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Autore: Il corsaro nero    08/08/2018    7 recensioni
Per salvare il figlio Goten, rapito da un malvagio demone, Goku dovrà intraprendere un pericoloso viaggio agli inferi e allearsi con un suo vecchio nemico legato al suo passato...
Genere: Avventura, Comico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Goku, Goten, Nuovo personaggio, Radish
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 8: ANCORA UN GIORNO


La piccola zattera di giunchi scivolava leggera nelle acque nere del fiume.

Radish era seduto per terra con le braccia incrociate mentre Goku se ne stava a prua, facendosi accarezzare i capelli dal vento.

Ah, come si sta bene... ehi, dei pesci! Ce li mangiamo?” esclamò ad un tratto il saiyan, indicando delle trote rosse come il sangue, e il fratello maggiore, guardandolo col suo solito sguardo scocciato, gli disse: “Ah, insomma, Kakaroth. Non ci troviamo qui per divertirci!” “Certo, certo, però ho una fame... hai fame anche tu, vero Goten?”

Non sentendo risposta da parte del figlio, si voltò e lo vide dall'altra parte della zattera, che ronfava come un ghiro.

Vedendolo addormentato, Radish ammonì il fratello: “Ma lascialo in pace, scemo! Non vedi che sta dormendo?” “Sì, scusa.”

Ora che avevano salvato Goten, sarebbero dovuti tornare tornare indietro.

In volo ci avrebbero impiegato qualche ora ma Goku e Goten erano entrambi distrutti e quindi avrebbero dovuto proseguire il viaggio in un'altra maniera, almeno finché i due babbei non riprendevano.

Mentre camminavano avevano trovato una vecchia barca abbandonata e così, aveva proseguito il viaggio su di essa.

Ci avrebbero impiegato più del previsto ma, sotto sotto, a Radish non dispiaceva il prolungamento del viaggio.

Una volta arrivati a destinazione, infatti, Goku e Goten sarebbero tornati a casa mentre lui sarebbe rimasto agli inferi...

Radish...” sussurrò una voce alle sue spalle.

Il saiyan si voltò e vide il fratello minore guardarlo in silenzio.

Dall'espressione, intuì che anche lui pensava alle stesse cose...

Goku rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Fra poco sarà finita, eh?” “A quanto pare...” “Comunque questi giorni sono stati divertenti.” “Sì...” “Che ne dici se riprendiamo il discorso?”

Radish si voltò a guardarlo e domandò: “Cosa intendi?” “Intendo quel discorso su nostra madre.”

Radish si voltò e, mentre si grattava la testa e sorrideva, disse: “La mamma... aveva una personalità gentile proprio come te.” “Eh?! Ma non era una saiyan?!” “Certo.” “Ma come... come mai aveva un simile carattere se era una saiyan?” “Boh... era diversa da una normale saiyan... non era adatta al combattimento. Papà la doveva sempre salvare quando combatteva ancora nella sua squadra.” “Davvero?” “Sì, fu così che strinsero un profondo legame. Un legame che andava al di là del semplice concetto procreativo.” “Urca. Ma tu come fai a saperlo?” “Me lo raccontava sempre. Quando raccontava della loro storia, mamma arrossiva sempre e sembrava che stesse per spiccare il volo.” “Doveva essere proprio innamorata.” “Già... pensa che quando mamma raccontava, papà guardava sempre da un'altra parte e mugugnava qualcosa.” “Scommetto che nel mentre diventava rosso come te.”

Aveva appena detto quelle parole, che qualcosa di freddo e umido gli arrivò in faccia.

Non sei affatto divertente, Radish.” mugugnò Goku e Radish ribatté: “Adesso la tua faccia sarà più pulita di prima.”

La barca continuò a navigare per un po' e, ad un tratto, Goku domandò: “Senti, ma tu sai dove si trovano i nostri genitori? Mi piacerebbe conoscerli...” “Sono in giro per gli inferi. Papà voleva allenarsi per diventare più forte e mamma l'ha seguito.” “Peccato... beh, sarà per un'altra volta...”

Si sedette in fondo alla barca e chiuse gli occhi.

Quel viaggio in barca era davvero rilassante...

Li riaprì quando sentì un colpo provenire dalla barca.

Vide il fratello maggiore legare la barca e dire: “Fine del viaggio in mare. Da adesso si prosegue a piedi.” “Quando arriveremo?” “Domani.” “Ah.”

I tre scesero dalla barca e continuarono a camminare.

Mentre Goku e Radish continuavano a camminare in silenzio, Goten si distraeva in continuazione a guardare gli insetti della foresta.

Si fermarono solo quando il sole tramontò.

Sarà meglio fermarci per la notte.” disse Radish, cominciando a raccogliere i rami per terra per preparare il falò.

PAPA'! ZIO!” gridò, ad un tratto Goten, e quando i due lo raggiunsero, videro una piccola sorgente d'acqua termale rossa.

Una sorgente! Andiamo a farci un bagno, Goten!” esclamò Goku e il bambino annuì, tutto contento.

Ehi, Radish. Perché non vieni anche tu?” chiese Goku e il saiyan, allontanandosi, disse: “Non mi va. Divertitevi, voi due. E vedete di non scalmanarvi troppo.”

Goku e Goten si spogliarono in fretta per poi tuffarsi nelle acque cremisi.

Quella sorgente era calda al punto giusto.

Com'era piacevole...

Padre e figlio si misero a inseguirsi a vicenda e a buttarsi l'acqua addosso, ridendo a crepapelle.

Ad un tratto, Goten disse: “E' un peccato che lo zio non abbia voluto con noi. Si sarebbe divertito. Sai, mi è sembrato un po' triste...” “Ho un'idea. Perché non facciamo uno scherzo allo zio?” “Uno scherzo?” “Sì. Sta' a vedere. Mi raccomando, non ti muovere.”

Goku uscì velocemente dall'acqua e si nascose dietro a un sasso.

Davanti a un piccolo falò c'era Radish a braccia incrociate e con gli occhi chiusi.

Si avvicinò in silenzio e poi mise una mano sulla spalla del fratello.

Radish si voltò per vedere cosa stesse succedendo e, in un lampo, non si trovò più davanti a un falò ma in un piccolo lago termale, in cui atterrò con un sonoro SPLASH.

Radish capì solo allora che caspita era successo.

Si voltò furente verso Goku e sibilò: “Ti diverti tanto a farmi questi scherzi, eh?” “Beh, era un'idea carina...” “Adesso te la faccio vedere io l'idea carina!”

Dopo aver detto quelle parole, cominciò a nuotare nel tentativo di acchiappare il fratello minore.

I due cominciarono a nuotare velocemente, tuttavia, mentre nuotavano, non riuscivano a trattenere le risate.

NON MI PRENDI! NON MI PRENDI!” urlava Goku mentre Radish ribatteva: “QUESTO E' TUTTO DA VEDERE, KAKAROTH!”

Mentre giocavano a rincorrersi, il piccolo Goten li osservava in silenzio.

Suo zio non era più triste...

Inoltre mentre guardava il padre e lo zio gli sembrò di rivedere lui e suo fratello maggiore Gohan.


ETCIU'!! E' tutta colpa tua!” mugugnò Radish mentre si avvolgeva sempre di più nella sua coperta.

Il fratello, mentre si metteva la mano dietro alla testa, tentò di scusarsi: “Scusa... non sapevo che tu avessi solo i vestiti che indossavi...” “Avresti dovuto pensarci, zucca vuota! Se mi becco il raffreddore, almeno saprò con chi prendermela!” gli rispose il saiyan più grande.

Per colpa di quel deficiente di suo fratello, i suoi vestiti erano ad asciugarsi e lui era avvolto in quella coperta, cercando di scaldarsi, con l'aiuto del falò.

Ad un tratto, da una fessura della coperta, apparve una lunga coda di scimmia.

Cos'è quella coda?” domandò il piccolo Goten, avvicinandosi.

E' la mia coda. Tutti i saiyan ce l'hanno.” gli rivelò lo zio e, mentre indicava in malo modo, Goku aggiunse: “Anche quell'idiota di tuo padre ce l'aveva.” “Davvero?” chiese il piccolo, guardando il padre, e l'uomo ammise: “Sì. Poi, però, me l'hanno tagliata. Anche Gohan e Vegeta ce l'avevano.” “Perché io e Trunks non ce l'abbiamo? Anche noi siamo saiyan.” “Ehm... Radish...” fece Goku e il fratello, senza nemmeno aspettare la fine della domanda, rispose: “Hanno preso più geni terrestri e quindi non ce l'hanno avuta.” “Grazie.”

Nel frattempo, il piccolo Goten si avvicinò a quella coda che si muoveva davanti al falò per scaldarsi.

Posso toccarla?” domandò il bambino e il saiyan, imbarazzato, acconsentì: “V... va bene. Ma non azzardarti a farla diventare il tuo giocattolo, intesi?”

Goten toccò la coda e poi si mise ad accarezzarla con dolcezza.

Quant'era morbida...

Scusa, zio...” domandò Goten e Radish gli disse: “Cosa?” “Dov'era la tua coda, prima? Non l'ho vista.” “La tenevo come una cintura alla vita. I guerrieri saiyan lo fanno sempre.” “Ma è brutto. E' così bella quando è libera...” “Senti, moccioso. Io sono un guerriero e i guerrieri la tengono stretta in vita.” “Potresti lasciarla libera quando non combatti...”

Radish rimase in silenzio.

Si era ricordato di una scena appartenente al suo passato...

Suo padre era tornato a casa dopo la conquista di un pianeta, lui e sua madre si erano abbracciati e suo padre gli aveva accarezzato la testa come faceva sempre quando tornava.

Mentre faceva tutte quelle cose, aveva sciolto la coda che teneva alla vita.

Quel ricordo apparteneva all'ultimo periodo in cui era stato con la sua famiglia al completo.

Due mesi dopo, suo padre era partito per una missione e non l'avrebbe più rivisto.

Lui, sei mesi dopo la partenza di suo padre, era diventato un guerriero ed era partito in missione nientemeno che col principe Vegeta, un onore che solo pochi avevano.

Un giorno avevano ricevuto il messaggio dove Freezer gli ordinava di ritornare sul pianeta Vegeta ma Vegeta aveva preferito non tornare a casa.

Un mese dopo, il suo pianeta era esploso, i suoi genitori erano morti e suo fratello era lontano da lui...

Va beh... se proprio ci tieni, la terrò sciolta quando non combatto!” sbottò Radish e Goten, tutto contento, tornò dal padre.

Mentre il tempo passava, osservò di nascosto il fratello e il nipote, chiacchierare e ridere.

Spostò lo sguardo.

Se fosse stato ancora vivo, gli sarebbe piaciuto sposarsi e avere dei figli, proprio come Kakaroth...

Ma era solo un'illusione.

Nessuno avrebbe voluto sposarsi con un assassino come lui...

Solo una pazza scalmanata, disposta a morire per realizzare i suoi obiettivi, avrebbe potuto pensare di sposarlo...

Almeno, gli sarebbe piaciuto vivere in un posto vicino al mare...

Ad un tratto, sentì che qualcosa si era appoggiato pesantemente sulla sua schiena.

Si voltò e vide Goten appoggiato sulle sue spalle che dormiva profondamente.

Ehi, cosa fai?! Va' da tuo padre!” gli disse, imbarazzato il saiyan ma fu tutto inutile.

Goten ronfava dalla grossa.

Goku si avvicinò e lo prese in braccio, dicendo: “Sarà meglio andare a dormire. Ormai è tardi...” “D'accordo... buonanotte.” “Aspetta, Radish...”

Il saiyan si girò e Goku gli propose: “Perché non dormi con noi, stanotte?” “COSA?! Io non...” “Andiamo, c'è spazio per tutti e due.”

Il saiyan rimase in silenzio un attimo, poi disse: “E va bene... ma prima passami i miei vestiti!”


Era notte fonda e tutti dormivano, tranne un'anima.

Radish guardava i volti sereni e addormentati del fratello e del nipote.

Sembravano così felici... molto probabilmente stavano sognando un bel banchetto tutto per loro.

Sospirò pesantemente.

Domani Goku e Goten se ne sarebbero dovuti tornare a casa... e lui sarebbe rimasto agli inferi, di nuovo solo come un cane.

Quei quattro giorni insieme... erano stati così belli e, allo stesso tempo, così veloci come il vento.

Gli sarebbero terribilmente mancati...

Spostò lo sguardo e si mise a fissare il nipote.

Quanto assomigliava a Kakaroth... loro due sembravano due gocce d'acqua.

Quando Kakaroth era piccolo doveva essere identico a Goten...

D'istinto, cominciò ad accarezzargli i capelli.

Erano così morbidi e soffici...

Stai pensando a me?” domandò una voce alle sue spalle.

Radish si voltò imbarazzato e vide il fratello minore che lo fissava in silenzio, sorridendo.

Fatti gli affari tuoi!” rispose il fratello, guardando da un'altra parte.

Per un attimo, i due fratelli rimasero in silenzio poi Goku disse: “Sai, non avrei mai creduto che la notte prima di un addio potesse essere così tremenda... forse è perché i miei addii sono sempre stati improvvisi e veloci...” “A chi lo dici...” “Non avrei mai pensato che dire addio potesse fare così male...”

Aveva appena finito di parlare che una mano gli prese il polso e lo trascinò bruscamente sul petto del fratello per poi avvolgerlo col braccio il corpo.

I due rimasero in silenzio.

Ad un tratto, Radish domandò: “Ehi, va' meglio?” “Sì...” “Senti, c'è una cosa che vorrei sapere.” “Cosa?” “Quando m'insegni questo supersaiyan?”

Goku sgranò gli occhi, poi disse: “Se vuoi anche adesso.” “Fantastico!” esultò Radish.


Oh, cielo. Questo supersaiyan era più facile di quello che credevo.” “Non è vero. E' stato facile solo perché tu hai molto talento.”

Il sole era apparso da un pezzo e nel cielo c'erano tre figure che volano a tutta velocità.

Radish era al settimo cielo.

Era riuscito a ottenere il supersaiyan dopo solo cinque ore di allenamento.

Però, anche se ora hai il supersaiyan, dovrai allenarti molto duramente per riuscire a raggiungere il supersaiyan Blue.” aggiunse Goku e Radish disse, divertito: “Ehi, guarda che sono un saiyan e tuo fratello! Raggiungerò quel supersaiyan e, se sarà possibile, lo supererò.” “Bravo. Così si parla.”

Ad un tratto, Radish guardò in basso ed esclamò: “Ehi, dobbiamo atterrare. Siamo arrivati.”

I tre planarono con delicatezza.

Goku e Radish si guardarono in silenzio e, poi, il primo disse: “Così è finita...” “Kakaroth, ti prego. Non ricominciare o non la finiamo più. E' stato bello stare con te. Ma ora è meglio se andate altrimenti tua moglie ti uccide.” “Hai ragione... aspetta che prendo il fischietto.”

Goku posò per terra l'enorme zaino e cominciò a rovistare dentro di esso: “Fischietto... fischietto... dove sei? Ma dov'è... eppure ero certo che fosse qui... DOV'E'?! DOV'E?!”

Goku smise di cercare e cominciò a disperarsi: “Non c'è!! Devo averlo perso! Chichi mi ucciderà!!” “Quindi siamo bloccati qui, papà?” “Sì...”

Radish rimase in silenzio e poi disse: “E' per caso questo il fischietto che cerchi?”

Goku si voltò, incredulo e riconobbe il fischietto arrugginito che gli aveva dato Baba.

E' proprio lui! Dove l'hai trovato?” chiese, incredulo e il fratello ammise: “Quando ho tentato di rapinarti ho messo le mani nel tuo zaino e ho preso la prima cosa che mi era capitata, ossia questa. Pensavo di rivenderla ma poi ho pensato che solo una vecchia befana decrepita potrebbe volere questa roba.”

Finito di parlare, lo lanciò a Goku che lo prese al volo.

Rimase in silenzio a osservare il fratello finché questi, scocciato, non gli disse: “E muoviti a fischiare quel coso! Guarda che ci sono dei fessi qui intorno che stanno solo aspettando di essere fregati da me!” “Certo, scusa.”

Il giovane saiyan fischiò con tutte le sue forze e subito apparve un portale azzurro.

Il piccolo Goten saltò dentro di esso mentre il padre rimase immobile a fissare il fratello.

Rimasero così per qualche secondo, mentre il vento muoveva a entrambi i capelli.

Poi, Goku sorrise e salutò il fratello, balzando all'interno del portale che, una volta scomparso al suo interno, scomparve nel nulla.

   
 
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