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Autore: SherlokidAddicted    13/08/2018    2 recensioni
- John, tu chi sei per me? – Si asciuga le lacrime con il palmo della mano. Mi sembra di guardare un bambino indifeso e impaurito. E quel bambino indifeso ha bisogno di qualcuno che lo aiuti e che lo sostenga, ed anche se non mi riconosce voglio essere io quel qualcuno che lo prende per mano e lo guida. Accenno un sorriso ed abbasso lo sguardo sulla punta delle mie scarpe.
- Vuoi davvero saperlo? – Lui annuisce. Il velo di paura nei suoi occhi sta pian piano svanendo, sembra ricominciare a fidarsi di me. – Ci arriverai da solo, con calma. -
Cosa mi passa per la testa, dite?
Perché non ho semplicemente detto “Sherlock, io sono tuo marito”?
Non lo so. Ho come l’impressione che questo sia il modo giusto per affrontare la cosa. In fondo non sa chi sono, credo che avrebbe reagito male se avesse saputo già da subito la verità. E questo non è mentire! Semplicemente lascerò che sia lui a capirlo… o spero a ricordarlo.
Genere: Angst, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Watson, Quasi tutti, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 

Il legame che ho con John si è spiegato solo adesso, dopo tanto tempo a rifletterci su e a sviluppare teorie su teorie. L'anello che ho trovato nel cassetto è il mio. È stato nel mio dito prima che io venissi investito. John lo ha messo al mio dito il giorno del nostro matrimonio, e io ho fatto lo stesso con lui.
Come ho fatto a non capirlo prima?
L'uomo che si è preso cura di me per tutto questo tempo... non poteva essere solo il mio coinquilino. Forse non volevo crederci, ho pensato che, da come mi descrivono tutti, siccome non ero una persona tanto amichevole allora lui non mi avrebbe mai visto sotto quel punto di vista.
Mi sbagliavo.
Ma sono felice di essermi sbagliato.

 

Sollevo lo sguardo dal diario e guardo Sherlock disteso sul letto di ospedale. La pallottola lo ha preso alla spalla.

 

La stessa in cui in guerra hanno sparato a me.

 

Ha perso molto sangue ma i medici hanno detto che è stabile. Aspetto solo che si svegli mentre sono seduto accanto al suo letto. L'operazione è andata bene e non dovrebbe volerci molto. Ero così sollevato quando mi hanno detto che si sarebbe ripreso senza problemi, per un momento ho temuto il peggio. 
Le sue parole prima di chiudere gli occhi...

 

"Io non ti lascio più"

 

Le ho ripetute nella mia testa finché non ho saputo che non era nulla di grave.
Hiram, comunque, è stato arrestato. Greg è ancora a Scotland Yard a occuparsi di lui, ma al telefono mi ha detto che è crollato poco fa. Non ce l'ha più fatta e ha confessato tutto, incluso il piano che aveva escogitato per rubare tutti quei soldi. La povera Ellen non c'entrava nulla, era solo una sua pedina, ma anche lei dovrà rispondere delle sue azioni. Sapeva dei soldi in casa, ha dato false informazioni alla polizia, ma resterà dentro solo per qualche altro mese. Spero che dopo riuscirà a trovare un uomo che la ami e soprattutto la rispetti, ognuno se lo merita.
- La mia testa... - Quelle parole mi distraggono dai miei pensieri. Sherlock si è svegliato e si sta massaggiando le tempie con le dita, gli occhi chiusi e stretti dal fastidio, i capelli scompigliati dal cuscino e le mani tremanti.
- La morfina sta finendo, dovrebbero cambiarti la flebo a momenti. - Dico alzandomi e prendendo posto sul letto accanto a lui. Sherlock mi guarda confuso, ha un sopracciglio alzato e le dita si sono spostate dalla sua fronte, adesso le tiene a mezz'aria. - Sherlock Holmes, non provare mai più a farmi prendere spaventi del genere, sono stanco di vederti in queste condizioni. - Continua a guardarmi confuso, e a quel punto la mia testa si riempie di dubbi.

 

Cosa c'è che non va, adesso? Ho messo il maglione alla rovescia? No no, è a posto. Probabilmente non capisce cosa ci fa lì, forse...

 

- Sherlock chi? Scusi, lei chi è? - Quelle parole mi fanno boccheggiare incredulo. Lo guardo dall'alto e i suoi occhi smarriti mi fanno tremare. Mi alzo di scatto e mi porto una mano al petto. Il cuore mi batte all'impazzata.

 

No, non può succedere di nuovo...

 

- Cosa...? - Riesco a dire dopo dei secondi che sembrano interminabili, la mano ancora immobile sul petto, all'altezza del cuore. Lo sento pompare ad una velocità impressionante.
- Cavolo, John, stavo scherzando, non fare questa scenata! - La mia reazione è immediata, se avessi potuto lo avrei preso a pugni lì su quel letto, ma per mantenere la calma mi sono limitato a sfilargli il cuscino da sotto alla testa e a colpirlo ripetutamente in faccia (evitando la spalla, questo è ovvio).
- Fanculo. - Gli dico dopo un'ultimo colpo per il quale lui ride sonoramente. I miei occhi sono rossi di rabbia e dalle mie orecchie potrebbe uscire fumo, ma poi Sherlock mi guarda, quella risata ancora lì che non si affievolisce, e riesce a strapparmi un sorriso appena accennato, un po' come quando ha finto di non sapere come disinnescare la bomba nella carrozza del treno, facendomi credere che saremmo entrambi morti.

 

Non se lo ricorda, ma il modo in cui adesso sta ridendo mi fa ripensare a quella volta.

 

È bellissimo quando ride.

 

- La tua faccia, avrei dovuto scattarti una foto. -
- Non è divertente! -
- Perché sorridi, allora? - Scuoto la testa rassegnato e prendo nuovamente posto sul letto, raggiungendo la sua mano e stringendola.
- Sbruffone. - Mi sorride soddisfatto, poi si porta la mia mano alle labbra e ne bacia ogni dito prima di stringersela sul petto, all'altezza del cuore.
- Mycroft è qui, immagino. -
- Già, è fuori. - È arrivato di corsa, quando l'ho chiamato. Era molto arrabbiato e frustrato dalla notizia di quella sparatoria, mi ci è voluto un po' per tranquillizzarlo senza che andasse su tutte le furie. Si è calmato solo quando l'infermiera ci ha detto che era andato tutto bene.
- John... -
- Sì? -
- Io non ti lascio più davvero. - Lo guardo negli occhi, non ride più, è serio e soprattutto sincero mentre stringe la mia mano possessivamente. - Non ricorderò più niente di prima, questo è un dato di fatto, ma... posso superare tutto se ci sei tu. E alla fine, mi va bene anche così. - Sorrido, stavolta non per il divertimento, ma per il fatto che riesco a vedere che nonostante tutto ha accettato la sua condizione, che vuole andare avanti, che anche se ha dimenticato tutto, Sherlock non è cambiato. È lo stesso che la mattina mi sveglia con il suo violino a orari improponibili, lo stesso che ritiene stupida la gente normale, lo stesso che per salvarmi la vita farebbe di tutto, lo stesso uomo che ho sposato e che mi ama.

 

Lo stesso Sherlock Holmes di sempre.

 

- Lo so. - Dico, poco prima di abbassarmi per lasciargli un delicato bacio sulla fronte. Nello stesso istante la porta si apre. Greg è lì e ci guarda sollevato... ma come sempre ha un tempismo perfetto.
- Scusatemi, non volevo interrompervi, mi avevano detto che Sherlock dormiva ancora. - Dice lui, scostando lo sguardo da noi per l'imbarazzo e puntandolo su qualsiasi altra cosa. Mi rassegno, avrò un momento da solo con mio marito più tardi, immagino. Sospiro e scuoto la testa in risposta alle sue parole.
- Tranquillo, Greg. - Gli dico. Lui annuisce e sposta l'attenzione su Sherlock.
- Sei bravissimo a cacciarti nei guai, dovresti ricevere un premio. - Esordisce facendomi ridacchiare, mentre Sherlock si limita a roteare gli occhi esasperato.
- Com'è andata? - Chiedo.
- Hiarm è dove dovrebbe stare. Ho dovuto lasciare il caso a un mio collega, mi hanno contattato per un suicidio e stavo giusto per andare a controllare... diamine, penavo avrei vissuto le feste in un altro modo. - Sherlock drizza le orecchie come un cane non appena sente il fischio del padrone. So cosa ha appena pensato. Un nuovo caso fra le mani, e so già che vorrebbe mettervi il naso per risolverlo al più presto.
- Chiamano la polizia per un suicidio? - Chiedo confuso, cercando di ignorare le frecciatine che mi lancia Sherlock.
- La vittima è stata trovata in una piscina, ma non c'è acqua nei suoi polmoni secondo Molly Hooper, quindi... -
- L'assassino ha inscenato un suicidio... interessante. - Dice Sherlock, portando le mani giunte davanti alle labbra e guardando Greg di sottecchi, lui scuote deciso la testa.
- Non ti faccio collaborare ad un caso dopo quello che ti è successo, sei in ospedale, per diamine! -
- Oh certo, lo capisco. - Dice lui poggiando la testa sul cuscino che fino a quel momento era rimasta dritta e sull'attenti. - Non preoccuparti, ero solo curioso. Sono sicuro che lo risolverai da solo. - Lui chiude gli occhi e io e Lestrade ci scambiamo un'occhiata insicura. Quel momento di silenzio sembra eterno e io so già cosa passa nella testa di entrambi, quindi mi lascio andare a una leggera risata quando noto come Greg cerca di ignorare il disinteresse di mio marito. Alla fine però sbuffa frustrato.
- E va bene, ti farò avere i fascicoli. - Sherlock resta con gli occhi chiusi, ma sulle sue labbra compare un sorrisetto soddisfatto.
- Eccellente. - Dice, poi Greg scuote la testa e con un gesto di noncuranza lascia la stanza. Non riesco a trattenermi oltre. Scoppio a ridere e lui fa lo stesso, tenendosi la pancia con il braccio sano.
- Per l'amor del cielo, sei proprio un idiota. -
- Nah! - Esclama guardando la porta da dove l'ispettore è appena uscito. - Solo uno sbruffone. -

 

Nota autrice:

Ebbene sì, gente. La storia è ufficialmente finita.
Non posso credere di essere arrivata a questo punto, e invece eccomi.
Adesso partono i ringraziamenti e le comunicazioni, quindi tenetevi pronti e sorbitevi queste ultime parole.
Innanzitutto ringrazio chiunque mi abbia fatto sapere con le recensioni quanto questa storia sia piaciuta. È la prima volta che ricevo tutto questo sostegno per una storia per cui purtroppo vi ho anche fatto attendere molto (sorry for this).
Poi vorrei ringraziare il bellissimo film "Recovery" di David Tennant, che mi ha ispirato tutto questo. È grazie a lui che ho scritto questa storia.
Infine passiamo alle comunicazioni:
So che la storia è finita ma ho in mente di scriverne un'altra, completamente diversa da questa, ambientata in un universo alternativo, con i nostri Johnlock protagonisti. È un'idea che ho in testa da tantissimo tempo ma che non ho iniziato a scrivere per evitare di accavallare tutti questi lavori, ma ora che Recovery è conclusa potrei farci un pensierino, quindi restate connessi (?) che probabilmente arriverà altro.
Ancora grazie di tutto per la vostra pazienza.
Un bacio grandissimo.

  
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