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Autore: Neko    29/07/2018    2 recensioni
Si ritrovò in un posto oscuro. Un buio così pesante da poterlo quasi toccare. Si sentiva accapponare la pelle. Si abbracciò come a cercare conforto e chiamò a gran voce i nomi delle persone che amava. Nessuna voce rispose però al suo richiamo.
Tutto continuava a essere avvolto dall’oscurità. Poi dei lamenti si alzarono nell’aria, interrompendo quel silenzio innaturale che la circondava, ma che rimpiangeva nel sentire quei gemiti di disperazione e di dolore… Si svegliò di soprassalto, con la fronte ricoperta di sudore e una tremenda sensazione di angoscia.
Genere: Avventura, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Regina Mills, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 12

 

“Probabilmente mi prenderete per una pazza, ma…voglio diventare la salvatrice!” disse Regina, facendo cadere il silenzio in sala.

Tutti la guardavano straniti, tranne Emma, che sapeva cosa volesse la donna.

“Tu vuoi diventare la salvatrice?” chiese Snow.

“Questa è bella!” disse Killian.

“Ti rendi conto che il tuo, è un desiderio assurdo vero?” chiese David.

“Tesoro è impossibile. È un dono di nascita, non lo si può diventare solo perché lo si vuole!” disse Robin.

Emma con un gesto della mano fece tacere tutti e disse “Regina si è espressa male. Non vuole diventare la salvatrice nel vero senso della parola, perché è ovvio che è impossibile.  Vuole acquisirne i poteri momentaneamente per impedire che Roni torni negli inferi, sia che accada attraverso i sogni, che tramite visioni!” disse Emma.

“Quindi stai parlando di uno scambio di poteri?” chiese Gold.

Emma annuì “A quanto sembra solo la magia di un salvatore è abbastanza potente per vedere il cambiamento che sta avvenendo ed è impossibile sottrarsi. Anche quando le anime che ci stanno aiutando, vogliono mandare messaggi a me, vengono recapitati anche a Roni!”.

“Sta notte c’è mancato poco che perdessi mia figlia e non posso permettere che questo accada. Non voglio che corra pericoli e voi dovreste capire quello che provo, dato che qui dentro siamo tutti genitori!” disse Regina determinata.

“Ti capiamo Regina, ma…è fattibile una cosa di questo genere?” chiese Snow perplessa.

“Non lo so, per questo volevo chiedere a Gold!” disse Regina, riferendosi poi all’uomo “Tu sei stato l’oscuro per secoli, ne sai qualcosa?”

Gold sospirò “Esiste un incantesimo per scambiare i poteri, ma entrambe le parti devono volerlo e ovviamente devono essere tutti e due degli esseri magici, ma…”

“Ma?” chiese Regina.

“Ma non è mai stato provato con un essere potente come un salvatore!” disse Gold.

“Possiamo provare, tanto è un incantesimo momentaneo giusto?” disse Regina.

“La durata dipende dalle parti, ma ogni corpo è adatto a un tipo di magia, potrebbe non sopportare l’altro tipo a lungo! Te la senti?” chiese Gold, ricevendo una risposta affermativa da Regina.

 

Vedendo la determinazione di Regina, Gold acconsenti di aiutarle, potendo comprendere anch’egli, cosa volesse dire preoccuparsi del proprio figlio e volerlo proteggere da ogni solta di male.

Andarono al negozio dove Gold, anche se non aveva più poteri, volendo poteva praticare la magia, tramite pozioni.

I presenti dovettero aspettare diverso tempo, mentre il proprietario, nel retro, cercava il libro che parlava della magia che interessava loro.

“Ecco qua!” disse Gold poggiando il tomo sul bancone. Come ricordavo, l’incantesimo non è difficile in sé. Bisogna unire le mani, ripetere questa formula e soprattutto voler donare il proprio potere all’altro!” disse Gold.

“Che razza di lingua è?” chiese Emma dando un’occhiata al libro “Perché gli incantesimi sono sempre in lingue assurde?”

“Basta che ripeti quello che ti dico e non avrai problemi salvatrice!” affermò Gold.

Emma guardò Regina e le chiese “Sei sicura di voler provare?”

“Sicurissima!” rispose l’interpellata.

“Allora, facciamolo!” disse Emma prendendo le mani dell’amica e chiudendo gli occhi per concentrarsi. Regina fece lo stesso e ripetendo la formula dettatagli da Tremotino, l’incantesimo ebbe inizio.

Ci fu un turbinio di luci, bianca intorno ad Emma e viola intorno a Regina, ma sebbene nessuno avesse mai visto quella magia, tutti poterono notare che qualcosa non andava. La magia di Regina volteggiava sopra di lei, mentre quella di Emma, rimaneva intorno alla donna, finchè, con uno lampo, scomparve per tornare all’interno della salvatrice, mentre i poteri di Regina, rimanendo per un momento a volteggiare, non avendo posto dove andare, tornarono all’interno della sua proprietaria.

Emma strinse gli occhi e si portò una mano sulla fronte.

“Stai bene?” chiese Killian affiancandola.

“Regina?” chiese Robin alla donna, vedendola pressoché nelle stesse condizioni della salvatrice.

“Sono solo un po’ stordita. Cosa è successo? Ha funzionato, non mi sento diversa!” disse il sindaco.

“Questo perché l’incantesimo non ha avuto successo!” disse Gold “E sembra che la colpa sia della salvatrice!”

Emma lo guardò seccata “Certo, la colpa di tutto è sempre mia!”

“Perché sarebbe colpa di mia figlia?” Chiese David.

“Perché come avete visto, la magia di Regina era pronta a spostarsi, quella di Emma non ha voluto abbandonare il suo corpo!” disse Gold.

“E quale potrebbe essere la ragione?” chiese Emma.

“Forse non volevi darle i tuoi poteri love!” disse Killian “è plausibile?”

“Perché non avrei voluto?” chiese Emma.

“Sei incinta?” chiese Gold.

“Cosa?” chiese Emma sorpresa.

“Quel lampo era uno scudo di protezione, lo stesso scudo che si veniva a creare quando eri in attesa di Alice. Spiegherebbe perché la magia non ha funzionato. Tu vuoi aiutare Regina, ma non sai che effetto posso avere i suoi poteri sul bambino!” disse Gold.

“Questo è assurdo. Regina, riproviamo!” disse la salvatrice e appoggiando l’amica, Regina acconsentì.

Niente cambiò, lo schema che si ripeté fu lo stesso. I poteri di Emma non volevano abbandonarla.

Tutti la guardarono, chi straniti, chi curiosi, chi con le stelle negli occhi.

Emma si sentì osservata e disse “Allora mettiamo le cose in chiaro. No, non sono incinta. Io e Killian abbiamo provato ad avere altri figli? Si, sono mesi che ci proviamo, ma ho fatto mille test di gravidanza e sono stati tutti negativi. Sembra che non riesca a rimanere incinta d’accordo?” disse Emma infastidita, dato che quello era un argomento che le creava disagio, ma anche sofferenza, in quanto davvero desiderava un altro figlio.

“Emma, i test non sono infallibili, possono averti dato un risultato sbagliato!” disse Snow.

Regina vide e riconobbe l’atteggiamento dell’amica, si stava chiudendo a riccio e cominciò col dire “Sentite, forse è meglio…” non terminò la frase che Emma tirò fuori il cellulare e compose un numero. Mise il vivavoce, in modo tale che tutti potessero sentire.

“Emma cosa stai…” cominciò David.

“Ora avremo la conferma!” disse Emma determinata a far valere la sua ipotesi.

“Pronto?” disse la voce dall’altro capo del telefono.

Whale, sono Emma!”

“Oh, Emma…senti mi dispiace per l’altra sera, ma dovevo pensare agli altri pazienti e…” cominciò Whale.

“Non ti ho chiamato per questo motivo. Come di routine, quando qualcuno arriva in ospedale fai delle analisi del sangue dico bene?” domandò la donna in modo sbrigativo, mentre si sentiva ancora gli occhi puntati addosso.

“Esatto, è la prassi!” rispose Whale.

“Hai fatto anche le mie quindi!” disse Emma.

“Si, come appena detto è la prassi!”

“Hai già i risultati?” chiese la salvatrice, non sapendo bene cosa sperare. Da una parte sperava che avessero ragione gli altri e far avverare il desiderio suo e di Killian di diventare di nuovo genitori, ma con tutto quello che stava accadendo, sapeva di non poter sopportare un’altra gravidanza in un altro momento disperato.

“Si, li ho guardati stamattina,  è tutto in regola, i tuoi valori sono tutti nella norma, bhe tranne quelli dell’ossigeno e dei liquidi nel sangue, ma perché abbiamo prelevato il sangue prima che intervenissimo e...!” cominciò Whale.

“Ti faccio una domanda precisa e voglio una risposta chiara in modo tale che nessuna possa anche solo intendere male. Sono incinta?” chiese Emma.

“ehm…come ho appena detto i tuoi valori sono…”

“Si o no!” chiese Emma esasperata.

“No, Emma. No. Non c’è niente che indichi che tu sia in dolce attesa!” disse Whale.

“Ok, ti ringrazio e scusa il disturbo!” disse Emma, chiudendo la conversazione. Si rimise il cellulare in tasca e guardando i presenti disse “Ora siete soddisfatti? Qualcuno vuole obbiettare un parere medico?”

Nessuno rispose ed Emma seccata, se ne andò in malo modo.

 

Camminò e camminò per diverso tempo, fino a ritrovarsi al molo, vicino  alla Jolly Roger. Decise di salirci e si mise a prendere un po’ di aria marina sul ponte della nave. In quel momento avrebbe voluto andare per mare, anche se solo per pochi minuti. Le piaceva quella sensazione di libertà dove non vi erano pensieri e i titoli non significavano niente. Lei in mare aperto diventava Emma. La salvatrice non esisteva.

Sospirò tristemente e  nemmeno lei sapeva spiegarsi il perché di quella sensazione di ansia che provava nel cuore. Non era per la catastrofe imminente, era per la conversazione appena avuta. Scoprire…o meglio confermare che non era incinta le era pesato molto più di quanto avrebbe creduto. La gravidanza con Alice era stata un incubo con il costante rischio di perderla, la gravidanza con Henry, per quanto fosse andata bene, non se l’era goduta, sapendo di non potersi affezionare al figlio e la sola idea di vivere un'altra gravidanza in contemporanea a una nuova minaccia, le accapponava la pelle, però quel no, alla sua domanda a Whale, l’aveva colpita nel profondo, forse perché temeva di aver perso la sua occasione. Chi poteva garantirle che sarebbe tornata viva dalla sua nuova impresa, o Killian o chiunque altro, perché già sapeva che non l’avrebbero lasciata andare da sola e nel caso davvero qualcuno ci avrebbe rimesso la vita, questa volta, avrebbero dovuto lasciare i loro sentimenti da parte e, se ci fosse qualche scappatoia, non avrebbero potuto riportare in vita nessuno. O meglio avrebbero potuto, ma rischiando di incasinare maggiormente la situazione e finire infine di morire tutti.

 

La brezza marina era fresca, ma persa nei suoi pensieri, non sentì i brividi che avevano cominciato a scuoterle il corpo e nemmeno i passi di qualcuno dietro di lei che le si avvicinava. Sussultò quando sentì qualcosa venire poggiato sulle sue spalle.

Killian!” disse, girando la testa verso di lui, quando comprese che l’uomo che amava gli aveva ceduto la sua giacca di pelle per coprila.

Il pirata le si sedette accanto e le domandò “Tutto bene love?”

Emma annuì, ma non lo guardò.

“Devo ripetere la domanda, sperando nella tua sincerità?” domandò l’uomo, dato che ormai non riusciva più a ingannarlo. La conosceva troppo bene.

“Se è per la questione gravidanza amore…non è un problema, c’è ancora tempo e…” cominciò Killian, che venne messo a tacere dalla donna che lo guardava infastidita “Smettila di dire che c’è tempo per quello e vorrei che tutti la smettessero di insinuare che sono incinta. Non lo sono e probabilmente non lo sarò mai ok? C’è questa minaccia che è ancora più insidiosa delle altre e chi ci garantisce che torneremo indietro, che riusciremo a fermarla o che entrambi torneremo a Storybrooke da nostra figlia?”

Killian fece per rispondere, ma Emma lo precedette di nuovo “E non cominciare con i tuoi discorsi sulla speranza. Al momento la mia speranza è andata al diavolo!”

Killian sospirò “Hai ragione. Avere speranza è importante, ma non sempre basta per risolvere la situazione. Le cose potrebbero andare male, parecchio male, ma anche bene in definitiva e dobbiamo semplicemente impegnarci tutti quanti, affinché questa ultima ipotesi sia quella che si avveri. Concentriamoci su un problema alla volta. Pensiamo a risolvere questa minaccia e poi…chi lo sa, un nuovo bambino potrà essere la ricompensa di aver salvato il mondo!” disse Killian sorridendole.

“E se per caso non riuscissi a rimanere incinta?” chiese Emma preoccupata.

Killian non perse il sorriso e spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio le disse “Mi hai già donato Alice, nonostante non pensassi di meritarmi tutto questo ed è una bellissima bambina, tale e quale a sua madre, cosa posso volere di più dalla vita. In più abbiamo anche Henry e direi che la nostra famiglia, anche se non riuscissimo ad avere un altro membro nella ciurma, è già al completo Swan. Su questo punto non devi preoccuparti. Il destino si compie sempre e se il fato vorrà donarci un altro figlio va bene, se non vorrà va bene comunque. Abbiamo già tutto quello di cui abbiamo bisogno per essere felici…minacce a parte!”

Emma fece un leggero sorriso, prima di stringersi maggiormente la giacca di Killian addosso e appoggiarsi su di lui per cercare un po’ di calore.

“So che hai ragione, ma…non riesco a fare a meno di aver i nervi a fior di pelle. Mi sento nervosa per tutto e tutto mi infastidisce, anche pensare positivo!” disse la donna.

“Perché sei stanca love! Dovresti riposare un po’!” disse Killian.

“Ho paura di chiudere gli occhi Killian. Non voglio rivederla!” disse la salvatrice senza specificare il nome, sapendo che il marito avrebbe bene inteso di chi stesse parlando.

Killian le baciò la testa e le disse “Lo so love, ma…non puoi continuare così e ingozzarti di caffè. Devi riposare, prometto che ti starò accanto e appena vedo che c’è qualcosa che non va, ti sveglierò!”

Emma era ancora dubbiosa, in quanto più volte era capitato che non riuscissero a svegliarla, ma decise di riprovare. Il suo corpo ne aveva bisogno, dopo giorni che non riusciva a dormire decentemente, ma solo per poche ore a notte, alcune delle quali perché addormentata forzatamente da anime che dovevano parlarle.

“D’accordo, ma…qualsiasi cosa, non darmi la mano. non voglio portarti lì con me. Voglio saperti al sicuro Killian!” disse Emma. Sentì l’uomo risponderle, ma la sua voce era lontana e diventava sempre più bassa fino a tacere e le braccia intorno a lei, che la facevano sentire al sicuro, scomparvero. Non si era addormentata, ne era certa e solo una cosa poteva essere. Non era lei a essere andata negli inferi attraverso il sonno, ma furono  gli inferi ad andare da lei e intrappolarla in una visione.

Spalancò gli occhi e guardandosi intorno disse “No, non di nuovo!”

 

  
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