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Autore: Crateide    25/07/2018    2 recensioni
Ho ancora davanti agli occhi l’immagine del tuo corpo che precipita in questo baratro oscuro. Non so quanto tempo sia passato, ormai non ti vedo più, sei scomparso fra le tenebre che ti hanno divorato.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Belle, Gaston
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Non-con
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Le lacrime mi appannano la vista, mischiandosi alla pioggia che scende giù impietosa da questo cielo nero e inclemente. Il suo ticchettio sulla nuda pietra mi riempie le orecchie, mentre tutto intorno a me tace e le tue urla sono ormai un’eco lontana. Il respiro mi si condensa davanti al volto, la mia mano è ancora tesa in avanti e stringe un lembo del tuo mantello, incapace di lasciarlo andare.

Ho ancora davanti agli occhi l’immagine del tuo corpo che precipita in questo baratro oscuro. Non so quanto tempo sia passato, ormai non ti vedo più, sei scomparso fra le tenebre che ti hanno divorato.

Non doveva andare a finire così. In un attimo ho perso colui che amavo e i miei amici, che ora, catturati e umiliati, giacciono in un falò davanti al portone d’ingresso: posso vedere il fumo salire in alto, fra il barbaglio lontano delle fiamme.

Se il castello è stato attaccato e tu sei stato ucciso, la colpa è mia.

Ritiro la mano che non vuole smetterla di tremare e mi sporgo ancora di più dal parapetto. Nemmeno la morte mi separerà da te, non ora che ho capito di amarti, non ora che ho visto l’uomo dietro la bestia.

Mi sollevo sulle punte per prendere la spinta necessaria, ma una mano mi afferra saldamente il polso, strappandomi un grido. In un battito di ciglia, Gaston si tira su e la paura mi gela il sangue nelle vene. Credevo che fosse morto con te, invece è qui. Non so come, ma si è salvato.

Indietreggio di un passo, mentre lui posa i piedi sulle pietre del balcone, sorridendo trionfante. I suoi occhi azzurri sono due fuochi pronti a ridurmi in cenere, ad annientarmi, a sottomettermi.

«Non fuggi, Belle?» mi chiede, avvicinandosi a me e passandomi rudemente una mano fra i capelli.

Non rispondo e chiudo gli occhi. A cosa servirebbe fuggire, solo a dargli la soddisfazione di inseguirmi e agguantarmi come una preda? Il cacciatore, la sua preda, l’ha già ignobilmente conquistata.

Mi attira a sé e mi strappa il mio primo bacio. Insinua la lingua e cerca la mia, vorace, degno della bestia che è in lui e che si nasconde dietro le fattezze di uomo. Mi getta a terra e mi sovrasta, ignorando le mie lacrime, ignorando la sottile supplica che mi è appena sfuggita fra i denti che sbattono incontrollati.

Sento la stoffa del mio abito lacerarsi, la pioggia colpirmi la pelle esposta, le labbra di Gaston sui miei seni, la forza dei suoi fianchi fra le mie cosce, il dolore della violenza straziarmi mente e corpo. Volto il capo verso il parapetto di pietra ormai lontano e mentre gli ansiti di Gaston si fanno più intensi, immagino il tuo corpo scomposto fra le rocce, freddo.

Infine, la realtà ha distrutto il sogno in cui mi ero illusa di vivere.

Non mi restano che dolore e lacrime.

 

 

 

 

 

 

Angolino dell’autrice:

Lo so, vi ho appena rovinato la favola e l’infanzia, ma per quanto io ami la Bestia, mi sono sempre chiesta, fin da piccolina, cosa sarebbe successo nell’immediato se a vincere fosse stato Gaston. Questa flash è una delle tante risposte che mi sono data. Vorrei tanto scrivere qualcosina in più, dedicare addirittura una long a questo what if? ma, ahimè, non ne ho il tempo. Magari, in futuro, chissà.

 

Senza pretese,

Elly

 

 

 

 

   
 
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