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Autore: Kim WinterNight    15/08/2018    10 recensioni
L'ispirazione può giocare brutti scherzi, soprattutto quando si tratta di me.
Torno dopo tanto tempo a pubblicare un horror, sperando di aver creato qualcosa di vostro gradimento.
DAL TESTO:
Marta si alzò per andare in bagno con una strana sensazione addosso.
La notte era silenziosa e buia, in lontananza si udivano soltanto i rumori della città e il mormorio del vento.
Genere: Drammatico, Sovrannaturale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Nonsense | Avvertimenti: Contenuti forti
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È l'ORA DELLA MORTE!





Marta si alzò per andare in bagno con una strana sensazione addosso.

La notte era silenziosa e buia, in lontananza si udivano soltanto i rumori della città e il mormorio del vento.

Era abituata a destarsi nel cuore della notte, non aveva mai avuto timore di farlo; l'atmosfera rilassata che si respirava era una sorta di sedativo, riusciva a darle la sensazione di poter finalmente staccare dalla sua solita vita frenetica.

Con i piedi nudi sul pavimento si accostò alla porta del bagno e poi superò la soglia, sentendosi stranamente inquieta.

Come se qualcuno la stesse osservando.

Si irrigidì e avanzò in fretta verso la tazza, la quale si trovava proprio di fronte alla doccia. Si voltò di scatto e notò che non c'era niente di strano: la tenda era spalancata e tutti i prodotti erano al loro posto, spugne comprese.

Tuttavia, Marta si sentiva strana al pensiero di dover fare pipì di fronte a quella doccia. In un moto di irrazionalità, chiuse di scatto la tenda e calò velocemente i pantaloni del pigiama e le mutandine.

Stava per sedersi sulla tazza quando udì chiaramente un rumore proveniente dalla doccia.

Sobbalzò e si immobilizzò, fissando dritto di fronte a sé. Maledisse se stessa e il suo brutto vizio di non accendere la luce quando si alzava nel cuore della notte.

Aggrottò la fronte e si ricompose senza fare pipì: le era passata la voglia, come se il suo corpo si rifiutasse di dar sfogo a quel bisogno fisiologico.

Ricordava di aver controllato all'interno del box doccia e di non aver scorto niente di anormale; i prodotti erano perfettamente in equilibrio, perciò non riusciva a spiegarsi cosa fosse successo.

Con il cuore in gola e il corpo completamente rigido, si accostò alla tenda di plastica blu oltremare con sopra disegnati un sacco di pesci colorati.

Non aveva senso allarmarsi per un innocuo rumore, lo sapeva bene. A volte era fin troppo paranoica, doveva smetterla.

Afferrò il lembo della tenda e tirò un lungo sospiro, scostandola piano. Mentre compieva quel gesto, un altro strano fracasso si diffuse nell'aria.

Marta gridò e indietreggiò, ritrovandosi a cozzare con le caviglie contro la base del WC.

Rimase a bocca aperta nel ritrovarsi di fronte agli occhi un disastro infernale: tutti i prodotti che fino a poco prima erano stati perfettamente allineati sulle mensole, ora giacevano sparpagliati per terra; i flaconi si erano rotti e il liquido variopinto si spargeva sul tappetino della doccia.

Marta scosse il capo e sbatté le palpebre per un paio di volte, ma fu costretta a rendersi conto che non stava sognando e che non stava avendo un'allucinazione.

«Che disastro» mormorò.

Fece per accostarsi nuovamente alla doccia, quando un sinistro risucchio proveniente dallo scarico la fece desistere. Si portò una mano alla bocca per evitare di gridare ancora e avvertii il suo corpo che prendeva a tremare copiosamente.

Si accorse appena dei mugolii che fuoriuscivano dalla sua bocca.

Dallo scarico stava spuntando qualcosa di simile a una cornetta per la doccia, simile a quella che se ne stava appesa alla parete del box. Questa però era bianca e in plastica, Marta non l'aveva mai vista prima d'allora. Con essa, il risucchio si intensificò e fu seguito da un inquietante fruscio.

A Marta cedettero le gambe e fu costretta a sedersi sulla ciambella del WC per non rovinare a terra.

C'era qualcosa di familiare in quel fenomeno, ma in quel momento non riusciva a capire cosa. Si limitò a fissare ancora la doccia, incapace di reagire.

All'improvviso udì una voce maschile e metallica espandersi dalla cornetta, e l'effetto fu quello di un annuncio fatto al megafono.

Strinse i pugni e se li portò alla bocca, mordendo convulsamente le nocche.

«È l'ora della morte! È l'ora della morte! È l'ora della morte!» cantilenò quella voce in tono piatto.

Marta rabbrividì profondamente e cercò di alzarsi per fuggire di lì, ma il suo corpo era troppo debole e intorpidito dal terrore per rispondere al suo volere.

«È l'ora della morte! È l'ora della morte! È l'ora della morte!»

Marta cominciò a strisciare sul pavimento in direzione della porta, sperando di riuscire a scappare via.

Non sapeva cosa stesse succedendo e se fosse impazzita, ma si sentiva terrorizzata e stremata da quello strano avvenimento. Avvertiva il pericolo scorrerle nelle vene al posto del sangue.

La voce non si fermava e proseguiva quel suo sinistro cantilenare.

Marta lo sentiva ormai nella testa, non riusciva più a ignorarlo, era più forte di lei. Anche mentre strisciava verso il lato opposto della casa, anche mentre ruzzolava giù dalle scale, anche mentre correva a perdifiato verso la cucina.

Avrebbe voluto infilare la testa dentro il freezer e congelare la sua mente perforata da quelle parole, da quella nenia che le stava quasi mozzando il fiato.

Era talmente agitata che cominciò a correre in tondo attorno al tavolo della cucina, in preda a un panico che non aveva mai conosciuto prima.

Si arrestò solo nell'adocchiare il coltello del pane, incastrato all'interno dello scola posate.

La voce la perseguitava, la rincorreva, giocava con lei, si divertiva a farla dannare.

Marta si avventò sul coltello e lo afferrò saldamente per il manico, capendo cosa doveva fare per salvarsi.

«Mi taglio le orecchie, così non ti sento più, maledetto! Maledetto! Sarai tu a morire!» inveì, guidando con sicurezza la lama verso il suo viso.

Quando essa affondò nella sua carne, Marta rantolò per il dolore e perse l'equilibrio; si lasciò cadere in ginocchio sul pavimento, ma non smise di recidere le sue orecchie.

Tuttavia, la voce non cessò, anzi, parve addirittura intensificarsi, facendosi sempre più assillante e potente.

Era un incubo, Marta sentiva a malapena il dolore fisico provocato dal suo gesto estremo; quello procurato dalla sua pazzia era decisamente peggiore, la stava distruggendo attimo dopo attimo.

«È l'ora della morte! È l'ora della morte! È l'ora della morte!»

Marta gridò in preda alla disperazione, poi portò la lama piena di sangue all'altezza del petto e la affondò senza pensarci due volte. Il freddo metallo perforò la casacca del pigiama e raggiunse in fretta la sua tenera carne, facendola gemere convulsamente per il dolore.

Marta sorrise.

La voce era svanita.




X X X X X X



Ehm... ciao, cari lettori! ^^”

Okay, okay, me lo aspetto, quindi chiedetemi pure: Kim, sei impazzita o cosa?

Be', in effetti mi mancava scrivere un bell'horror, era da una vita che non lo facevo!

E per la prima volta, credo, ho creato qualcosa di totalmente irrazionale; chi mi conosce sa perfettamente che cerco sempre di trovare una logica anche negli horror, di attribuire a strani fenomeni una spiegazione razionale e che si possa in qualche modo spiegare attraverso un'analisi psicologica...

Bene, stavolta non è stato così, e devo dire che mi ritengo un po' più soddisfatta del solito! Voi che ne dite?

L'ispirazione è nata da una cretinata assurda, ora vi racconto: ho trovato in casa una vecchia cornetta per la doccia, di quelle in plastica, da campeggio; allora l'ho mostrata a mia sorella e lei se n'è uscita dicendo: «Sembra uno di quei megafoni che spuntavano a caso nelle puntate dei Teletubbies». Be', avete presente quei cosi inquietanti che fuoriuscivano random dal terreno e annunciavano «il Tubby ciao ciao», «la Tubby pappa» e balle varie? XD

Ecco, io lì mi sono completamente illuminata, ve lo giuro! Quindi devo ringraziare Soul per l'ispirazione involontaria che mi ha dato, e le dedico quindi questo piccolo esperimento :'D

Grazie a chiunque sia arrivato fin qui, spero vi faccia piacere lasciare un vostro parere su questo scritto senza pretese, mi renderebbe davvero felice avere dei commenti anche da chi è molto più esperto di me in materia horror *_*

Alla prossima e buon Ferragosto a tutti voi ♥

  
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