Libri > Il fantasma dell'Opera
Ricorda la storia  |      
Autore: Tide    03/08/2018    3 recensioni
Chi ha detto che il Persiano debba necessariamente aver detto a Leroux tutta la verità, solo la verità?
NON è una whatif? perché ho fatto del mio meglio per far collimare tutti i passaggi. Tuttavia questa oneshot presuppone un sequel (nel quale tutto sarebbe chiarito), che purtroppo non so quando e se riuscirò mai a pubblicare qui.
P.S:Storia partecipante al contest "Una one shot per l'estate" indetto da mystery_koopa sul Forum di EFP.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
MOLTI ANNI DOPO ...


Il Persiano sprofondò nella sua poltrona con un gran sospiro, non appena sentì Darius chiudere la porta alle spalle del giornalista.
Era vecchio e malato e le visite del signor Leroux, il dover rivivere momenti tanto dolorosi, l’avevano messo a dura prova. Eppure non poté fare a meno di chiudere gli occhi  e annuire tra sé soddisfatto.  Avrebbe mandato Darius ogni giorno in libreria con l’ordine di acquistare immediatamente il libro, appena Leroux l’avesse pubblicato.
“Daroga, dormite?”
La domanda, improvvisa e del tutto inaspettata, lo fece sobbalzare. Appena si fu accertato di non aver avuto un infarto, il vecchio diede un’occhiata feroce alla figura alta e sottile che sedeva nella poltrona di fronte, proprio dove fino a pochi minuti prima era stato il giornalista.
Sarebbe stato difficile dire se si trattasse di un uomo o di una donna e che età avesse: i capelli neri erano raccolti, ma gli abiti che indossava erano maschili; il volto magro e spigoloso, segnato da un’ampia voglia rossa sullo zigomo destro, non offriva indizi significativi al riguardo; la pelle appariva liscia, ma sottile e sbiadita.  Ma il Daroga conosceva molto bene la ragazza.
“Madeleine …” cominciò il Persiano, ma lei lo interruppe con un cenno spazientito:
“Oh, Daroga! Vi sembra questo il modo di spaventarmi?”
Il pover’uomo spalancò gli occhi:
 “Io spaventare te?” esclamò “ Cosa avrei fatto io per spaventare te? Mentre tu sei arrivata senza il benché minimo preavviso e per giunta entrando di soppiatto da una finestra che avrebbe dovuto essere chiusa!”
Era chiusa.” Corresse tranquillamente Madeleine “E mi avreste certamente sentita entrare se non foste stato così assorto. Per di più, sapevate benissimo che sarei venuta, Daroga. O non sareste degno di tale titolo.”
“E cosa avrei fatto …?” tentò di protestare il Persiano
“Avevate gli occhi chiusi e non mi avete sentito!” esclamò la ragazza “Ho temuto foste morto, amico mio!”
Il Daroga dovette prendere un profondo respiro per distendere i propri nervi. La premura della ragazza era sincera, ne era certo, ma Madeleine aveva sempre provato un certo gusto a spazientirlo.
“Ad ogni modo” riprese il vecchio “Darius sarebbe più che felice di aprirti la porta.”
“Salvo squadrarmi per bene e poi scuotere la testa con disapprovazione”
“è per gli abiti, Madeleine, e non puoi dargli torto: una signorina per bene non dovrebbe mai vestire da uomo.”
“E come ci entro dalla finestra con le crinoline?!”
A quel punto il Daroga non poté fare a meno di levare le braccia al cielo invocando Allah. Madeleine ne rise di gusto. Poi d’un tratto si fece molto seria, persino cupa.
Per un attimo il Persiano fu catturato dallo sguardo della ragazza: le sue iridi dorate rilucevano con ipnotica intensità nell’ombra dell’orbita.
“Ora, Daroga, ditemi: cosa gli avete raccontato?”
Lui diede un lungo sospiro. La domanda non lo sorprendeva, ma aveva sperato che non fosse quello lo scopo della visita.
“Non ti avevo detto che sarebbe venuto oggi. In realtà, nemmeno io lo sapevo con certezza.”
“No” fece l’ospite , incrociando le braccia con aria indispettita “Ma fosse stato per voi, non avrei saputo nulla di nulla. Cattivo Daroga!”
L’uomo proseguì:
 “Ne deduco che tu l’abbia seguito.”
“Certo che l’ho fatto! Ah, Daroga, gli avete affidato troppo facilmente i segreti di Erik! Non gli ho fatto niente, come promesso, ma non potevo lasciarlo andare su e giù per l’Opera con i segreti di Erik. Nell’Opera, nella sua Opera … Oh, Daroga, la mamma è tanto triste! Ha paura che non le lasceranno il corpo … Chi è lei per volere un cadavere? Chi è quel cadavere perché qualcuno lo voglia? E, grazie a voi, quel giornalista che se ne va in giro con tanta disinvoltura con i segreti di Erik appresso!.”
Il Persiano cercò di approfittare di una breve pausa nel discorso per interromperla e non permetterle di divagare e agitarsi troppo, ma Madeleine riprese immediatamente:
“Chi l’avrebbe pensato che per seppellire delle voci avrebbero disseppellito lui? Che ne dite, Daroga? Non avranno una registrazione della Daaé  da qualche parte? Gli farebbe piacere. Sì, amerebbe se potessi aggiungere la voce della Daaé alle voci seppellite sotto l’Opera, dove era lui.”
Il Daroga fece per parlare, ma Madeleine liquidò con un gesto quasi stizzito:
 “Stiamo divagando. Rispondetemi, piuttosto. Avevate giurato di non dire più di quanto avessimo accordato e, a quel che so, eravate già stato esaustivo con il signor Leroux; perciò: cosa avete dovuto dirgli ancora?”
“Assolutamente nulla.” Sospirò il Daroga “Il signor Leroux ha solo voluto ringraziarmi nuovamente e aggiornarmi su alcuni ultimi sviluppi. Mi ha assicurato che presto vedremo pubblicato il risultato delle sue ricerche. Potrai vedere tu stessa che non ho detto altro che quanto serviva a rendere giustizia sia ad Erik che ai de Chagny.”
La ragazza scrutò il vecchio uomo ancora qualche istante, poi si lasciò cadere contro lo schienale della poltrona con un sospiro.
“Sì, perdonatemi, Daroga. Sono solo preoccupata. La mamma piangerebbe. Io sarei furiosa. E non vorrei mai dover arrabbiarmi con voi. Siete un buon amico, Daroga.”
Il Persiano non commentò sull’incoerenza del ragionamento. Sapeva fin troppo bene che sarebbe stato perfettamente inutile.
D’un tratto, dopo un altro drammatico sospiro, Madeleine scoppiò a ridere:
“Oh, Daroga!” esclamò” Attento al vento del Nord, quando uscirà quel libro! I de Chagny salperanno a chiedervi spiegazioni!”
L’uomo diede un cenno noncurante:
“Sei sciocca, Madeleine. Al massimo scriveranno.”
“No, verranno.” Replicò sicura la ragazza, ora con assoluta serietà “Verranno perché si tratta di Erik. Sono venuti l’ultima volta.”
“L’ultima volta si trattava di seppellire il suo cadavere sotto l’Opera di Parigi, Madeleine!”
“Ci hanno messo un bel po’a leggere quell’annuncio, eh?” scherzò lei con amarezza
In realtà, i de Chagny avevano recepito la notizia della presunta morte di Erik non più di un anno dopo della pubblicazione del necrologio del Daroga. Quando avevano scritto per ulteriori informazioni, il persiano aveva dovuto avvisare che gli accordi erano cambiati. Allora, come da informazioni,  non aveva rivelato che fosse ancora vivo, né che mutamenti stessero avvenendo per lui. Solo anni dopo, quando davvero Erik s’era spento, sempre come da istruzioni, aveva informato i de Chagny  su tutto, sollecitandoli a mantenere ora le promesse fatte un tempo.
“Madeleine Christine …” disse lentamente il Perisiano, squadrando la ragazza con fare solenne. Lei si fece subito attenta, perché il suo vecchio amico aveva sempre qualcosa di molto importante da dirle quando usava il suo nome completo.
“Tu sai di non avere alcun motivo di risentimento nei loro confronti.” Le ricordò.
Madeleine sembrò trattenere il respiro per qualche secondo, poi emise una sorta di lungo fischio.
“Lo so.” Rispose con un sospiro, lo sguardo assorto, lontano.
“La mamma non è mai stata gelosa.” Aggiunse “ ha sempre detto che tutti amano gli angeli..”
Seguì un silenzio carico di sottointesi, come se Madeleine avesse espresso solo metà del proprio pensiero. Nulla di più probabile, d’altra parte.
“Infatti.” Disse il persiano, come per incoraggiare un’ulteriore spiegazione.
E di fatti, Madeleine riprese:
“Lui non ha mai scordato la Daaé, lo sapete.”
“Certamente.”
“Ma la Daeè non lo ricorda, vero?”
“Oh, Madeleine!” esclamò il vecchio “Ti assicuro che non c’è modo di scordarsi di lui.”
Lei scosse la testa.
“Non è questo.” Spiegò “Lui ha sempre ricordato un angelo, Daroga. Ricorderà un angelo lei?”
Il Daroga tacque a lungo, poi sospirò
“Non lo so, Madeleine.”
La ragazza annuì piano, poi gli rivolse uno sguardo inaspettatamente affettuoso.
“Ora vi lascio, Daroga: sembrate stanco.” Disse, dunque si alzò e si diresse alla finestra.
Porta.” Le intimò  imperioso il Persiano.
Lei diede un ghigno malizioso:
 “Darius sta diventando un po’ sordo: non si è accorto che sono venuta. Non vorremo spaventarlo, vero, Daroga? Nemmeno lui è più tanto giovane.”
E con ciò Madeleine era già sul davanzale e in un istante sparì senza alcun rumore.
Il Daroga levò di nuovo le braccia al cielo:
Tutta suo padre!” esclamò esasperato.







Note:
Le note sarebbero troppo lunghe per essere qui digitate, ma mi rendo conto che chi non ricorda bene alcuni passaggi del libro potrebbe trovare difficile capire questa storia.
Giusto per rendere il tutto più semplice chiarirò che l'eccentrica Madelaine Christine, alta e sottile, dagli occhi dorati, con un talento per l'apertura di finestre (e probabilmente qualsiasi altra cosa) chiuse è, manco a dirlo, figlia del Fantasma dell'Opera. Come costei sia saltata fuori, è un'altra storia. Comuque chiaramente la madre, da cui ha ereditato la voglia rossa sul volto, NON è Christine Daaé.
Se qualcosa non vi torna, sentitevi liberi di chiedere spiegazioni in una recensione (possibilmente a seguito di un parere sulla storia) o in un messaggio privato.

 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Il fantasma dell'Opera / Vai alla pagina dell'autore: Tide