioletti avevano deciso di spedire qualcuno che le aveva provocate dritto in infermeria. Infondo però, le adorava, anche se lo costringevano a perdere giornate di allenamenti per essere accompagnate a fare shopping o a comprare dolci vari, le adorava veramente, ma questo non lo avrebbe mai detto, ma loro lo sapevano e se ne approfittavano, e a lui, infondo, non dispiaceva poi molto. “Papà vogliamo il gelato!” La dolce voce di Bra lo distrasse dai suoi pensieri, stava per risponderle con un no secco, pensando che a breve sarebbe stata ora di cena e le bambine avrebbero potuto rovinarsi l’appetito, salvo poi ricordarsi che le due pargole, nonostante l’aspetto, avessero il tipico appetito sayan, così finì per accontentarle, di nuovo.

Vegeta sapeva fin troppo bene che le piccole di casa fossero una fabbrica inesauribile di idee per ottenere ciò che desideravano, come era consapevole di non riuscire a negare loro nulla, non era raro infatti che dopo aver ceduto all’ennesimo capriccio delle figlie desse loro le spalle imprecando a bassa voce contro la capacità delle figlie di assoggettare chiunque al loro volere, al che Bulma scoppiando a ridere diceva: ”Sono proprio le tue degne eredi” per poi tornare alle sue occupazioni sempre ridacchiando, era allora che il principe ammetteva tra se e se, non senza un certo orgoglio, che sì, erano proprio figlie sue. La cena, quella sera, fu stranamente tranquilla, complice la mancanza di Trunks uscito insieme a Goten per andare ad una festa; l’assenza del fratello maggiore toglieva alle gemelle il bersaglio prediletto dei loro scherzi, ovviamente dopo Goku. Come di consueto, dopo aver terminato gli allenamenti mattutini il principe dei saiyan sedette comodamente sul grande divano di pelle del salone dove quella donna dagli assurdi capelli turchesi faceva avanti e indietro per la stanza stringendo spasmodicamente tra le mani alcuni progetti mentre imprecava con epiteti che neanche il più rozzo tra i saiyan di terza classe avrebbe potuto replicare. Il suono di una piccola esplosione unita a un leggero odore di bruciato richiamò l’attenzione dell’uomo che voltando lo sguardo verso le figlie si accorse che ad esplodere altro non era stato che l’orsetto di peluche con cui le figlie stavano giocando fino a pochi istanti prima visto che Bra ancora sbatacchiava a destra e a sinistra un arto dell’orsetto miracolosamente scampato all’esplosione, non appena si resero conto di aver attirato l’attenzione del padre, nascosero ciò che era rimasto del loro giocattolo dietro la schiena, poi si girarono verso di lui che le fissava con sguardo interrogativo, dopo essersi scambiate un occhiata complice la moretta con sguardo angelico, esclamò: “Ops! L’orsetto ha fatto boom” mimando l’esplosione con le mani, “Echalotte, Bra i giocattoli non esplodono da soli, ed è l’ennesimo di questi ultimi due giorni, se continuerete così rimarrete senza” disse con un sospiro esasperato “Ma papà, è vero!” Disse Bra con le lacrime agli occhi e lui cedette di nuovo. Vegeta tendeva a dimenticare che oltre al carattere le figlie avessero ereditato anche i poteri saiyan, le piccole infatti vantavano un livello combattivo molto elevato, disponevano inoltre dell’indiscutibile genialità della madre rendendo quelle bambine più pericolose di un gruppo di Oozaru fuori controllo, viste le premesse il principe non si era affatto sorpreso che le sue figlie a poco più di due mesi sapessero già volare, stressando ulteriormente la madre che non sapeva più come gestire delle mezzosangue iperattive, e compiuto il primo anno fossero già in grado di lanciare piccoli globi di energia, inutile dire che il primo bersaglio di questi Ki-blast era stato appunto Goku, seguito ovviamente da Trunks. Per un certo periodo di tempo, il principe, aveva valutato l’idea di addestrarle per accantonarla subito dopo sapendo che, qualora le figlie si fossero messe a piangere o a lamentarsi per il dolore lui si sarebbe fermato, consapevole di essere incapace di alzare anche solo un dito contro le bambine, aveva in fine rinunciato, accontentandosi di passare un po' di tempo con loro durante le estenuanti passeggiate in quei luoghi che Echalotte e Bra, al pari di altri terrestri sembravano adorare tanto, come ad esempio il parco giochi; cosa ci fosse di divertente a dondolare avanti e indietro o a ruzzolare giù da un piano inclinato davvero non se lo sapeva spiegare , non era molto meglio affrontare un avversario? Sentire l’adrenalina che ti scorre in corpo e l’eccitazione di prevalere sul nemico, l’energia che ti pervade ad ogni colpo andato a segno e la rabbia per ogni colpo che supera la tua difesa, non era meglio tutto questo ad un semplice parco in cui c’erano solo strani aggeggi e marmocchi urlanti? Ma a quanto aveva capito le figlie non la pensavano come lui.  Il problema però, non era il dover saltare gli allenamenti per accompagnare le figlie di quell’irritante donna terrestre, quello era il male minore, ciò che più infastidiva il terribile principe dei sayan era il fatto che sua moglie, insieme a quell’altra arpia che era la compagna dell’eroe più idiota mai conosciuto, lo avessero costretto a portarsi dietro quella palla al piede di Kakaroth insieme a sua nipote Pan. Una cosa che il principe non era riuscito ad impedire era che anche le sue figlie, al pari del fratello maggiore, creassero un legame con la famiglia Son, le sue piccole infatti avevano legato molto con Pan, che era a tutti gli effetti membro del team -Cacciamoci nei guai- gruppo molto attivo a onor del vero. Come dimenticare la volta in cui, per apprendere come si controllasse un Ki-blast, diedero fuoco a uno dei laboratori, oppure quando per decidere chi fosse più veloce fecero un giro attorno al pianeta, e non ci sarebbe stato nulla di male in questo, se l’adorabile trio nella gara non avesse travolto qualche aereo. Se le gemelle e la nipote dell’eroe si fossero limitate a distruggere qualcosa ogni tanto, avrebbe anche potuto accettarlo dato che per metà erano Sayan, razza non proprio famosa per la sua calma, ma loro, erano anche figlie di una scienziata, e non di una scienziata qualunque, ma della donna più geniale e folle dell’universo da lui conosciuto, eh sì che, visti i suoi numerosi viaggi dell’universo Vegeta ne conosceva una buona parte, numerosi erano anche gli scienziati con cui era venuto a contatto, sia nella base di Freezer che durante le missioni di conquista, sulla base della sua esperienza poteva quindi affermare che la donna che era sua moglie era in assoluto la migliore scienziata da lui conosciuta, infondo non è roba da tutti costruire una macchina del tempo o robot capaci di resistere ai suoi attacchi energetici. Seguendo la parte di DNA terrestre che avevano, una volta vistosi negato il permesso per una vacanza in mezzo allo spazio, le due adorabili pargole, con la complicità dell’amica che rubava i materiali per loro costruirono una navicella per iniziare il loro viaggio. In tutta quella storia, la cosa assurda fu che né lui, né Bulma si accorsero della partenza delle gemelle sino a sera, quando ormai quelle pesti erano già belle che partite; è anche vero che avevano abbassato la guardia, pensando che per quella volta le gemelle avrebbero lasciato perdere, ma da un lato era anche comprensibile, in fondo quale genitore, per quanto geniale, può aspettarsi che le figlie di soli quattro anni fossero capaci di costruire una navicella, era pur vero però che sua moglie, a circa la loro età, era riuscita a pilotare quella di Jaco, dannata donna terrestre, alla fine era colpa dei suoi  geni se aveva dovuto passare una settimana chiuso in una navicella con la terza classe e suo figlio alla ricerca delle mocciose, il fatto che la cocciutaggine e il non accettare rifiuti l’avessero preso da lui era solo un dettaglio di scarsa importanza. Il rumore di un tonfo seguito a un pianto chiaramente infantile lo fece riemergere dai suoi pensieri con una certa irritazione, alla quale si aggiunse una leggera preoccupazione sul come spiegare la situazione a Bulma qualora le figlie avessero fatto la pelle a qualche moccioso terrestre, ma ascoltando attentamente si accorse che quel particolare pianto lui lo conosceva abbastanza bene. Quando il principe arrivò alle altalene, luogo dal quale proveniva il pianto nonché gioco prediletto delle gemelle, quello che vide lo lasciò basito. Seduta a terra c’era Bra con il suo tipico sguardo corrucciato e lacrime agli occhi, davanti a lei Echalotte con una mano sul fianco e un’altra distesa davanti a lei in cui stava prendendo vita un ki-blast di dimensioni piuttosto elevate che puntava ad un moccioso che la stava fronteggiando con sguardo troppo arrogante. Probabilmente qualcuno ci avrebbe davvero lasciato le penne, si chiese brevemente se dovesse fermare sua figlia, infondo era colpa di quel moccioso che la aveva provocata, ora non rimaneva che capire come mai Bra fosse con il sedere a terra e si fosse messa a piangere; la risposta gliela fornì la figlia stessa. Una volta visto il padre la piccola turchina si alzò e gli corse in braccio e lui quasi meccanicamente la sollevò, nonostante detestasse quei gesti in pubblico. L’altra sua figlia stava in piedi davanti a quel terrestre con uno sguardo che avrebbe fatto scappare persino Freezer, il ragazzino, chiaramente autore di tutto il disastro che si stava scatenando nel parco iniziò a ghignare pensando che la bambina che aveva di fronte stesse per scoppiare a piangere, errore, decisamente grosso errore, sua figlia stava effettivamente per scoppiare, ma di sicuro non si sarebbe messa a frignare come una qualunque terrestre, con molta probabilità sarebbe stato lui a mettersi a piangere a breve. Neanche il tempo di finire di formulare il pensiero che sua figlia aveva rilasciato il globo di energia che teneva in mano, per un momento si preoccupò che lo avesse fatto fuori, ma appena il gran polverone si fu diradato vide che il bambino era intero, con il culo per terra e uno sguardo terrorizzato ma intero. “Così impari a spingerci giù dall’altalena” Disse sua figlia con un ghigno di trionfo che aveva preso da lui, era quasi orgoglioso di lei; ma chi voleva prendere in giro era estremamente orgoglioso di come sua figlia aveva gestito l’intera situazione. Vide con la coda dell’occhio che anche Bra ghignava felice e soddisfatta del terrore evidente sul viso di quel moccioso, doveva effettivamente ammettere che le più piccole avessero preso da lui più cose di quanto l’aspetto facesse supporre.
“Vegeta c’è qualcosa che devi dirmi?” Eccola, l’unica voce capace di terrorizzare il grande principe dei Sayan era comparsa non appena la sua massiccia figura aveva oltrepassato la porta della grande cupola gialla. Come diavolo faceva quella donna a sapere che ad essere entrato fosse proprio lui era uno dei molti misteri di Bulma Brief dato che a quanto ne sapeva lui la moglie non sapeva percepire le auree. Dannata geniale donna terrestre. Posò sul divano le figlie addormentate e si avvicinò a quella che da circa vent’anni era la sua compagna, o sua moglie per dirla in gergo terrestre, le cinse la vita con le braccia e iniziò a lasciarele piccoli baci sul collo, risalì con la mano verso il seno ma prima che potesse iniziare a slacciare i piccoli bottoncini della camicetta sua moglie gli posò una mano sulla bocca “È un tuo modo contorto per evitare di rispondere alla mia precedente domanda?” Lui si allontanò appoggiandosi all’isola della grande cucina “Cosa vuoi che sia successo? Uno sciocco terrestre le ha infastidite ed Echalotte ha reagito, forse un po' esageratamente.” Il volto della donna si assestò su un’espressione assassina, una di quelle che assumeva in situazioni davvero incasinate “Forse ha un po' esagerato?! Ha distrutto l’intero parco giochi della Città dell’Ovest, perché tu la considerassi una reazione esagerata esattamente cosa avrebbe dovuto fare, disintegrare l’intera città?! Hai idea di quanto mi costerà farlo riparare?” Vegeta sollevò un sopracciglio assumendo quell’aria beffarda che tanto lo caratterizzava “Ti ricordo che io alla loro età sterminavo intere popolazioni per rivendere i loro pianeti, e poi farlo ricostruire non ti costerà molto dato che quando è nato Trunks ne hai costruito uno grande il doppio in cortile” concluse lasciando la donna momentaneamente a bocca aperta. Vegeta si sporse leggermente verso di lei solleticandole la bocca con il suo respiro per poi allungare un braccio e afferrare la mela che si trovava nella cesta dietro di lei andandosene poi senza darle possibilità di replicare. Dopo il primo momento di smarrimento dovuto più alla vicinanza delle labbra di suo marito che alle sue parole, lo seguì decisa a continuare e a vincere quel duello di parole “Che io abbia fatto costruire un parco giochi per Trunks quando era piccolo è vero, ma se va avanti così hai idea di quanto spenderemo per riparare tutti i danni che le tue figlie decidono di fare? Non possono continuare a distruggere tutto ciò che non va loro bene” Concluse. Suo marito si accorse del cambiamento nel suo tono di voce, che ora appariva seriamente preoccupato, lei infatti, durante le loro schermaglie verbali assumeva un tono di voce stridulo e per certi versi fastidioso, ma ora era seriamente in apprensione per il comportamento delle figlie “Non dovresti preoccuparti, per ora sono piccole crescendo, forse, metteranno un po' di giudizio” Il viso della sua donna si rilassò percettibilmente così lui ne approfittò per entrare nella Gravity Room e sbatterle la porta in faccia, si appoggiò poi al muro di fianco ad essa con un sorrisetto soddisfatto, immaginandosi il viso di sua moglie al di la della porta. Adorava la parte battagliera di sua moglie, era per questo che spesso e volentieri ingaggiava con lei piccoli duelli verbali, l’espressione di lei in quei momenti era meravigliosa, gli occhi azzurri ridotti a due fessure con quella luce battagliera all’interno delle iridi che le faceva apparire ancora più luminose, le guance arrossate dalla collera e le labbra spesso arricchite con una generosa quantità di rossetto rosso contratte per l’ira. Sua moglie da arrabbiata era incredibilmente affascinante, non dubitava che se fosse stata una sayan gliele avrebbe suonate, ma purtroppo o per fortuna in certi casi, Bulma era una terrestre. Il principe si divertì per un breve momento a immaginare la sua compagna come una della sua razza, avrebbero potuto allenarsi e combattere insieme, ma accantonò quella fantasia quasi subito, sayan o meno, non sarebbe mai riuscito a ferirla, neanche se fosse stato costretto.
La donna dopo essere stata congedata con le tipiche buone maniere da principe degli scimmioni si voltò per tornare verso la sala “Chi sa come facevano a gestirlo i suoi genitori. Quello scimmione mi fa venire voglia di riportarli in vita giusto per saperlo” Borbottò fra sé la donna. Questa ultima frase fu udita anche dalle gemelline stese sul divano, svegliatesi visti i toni non proprio pacati della discussione tra i genitori, sentito il rumore di una porta che sbatteva che annunciava così l’uscita della donna, si misero sedute e si guardarono dritte negli occhi “Neh Echalotte?” La chiamò la bambina dai capelli turchini, non appena la sorella si fu voltata verso di lei continuò:” Stai pensando a quello che penso io?” Sul viso della piccola dai capelli corvini si aprì un sorrisetto che preannunciava l’ideazione di un casino colossale “Non resta che convincere Pan ad aiutarci” si limitò a rispondere. La serata trascorse abbastanza tranquilla, almeno per gli standard della famiglia Brief, le più piccole infatti non avevano distrutto nulle né usato il fratello come bersaglio, cosa strana ma non impossibile. Trunks si poteva ritenere effettivamente soddisfatto, fu un attimo perplesso per le occhiatacce che sua madre lanciava al padre, ma questa era una situazione piuttosto comune nella sua famiglia, anche a ruoli invertiti, effettivamente però, si stava iniziando a preoccupare, aveva l’impressione che quella fosse la tipica calma che precedeva la tempesta, che le sue sorelle ogni tanto non gli facessero qualche scherzo succedeva di rado, ma alla fin fine era abbastanza normale, infondo erano bambine e quindi ogni tanto si distraevano con qualcos’altro, ma aveva come la sensazione che da lì a poco sarebbe scoppiato un caos assurdo, e chi sa perché supponeva che sarebbe partito proprio dalle sue pesti. La mattina seguente, dopo un’abbondante colazione stile sayan, le piccole di casa chiesero alla madre se fosse possibile andare sui monti Paoz per giocare con Pan momentaneamente in visita dai nonni, la donna sorridendo disse: “Va bene, ma fatevi accompagnare da Trunks, che tanto doveva andare da Goten per studiare”. I tre si misero quindi in viaggio verso la loro meta, e, una volta arrivati il ragazzo lasciò le sue sorelle per raggiungere l’amico nella sua stanza. Le nuove arrivate si avvicinarono alla nipote dell’eroe che non appena le vide, smise di allenarsi e si avvicinò per salutarle: “Buongiorno Echalotte e buongiorno anche a te Bra, come mai siete venute qui così presto?” chiese la maggiore stranita dal fatto che due bambine notoriamente dormiglione come loro fossero venute a trovarla così presto. Le figlie della scienziata dopo essersi scambiate uno sguardo complice si avvicinarono di più all’amica, in modo che nessun altro potesse ascoltare “Vedi Pan” iniziò Bra avvicinandosi maggiormente all’orecchio della sua interlocutrice “Io e mia sorella abbiamo pensato che sarebbe interessante…”

 

  
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