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Autore: Miione    13/08/2018    5 recensioni
L'incanto Fidelius è stato infranto.
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L'ultima notte di James e Lily.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Stuck in Reverse

 

«James, ho fatto la doccia. È ora di portare Harry a letto.» gridò Lily Potter mentre scendeva le scale. Varcò poi la porta del soggiorno poggiando la bacchetta sul tavolo della cucina, mentre si girava verso il marito che le porgeva il pargoletto ridente.
«Lo porto nella sua stanzetta e gli canto la ninna nanna, ti va piccolino?» aggiunse poi guardando il piccolo Harry che continuava a battere le manine divertito.
«Non mi pare abbia molto sonno, Lils» aggiunse il marito, lasciandosi sprofondare sul divano. Lanciò la bacchetta sul cuscino di fianco.
«La prossima volta evita di farlo eccitare così tanto prima di andare a dormire» rispose piccata lei, mentre usciva dalla stanza dirigendosi al piano di sopra.
James si stiracchiò sul divano, sbadigliando. Non vedeva l’ora di immergere il viso nel cuscino morbido. Quelle giornate senza il lavoro, gli amici con cui chiacchierare, il Quidditch, senza il Mantello con cui sgattaiolare, erano così fiacche da annoiarlo a morte, ma avere un bambino di appena un anno per la casa lo distruggeva comunque. E lo salvava dall’esaurimento nervoso.
Era contento di occuparsi di Harry, farlo ridere era l’unico scopo della sua giornata.
Quando lo vedeva ridere, perfino il viso di Lily si rilassava.
All’improvviso sentì la porta d’ingresso scattare e il suo sangue raggelò. Lily era appena salita sopra con Harry, non poteva essere lei. Ma allora chi…
Passi sconosciuti risuonarono alle sue orecchie.
L’Incanto Fidelius è stato infranto.
Scattò subito in piedi iniziando a correre verso il corridoio, fino a trovarsi, scivolando, davanti all’ingresso.
Lord Voldemort davanti ai suoi occhi, lo sguardo beffardo, la bacchetta puntata verso di lui.
Come aveva fatto a scovare Peter? Che lo avesse torturato e poi ucciso? E se… ma no, no, no! Peter non avrebbe mai potuto tradirli. Era uno di famiglia… Non avrebbe mai potuto, mai. Il piano di Sirius era perfetto, dannazione, perfetto! Come era potuto accadere…
Fece scattare la mano alla tasca posteriore dei pantaloni, ma non trovò nulla. Poi ricordò: la sua bacchetta era sul divano.
Avrebbe potuto fare marcia indietro e andare in salotto, riprendere la bacchetta, combattere al meglio… Ma sapeva benissimo che gli avrebbe solo dato l’opportunità di salire sopra da Harry. Era suo figlio il suo obiettivo, non lui.
Un’amara consapevolezza si fece largo tra i suoi pensieri.
«Lily, prendi Harry e corri! È lui!» gridò, iniziando a sudare freddo. Non aveva scampo, non poteva vincere. Ma se Lily e Harry fossero riusciti a scappare, avrebbe vissuto anche lui. Quante volte se lo erano ripetuti lui e Lily: Harry prima di tutto, anche prima di loro due.
«Vai! Scappa! Io lo trattengo…» la voce gli morì in gola mentre urlava quelle ultime parole.
Erano le ultime parole che rivolgeva a sua moglie. Quante altre cose avrebbe voluto dirle. Sperava sarebbe riuscita a leggere tra le righe, insieme al sacrificio che stava per compiere.
La mano bianca di Voldemort si alzò, il suo sorriso si allargò dando spazio ad un’ampia risata mentre piegava la testa di lato fissandolo divertito.
James Potter stava per morire e non poteva sopportare l’idea di farlo senza combattere, senza poter difendere se stesso e la sua famiglia. Ma se morire era l’unico modo per fare in modo che Lily scappasse mettendo in salvo la vita di suo figlio, sarebbe morto. Guardando negli occhi il suo assassino, in piedi. Lo avrebbe fatto mille volte.
Lily avrebbe raggiunto Sirius e insieme avrebbero protetto Harry. Era l’unico modo, l’unico modo.
Uccidimi pure.
Voldemort rise. Sentì Lily urlare dal piano di sopra.
Dannazione, Lily, scappa! Avrebbe voluto urlare, ma Voldemort non gliene diede l’occasione.
«Avada Kedavra!»
Mentre il lampo di luce verde lo raggiungeva, sentì di nuovo sua moglie urlare.
Starò bene, non preoccuparti. È tutto ok.
Sirius vi proteggerà.
E tutto svanì.

 
Lily Potter si chiuse la porta alle spalle. Tra le braccia aveva il piccolo con i capelli neri nel suo pigiama azzurro che con una manina le teneva stretta una ciocca di capelli rosso scuro.
Era così piccolo, troppo piccolo, per capire cosa stesse succedendo.
Suo marito, il padre del suo bambino era morto e lei era senza bacchetta. Sarebbe morta anche lei come lui poco prima.
Come aveva potuto dimenticare la bacchetta in salotto? Avrebbero potuto smaterializzarsi, sebbene Harry fosse troppo piccolo avrebbe corso il rischio. Dopotutto cosa era spaccarsi in confronto alla morte, a cui non vi è rimedio?
Si rese conto di dove si trovasse e non poté fare a meno di lasciarsi sfuggire un gemito terrorizzato.
Si maledisse mentalmente per essersi barricata in camera di Harry. Se solo fosse andata nella sua camera da letto, appena più infondo al corridoio, c’era la scopa di James, all’angolo della stanza, ne era certa e sarebbero scappati.
Ma quando aveva sentito James urlare non aveva avuto modo di pensare. L’istinto aveva agito da solo, impaurito. E aveva sbagliato.
Se solo fossero stati vicino al camino, tutti insieme, avrebbero usato la Metropolvere come avevano programmato tante volte durante le notti insonni.
«Lily, non preoccuparti. Siamo al sicuro. Nessuno tranne Peter e Sirius sanno che siamo qui e non ci tradirebbero mai.» le ripeteva sempre James, rassicurandola. «Voglio che mi prometti una cosa però: qualsiasi cosa succeda, se io ti dico di scappare tu fallo e basta. Prendi Harry e va’ via. Non pensare a me. Mi hai capito?»
Lily quante volte aveva provato a ribattere e a dirgli che no, non sarebbe scappata via lasciando suo marito da solo ad affrontarlo. Ma davanti allo sguardo serio e determinato di lui, non aveva potuto fare altro che acconsentire.
«So cavarmela poi io, lo sai. Mal che vada, mi trasformo in cervo e gli do una testata!» concluse poi una volta, facendola sorridere.
Ma nulla era andato secondo i piani. James era morto, lei non aveva una bacchetta ed era lontana da ogni forma di fuga possibile. Era bloccata lì e Voldemort stava salendo le scale. Non aveva scampo. Non poteva salvarlo.
Provò a barricarsi in camera come meglio poteva: chiuse a chiave la porta mentre con un piede spingeva degli scatoloni davanti. Si diresse verso la finestra valutando se potesse fare o no un salto. Se iniziassi a correre, mi raggiungerebbe in men che non si dica. Harry si potrebbe fare male.
Non aveva scampo, non avevano scampo. La mente continuava a formulare probabili ipotesi di fuga, ma non avevano più tempo.
Vide un lampo di luce attraverso la serratura, mentre stringeva Harry tra le braccia. Poi lo vide entrare, il ghigno vittorioso sulle labbra. Li aveva in pugno.
Lily depose Harry nella culletta alle sue spalle, aprendo le braccia davanti a lui, come se solo quell’unico gesto potesse salvargli la vita. Se solo avesse potuto…
Voldemort si avvicinò e fece cenno di spostarla ma lei piantò fermamente i piedi a terra.
«No! Harry no, ti prego!» iniziò ansante. Era terrorizzata.
«Spostati, stupida… spostati…»
Voleva risparmiarla. Com’era possibile? Forse…forse avevano una chance per salvarsi entrambi.
E se non fosse esistita, avrebbe dato la sua vita al posto del bambino. Dopo James era il suo turno per proteggere Harry. Era così, era sempre stato così. Avrebbe tentato il tutto e per tutto.
«Harry no. Prendi me piuttosto, uccidi me, ma non Harry…» cosa è la mia vita a confronto del mio bambino?
«È il mio ultimo avvertimento…»
Sapeva che stava per terminare le scuse, che la sua benevolenza stava per terminare. Ma non poteva, non voleva lasciare Harry. Harry doveva vivere. Perché lui? Perché loro?
«Non Harry! Ti prego… Per favore… lui no! Harry no! Per favore… farò qualunque cosa…»
E l’avrebbe fatto se solo glielo avesse permesso. Sarebbe scesa a compromessi per Harry. James avrebbe fatto lo stesso. Poi… poi l’Ordine li avrebbe salvati. Ne era certa. Sirius si sarebbe lanciato nel fuoco se solo avesse potuto.
«Spostati… spostati, ragazza…»
Ma Lily Potter non si mosse, con ancora le braccia spalancate mentre cercava di proteggere suo figlio, la paura nella voce e negli occhi.
Non aveva più tempo. Lo capì vedendo la decisione negli occhi del suo assassino, che con un ghigno maligno alzò la mano bianca che stringeva la bacchetta.
«Avada Kedavra!»
Vide un lampo di luce verde.
Forse ce l’avrebbe fatta Harry. Sirius si sarebbe preso cura di lui. Ne era certa.
Altri gli avrebbero spiegato come era finita. Mentre per lei non c’era più niente da fare.



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Inizio col ringraziare di cuore chi sia arrivato alla fine di questa storia. Grazie mille, significa tanto per me.
Questa storia in realtà era sul mio pc ad ammuffire da un bel po'. Avevo altri progetti per lei, doveva essere una storia a capitoli (lo stesso titolo è un indice infatti hahaha) ma la verità è che non sono riuscita a completarla come volevo. O almeno non riesco al momento.
Ma, in questa calda giornata di agosto, l'ho ritrovata e riletta e ho pensato fosse un peccato lasciarla sul mio pc, perchè dopotutto ci tenevo.
Il fatto che sia l'ennesimo mio lavoro incompiuto non significa che debba restare nascosta.
Quindi la lascio qui come one shot finita, ma non è detto che un giorno non la completi e non sveli il significato del titolo (anche se da questo prologo non si capisce molto, in quanto ci sarebbe dovuta essere una seconda parte che ho tagliato).
Spero possa piacervi e possa farvi almeno un minimo di compagnia.
Ogni recensione è ben accetta.
Un bacio,
Miione

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