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Autore: Dexter Bell    02/08/2018    0 recensioni
In un caotico e violento futuro gli uomini hanno costruito una città in cui tutto è possibile: hanno conquistato ogni forma di potere, dalla magia alla scienza, ma questo non ha posto fine ai problemi dell'umanità, anzi ha forse solo consegnato strumenti più terribili a uomini sempre più malvagi e ottenebrati dall'onnipotenza.
Ogni notte nella città di EcatombCheriArk accadono stupefacenti miracoli e si materializzano terrificanti incubi, ma stanotte, tra le mille storie che si potrebbero raccontare, una parla di due giovani: privi di qualunque potere saranno sospinti da eventi e forze più grandi di loro verso un turbine di follia che insegnerà loro quale sia realmente la differenza... tra Uomini e Bestie.
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Of Men and Beasts
(Di Uomini e Bestie)

Capitolo 1
Hunt

 Il rumore del motore gravitazionale era praticamente impercettibile ora che la modalità furtiva era stata inserita. Grazie ad essa più di una tonnellata di lega metallica a prova di esplosivo era trasformata in una invisibile piuma sospesa a mezz’aria, nascosta nelle ombre dei giganteschi palazzi e fluttuante sopra la testa degli ignari civili. La piuma di un falco con artigli da venti millimetri e autorizzato ad aprire il fuoco senza preavviso, nella fattispecie. Come un occhio maledetto il proiettore agli infrarossi gettava uno sguardo insanguinato sui vicoli sottostanti, la sua luce indagatrice visibile solo al visore della pattuglia e all’agente dall’altro capo del terminale.

“Cosa diavolo ci hanno spedito a recuperare questa volta, Hallington?” Chiese l’operatore di sorveglianza mentre sul display olografico del suo elmetto osservava il fascio di luce infrarossa illuminare le pareti di un edificio fatiscente per controllarne gli interni tramite le finestre.

“Due umani, un maschio e una femmina, statura e corporatura nella media…” Cominciò il pilota mentre faceva lentamente scendere d’altitudine l’aereomacchina con il movimento fluido del predatore in caccia.

“Dai, non fare lo stronzo! Credi che mi sarei messo a controllare con questa trappola senza aver prima letto il briefing? So già tutte le cazzate del caso, ma, ehi dico, la cosa mi puzza… Hanno spedito fuori l’intera sezione con l’ordine di aprire il fuoco a vista, armati fino ai denti e con la corazzatura massima per un’operazione furtiva… e poi consigliano di “non usare le normali luci di perlustrazione perché potrebbero allertare il bersaglio”… come se qualcuno che si meriti raffiche da venti millimetri da una aviosquadra al completo non tenga sotto controllo anche lo spettro infrarosso e ultravioletto… che stanno facendo quelli dei piani alti? Stanno cercando di farci ammazzare?” Era evidente che quella idea doveva essere passata più di una volta anche per la testa dell’agente Hallington, perché, anche se non rispose, una smorfia decisamente inquieta gli comparve sul volto.

“State in campana ragazzi” Fece invece eco una voce dal sistema di comunicazione dell’auto di pattuglia “Monterson ha ragione, tutta l’operazione puzza di bruciato. Quei bastardi delle corporazioni hanno truppe e mezzi più tosti anche della nostra SWAT, ma invece di chiamare i loro “CyberDuri” a levargli le castagne dal fuoco, hanno fatto una formale denuncia e richiesta di assistenza a noi della polizia… Che cavolo, l’ultima volta che sono stato sul luogo di un attentato industriale ci mancava poco che non arrestavano loro me perché ficcavo troppo il naso… Non mi torna per niente il fatto che questa volta siano venuti da noi a piangere per avere aiuto… Perché diavolo dovrebbero farlo se non per usarci come esche?”

“Topi” Disse lapidariamente un’altra voce dal comunicatore.

“Che cavolo stai dicendo?” Replicò lo scettico interlocutore corrugando le sopracciglia per sottolineare la sua perplessità, espressione che andò del tutto sprecata, visto che, nonostante la videocomunicazione fosse accesa, il suo volto era coperto dall’elmetto per il volo tattico

“Topi…” Fu ripetuto dall’altra parte “…É quello che ci hanno mandato a cercare…” Spiegò l’altro agente tirando verso di sé la cloche per portare la sua aeromobile corazzata dentro ad una strada secondaria, per poi fermarsi in appostamento “Le Corporazioni chiamano Topi quei… “Disturbi” abbastanza piccoli per riuscire ad infilarsi tra le maglie della loro sicurezza, ma troppo grandi per potersene fregare…”

“Devi essere un “Topo” fottutamente grande e resistente per riuscire a entrare nei sistemi di sicurezza di una corporazione” Si inserì una quinta voce dal comunicatore

“Hai ragione al cento per cento, Miller, ma i Topi non Entrano… Escono. Non esistono pesci piccoli che possano fare fessi i Corporativi e poi tornare per raccontarlo, ma a volte sono i Corporativi che si portano a casa dei pesci piccoli e in quel caso, a volte, qualcuno con la fortuna dalla sua parte riesce a coglierli impreparati…”

“Degli evasi! Ecco a che cazzo stiamo dietro” Appuntò Monterson mentre spostava la torcia agli infrarossi su alcuni derelitti sdraiati nel vicolo che stavano perlustrando

Yup, l’hai detto. I Topi sono quegli insignificanti leccapiedi sottopagati, addetti ai controlli minori, o anche materiale da laboratorio che alla fine se la svigna col favore della notte… I padroni di casa lascerebbero anche andare simili pesti, in fondo meglio un Topo fuori che dentro casa, no? Ma il problema è che i veri Topi si portano via sempre un po’ del prezioso formaggio del padrone di casa… e allora proprio non è il caso di lasciarseli sfuggire, vero?”

“Ah ah… Ora le cose cominciano a tornare… se questo fosse vero tutta questa storia comincerebbe ad avere un senso… non chiamano i loro gorilla perché non avrebbe senso usare un lanciamissili contro una mosca e così…”

“Ci hai preso di nuovo. Gli uomini delle corporazioni hanno sicuramente i numeri per fare saltare mezza città, ma non sono infiniti… e quando hai per le mani un piccolo roditore che sa nascondersi, più che la forza ti serve il numero… ed ecco dove la polizia gli torna utile…”

“Capo!” Chiamò l’agente rivolto al coordinatore che tutto sentiva tramite la centrale comunicativa “É così che gira la storia? Siamo a caccia di Topi, stanotte?” Ci fu qualche secondo di silenzio dalla centrale, poi la profonda voce del tenente ruppe l’attesa di tutte le truppe

“Sì… Più o meno la storia deve essere così… Anche se ufficialmente si tratta di un pericoloso criminale colpevole di sabotaggio e spionaggio industriale… O almeno così dice la D’Monics Corporation…”

“Tenente, ma quelli non hanno i mezzi per trovare anche una spina di pesce sotto al Sigillo? Voglio dire, so che hanno anche dei Sacerdoti Merigliani sul loro libro paga, per non parlare di Signori dell’Arte Arcana dei miei stivali… o no?”

“Hanno anche dei precognitori psichici se è per questo, Mitchell… ma è ovvio che se sei riuscito in primo luogo a svignartela dalle loro grinfie, puoi stare certo che devi avere qualche buona stella che ti veglia… o qualche contromisura che ti sei portato via da lì dentro… Magari è proprio questo il pezzetto di formaggio che quelli della D’Monics stanno tentando di riportarsi a casa… Comunque non voglio niente che possa far scatenare i Cani da Guerra della D’Monics nella nostra città, quindi è meglio trovare i Topi adesso che le acque sono ancora calme, prima di ritrovarci in mezzo al mare in burrasca…”

“Agli ordini, capo!” Fu la pronta risposta che giunse all’ufficiale dai suoi uomini. Manovrando tra i palazzi dalle più diverse architetture, gli agenti fecero scivolare la loro aereomobile silenziosamente tra le strade buie, scrutando le degradate condizioni di quella periferia. Oggetti rotti giacevano sparsi qua e là senza un preciso ordine, segno di qualche recente guerra tra bande; il poliziotto addetto alla scansione fece una smorfia di malcontento e riaprì il canale audio.

“… Sarà meglio fare come dice il capo, ragazzi, qui il posto fa veramente schifo… ed ho anche una brutta sensazione…” Dall’altra parte, per qualche istante, non venne nessuna risposta e l’agente ebbe il folgorante pensiero che la “brutta sensazione” si fosse realizzata ben prima di quanto pensasse, poi, però, la voce di un suo compagno giunse e, per quanto sarcastica fosse, l’udirla lo tranquillizzò un poco.

“Tu dici?” Chiese un altro agente tranquillamente mentre sorseggiava una bevanda calda appoggiato al suo veicolo parcheggiato sulla cima di un palazzo. Capitatagli in sorte quella postazione di vedetta, lui certo aveva poco affanno e poco contatto con il lerciume delle strade sottostanti “A me pare una notte stupenda…” Millantò dall’alto della sua posizione mentre si godeva il certo non indifferente spettacolo della città vestita con il suo meraviglioso abito di luci, ma, soprattutto, osservava il gigantesco schermo olografico turistico che levitava a qualche decina di metri da lui.

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Ancora più luminoso e vistoso delle luci cittadine in lontananza, lo schermo guardava verso le strade principali dove sperava di trovare il favore degli occhi di qualche turista a cui raccontare il suo copione. E quale migliore icona per attirare l’attenzione, se non una bellissima donna dalle perfette proporzioni e coperta solo quel tanto che basta a lasciare un poco di lavoro all’immaginazione? Certo non ne trovava di migliori l’agente che, portando nuovamente alle labbra la sua bevanda, sospirò un poco nel fissare lo stupendo volto virtuale… L’idea che quello fosse solo un costrutto virtuale, anche se perfettamente fotorealistico, gli era di poco conforto in quella ennesima notte fredda e solitaria, ma scacciò questi tristi pensieri ben più contento di farsi imbambolare dallo stupendo sorriso e dalla calda voce dell’ammiccante fanciulla… “Cavoli! Questa “Propaganda” funziona davvero bene!”

 

“Benvenuti a EcatombCheriArk!
Vi Auguriamo di trascorrere un piacevole soggiorno nella nostra meravigliosa e accogliente città!”

 

Fu la prima frase che la ragazza virtuale pronunciò dalla sua abitazione fluttuante mentre davanti a lei compariva il decoratissimo logo che era stato scelto per rappresentare la città.

“Io sono Jenny, la vostra Assistente Turistica Personale… Volete che vi indichi l’Itinerario Speciale del giorno?” Con lo stesso sorriso che ammiccava dall’enorme schermo gravitante sopra i palazzi, il volto della ragazza virtuale pose la sua domanda dal ben più contenuto monitor di un piccolo mezzo da turismo parcheggiato a livello del terreno. Un giovane ragazzo, visibilmente affannato e a cui si stringeva una coetanea dal volto altrettanto turbato, rispose a mezza voce, come per non farsi sentire

“No! Lasciami i controlli e partiamo subito! Fai in fretta!” Ordinò agitato, come se tale emotività potesse sortire un qualche effetto sull’ “Assistente Turistica”

“Certamente! Controlli manuali attivati. Vi auguro un piacevole tragitto!” Esultò la AI come si conviene a chi ha l’entusiasmo programmato nel suo codice sorgente. Il piccolo mezzo prese a levitare a qualche metro dal suolo e accelerò progressivamente, mentre il ragazzo tirava il manubrio verso di sé, impartendo allo scooter gravitazionale il comando di guadagnare ancora altitudine “Avete sicuramente scelto bene la vostra vacanza se siete venuti ad EcatombCheriArk!” Continuò Jenny, oramai impostata su una routine pubblicitaria non interrompibile “La nostra città è stata insignita dello Statuto Speciale di Autodeterminazione, una speciale forma di legislazione che permette alla nostra beneamata Amministrazione di poter prendere decisioni in totale autonomia dal governo centrale, gestendo tutti gli aspetti interni ed esterni secondo le proprie uniche direttive e volontà. Questo rende la città di EcatombCheriArk l’ultima delle Città Stato! E probabilmente la più florida e accogliente che sia mai esistita!” Il ragazzo strinse i denti, sopportando la propaganda Amministrativa, proprio mentre volava di fronte ad un vecchio fabbricato ancora in mattoni dalle vetrate sfondate dove dei senzatetto tentavano di scaldarsi con un fuoco acceso chissà come. “Ovviamente questa è una scelta fatta in comune accordo con il Governo Centrale e pienamente approvata anche dalla comunità internazionale. Infatti lo SSA (Statuto Speciale di Autodeterminazione) è stato conferito con il preciso compito di vegliare sul Sigillo…” La figura della ragazza in quel momento scomparve per lasciar spazio ad una inquietante raffigurazione olografica di una mappa (presumibilmente della città) che mostrava come sinistramente le strade principali fossero organizzate per disegnare, inscritta nel cerchio formato dalle mura esterne della città, una stella a sei punte estremamente precisa che a sua volta aveva inscritto un pentacolo di cui una delle punte mirava decisamente a sud “… L’esistenza del Sigillo fu sancita ufficialmente dalla Commissione Bibel-Wortzstain già all’inizio del corrente millennio. Misurando le emissioni Arcano-Spirituali emanatesi dal territorio cittadino, la commissione pose fine alle difficili ere in cui i sostenitori di quella che fu poi in seguito chiamata la “Accurata Veglia” erano considerati come dei visionari e dei superstiziosi. Grazie ai suoi risultati, il Sigillo, che già per troppo tempo era rimasto ai margini dell’attenzione amministrativa, fu finalmente sottoposto alle dovute regolamentazioni e osservazioni giuridiche che da sempre il buon senso aveva imposto agli abitanti della nostra amata città. Naturalmente fin da quel lontano giorno, gli scienziati, gli stregoni e i sacerdoti non hanno mai smesso di studiare le energie che avvolgono la misteriosa configurazione del Sigillo, ma, nonostante i giganteschi passi avanti che sia la scienza che la Magia hanno fatto, ancora non è stato possibile rivelare alcunché riguardo alla vera natura di questa meraviglia. Sono ovviamente false le conclusioni maligne, a cui alcuni invidiosi affermano di essere giunti, secondo le quali tale conformazione magica fu posta in essere da qualche antica civiltà scomparsa nel tempo per rinchiudere una qualsivoglia forza apocalittica…”

“Sì, Certo…” Fu l’unico commento che Jenny riuscì a strappare al suo pilota mentre riduceva la velocità del mezzo, forse per ridurre il brusio del motore gravitazionale

“…Sono felice che la pensiate anche voi così” Rispose la AI ricomparendo nel monitor “In fondo, non c’è alcun tipo di evidenza storica che indichi nulla di tutto ciò. In effetti, proprio questa assenza totale di testimonianze ha impedito di poter datare la formulazione del Sigillo: non ci sono rimaste testimonianze che non parlino del Sigillo come di un dato di fatto scontato, sia negli archivi della nostra beneamata città, sia in tutti gli altri archivi mondiali. Con così pochi dati a sua disposizione, l’Amministrazione non ha potuto fare altro che rendere finalmente legge esecutiva quello che per innumerevoli decenni era stata una semplice pratica di buon augurio: sancì infatti un piano regolatore dell’edilizia che impedisse la costruzione di edifici oltre il limite estremo del Cerchio Esterno del Sigillo e di edifici che intralciassero in un qualsivoglia modo le Strade Principali che tracciano l’Esacolo ed il Pentacolo. Uno dei pochi studi conclusivi che è stato portato a termine dalle varie commissioni scientifiche ha infatti accertato che il Sigillo sembra in qualche modo essere alimentato e assolvere alla sua funzione, qualunque essa sia, grazie alle energie vitali della città stessa… Tutte le comunità Politiche, Magiche e Scientifiche hanno convenuto che, se è stato posto qui, il Sigillo deve esercitare una funzione importante, non è quindi possibile lasciare la zona disabitata e senza la nostra città! Ma, anche senza il Sigillo, chi vorrebbe mai andarsene da una città tanto Meravigliosa?!” A questa frase il ragazzo fece il possibile per non schiantare inutilmente il pugno sul proiettore olografico, trattenendosi a stento e cercando di ignorare l’orribile brusio di Jenny per poter pensare più chiaramente alla strada da seguire. “Una piacevole conseguenza di questa ordinanza è stata che, poiché nel tempo la popolazione è andata via via crescendo, sicuro indice di qualità della vita, ma essendo rimasta immutata la sua estensione territoriale, oggi EcatombCheriArk è anche la città con la maggior densità di popolazione al mondo. Questo è il segreto della piacevole sensazione di vitalità e sano affollamento che rende le nostre strade un gradevole spettacolo di continua operosità e affaccendamento, come se ci fosse sempre una perenne festa! A proposito… - interloquì Jenny per distrarre dall’agghiacciante salto mortale propagandistico che le avevano programmato – Lo sapevate che solo grazie al vostro status di turisti potete godervi questo comodo viaggio in avioscooter? L’Amministrazione, eternamente preoccupata per i suoi cittadini, ha infatti sancito un totale divieto di circolazione per i mezzi privati. A seguito proprio dell’affollamento stradale, è stato ben presto impossibile spostarsi con mezzi via terra e, dopo una serie di sfortunati incidenti, l’Amministrazione decise di vietare anche il trasporto privato aereo per evitare che eventuali “inconvenienti” avessero terribili conseguenze sui passanti sottostanti. Quindi ora solo i mezzi pubblici, il cui fiore all’occhiello sono le nostre linee di treni metropolitani, e alcuni mezzi privati in possesso della dovuta certificazione sono autorizzati a circolare: il resto dei trasbordi è effettuato a piedi! Tenetelo presente se desiderate trasferire qui la vostra residenza!” Al limite della sopportazione il ragazzo scese a compromessi con la sua rabbia e tentò una soluzione diplomatica

“Jenny, non potresti smettere con questa dimostrazione? Voglio dire ADESSO?” chiese a denti stretti escludendo dalla frase una serie di improperi e minacce che era sicuro la AI non avrebbe “computato”.

“Oh, no Signore! Lasci che le elenchi le meraviglie che l’Amministrazione ha compiuto nel gestire la città almeno!”

“Dovevo immaginarlo…”

Benchè alcuni mistificanti studi redatti da sconosciute società di indagine abbiano additato la nostra stupenda città tra quelle con il tasso più alto di criminalità, l’Amministrazione smentisce fermamente questo dato e vuole rassicurarvi del fatto che le forze di polizia sono sempre all’erta e in grado di rispondere a qualunque emergenza, anche la più piccola, entro pochi minuti. Non dobbiamo poi dimenticare l’importante aiuto che le Corporazioni hanno portato alla sicurezza cittadina nella forma di finanziamenti agli organi di polizia e di società di vigilanza privata che rendono sicure al cento per cento tutte le aree indispensabili… C’è tutto ciò che desiderate a EcatombCheriArk! E senza alcun rischio! L’Amministrazione vi consiglia comunque di mantenere i vostri itinerari all’interno della Zona Corporativa, il Cerchio Interno, e non correrete alcun tipo di rischio! L’Amministrazione invece, vi Sconsiglia Vivamente di includere nei vostri tragitti le Zone di Combattimento, cioè gli spazi che intercorrono tra le Strade Principali dell’Esacolo e le Mura del Cerchio Interno: in quelle zone sono stati ravvisati gravi problemi di ordine pubblico. Tuttavia, se amate il pericolo e desiderate vivere una esperienza emozionante, la Polizia di EcatombCheriArk mette a disposizione un limitato numero di posti ogni giorno sulle loro auto di pattuglia nella zona per permettervi di provare il brivido di una pericolosa lotta contro il crimine! Proprio come i nostri Eroici Tutori Dell’Ordine!”

“Corrotti Tutori dell’Ordine, vorrai dire…” Non riuscì a esimersi il ragazzo

“Attenzione! L’Amministrazione non fornisce alcun tipo di garanzia sulla sicurezza del viaggio o l’incolumità dei partecipanti a questa iniziativa! Aderendo al programma sollevate l’Amministrazione e la Polizia da ogni responsabilità per danni o morte a voi, ai vostri oggetti personali e alle persone che vi accompagnano. Qualunque assicurazione contro infortuni o sulla vita possiate aver precedentemente stipulato è da considerarsi sospesa per l’intera durata dell’Escursione” Concluse con un bellissimo sorriso Jenny, come se stesse parlando di una qualche innocua clausola formale. “Ho terminato la presentazione guidata della città. Desiderate informazioni più accurate riguardo qualche argomento specifico?”

“No!” Si affrettò subito il ragazzo per paura che anche il più breve silenzio fosse scambiato per un assenso “No, basta così!”

“Come desiderate! È mio dovere avvertirvi comunque che è già orario notturno, che vi trovate ancora fuori dalla Cerchia Interna, che non state seguendo un itinerario prestabilito e che la vostra rotta non sembra dirigere verso la Cerchia Interna… L’Amministrazione vuole farvi sapere che non si assumerà alcuna responsabilità nel caso continuiate in questa condotta…” Annunciò ancora con impeccabile entusiasmo glissando sull’ultima parte con magistrale programmazione

“Grazie!” Tagliò corto il ragazzo rallentando il mezzo e tentando, ora che poteva sentirsi pensare, di orientarsi e di captare rumori in lontananza.


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