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Autore: Alchimista di Neve    24/07/2018    4 recensioni
È così sensuale che mi è difficile resisterle: i suoi occhi neri mi promettono il vuoto assoluto, le sue carezze gelide mi invitano nel suo oblio, e il suo abbraccio potrebbe essere l’unico in cui troverò veramente conforto. Picchietta la mano sul materasso per invitarmi ad raggiungerla, ma non mi muovo: la contemplo da sopra lo schermo del computer e continuo a scrivere.
Genere: Introspettivo, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Siamo nella stessa stanza: io seduta alla scrivania, lei sdraiata sul mio letto che mi guarda lasciva. È così sensuale che mi è difficile resisterle: i suoi occhi neri mi promettono il vuoto assoluto, le sue carezze gelide mi invitano nel suo oblio, e il suo abbraccio potrebbe essere l’unico in cui troverò veramente conforto. Picchietta la mano sul materasso per invitarmi ad raggiungerla, ma non mi muovo: la contemplo da sopra lo schermo del computer e continuo a scrivere.
- Non c’è nessuno a casa. – mi ricorda con la sua voce bassa e metallica che non ha niente di umano, eppure è così intrigante che le lascio dire qualunque cosa, pur di poterla ascoltare.
- Credo che sia ancora troppo presto. Dopotutto… ho solo ventun anni. –
- Oh, io credo che sia l’età perfetta! Soprattutto per te, ragazza, che hai già aperto il tuo cuore e hai lasciato che venisse infettato da ogni tipo di batterio che voi chiamate “emozione”. –
- Io credo che dovremmo rimanere solo amiche, per ora. – la mia voce tremula lascia trapelare il mio improvviso nervosismo, perché vorrei veramente congiungermi a quella donna nera sdraiata sul mio letto, pronta solo ad accogliermi tra le sue braccia ossute. Lei si tira su e siede sul bordo, guardandomi e reclinando la testa di lato, come un animale confuso che non capisce gli intenti umani. E come potrebbe capirli, lei che è così terrena e al contempo così astratta?
- Sei tu che mi hai invitato. Cosa ti ha fatto cambiare idea?
Deglutisco, temendo che possa assalirmi come un lupo famelico, avida di vita.
- Sarebbe un dolore troppo forte, per me e per i miei familiari. Non posso lasciarli così. –
- Credi veramente che a loro importi ancora qualcosa di quella delusione di figlia che si ritrovano?
Mi blocco, paralizzata dalla consapevolezza, eppure ancora decisa a ricacciarla nel retro della mia mente, lontana dalla coscienza. Si alza e si avvicina a me con passo felino, le sue vesti nero pece strusciano sul pavimento, inizio a sudare freddo per la sua incombenza su di me. L’adrenalina scorre rapida nelle vene, ma non riesco a sfruttarla per scattare in piedi e allontanarmi: rimango congelata sul posto, capace solo di ruotare gli occhi per seguire i suoi movimenti.
Mi raggiunge e mi aggira, rimanendo alle mie spalle. Da questa posizione potrebbe facilmente tagliarmi la gola senza che io possa fare niente per impedirlo. Le sue mani scheletriche mi avvolgono le spalle, facendomi trasalire, mentre un brivido mi percorre la spina dorsale da cima a fondo ripetutamente. Avvicina poi la sua bocca al mio collo e inizia a soffiare un dolce alito glaciale, provocandomi altri brividi, stavolta di piacere. Sarebbe così facile arrendersi ora, andare con lei, lasciarmi tutto alle spalle, cedere al piacere del nulla eterno e abbandonare qui, in questo mondo, tutte le preoccupazioni dei vivi. Ancora una volta tenta di sedurmi, infilando una mano nella mia maglia e appoggiandola sul lato sinistro del torace, lì dove giace il mio piccolo motore di carne e sangue.
- Donami il tuo cuore, e io ti donerò la libertà.
Una voce sembra risvegliarsi nella mia memoria, una voce adolescente, ignara, eppure più saggia di tante altre che la mia mente ricordi in questo istante: la voce della ragazzina ingenua che ero fino a poco tempo fa.
 
“Suicidarsi è l’atto più ignobile che si possa commettere! È egoista, e non risolve nessun problema. Anzi, ne crea per quelli che rimangono, che devono soffrire la perdita e imparare a convivere con l’assenza di quell’idiota che non ha saputo aggrapparsi alla vita, o che è stato troppo orgoglioso per cercare aiuto.”
 
Le afferro il polso con una violenza che mi viene naturale nei miei momenti di nervosismo, e lo allontano con la mezza intenzione di spezzarglielo. Lei non si mostra indignata per il mio atteggiamento, solo un tantino delusa, come un commerciante che perde temporaneamente un cliente.
- Non farti più vedere fino al nuovo ordine. Sono stata chiara? –
- Sciocca umana! Saprò quando sarà il momento di tornare, e non sarai tu a decidere. -
- In tal caso, farò attenzione quando attraverso la strada. –
Emette una risata civettuola: - Sai che ci vuole molto più della semplice attenzione, mia cara. La fortuna è indispensabile… e tu non ne hai molta.
- Pensavo di averti detto di andartene. – non ammetto repliche. La vedo alzare le mani in segno di resa e avvicinarsi alla finestra, pronta a dissolversi nella luce del giorno.
- Non dimenticarti di me. Sai che io non mi dimentico di nessuno, anche se tutti sembrano ignorarmi.
- Oh, per caso ti senti poco amata? – cerco di colpirla nel vivo, se ce n’è nel suo corpo immateriale. Mi mostra un ghigno ferino che riesce a zittirmi e a rimettermi in riga, tanto è inquietante.
La Morte esce dalla finestra senza salutare.








Angolo Autrice: immagino che i tempi bui si presentino per tutti, per alcuni più spesso che per altri. Ciò non significa che uno debba arrendersi alle lusinghe di una signora vestita di nero che usa una falce come bastone da passeggio, chiaro?
   
 
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