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Autore: Nina Ninetta    05/08/2018    5 recensioni
Tre incontri tra Lulu e Wakka descritti in tre momenti diversi dopo la morte di Chappu - alcuni mesi prima del pellegrinaggio di Yuna, il giorno stesso della partenza e al ritorno dal viaggio - ci faranno notare come il rapporto fra il capitano dei Besaid Aurochs e la maga nera sia mutato completamente.
Settima classificata al contest "Una storia per un quadro" indetto da wurags sul forum di EFP.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lulu, Wakka
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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NESSUNO PUO’ SOSTITUIRE CHAPPU

 

Otto mesi prima della partenza

Lulu si guardò attorno, scrutando ogni angolo del Villaggio di Besaid. Il falò ardeva al centro della piazza, proprio davanti al Tempio di Yu Yevon. Non era la prima volta che gli abitanti si riunivano intorno al fuoco per condividere la giornata appena trascorsa, per mangiare, bere il vino dell’annata benedetto dalla giovane sacerdotessa ed eseguire insieme l’Inno Intercessore.
Quando appena due mesi prima le voci piagnucolanti dei suoi compaesani avevano intonato le parole di quella malinconica canzone, mentre l’invocatore trapassava i corpi delle vittime dell’ultima battaglia combattuta contro Sin, Lulu era stata sicura che non avrebbe mai più potuto ascoltarla senza disperarsi. Non dopo aver visto il corpo di Chappu galleggiare sulle acque del placido mare, mentre la sua anima volava oltre la nebbia dell’inverno.
La fiamma dinnanzi a lei traballò per un soffio di brezza che giungeva direttamente dalla spiaggia. Lulu abbassò le palpebre e inspirò a fondo, sentì i capelli solleticarle la fronte e la schiena nuda. A volte le sembrava di poter udire la voce di Chappu chiamarla lungo il sentiero che si inerpicava dalla costa, felice per il pescato del giorno, sfiorandole appena la bocca con quel suo odore di salsedine e labbra salate.
«Ehi, maga nera, il fuoco muore!» urlò qualcuno alle sue spalle. Lulu riaprì gli occhi e con un gesto repentino delle dita ravvivò le fiamme che di nuovo si fecero alte tre metri. Una giovane ragazza al suo fianco batté le mani, entusiasta.
«Wow! Lu sei fantastica! Quando diventerò invocatrice mi piacerebbe tanto averti come guardiana.»
Lulu le scompigliò i capelli castani sulla testa. Onestamente non credeva potesse riuscire a diventare invocatrice e portare a termine il pellegrinaggio per sconfiggere Sin. Sebbene Yuna fosse la figlia di Braska, colui che 10 anni prima era riuscito a battere il Male di tutta Spira, la ragazza era fin troppo sensibile e delicata per certe cose.
E poi… poi non le andava di perderla. Sin si era già portato via l’amore della sua vita, non avrebbe permesso che si prendesse anche quella giovane che ormai considerava una sorella minore.
La maga nera si alzò in tutta la sua bellezza, i lunghi capelli neri ondeggiarono al ritmo del passo sinuoso, le cinghie del vestito tintinnarono l’una contro l’altra. Yuna la seguì con lo sguardo. Le voleva un bene dell’anima, ma a volte andare oltre quel muro di diffidenza e freddezza era difficile pure per lei.
«Lui è di nuovo lì?» Le chiese, sperando in una risposta che contasse più di due parole.
«Vai a letto. È tardi.» Yuna poté dirsi soddisfatta del risultato.
 
Lulu risalì agilmente la collina alle spalle del villaggio. Già a qualche metro di distanza riuscì a scorgere la figura di Wakka ingobbita su sé stessa, le gambe incrociate davanti alla tomba di suo fratello minore. Quando la maga nera si avvicinò lui neanche si voltò a guardarla, in fondo sapeva benissimo chi fosse: l’ex fidanzata di Chappu.
A chi altri poteva interessare il suo sepolcro altrimenti?
«Visto Chappu! Ti avevo detto che sarebbe venuta!» Esclamò Wakka dando un paio di pacche sul mausoleo di marmo. Lulu si sforzò di non rispondergli in modo brusco o avrebbero cominciato a litigare come facevano sempre.
«Yuna mi ha chiesto di farle da guardiana quando diventerà invocatrice» disse lei dopo qualche minuto di silenzio. Wakka concluse la propria preghiera con il consueto gesto delle braccia, chinando il capo in avanti prima di mettersi in piedi. Guardò la maga negli occhi, le iridi castane tendevano al rosso più cupo. La superava di qualche spanna e diversi chili.
«Le devi dire che non può diventare invocatrice! Devi convincerla e farle cambiare idea.»
«Non posso. È una scelta che spetta a lei» rispose Lulu, abbassando lo sguardo sul terriccio polveroso. Da quando Chappu era morto era diventato sempre più difficile fissare Wakka negli occhi: ogni volta pareva che le parlassero del suo ex fidanzato. Ogni volta le sembrava di rivedere il suo amato nella stessa sfumatura bruna delle pupille e nello sguardo bonario.
«Si che puoi, Lu! Yuna non ce la farà mai! Ti ricordi di Ginnem?» Continuò Wakka, passandosi una mano sul ciuffo rosso sopra la testa. «Ginnem non riuscì neanche a concludere il pellegrinaggio, finendo morta ammazzata appena mise piede nella grotta dell’Intercessore Rapito.»
«Avrebbe dovuto ascoltarmi e attendere che il sole fosse sorto prima di…»
«Non è vero! Scegliere la strada dell’invocatore è un suicidio. Devi dirglielo Lu, Yuna ti ascolta sempre.» Aggiunse ancora una volta il ragazzo, sperando di riuscire a convincerla, ma la maga nera era davvero testarda.
Chappu gli raccontava di tutte le volte che litigavano e alla fine era sempre a lui a tornare con la coda fra le gambe, non perché Lulu non gli volesse bene, semplicemente perché era troppo cocciuta e orgogliosa per chiedergli scusa e ammettere di avere torto.
«Io non le dico niente. Ognuno è padrone di compiere le proprie scelte.»
«Si, come quando Chappu ti confidò che avrebbe combattuto contro Sin e tu non hai alzato un dito per fermarlo!» Quasi urlò Wakka, trattenendosi dallo sferrare un pugno proprio alla tomba di suo fratello. C’erano delle volte che il dolore gli rodeva dentro, simile a un roditore inferocito.
«Siamo alle solite» Lulu scosse il capo, portandosi l’indice e il pollice della mano destra sulle tempie, fingendo un mal di testa, stufa di fare le medesime discussioni quasi ogni giorno. «Chappu è morto e nessuno potrà mai prendere il suo posto. Vai avanti, Wakka! Io l’ho fatto.»
Il viso di lui divenne paonazzo, rosso quasi quanto i capelli. Si morse il labbro inferiore per non aggiungere altro o chissà cosa avrebbe potuto urlarle contro.
Chappu gli disse della scelta di arruolarsi nella Milizia per combattere Sin solo dopo averlo confessato alla sua fidanzata, la quale non si era affatto opposta a questa decisione, da lui invece considerata assurda. Quando tentò di persuaderlo a rinunciare alla missione, Chappu aggiunse che non aveva il diritto di dirgli quello che poteva o non poteva fare; poi il giorno della partenza gli lasciò in dono la spada che egli stesso gli aveva regalato. Wakka allora gli chiese per quale motivo lo stesse facendo, perché mai avesse deciso di lottare contro un mostro simile, e Chappu aveva risposto che lo faceva per amore: non avrebbe mai potuto sposare Lulu e mettere al mondo un figlio con Sin che faceva i suoi comodi in giro per Spira.
Wakka fissò la maga nera per qualche minuto ancora, domandandosi se conoscesse quella parte della storia e come facesse a restare sempre impassibile a ciò che le accadeva intorno.
Alla fine la oltrepassò augurandole la buona notte, ma Lulu non rispose.
 

*****

 

La mattina della partenza

Il sole cominciava ad albeggiare a est, oltre le montagne che scendevano a picco sul mare. Nonostante la foschia della notte aleggiasse ancora nell’aria e qualche stella fosse visibile in cielo, gli abitanti dell’Isola di Besaid erano già svegli da un pezzo per salutare e rendere omaggio alla giovane invocatrice Yuna, la quale si apprestava a cominciare il suo pellegrinaggio.
Lulu osservò la scena a qualche metro di distanza, lasciando che la figlia di Braska si prendesse tutti gli oneri e le preghiere che venivano dedicate a Yu Yevon affinché riuscisse nella sua impresa di sconfiggere Sin. Il forestiero era alla sua destra, sembrava imbarazzato e insieme confuso da tutta l’ammirazione e l’affetto che la gente dell’isola stava rivolgendo a Yuna. La maga nera non poté fare a meno di notare la spada che il ragazzo teneva infilata nella custodia, l’avrebbe riconosciuta anche in mezzo a mille. Era il regalo che Wakka una volta aveva fatto a Chappu e che lo stesso gli aveva ridonato, appena prima di partire per la missione dalla quale non sarebbe mai tornato. Se non avvolto in un sudario.
Lulu cercò con lo sguardo Wakka fra la calca vicino all’invocatrice, tuttavia se non era al canto di quest’ultima significava che poteva trovarsi solo in un luogo, perciò decise di raggiungerlo. Prima o poi avrebbe dovuto smettere di pensare a Chappu e cominciare a vivere la sua vita, quella reale.
Wakka era inginocchiato proprio dinnanzi la tomba del fratello minore, le mani giunte davanti al volto e gli occhi chiusi. Ai suoi piedi giaceva inerme la palla da Blitzball che in realtà utilizzava come arma da combattimento. Da quando si era offerto di fare da guardiano a Yuna la sua massa muscolare era aumentata notevolmente, notò Lulu. Dopo che insieme avevano intrapreso il pellegrinaggio con l’invocatore Zuke, il quale aveva deciso poi di diventare sacerdote di Yu Yevon, Wakka una sera aveva esclamato che se nulla avesse potuto far cambiare idea a Yuna, quanto meno sarebbe diventato il più forte guardiano esistente per proteggerla da ogni pericolo. Lulu avrebbe preferito non avere quel piagnone fra i piedi, eppure non poteva nascondere che un senso di sollievo l’aveva pervasa sapendo che Wakka sarebbe stato al suo fianco in quel viaggio tutt’altro che facile, fino a Zanarkand.
«Stiamo per partire» gli annunciò, attendendo una risposta che giunse solo dopo un po’. Wakka concluse la preghiera con il rituale gesto delle braccia e un inchino con il capo, quindi raccolse il pallone e lo trattenne tra braccio e fianco. Dopo la morte di Chappu aveva deciso di smettere di giocare a Blitzball, credendo che esistessero cose più importanti di una partita, ma l’arrivo del “forestiero senza memoria” sembrava avergli fatto ritornare la voglia di rimettersi in gioco, perciò insieme alla squadra dei Besaid Aurochs avevano preso la decisione di partecipare al torneo di Luka, guidando i suoi ragazzi come capitano.
Wakka le sorrise.
Talvolta Lulu temeva di non vederlo sorridere più. Questo era uno dei motivi per il quale da una parte avrebbe preferito non averlo come compagno di viaggio: spesso i pellegrinaggi a protezione degli invocatori mutavano nel profondo le persone. Wakka però era riuscito a non intaccare la sua gioia di vivere neanche dopo la morte di Chappu, al contrario di lei che invece si era incupita ogni giorno di più, fino a chiudersi definitivamente in un bozzolo arido e (apparentemente) privo di emozioni. Qualcuno le diceva che doveva essere davvero molto forte per affrontare il dolore con una tale impassibilità; in realtà la maga provava un sentimento segreto di ammirazione per Wakka, il quale aveva continuato la sua vita come se Chappu fosse ancora vivo, conversando con lui manco potesse rispondergli. Forse questa cosa di restare a pregare sulla sua tomba, parlandogli per ore e ore, l’aveva aiutato a metabolizzare il lutto.
«Andiamo allora, l’invocatrice che salverà Spira da Sin ci aspetta!» Esclamò il ragazzo facendole l’occhiolino senza aspettarsi che lei ricambiasse il sorriso.
«Gli hai dato la spada di Chappu» disse d’un tratto Lulu, il suo sguardo sembrava ferito e Wakka parve spiazzato.
«Ehm… si, credo di si» in realtà non aveva ben capito se la maga gliel’avesse chiesto o si fosse invece trattato di un’affermazione.
«Nessuno può prendere il posto di Chappu. Mai!» aggiunse lei.
«Lo so, ma Tidus mi sembra uno apposto. Ok, forse un po’ svitato. Ti ho detto che si crede l’asso degli Zanarkand Abes?» Wakka rise a crepapelle, ma Lulu frenò ogni sua ilarità con un’occhiataccia e lui pensò seriamente che lo avrebbe folgorato con una magia se non avesse smesso immediatamente. «E dai Lu, non aveva neanche un’arma per combattere. Gli ho fatto promettere di ridarmi la spada quando il pellegrinaggio sarà finito.»
«A volte mi chiedo se tu sappia dove finisce il pellegrinaggio» lei scosse il capo, come faceva sempre quando affrontava un discorso con Wakka.
«Certo che lo so, cosa credi?!» Quest’ultimo divenne improvvisamente serio. «Ed è per questo motivo che ho proposto a Yuna di diventare suo guardiano.» Lulu assottigliò lo sguardo, gli occhi scuri luccicarono mentre il sole faceva capolino oltre la curva sinuosa dell’altopiano.
«Che vuoi dire, Wakka? Che significa?» Le labbra dipinte di viola si assottigliarono in un ghigno.
«Quando sarà il momento, mi offrirò come sacrificio cosicché voi possiate liberare Spira da Sin e donarle un nuovo Bonacciale.»
Lulu sentì una grande rabbia montarle dentro e insieme un vuoto incolmabile. Avrebbe perso anche lui? È così dunque che sarebbe finita?
Decine e decine di parole presero forma nella sua mente, avrebbe voluto dire tante cose, pregarlo di non farlo, di non sacrificarsi per niente e per nessuno, che non ne sarebbe valsa la pena poiché Sin sarebbe rinato e un nuovo invocatore avrebbe dovuto scegliere un guardiano – un compagno fidato – da offrire in sacrificio. Ecco cos’era il loro mondo: una spirale di morte, senza un inizio né una fine. Lulu avrebbe davvero voluto dire tutte queste cose, invece girò sui tacchi e annunciò che fosse meglio andare, al villaggio i preparativi per il viaggio erano ormai ultimati.
 

*****

 

Un mese dopo il pellegrinaggio

Lulu si chinò sulle ginocchia per lasciare il suo pupazzo stregato sulla tomba di Chappu. L’arma che aveva portato con sé e che aveva utilizzato per combattere i nemici era a forma di Moguri. Fissandola attraverso occhietti neri e inespressivi, la bambola di pezza sembrava supplicarla di ripensarci, di non abbandonarla in balia del vento, del sole cocente e dei temporali che sarebbero giunti presto con la brutta stagione. La testa del Moguri ricadde in avanti, allora la maga gliela acconciò, dandole un ultimo colpetto sul capo a mo’ di saluto, poi si rimise in piedi e le cinghie dell’abito scuro tintinnarono fra loro, mentre alcune treccine scivolavano morbide sulla curva abbondante del seno. Con gli occhi chiusi recitò una preghiera, senza rivolgersi ad alcun dio in particolare, semplicemente congedandosi dal suo ex fidanzato.
Alle proprie spalle i passi pesanti di Wakka fecero scricchiolare le foglie e i rametti caduti lungo il sentiero. Per qualche istante restarono entrambi perfettamente immobili uno di fianco all’altra, le braccia si sfioravano, quindi il ragazzo dai capelli rossi si piegò in avanti per lasciare accanto al pupazzo magico di lei anche la propria arma: la palla da Blitzball a strisce bianche, azzurre e rosse. La stessa che tra l’altro lo aveva portato a segnare la rete valsa la vittoria del Torneo di Blitzball di Luka. Tornò in posizione eretta.
«Yuna ha chiesto di te» disse lui, continuando a tenere lo sguardo fisso sul sepolcro di Chappu. «Ha detto che non vuole salutare gli abitanti di Besaid senza i suoi guardiani.»
«È ora che cominci ad abituarsi» rispose Lulu, aveva risollevato le palpebre dipinte di viola. «Il nostro compito finisce qui.»
Wakka le lanciò un’occhiata di sottecchi. La maga nera aveva ragione, il pellegrinaggio stava ormai per finire ufficialmente, la loro missione era stata compiuta in maniera egregia: avevano sconfitto Sin (per sempre!) e riportato a casa l’invocatrice sana e salva.
Ciò nonostante…
Lui sospirò rumorosamente.
«Che c’è?» gli chiese Lulu.
«Yuna ha già perso Tidus, vorrei solo che sapesse di poter contare su di noi fin quando lo vorrà.»
«Yuna lo sa.»
«Lo sa?» Wakka sembrava sempre stupirsi di quanto il sesto senso delle donne fosse sviluppato. Lulu scosse il capo, accennando un sorrisetto, quindi si voltò di lato per poterlo guardare negli occhi.
«Di lui nessuna novità?»
«No» questa volta fu il ragazzo ad abbassare lo sguardo. A volte la mancanza di Tidus gli causava un magone così improvviso che poteva ricondurlo solo alla solitudine provata dopo la morte del fratello minore. «È come scomparso nel nulla. Sparito.»
La maga lo fissò intensamente, dubbiosa se rivelargli ciò che Yuna le aveva confidato la notte precedente o tenerlo per sé. Alla fine decise di dirglielo, Wakka meritava di sapere.
«Presto Yuna partirà per cercarlo.»
«Cosa?!» Il ragazzo a stento trattenne un gridolino isterico.
«Lei e Rikku saliranno sull’Aeronave ed esploreranno ogni angolo di Spira per cercare qualsiasi indizio che possa ricondurle a Tidus.»
«Ma… ma non può. È appena tornata. Deve… deve… è pericoloso!» Wakka gesticolava molto, proprio come quando era agitato. «Andiamo anche noi, allora!» Esclamò infine, chinandosi per raccogliere nuovamente l’arma che aveva deposto come pegno dinnanzi alla tomba di Chappu. Lulu però non glielo permise, e con una presa decisa lo invitò a rimettersi in piedi.
«Il nostro compito è finito» gli disse, carezzandogli una guancia. Sentì la barbetta di qualche giorno pungere contro i polpastrelli, quindi sorrise con una tale dolcezza che era davvero raro vederglielo fare. «Yuna è cresciuta, è maturata ed è diventata più forte. Non ha più bisogno della protezione di noi guardiani.»
«Kimahri lo sa? Non sarà mai d’accordo…»
«Kimahri lo sa e ha affermato che la sua missione adesso è proteggere il Monte Gagazet.»
Wakka rilassò ogni muscolo del corpo, pareva sconfitto di fronte a quella notizia, poichè se anche il Ronso aveva dato la propria benedizione a quella nuova missione di Yuna, allora non c’era davvero nulla da fare per farle cambiare idea.
«Inoltre…» aggiunse Lulu, prendendo fra le sue mani quelle del capitano dei Besaid Aurochs per posarle delicatamente sul proprio ventre, «non vorrai far crescere nostro figlio senza una guida paterna.»
Wakka alzò su di lei uno sguardo confuso, poi pian piano le parole di Lulu si fecero largo nella sua mente e la verità lo destabilizzò, facendolo vacillare. D’istinto si aggrappò alle dita della maga nera, stringendo forte, quindi l’abbracciò sollevandola da terra per roteare su sé stessi, insieme. Con delicatezza la adagiò di nuovo sul terreno polveroso, sorridevano entrambi guardandosi negli occhi. Infine lui le prese il viso fra i palmi e la baciò a fior di labbra. D’improvviso l’amore che provava per quella donna lo scombussolò, come un fiume in piena che trascina tutto a valle, come un uragano che sconvolge e distrugge ciò che invece si credeva per l’eternità.
L’aveva sempre amata?
Probabilmente si.
L’amava anche quando stava con suo fratello minore?
Questo non se lo era mai chiesto, temendo la risposta o forse temendo che si fosse innamorato di lei perché in un certo senso si sentiva responsabile nei suoi confronti dopo la morte di Chappu.
Lulu gli allungò la mano per incamminarsi insieme verso il Villaggio di Besaid. Mentre discendevano lungo la collina, la maga nera si voltò un’ultima volta indietro. La sua arma dagli occhi vacui e il pallone da Blitzball di Wakka erano immobili ai piedi della tomba di Chappu e li sarebbero rimasti per sempre. Ormai la decisione era stata presa e indietro non si tornava più.
 


fine

 
 

 
 
 
  
 
  
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