Storie originali > Soprannaturale > Angeli e Demoni
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Autore: Mr Apricot    02/08/2018    0 recensioni
Cinque ragazzi con la strana capacità di potersi trasformare in cinque avvenenti e potenti ragazze si ritroveranno presto a combattere in un'epica battaglia tra Bene e Male...la domanda è, quale sarà il loro ruolo in tutto questo?
Genere: Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: Gender Bender
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CAPITOLO 2: Tra Sogno e Realtà
 
“Sono a casa!”, urlò Diego, richiudendo la porta dietro di sè.
“Bentornato!”, vide la testa di Luca fare capolino dalla cucina, in segno di benvenuto. Si trattava di suo fratello maggiore, più grande di qualche anno rispetto a lui, alla quale somigliava abbastanza. Avevano gli stessi occhi e capelli scuri, ma suo fratello a differenza sua aveva dei tratti molto più delineati e maturi.
“Papà?”, domandò il ragazzo, mentre posava la borsa all’ingresso.
“A cena fuori per lavoro”, rispose semplicemente il fratello, tornando alle sue faccendo. “Per cui siamo solo tu ed io.”
“Fantastico”, esordì Diego raggiungendolo in cucina.
“Già!”, gli fece eco Luca. “Sto preparando un po’ di pasta alla carbonara...ti garba?”
Il ragazzo alzò le mani. “Sicuramente meglio della mia cucina a base di scatolette sott’olio!”
“Sicuramente”, concordò il fratello maggiore. “Com’è andata l’uscita?”
“Bene...”, rispose Diego, alzando un sopracciglio. “Perchè?”
“Così tanto per chiacchierare! Dove siete andati di bello tu e i tuoi vecchi amichetti di scuola?”
“Non erano i miei ‘amichetti’ di scuola”, puntualizzò il moro.
“Pensavo fossero loro...”, rispose il fratello. Poi si bloccò di colpo, voltandosi a guardarlo con un’espressione completamente diversa.
Diego, che aveva appena realizzato anche lui, si maledisse mentalmente per non aver lasciato correre.
“Sei uscito di nuovo con Ettore?”, sbottò Luca.
Ormai era fatta. E poi non aveva motivo di mentire a suo fratello. Mica era suo padre.
“Sì...”, ammise. “Mi sono visto con lui e gli altri.”
“Perchè?!”, rispose Luca arrabbiato.
“Per...”, prese tempo Diego. “Fare il punto della situazione!”
“Ossia?”, esclamò il fratello, incrociando le braccia al petto. 
“Cose nostre!”
“Tipo controllare quanto vi sono cresciute le tette?!”, sibilò Luca.
“Smettila!”, lo ammonì il fratello più piccolo.
“È solo che...”, cominciò Luca. “Perchè devi vederti con quel ragazzo?!”
“Lo sai perchè”, rispose Diego.
“No”, ribattè il fratello. “Non lo so!”
“Per capire cosa sono, Luca!”
“Cosa vorresti dire?”, lo guardò il fratello, aggrottando la fronte.
“Lui, che ti piaccia o meno, è più simile a me di quanto non lo sia tu o chiunque altro!”, cominciò a dire il ragazzo gesticolando.
“Questo non è vero!”, lo interruppe Luca. “Tu non hai nulla di che spartire con quel ragazzo, Diego!”
“Questo lo credi tu!”, fece il moro. “Che ne sai?”
“Io so che è una persona da cui è meglio stare alla larga, Diego! Tutti quelli che gli stavano vicino hanno fatto una brutta fine e non voglio che ti succeda la stessa cosa!”
“Questo non vuol dire che sia colpa sua!”
“Come fai a saperlo?!”, rispose Luca.
“Perchè non ha senso!”, esclamò Diego.
“Per te non ce l’ha!”, sibilò il fratello.
“Luca, quello che stai dicendo non ha senso!”, cercò di farlo ragionare il moro.
“Sì che ce l’ha!”, borbottò il fratello maggiore.
“No, invece!”, ribadì Diego. “Senti”, aggiunse poi facendo un respiro profondo per calmarsi. “Lui è il solo con cui mi posso confrontare sui miei ‘poteri’, ad ogni modo però starò sempre attento, okay?” Tanto comunque avrebbe dovuto tenere alta la guardia a prescindere, dopo la storia del bigliettino.
Gli conviene!”, fece Luca, stringendo i pugni per trattenere la rabbia. Poi fece un respiro profondo anche lui e infine appoggiò le mani sulle spalle del fratello. “Va bene...fai quello che ti senti di fare...” Detto questo si girò dall’altra parte e tornò alle sue faccende.
“Finisco di preparare la cena!”, sentenziò. “Tra un quarto d’ora è pronto!”
“Allora comincio ad apparecchiare”, rispose Diego, lieto di quella sorta di ‘tregua’ che aveva trovato col fratello.
Mentre prendeva i piatti, ripensò a tutte quelle volte in cui pronunciando semplicemente il nome di Ettore, il ragazzo avesse visto un brusco cambiamento di umore nel fratello.
Ripensò a tutta la faccenda, che effettivamente, vista dall’esterno, non aveva molto senso.
Quattro ragazzi, praticamente sconosciuti, sapevano del suo più intimo segreto. La domanda era: si poteva fidare di loro?
Non aveva idea se e chi di loro gli avrebbe potuto fare del male.
Non sapeva nemmeno se quello che stava vivendo era vero e reale oppure un’illusione innescata nella sua mente.
E un’altra cosa che gli dava preoccupazione, era la consapevolezza che il suo potere non gli avrebbe consentito di difendersi nel caso in cui l’avessero attaccato.
Si strinse nelle braccia, mentre sentì un brivido attraversargli la schiena.
Cercò poi di scacciare quei pensieri a forza, non appena sentì suo fratello annunciare che era pronto in tavola. Non voleva che lo vedesse così.
 
 
La serata passò tranquilla e Diego decise di andare a letto presto.
Anche se non aveva sonno, preferiva rimanere coricato nel buio della stanza che divideva con suo fratello, in modo da avere del tempo da dedicarsi e poter riflettere meglio su tutta la sua situazione. E soprattutto sulle sue preoccupazioni.
Dopo vari ragionamenti non riuscì ad arrivare a nulla di concretamente fattibile e senza rendersene conto, si addormendò, perdendosi nei suoi stessi sogni.
 
*****
 
 
Diego si vide avvolgere dalle tenebre, come oscuri tentacoli malevoli gli avvolgevano il corpo, in una morsa senza via d’uscita.
Il ragazzo cercò per riflesso di rannicchiarsi su se stesso, preso dal panico, cosa che tuttavia non gli riuscì.
Dopo un tempo che gli parve interminabile, si sentì afferrare da dietro e trascinare via da quella morsa nera.
Una volta libero, prese a fare profondi respiri, per incamerare più aria possibile nei polmoni.
Che diavolo stava succedendo?!
“Ehi, piano! Calmati, è tutto finito!”, qualcosa gli si appoggiò benevolo sulla spalla e il ragazzo si voltò per vedere il suo interlocutore.
Si ritrovò davanti un ragazzo dagli insoliti capelli color rosa pastello, che per quanto strani, sembravano completamente naturali.
Diego rimase lì lì a bocca aperta. Nonostante il colore dei capelli, la prima cosa che lo colpì di quello sconosciuto erano i tratti del volto particolarmente virili...e secondariamnete il dover prendere consapevolezza del suo orientamento piuttosto confuso.
“Tutto bene?”, gli chiese il ragazzo chinandosi verso di lui.
“Sì...”, rispose il moro, rendendosi poi conto che lo spazio intorno a loro non era ben definito e a tratti completamente offuscato.
“Diego”, ripetè quell’altro per avere la sua più completa attenzione.
Il ragazzo si voltò a guardarlo, pensando nel mentre che quasi sicuramente doveva trattarsi di un sogno.
“Devi fare attenzione!”, lo ammonì il ragazzo prendendo la testa del moro tra le mani.
“Attenzione a cosa?”, domandò Diego, ritrovandosi col respiro affannato per la troppa e improvvisa vicinanza.
Si rese conto che era incredibilmente attratto da quel ragazzo.
Per quanto si trattasse solo di un sogno, per quanto lui non fosse reale e per quanto parlasse di una situazione di pericolo, a Diego quel ragazzo dava alla testa.
Meno male che sarebbe rimasto tutto nella sua testa, pensò.
 
  
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