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Autore: Diva_13    29/07/2018    5 recensioni
L'aria non giungeva ai polmoni, come un boa che avvolge la sua preda per poi ucciderla, così la vita stava intrappolando Harry, divenendo troppo stretta per lui.
Chiunque merita una seconda possibilità, merita di essere felice una seconda volta.
Lo specchio delle brame ti guarda dentro e scova ogni desiderio recondito, insidiato nell'angolo più buio del cuore e a volte ignoto alla persona stessa.
Harry non aveva dubbi: poter vivere una vita tranquilla e felice con le persone a lui care.
Ma la guerra miete vittime e lui è rimasto solo. Ha battuto Voldemort, ma a quale prezzo?
La speranza lo ha abbandonato, ed ora non gli resta altro che lasciarsi morire.
Fino a quando però non gli si presenta una seconda opzione: potrà vivere in una dimensione alternativa, dove tutti i suoi amici, i suoi genitori sono vivi, al prezzo di dover sconfiggere nuovamente Voldemort.
Dal cap. 1
"Non sapeva se sarebbe sopravvissuto una volta attraversato il velo, non sapeva se al di là avrebbe condotto una vita migliore, ma la paura non riuscì a fermarlo: fece un passo avanti, prese un lungo respiro e si lanciò senza esitazione, facendosi avvolgere dal buio"
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fred Weasley, Harry Potter, I Malandrini | Coppie: Fred Weasley/Hermione Granger, Harry/Ginny, James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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CAPITOLO 4  -SCONTRI-


Dal tono serio che Harry aveva assunto, Silente capì che era qualcosa di veramente importante. Con la calma che lo contraddistingueva nei momenti difficili e di tensione, si sedette dietro la sua scrivania invitando il ragazzo a fare la stessa cosa con un gesto della mano. Incrociò le dita sotto al mento e dopo aver fissato Harry negli occhi per cinque buoni minuti proferì:”ti andrebbe una caramella?”

Harry rise, riuscendo finalmente a rilassarsi. Il preside dal canto suo sorrise nel notare di essere riuscito nel suo scopo.  Aveva percepito la tensione del giovane mago davanti all’idea di raccontargli qualcosa doveva essere particolarmente spinoso e oramai dall’alto dei suoi anni sapeva come agire.

Con un cenno del capo incitò Harry a parlare; il ragazzo si sfregò nervosamente le mani, chiedendosi se fosse stata la cosa giusta rivelare tutto a Silente. Aveva fiducia  nel vecchio preside, e la necessità di parlare con qualcuno di quello che gli stava accadendo diventava ogni giorno più forte, ma, il dubbio che dovesse tenersi tutto per se non lo abbandonava.
Con un sospiro prese coraggio e finalmente si decise a parlare:”io..signore..dovrei confessarle una cosa importate…ho bisogno di un consiglio da qualcuno che di cose al mondo ne ha viste, ma non me la sentivo di parlarne davanti agli altri.”

Silente lo fissò attentamente incitandolo con lo sguardo a continuare a parlare. “io..ehm..come dire..io…”

Harry non potè finire il suo discorso perché la porta venne spalancata violentemente e Gazza cadde rovinosamente ai piedi della scrivania.

Sia Harry che il preside dovettero trattenere le risate di fronte a quella scena, specialmente quando il custode, nel tentativo di rialzarsi cadde di nuovo inciampando nei propri vestiti.

“Signor preside, signore preside, venga presto, i Serpeverde e Grifondoro stanno lottando davanti alla sala grande, i professori non riescono a calmarli, venga presto prima che succeda qualcosa di grave!!” Gazza sputò quelle parole tutte d’un fiato per poi accasciarsi di nuovo a terra stremato.
 
Silente guardò Harry lanciandogli un’ occhiata di scuse e rialzato il custode uscì dall’ufficio. Harry non stette fermo e seguì la coppia
 
Quando arrivarono davanti alla sala grande la luce degli incantesimi illuminò i loro volti: una vera e propria battaglia si stava svolgendo davanti alla sala grande. Gli incantesimi che volavano erano tanti, ma per fortuna, Harry potè constatare che non erano magie oscure, ma incanti di livello base; quelli che potevano definirsi piú avanzati erano degli Stupeficium e Protego.
 
Si trattava di un gruppo di circa quaranta studenti, probabilmente del sesto e settimo anno. Fra la folla Harry cercò dei volti conosciuti; riconobbe Colin Canon, Astoria Greeengrass, e altri volti che conosceva di vista quando frequentava anche lui a Hogwarts.
 
Il suo cuore perse un battito quando fra la schiera dei Grifondoro vide il viso di Ginny. Tra le cose che guerra gli aveva portato via vi era stata anche la possibilità di vivere sereno il proprio amore con lei: aveva lottato al suo fianco fino all’ultimo, ma un Avada Kedavra l’aveva colpita alla schiena e fatta morire fra le sue braccia.
 
Ora invece la vedeva li, fiera, determinata come sempre, che lottava per i propri ideali senza avere timore delle conseguenze. Era la sua Ginny.
 
Silente tentò di riportare il silenzio, e quando i ragazzi videro la presenza del preside smisero subito di lottare. Le scuse furono tanto ma Silente irremovibile tolse punti ad entrambe le case.
Mentre poi tornavano nell’ufficio Harry si volse un’ultima volta verso gli studenti e incontrò un viso che lo stupì: una chioma rossa dagli occhi castani che somigliava irrediabilmente a sua madre.
 
“Scusami Charlie per lo spettacolo a cui hai dovuto assistere, cosa stavi per dirmi?” Silente riprese il discorso una volta seduti di nuovo alla scrivania.
 
“No, nulla di importante, non si preoccupi.”
 
“Non  mi sembrava una cosa da nulla ragazzo.”
 
“Sul serio, non si preoccupi.”
 
Harry concluse in quel momento che se era stato interrotto una volta, allora non era destino che il vecchio preside venisse a conoscenza della verità quel giorno.
 
Silente storse leggermente il naso davanti alla resilienza del mago nel confessargli quel qualcosa che sembrava opprimerlo tanto, ma ignorò la cosa quando il giovane cambiò bruscamente discorso.
 
“Preside, sono contento che, mi abbiate accettato nell’ordine, capisco come sia dura di questi tempi dare fiducia a un ragazzo sconosciuto,specialmente se giovane come me, le assicuro che non vi pentirete della vostra scelta.” Silente sorrise mesto
 
“Ragazzo mio, una possibilità va data a tutti, e poi con l’entusiasmo di Sirius e James nel prendere le tue difese, non avrei potuto di certo non ammetterti nell’ordine”
 
Harry rise di gusto “Mi può allora dire come è messa la situazione del mondo magico, vista da un occhio più…vicino,oserei dire, sa, vorrei essere piú informato.”
 
Il suo piano aveva cominciato a prendere forma.
 
“Cosa si può dire ragazzo! Siamo  in guerra da più di vent’anni, Voldemort ha preso potere inizialmente a piccole parti, accerchiando le menti oscure più instabili, uomini, ragazzi, e tutti lo abbiamo dato per scontato, il Ministero lo ha dato per scontato e lui così è divetato invincibile. Ha trovato il modo di rendersi immortale. L’eternità è sempre stato il pensiero fisso di Tom, l’essere invincibile,il numero uno..”
 
“Tom??” chiese con finto stupore Harry
 
“Si Tom. Il vero nome di Voldemort. Tom Orvoloson Riddle. Un ragazzo orfano, abbandonato dal padre babbano quando scoprì che la madre era una strega. È cresciuto senza famiglia e questo lo ha portato a smettere di credere nell’amore. Sono stato io stesso a introdurlo nel mondo della magia, ma Tom…oOO Tom si è sempre mostrato un bambino diverso. Venne smistato a Serpeverde, ed era il migliore in tutti corsi, tutti lo ammiravano, volevano essere come lui, eppure…lui non aveva amici. Solo persone di cui si circondava e che sfruttava per i suoi bisogni. Charlie, tu non puoi capire quanto una vita senza amore possa renderti cattivo e cambiarti dentro. Probabilmente se fosse stato smistato in un'altra casa le cose sarebbero andate in modo differente, ma ciò non sarebbe comunque mai potuto accadere, perché lui, Tom, è il diretto discendente di Salazar Serpeverde. Il suo perfetto erede.”
 
“Ma..lui non si è mai sentito a casa....cioè comunque, avere un luogo a lui caro non lo ha aiutato?” Silente sospirò.
 
“Lui ha sempre considerato Hogwarts la sua casa. Ha tentato anche di farvi ritorno,come insegnante di Difesa contro le Arti Oscure, ma a quel tempo ero appena diventato preside, non lo accettai ritenendo che.. non so… avevo avvertito un’aura oscura in lui e non volevo avvicinarlo ancora di più a divenire qualcosa di pericolo . Ho sbagliato in questo. È anche colpa mia se lui è diventato quello che è oggi. Da allora, fra l’altro il posto di Difesa contro le Arti Oscure è  maledetto e nessun insegnante dura più di un anno. Questa volta addirittura,non si è presentato nessun candidato. Il professor Piton sta ricoprendo sia il ruolo di insegnante di Pozioni che quello di Difesa.”
 
Silente sospirò affranto. Harry assimilò accuratamente ogni parola che gli era stata detta. Ripercorrendo nella sua mente quella vita di cui era  già venuto a conoscenza anni fa, come allora chiese al vecchio preside:”Cosa lo rende immortale, voglio dire, non credo sia diventato un dio, e non esiste una pozione in grado di porre fine alla mortalità, a meno che…non sia entrato in possesso della pietra filosofale?”
 
Negli occhi di Silente calò un’ombra oscura, al pensiero probabilmente di qualcosa di scomodo.
 
“Hai mai sentito parlare di Horcrux Charlie?” Non aspettò che il ragazzo rispondesse. “Si tratta di una magia oscura, tremenda. l’Horcrux è un oggetto, un animale, o persino una persona che contiene un pezzo dell’anima della persona che l’ha creato. In questo modo la persona quando muore può essere riportata alla vita mediante la reincarnazione, perché la Morte non è riuscita a prendere tutte le parti dell’anima. Spezzare un’anima è una cosa atroce…per compiere un gesto simile bisogna commettere  un omicidio.”
 
Harry sapeva benissimo come si creava un Horcrux, lui stesso era stato tale, ma ancora una volta rimase sconvolta dalla notizia. Non riusciva proprio a capacitarsi di come un uomo potesse rinunciare alla propria umanità in cambio dell’eternità. La morte è una parte della vita che va accettata. O così, almeno, la pensava lui.
 
Espose i propri pensieri al preside che ridendo tristemente gli disse:”Oo ragazzo, magari tutti la pensassero come te. Purtroppo l’umanità è corrotta e non tutti hanno un cuore buono e puro.”
 
Harry annuì e decise di porre un’ultima domanda al suo vecchio:”Per caso lei sa quali sono questi Hocrux?
 
“No Harry. Conoscendo lo spirito ambizioso di Tom, immagino siano oggetti appartenuti ai quattro fondatori, o comunque che si tratti manufatti di rilevante importanza. Ma non ho proprio idea di quali siano.”
 
Detto ciò si allontanò dalla scrivania e con un cenno del capo Harry fece per uscire dallo studio. Arrivato alla porta però si voltò improvvisamente.

“Ha detto che non ha nessun insegnante di difesa per quest’anno scolastico. Potrei propormi come candidato? Le assicuro che ne ho le facoltà. Era la materia in cui eccellevo a scuola.”
 
Silente sembrò pensarci un attimo per poi comunicargli che gli avrebbe fatto sapere non appena si fosse riunito con il consiglio insegnanti.
 
A quel punto il giovane mago uscì definitivamente dall’ufficio del preside.
 
 
 
 
Mentre camminava per i giardini di Hogwats, Harry si ritrovò a pensare alla conversazione appena avvenuta con il suo vecchio mentore.
 
Innanzitutto era rimasto abbastanza sconvolto quando era venuto sapere che il periodo in cui era arrivato era settembre, e addirittura la prima settimana di lezioni. Dedusse però che se la Morte aveva voluto questo ve ne era una ragione ben precisa. In secondo luogo ragionò su quali Hocrux avrebbe potuto Voldemort creare in quella dimensione. Il numero sette da quali oggetti era stato composto questa volta?
Degli oggetti appartenuti ai fondatori era certo, ma Nagini…e lui stesso? Qui i fatti erano andati diversamente dal suo mondo, quindi gli ultimi due pezzi di anima erano probabilmente in posti differenti. Decise che avrebbe dovuto al più presto parare con qualcuno dell’ordine per capire se anche in questa dimensione era presente il serpente.
 
Nel frattempo quasi senza accorgersene era arrivato a Hogsmade; l’imbrunire cominciava a comparire e la gente ritornava nelle proprie case.
 
Harry si guardava attorno, ricordando i momenti felici dei suoi anni di scuola. Oramai avrebbe potuto smaterializzarsi da un pezzo, ma per un momento volle rivivere quelle sensazioni di pace che la cittadina portava in lui.  Passò davanti a vari negozi: Mielandia, le Poste, Zonko, Madama Rosmerta, quando, giunto davanti a un osteria delle vie secondarie, vide un gruppo di studenti di Hogwarts.  
 
Si fermò davanti al vetro per osservare meglio: si trattava di una gruppo di Grifodoro e qualche Corvonero. Nessun volto era particolarmente familiare, se non, e al quel puto Harry sussultò per la seconda volta, quel ragazzo così somigliante a sua madre. Si chiese il perché fossero a quel’ora tarda nel villaggio, ma non fece in tempo a formulare un’ipotesi che il suono di una serie di materializzazioni risuonò nell’aria. Harry si voltò verso il rumore e quello che vide gli fece raggelare il sangue nelle vene: erano arrivati  i Mangiamorte.
 
Gli incantesimi cominciarono a illuminare l’aria, il ragazzo potè contare una quindicina di manghi, intuendo cosi che si trattasse di una retata per spaventare la gente. Gli Stupeficium era l‘incantesimo maggiormente usato, e ciò tranquillizzò Harry che però al contempo sentì nel sangue la voglia di mettersi in gioco.
 
 Trasse su il cappuccio e corse verso i maghi oscuri, la bacchetta sguainata e uno sguardo determinato in volto. Cominciò ad attaccare con furia. La magia fluiva dal suo braccio alla bacchetta, come mai gli era successo in vita sua, sentiva il suo potere crescere, incontrollabile ed esplodere fra le sue dita.
 
Ben presto i Mangiamorte cominciarono a battere in ritirata, Harry non combatteva più solo con la bacchetta ma aveva cominciato a praticare la magia con l’uso delle sole mani. I maghi si sentivano inferiori davanti a quelle capacità e gli unici avversari che erano rimasti sul campo di battaglia erano tre Mangiamorte. Da dietro le maschere Harry riconobbe Lucius Malfoy, Avery, e uno dei Carrow.
 
La lotta cominciò a farsi più dura. La folla si era dileguata e nella piazza del paese il ragazzo combatteva solo contro i tre maghi. Non gli pesava il confronto. Con una mano eseguì un Deprimo bloccando momentaneamente gli uomini, mentre con la bacchetta li fece schiantare fra di loro. I Mangiamorte risposero modo offensivo all’attacco: Malfoy tentò di colpirlo con un Sectumsemra, mentre Avery eseguiva l’incanto Spacca Ossa.
 
 Harry scansò le maledizioni senza problemi, i suoi riflessi erano ben allenati e il potere che scorreva in lui gli dava una carica maggiore. Rise sadicamente di fronte ai tentativi dei maghi di attaccarlo, un luccichio di sadismo si riflette nei suoi occhi. Attaccò di nuovo e fu come se l’aria attorno a lui fosse scomparsa: la sicurezza e il potere che emanava impedivano ai suoi avversari di respirare. Lanciò dei Reducto, Stupeficm e Lacero. Ma il suo solo potere bastò a terrorizzare i maghi oscuri.
 
Lucius e gli altri cominciarono a indietreggiare ed Harry li bloccò davanti a un albero. L’unica cosa che i Mangiaorte videro nell’oscurità furono due occhi verdi come l’Anatema Mortale.
 
“Dite al vostro padrone che c’è qualcuno di potente in giro, ditegli che il suoi regno non durerà a lungo, ditegli, che il ragazzo che è sopravvissuto sta per decretare la sua fine” Detto ciò Harry voltò le spalle ai maghi pronto ad andarsene.
 
Quello che non aveva notato erano  gli studenti che, sentitosi finalmente al sicuro, erano usciti dall’osteria e avevano attirato l’attenzione dei Mangiamorte.
 
“Lacero” Sentì urlare, e quando si voltò vide l’incantesimo volare verso il sosia di sua madre. Preso da un senso di protezione lanciò un incantesimo offensivo ma non avendo il tempo di nominare un incanto di protezione spinse via il ragazzo facendogli da scudo col proprio corpo. La maledizione gli sfiorò il bracciò e il dolore si propagò per l’arto. Nonostante ciò Harry lo ignorò e fece appena in tempo a voltarsi che i Mangiamorte si smaterializzarono.
 
Si voltò verso il gruppo di ragazzi e scorse la paura nei loro occhi, ma notando che stavano tutti bene proferì solamente:” Venite vi riaccompagno a Hogwarts”
 
Si mise in testa alla fila sentendo chiaramente un paio di occhi scuri che  lo fissavano con curiosità.
 

 
 
 
   
 
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