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Autore: NakamuraNya    16/08/2018    2 recensioni
Se gli avessero detto durante il periodo delle medie, che avrebbe frequentato l'accademia Yuei, avrebbe risposto che era una cosa ovvia con tono strafottente.
Se però avessero aggiunto che durante il suo secondo anno avrebbe aiutato Deku a mettersi insieme a un ragazzo, avrebbe di sicuro fatto esplodere qualcosa nei pressi della persona che aveva osato una simile blasfemia, urlando che quell'inutile nerd senza unicità non sarebbe mai entrato in nessun liceo per eroi.
Ora che era al secondo anno alla Yuei e che quel nerd era nella sua stessa classe con l'unicità dell'eroe più grande di tutti i tempi, doveva rivedere molte sue certezze.
Ma di certo una cosa era ovvia: non avrebbe mai aiutato quell'inutile Deku a mettersi con due facce.
O almeno questo era quello che credeva prima di essere coinvolto nel gruppo dei DokiDoki.
Una Tododeku ma descritta dal punto di vista di Katsuki Bakugou, se siete curiosi venite a leggerla.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Ochako Uraraka, Shouto Todoroki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questo capitolo è stato un calvario farlo uscire, alla mia beta sono successe una serie di sfortune e quindi non ha potuto correggere(nei giorni successivi sarà visionato da lei e poi corretto) quindi mi scuso se vi saranno più errori del solito.
Le vacanze senza computer con viaggi di più di dieci ore, mi hanno spossato, per non parlare del cibo che ho mangiato a ferragosto.
Ma oggi finalmente c’è l’ho fatta.
Ringrazio jmc e Valec182 per le loro recensioni!!! ^^

Ecco la verità che si cela dietro il taglio del capitolo precedente, voglio fare un capitolo incentrato dal punto di vista di Izuku(almeno per un bel pezzo) anche perché è a lui che capita questa trasformazione ed è giusto così.
E poi perché è una Tododeku(prima o poi) ed è giusto che si vedano di più anche i loro sentimenti.
Come è mio solito per quanto vi saranno i classici cliché, voglio rendere leggermente diversa questa tematica. Anche se Deku è una ragazza ho preferito comunque usare il maschile per non creare confusione.
Voglio comunque che Deku non sia gay ma bisessuale, cosa che sarebbe più vicina al canonico avendo avuto un interesse per Uraraka in passato.

 

Recovery Girl l’aveva visitato minuziosamente, sembrava che qualsiasi sostanza contenuta in quell’ampolla non fosse dannosa. Eppure, dopo che il bruciore agli occhi era passato, gli si era formato un mal di testa tremendo.
A causa di questo suo malessere era stato messo a riposare con un antidolorifico in uno dei lettini dell’infermeria.
Quando si era risvegliato però aveva dovuto far fronte al suo essere divenuto una ragazza, a causa di chissà che intruglio.
«Midoriya, la risolveremo di certo. La cosa non sarà permanente.» Disse Iida agitando in modo robotico le braccia.
«L’importante è che tu stia tranquillo.» Gli disse Uraraka accarezzandogli una mano e sorridendogli, sembrava più un auto convincimento visto che la ragazza sembrava in imbarazzo.
«Ecco ,vuoi che chieda una divisa femminile da prestarti?»
A quella affermazione tutti e tre erano arrossiti non guardandosi negli occhi.
«Sembro tanto ridicolo in divisa maschile?» Non aveva avuto ancora il coraggio di guardarsi allo specchio, non sapeva per timore di cosa.
«No, solo quella ti sta un po’ stretta di petto.» Dopo aver realizzato cosa aveva appena detto Uraraka si coprì il viso iniziando a levitare.
«Oddio scusami.»
«Credo debba vedermi.»
Si alzò dal letto dirigendosi verso il fondo della stanza dove era presente un lungo specchio a figura intera. Il cuore gli batteva a mille come durante un test, eppure era qualcosa di così semplice.
Quando finalmente si ritrovò davanti allo specchio, fu una strana sensazione e si sentì come quegli animali che non riconoscono il proprio riflesso. Beh, di certo non sarebbe scappato a quell’immagine ma poté comprendere quel disorientamento.
La forma del suo viso non era di molto cambiata, eppure quei tratti a lui così familiari, che in quell’ultimo periodo sembravano definirsi in un volto più adulto, si erano di nuovo addolciti, ma non nel modo precedente.
Certo possedere un seno era un grande cambiamento ma fu stranamente il suo viso che lo sconvolse più di tutto. Sotto quella forma sembrava assomigliare particolarmente a sua madre quando era più giovane.
«Tutto apposto?» Chiese timidamente Uraraka comparendo dietro di lui, e incrociando il suo sguardo attraverso lo specchio.
«Non saprei, è tutto così assurdo. Non sapevo neanche vi fossero dei quirk capaci di fare una cosa simile.»
«Non ti preoccupare, troveremo il responsabile di quell’ampolla e invertiremo il processo. Poi probabilmente è un esperimento di qualche studente, quindi l’effetto non durerà per un lungo periodo.»
Aveva fatto bene a chiedere a Recovery Girl di chiamare Iida e Uraraka, in maniera diversa lo stavano calmando da quella strana situazione.
Nell’infermeria era tornata Miyuki, l’assistente di Recovery Girl e gli aveva consegnato una busta con un sorriso cordiale. Aprendola vide una divisa femminile più un reggiseno.
«Iida ora è meglio che noi andiamo fuori per un attimo.» Uraraka sembrava aver intuito dal suo volto paonazzo cosa contenesse quella borsa.
Con un sorriso cortese l’assistente tirò la tenda che circondava il letto per dargli un po’ di privacy.
«Se hai bisogno di aiuto chiedi pure.»
Sentì le orecchie andargli in fiamme trovandosi ad annuire, ricordandosi dopo di non essere visto ed accennando a un si quasi pigolato.
Diamine anche la sua voce era divenuta un po’ acuta.
Con le dita tremanti si appropinquo a sbottonarsi la camicia, non sapeva bene come avrebbe dovuto reagire vedendo per la prima volta un seno dal vivo.
Di sicuro non aveva quella frenesia che caratterizzava Mineta e altri ragazzi, ma era comunque un adolescente e non poteva dire che non avesse mai avuto curiosità di sapere quale fosse la consistenza.
Deglutì rumorosamente mentre finì di sbottonarsi e si tolse la camicia.
Quasi si vergognò nel pensare che aveva più o meno la stessa misura di Uraraka. Stranamente non provò eccitazione a quella vista, forse era anche dovuto al fatto che fosse una propria parte del corpo anche se femminile.
Sfiorò le efelidi presenti sulla parte alta del seno trovando la pelle più morbida rispetto al resto del corpo, tastò titubante i lati non sapendo bene dove iniziare.
«Tutto apposto?» Chiese la voce dell’assistente.
Per un momento si era dimenticato di non essere solo in infermeria.
«Certamente solo il reggiseno…» Perché aveva accennato al reggiseno tra tutte le cose?
«È troppo piccolo?»
Prese il reggiseno appoggiando le coppe sul seno e infilando le spalline. Capì in quel momento che doveva allacciare i gancetti, ma non aveva la minima idea di come fare.
«Non so allacciarlo.» Sussurrò arrossendo al punto di sentire di creare una zona di calore attorno a sé. Avrebbe potuto fare concorrenza a Todoroki.
«Lascia che ti aiuti.» Con un sorriso Miyuki scostò la tenda e gli si avvicinò.
«Voltati così metto i gancetti.»
Seguì il consiglio temendo di avere una autocombustione.
L’assistente velocemente aveva chiuso il reggiseno chiedendogli se non fosse troppo stretto o largo.
«Va bene così.» Certo ora sentiva come se fosse un po’ costretto, ma non sapeva se fosse normale.
«Non sapendo per quanto tempo sarai in questo corpo ti do un consiglio. Prima lo allacci sul davanti e poi lo giri.»
«G…grazie.»
Finì di vestirsi in tutta fretta prima di uscire dall’infermeria.
Fuori dalla porta Uraraka e Iida stavano sussurrando tra loro fittamente. Quando però lo notarono si bloccarono.
«M…Midoriya, ecco…» Uraraka sembrava sconvolta.
«La divisa è impeccabile, è il momento di tornare alle nostre lezioni.» Urlò Iida in modo meccanico agitando un braccio.
Mentre percorrevano i corridoi, si chiese se la classe avrebbe reagito in modo abbastanza normale come i suoi amici. Sperò soltanto che non lo prendessero in giro per quella faccenda. Cercò di ricordarsi che non era più alle medie, che i suoi compagni di classe erano persone migliori di quelle che l’avevano circondato nella sua infanzia. Eppure nonostante ciò vi era quel timore che sembrava non abbandonarlo.
«Midoriya, va tutto bene?»
Gli chiese Uraraka mentre erano davanti alla porta della classe.
Strinse i pugni cercando di darsi forza.
«Si, non ti preoccupare.» Le rispose sorridendo.
«Midoriya, non ti devi preoccupare come amico e capoclasse non permetterò che ti accada nulla di male.»
«Se qualcuno avrà qualcosa da ridire assaggerà le mie mosse di arti marziali.»
Si impose di non piangere davanti a quella dimostrazione di amicizia, però era grato di avere trovato due persone che riuscissero a capirlo in quel modo.
Entrò in classe con meno ansia.
Quando però notò tutti quei paia di occhi posarsi sulla sua figura ebbe l’istinto di scappare lontano da quegli sguardi.
Rimase pietrificato all’entrata mentre la classe rimaneva in silenzio ad osservarlo.
Aveva sperato che entrando dalla porta in fondo avrebbe dato meno nell’occhio.
«Midoriya, sei tu?» Domandò Yaoyorozu.
Si limitò ad annuire sentendosi arrossire a quella confessione.
«Non ci posso credere!» Disse Ashido alzandosi dal suo posto e avvicinandosi a lui, seguita anche dalle altre ragazze.
«Midoriya, sei carinissima!» Affermò Hagakure, afferrandogli le mani.
Era strano sentire quel tocco ma non vedere nessuna mano stringere le sue.
«I tuoi capelli non sono cresciuti, però ti stanno bene.» Commentò Asui.
«Forse con un fiocco o una fascia sarebbe, ancora più carina.» Rispose con tono entusiasta la ragazza invisibile.
Come era successo di essere circondato da ragazze che gli stavano facendo tutti quei complimenti?
Quella situazione era parecchio imbarazzante, anche perché sembravano pronte ad acconciarlo come si fa con una bambola.
«Ha delle ciglia così lunghe, potremmo metterle del mascara.» Propose Ashido.
Assaltato in quel modo da delle ragazze non aveva idea di come sbrogliarsi da quella situazione.
«Adesso basta, tornate tutti ai vostri banchi!» Impose il professore Aizawa, che non sembrava felice di tutto quel chiasso durante la sua lezione.
Finalmente libero riuscì a prendere il suo posto, notando che Katsuki per fortuna non sembrava pronto a prenderlo in giro per il suo aspetto.
Certo a parte qualche screzio su chi fosse il migliore sul campo di allenamento, non vi erano stati più atti di bullismo. Eppure temeva che quella situazione avrebbe fatto ripresentare le vecchie abitudini.
«Per evitare stupide domande durante la mia lezione, lasciatemi riassumere la situazione che è avvenuta al vostro compagno Midoriya. Sembrerebbe che sia venuto in contatto con una sostanza creata da uno studente in laboratorio, Recovery Girl e l’insegnante di chimica stanno visionando tra gli studenti chi potrebbe aver creato quella fiala. È auspicabile che essendo una creazione di qualche studente l’effetto sia a breve termine, in questo periodo mi auguro che trattiate il vostro compagno come prima.»
La classe sembrò accogliere la spiegazione, anche se probabilmente aveva ancora un mucchio di domande.
Immaginò che durante la pausa pranzo sarebbe stato invaso da molti quesiti, diamine perché doveva capitare una cosa simile a lui?

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

Merda.
Non vi erano molte altre parole per descrivere quella situazione.
Con Midoriya divenuto una ragazza per chissà quanto tempo, tutto il loro piano era rimandato a una data da ristabilirsi.
Todoroki era già una persona chiusa in se stesso, come avrebbe potuto reagire al cambio di sesso del suo migliore amico?
Sono ancora solo fottutamente amici.
Certo migliori amici, ma non è ancora scoppiata nessuna scintilla.
Diamine, iniziava a sentirsi come quelle fujoshi (fan di anime/manga con tematica omosessuale maschile), frustrato perché la sua ship (termine usato per una coppia che si tifa) non aveva abbastanza chimica.
Stava anche iniziando a usare i loro termini, diamine quella era tutta colpa di Hagakure, che continuava a parlare in quel modo assurdo durante le consultazioni al gruppo DokiDoki.
Tutta quella situazione avrebbe richiesto un incontro speciale dei DokiDoki con l’intera classe. Ma questo lasciava di nuovo Midoriya e Todoroki da soli, cosa che non sapeva se era auspicabile in quella situazione.
Tutto ciò avrebbe potuto aiutarli o rovinare quei pochi progressi creati?
Non poteva saperlo da solo, forse insieme avrebbero potuto capirlo. Ma questo portava al fatto che mentre loro erano in riunione qualcuno doveva mantenere distanti i due ma come?
Non potevano di certo far venire Inasa fino a lì durante solo la pausa pranzo, soprattutto senza un motivo.
La cosa più ovvia sarebbe stata che chiamasse due facce sperando che durante le pause tenesse il cellulare acceso.
In un caso simile era Deku il problema, trovandosi in una situazione complicata si sarebbe di sicuro attaccato ai suoi amici più stretti. Peccato che fossero parte del gruppo Doki Doki e importanti elementi per analizzare la situazione.
Chiedere aiuto a qualcuno di un’altra classe era fuori discussione, era già pazzesco che con tutta la gente coinvolta nessuno si fosse fatto scappare qualcosa.
Chi poteva essere la persona adatta?
Mise da parte quei pensieri per poter seguire la lezione del professor Aizawa senza ulteriori distrazioni.

***

Appena la campanella della pausa pranzo suonò era pronto a mettere in atto il suo piano, peccato che doveva scontrarsi con la curiosità morbosa dei suoi compagni di classe in preda agli ormoni.
Perché era circondato da degli idioti?
Letteralmente, il banco dietro di lui dove si trovava Midoriya era stato preso d’assalto da Kaminari, Sero e Mineta.
Come aveva potuto dimenticarsi dal fautore di quel disastro?
«Midoriya, ma quindi adesso puoi cambiarti insieme alle ragazze?» Iniziò a domandare Sero con un ghigno malizioso.
«Essendo amici ci racconterai quello che vedi, vero?»
«Ecco io…»
«Cosa più importante, com’è avere le tette? Sono veramente morbide come sembrano? Essendo amici potremmo toccarle?» Come al solito Mineta sembrava aver oltrepassato la linea.
«Mineta, questo è un po’ troppo.» Cercò di ridimensionarlo Kaminari.
«Kaminari ha ragione, non puoi chiedere certe cose ha Midoriya.» Si intromise Sero.
Razza di coglione, gli aveva chiesto prima di spiare le ragazze per conto loro.
Era meglio interrompere quei tre maniaci prima che traumatizzassero ulteriormente quel verginello.
«Invece di assaltare quel nerd, che ne direste di andare insieme in sala mensa?»
«Bakugo stavamo facendo solo delle doman...» Sero si interruppe vedendo il ghigno malefico che si era formato sul suo viso.
Voleva rendere ovvio che se quei tre non lo avessero seguito sarebbe capitato a loro qualcosa di terribile.
«Voi ragazzi siete dei maniaci.»
Jiro era apparsa osservando con disgusto i tre.
«Midoriya, fin quando sei una ragazza è meglio che tu impari come tenere lontani certi insetti. Lascia che ti consigli.»
Mentre Jiro si allontanava con Deku si girò verso di lui con il pollice alzato.
Che in qualche modo avesse intuito che vi era bisogno di una riunione straordinaria, e si fosse offerta come distrazione per quel nerd? Quella ragazza lo stupiva.
Non perse tempo e scrisse un breve messaggio a Inasa per dirgli che doveva telefonare a Todoroki e tenerlo occupato per molto tempo. Ovviamente avrebbe spiegato dopo il motivo, ma scrisse che si trattava di una emergenza del gruppo Doki Doki.
Mentre inviava il messaggio notò come quel nanetto stava cercando di scappare.
«Stai fermo lì, abbiamo un po’ di cose di cui parlare.»
Un po’ gli era mancato usare quel tono minaccioso con qualcuno.
Osservò come Todoroki si alzò ricevendo finalmente la chiamata di Inasa, ed uscendo dalla classe.
«Sero blocca le porte con il tuo nastro.»
«Perché?»
«Abbiamo una riunione straordinaria e nessuno deve interromperla.»
«Katsuki, che stai combinando?» Domandò Uraraka cercando di intuire le sue intenzioni.
Dietro di lei Iida e Yaoyorozu sembravano pronti a usare la loro autorità di capoclasse per bloccare qualsiasi atto al di fuori delle regole.
«Mineta è coinvolto nella trasformazione di Midoriya.»
La classe osservò quel piccolo maniaco che stava cercando di professarsi innocente.
«Sero, muoviti a sigillare quelle porte.» Ordinò Uraraka.
«Sto facendo del mio meglio, non mettetemi fretta ragazzi.»
«Amici, cosa state facendo? Non vi sono prove che io sia coinvolto.»
«La fiala che ha reso Midoriya una ragazza l’avevi tu, e tu gliela hai versata addosso.»
«Quello è stato un incidente, ve lo giuro.»
«Però sapevi cosa conteneva quella fiala. Dicci tutto quello che sai.»
«L’ho comprata da un ragazzo della terza B. Se è per questo me l’ha fatta pagare anche cara.»
«Non ci interessa quanto l’hai pagata. Dicci quanto dura l’effetto.» Uraraka sembrava alquanto adirata da quella situazione.
Anche lei stava intuendo che a causa di quel nanetto i loro piani erano rimandati a chissà quanto.
«Dura solo un giorno, non dovete preoccuparvi.»
«Perché hai voluto rendere Midoriya una ragazza per un giorno?»
«Ve l’ho già detto quello è stato un incidente. Non era a lui che doveva finire la fiala.»
«Se non a lui, a chi volevi fare un simile scherzo di così cattivo gusto?»
«Volevo usarla su di me.»
I ragazzi non sembravano subito capire il motivo per il quale Mineta volesse essere una ragazza per un giorno.
«Lasciatecelo un attimo.» Dissero in tono freddo le ragazze in coro.
Mentre Mineta veniva malmenato dalle ragazze, i ragazzi intuirono che il loro compagno aveva intenzione di usare la sua forma femminile per entrare negli spogliatoi femminili e spiare le ragazze, chissà forse rubare anche delle mutandine.
Provò nausea a pensare che erano in classe con un simile individuo.
«Ora che il pervertito è sistemato, dovremmo pensare a come risolvere la situazione con Midoriya. Certo è solo per un giorno, ma un giorno potrebbe bastare per rovinare mesi di sforzi.» Uraraka era parecchio seria, stava per una volta non agitandosi inutilmente.
«Midoriya anche se è una ragazza non ha lo stesso carattere? Non ci dovrebbero essere problemi con Todoroki.» Sato era alquanto positivo sulla vicenda.
«Purtroppo non sappiamo ancora se Midoriya o Todoroki sono interessati ad avere una relazione con una persona dello stesso sesso. Certo abbiamo visto che a una confessione di una ragazzo Midoriya non ne sarebbe disgustato. Todoroki non ha specificato un genere quando si parlava di un possibile interesse. Ma questo non toglie che stiamo basando questa missione su una grossa incognita. Todoroki potrebbe trattare in modo diverso Midoriya da ragazza. Questo potrebbe portare Midoriya a pensare che se fosse una ragazza Todoroki non sarebbe suo amico. Oppure Todoroki vedendo Midoriya come una ragazza noterebbe che ha le caratteristiche della sua persona ideale.»
«Questa versione non sarebbe poi così male, questo porterebbe Todoroki finalmente a capire che Midoriya è un possibile interesse amoroso.» Disse Kirishima.
«Lo porterebbe a pensarlo però quando è una ragazza, quindi escluderebbe automaticamente Midoriya tra i suoi interessi essendo un ragazzo.»
«Quindi cosa dovremmo fare Asui?»
«Cercare di fare agire i due in ambienti controllati. Quindi dopo le lezioni noi ragazze dobbiamo prendere Midoriya e trattenerlo. Iida potrebbe invece intrattenere Todoroki con qualche argomento scolastico.»
«Potremmo fare un photo book di Midoriya con una serie di vestiti a tema creati da Yaoyorozu.» Propose Hagakure iniziando a saltellare.
«Potremmo anche truccarla.» Propose Ashido.
«Ragazze, trattare in questo modo Midoriya non credete che sia un po’ come torturarlo? Ha già subito un cambiamento così drastico.»
«Ma in fondo lo facciamo per tenerlo lontano da Todoroki ed evitare un disastro.» Protestò Ashido.
«Infatti Uraraka, lo stiamo facendo solo per una buona causa.»
Una buona causa un corno, era sicuro che tutta quella situazione fosse presente nella mente di quella fujoshi di Hagakure. In qualche modo era preoccupato per cosa sarebbe successo a quel nerd in mano a quelle folli.
Posando lo sguardo sul nanetto agonizzante in un angolo comprese che era meglio non mettersi contro quelle ragazze.
«Potremmo mettergli anche una divisa da cameriera.» Propose Asui.
«Ci sto!» Stranamente Uraraka sembrava essere stata convinta da quella frase, in effetti aveva mostrato interesse anche per il maid caffè al contrario. Si chiese che diamine di fetish avesse quella ragazza per le divise da cameriera.
Pensandoci non era qualcosa che l’avrebbe mai coinvolto quindi era meglio non indagare più a fondo.
«Direi che la riunione è finita, meglio che ci sbrighiamo a mangiare, che ci restano solo venti minuti.»

▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬▬

Uscì di corsa dallo spogliatoio femminile; non si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una situazione simile.  Anche perché mai sarebbe entrato nello spogliatoio delle ragazze, sua madre gli aveva dato dei sani principi e per quanto la curiosità adolescenziale premesse, quei valori erano forti in lui.
Eppure eccolo lì che scappava dalle grinfie delle ragazze della sua classe.
Forse doveva immaginarsi che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere, ma era stato preso completamente contropiede.
Quando durante la pausa pranzo Jiro l’aveva informato su come tenere alla larga quel maniaco di Mineta, si era trovato a suo agio.
Jiro non era una ragazza di molte parole però era stata quasi premurosa nei suoi confronti, quando poi anche le altre ragazze erano arrivate in ritardo in mensa avevano spiegato che si erano occupate di Mineta.
Non avrebbe mai immaginato che vi fosse quel tipo di solidarietà tra le sue compagne di classe.
Era stato amico con Uraraka sin dal primo anno, ma non aveva mai visto quel tipo di intesa che aveva con le altre.
Ed era così che era, con una scusa di parlare di consigli femminili dopo la scuola, stato ingannato.
Forse ingannato era una parola troppo grossa.
In effetti dopo le lezioni, erano andate nello spogliatoio femminile per stare in disparte e rivelargli alcuni fondamentali modi per vivere quel periodo indeterminato di tempo in un corpo femminile.
Erano state molto esaustive al rispondere alle sue domande imbarazzate su come slacciarsi il reggiseno o come avrebbe gestito in cambio di abiti per gli allenamenti.
Però poi qualcosa era scattato quando Ashido tirò fuori una trousse per aggiustarsi il trucco.
«Midoriya posso provare a vedere come ti starebbe un po’ di mascara? Hai delle ciglia così folte e lunghe.»
Certo avrebbe potuto rifiutare, però molti idol usavano trucchi, anche i ragazzi, quindi non vedeva tutto quel problema a provare del mascara. Poi Ashido glielo aveva chiesto così gentilmente.
Pessima idea: in un crescendo di richieste si era ritrovato a provare degli abiti diversi dalla sua divisa scolastica, tra cui anche una divisa da cameriera.
Come era potuta degenerare in quel modo la situazione?
Perché poi si erano anche messe a fargli delle foto?
Era riuscito a scappare approfittando del fatto che Yaoyorozu dovesse creare altri abiti.
Stava correndo verso il dormitorio sperando di riuscire a rintanarsi in camera sua prima di essere riacchiappato.
«Midoriya, dove sei?» Urlò non troppo lontano Ashido.
Erano già così vicine.
«Dai ti faremo solo qualche altra foto.» Disse Hagakure cercando di contrattare.
La sua voce sembrava lontana ma forse togliendosi i vestiti e muovendosi in silenzio poteva facilmente bloccarlo senza che se ne accorgesse.
Poteva sempre usare il suo quirk per riuscire a raggiungere l’edificio in tempo.
Per quanto sapesse ormai controllarlo si rese conto che essendo ora una ragazza con poca muscolatura non sarebbe stato in grado di calibrarlo senza farsi male.
Non poteva rischiare di ferirsi gravemente solo per scappare da qualche vestito o trucco.
In cuor suo sperò che questo periodo fosse breve e di non dover saltare gli allenamenti a causa di ciò.
«Midoriya, solo cinque foto lo promettiamo.»
Cavolo le loro voci si erano fatte più vicine, e a parlare era stata Ashido. Hagakure poteva essere ovunque.
In quel momento qualcuno lo trascinò in mezzo a un cespuglio, il suo istinto fu quello di urlare, ma prontamente una mano si parò sulla sua bocca.
«Calmati, Izuku sono io.»
La voce di Todoroki era bassa e calma come al solito, eppure in qualche modo in quella situazione lo calmò particolarmente.
Quando capì che l’aveva riconosciuto e non avrebbe urlato tolse la mano dalla sua bocca.
«Tod-Shoto, che ci fai qui?»
Era sempre difficile per lui chiamare Todoroki con il suo nome, per di più non vi era mai stato un simile contatto fisico tra di loro.
Si ritrovò ad arrossire a quel pensiero, ma che diamine stava pensando?
«Ti hanno truccato.»
Notò in quel momento che il suo amico stava osservando il segno del rossetto lasciato sul palmo della mano.
Come era da immaginarsi Todoroki non si stava per prendere gioco di lui.
Era così felice di avere un amico così.
«Non so perché ma sembra che mi abbiano preso per una bambola a dimensioni naturali.»
«Ti hanno anche messo dei vestiti?»
Diamine sperava di non far sapere quella parte a Todoroki.
Si sentì arrossire di vergogna.
«Avendo una sorella maggiore, ci sono passato anch’io per un periodo.»
Vi era un piccolo sorriso sul volto di Todoroki probabilmente pensando a quel tempo.
«Ti vestiva pure?»
Una breve risata che non si premurò di trattenere gli uscì dalle labbra. Certo non era la prima volta che sentiva il suo amico ridere, eppure ogni volta gli sembrava di assistere a qualcosa di speciale.
«Puoi contarci, in fondo vi erano un mucchio di suoi vecchi vestitini. Da quanto so da Natsuo anche lui era stato preso di mira per giocare ad essere la sua sorellina. Fuyumi sa essere persuasiva quando vuole.»
«Non sembrerebbe.»
Una volta aveva incontrato Natsuo e Fuyumi, era stato dopo un attacco particolarmente violento della lega dei cattivi che aveva portato Todoroki con una gamba rotta, insieme a molti altri loro compagni di classe malamente infortunati.
Come al solito non era stato di meno come ferite.
Fuyumi aveva parlato parecchio con sua madre sembravano essere sulla stessa lunghezza d’onda quando vi era da preoccuparsi.
Ma a parte ciò gli era sembrata una persona molto dolce e calma.
Natsuo invece non aveva smesso di scherzare e parlare con tutti loro. Domandando più volte se Shoto era loro amico e se non si isolasse troppo.
Quella scena l’aveva portato a pensare come sarebbe stata la sua vita con dei fratelli così premurosi.
«Izuku?»
A causa dei suoi pensieri si era estraniato dal presente.
«Si?»
«Va tutto bene?»
«Certo, sto benissimo. Mi hanno sono truccato e vestito, per quanto fastidioso mi sento bene.»
«Intendevo come ti senti come ragazza? È stato doloroso?»
«A parte il mal di testa che ho avuto, è stato incredibilmente indolore. Non so bene come spiegare, ma non mi sento così diversa a parte l’aspetto.»
«In fondo sei comunque Izuku.»
Todoroki prese una sua mano destra tra la sue.
Diversamente da quelle Hagakure erano più grandi, anche da ragazzo vi sarebbe stata differenza tra le loro mani?
Con il pollice accarezzò la cresta di una delle cicatrici che percorrevano la mano.
«Sono rimaste.» Era stato un sussurrò eppure l’aveva sentito.
Per quante volte avesse detto a Todoroki di non preoccuparsi per le cicatrici provocate dal loro scontro, aveva notato come a volte i suoi occhi sembravano puntarsi su di esse.
E ora stava tenendo quella mano come se fosse qualcosa di fragile che avesse rovinato irrimediabilmente.
Non poteva continuare a vederlo incolparsi di quelle cicatrici.
Sciolse la presa dalle sue mani e gli afferrò il viso per guardarlo negli occhi.
«Shoto, queste cicatrici per me sono preziose. Mi ricordano che grazie a quello scontro noi siamo diventati amici. Anche se fosse possibile non vorrei mai che venissero cancellate.»
Sembrò che il messaggio nelle sue parole fosse arrivato perché i tratti preoccupati di Todoroki si addolcirono.
Sentì improvvisamente i palmi delle sue mani solleticarsi ricevendo una opposta temperatura una dall’altra.
In quel momento realizzò di essere così vicino a Shoto, di riuscire a notare che le ciglia dell’occhio destro fossero bianche come i capelli di quel lato.
Aveva spesso visto persone dall’aspetto particolare modificato dai loro quirk, eppure in qualche modo l’eterocromia di Todoroki aveva sempre in qualche modo attratto il suo interesse.
Quella perfetta simmetria anche nel doppio colore di capelli.
«Izuku è sempre Izuku, anche se è una ragazza.»
Gli stava sorridendo in modo dolce dopo quella frase.
Todoroki era proprio bello quando sorrideva.
Alt.
Cosa aveva appena pensato?
Todoroki era suo amico.
Beh, anche Uraraka era sua amica e per un periodo ne aveva anche avuto una cotta.
Ma Uraraka era una ragazza.
Era diverso.
Lo era veramente?
Si sentì arrossire rendendosi finalmente conto di quanto la loro posizione fosse fraintendibile.
Sembrava che lo stesse per baciare prendendogli così il viso.
«I…Io ora devo andare. Credo che ormai le ragazze si siano arrese.»
Tolse le mani velocemente da Todoroki e si alzò di scatto in piedi. Cavolo perché sembrava così robotico? Che Iida lo avesse infine contagiato con il suo modo di muoversi?
Anche Shoto si alzò scuotendo un po’ di terriccio dai pantaloni.
«Penso anch’io che si siano arrese. Direi che è meglio che andiamo a prepararci per la cena. Non credo ti assalteranno in mezzo alla mensa. Almeno lo spero.»
Come al solito Todoroki era tornato al prendere troppo seriamente anche una semplice rincorsa tra compagni.
«Hagakure era parecchio fomentata in effetti.»
Per fortuna l’atmosfera era tornata quella rilassata del solito, nel ultimo periodo era riuscito a parlare con Shoto di corse diverse dell’allenamento.
In questo modo anche dopo il diploma sarebbero rimasti in contatto, e avrebbero organizzato insieme alla classe un sacco di incontri.
Almeno sperava che fosse abbastanza, certo non voleva deludere l’aspettativa che la classe aveva riposto in lui di rendere Todoroki meno un lupo solitario, ma sapeva che era veramente affezionato a lui e gli sarebbe dispiaciuto non rivederlo dopo il diploma.
Sentì improvvisamente una mano sulla sua testa.
«Cosa?»
«Avevi una foglia trai capelli. Ho cercato di dirtelo ma sembravi assente. Sicuro che vada tutto bene?»
Todoroki si era dovuto chinare per osservagli meglio il viso, cavolo come ragazza era parecchio più bassa.
I loro volti erano di nuovo troppo vicini. Poteva vedere il sole riflettere nei suoi occhi eterocromatici creando sfumature nuove.
Cavolo i suoi pensieri stavano degenerando.
Si sentì arrossire fino alla punta delle orecchie.
«Sto bene, ora però vado in camera.»
Superò Todoroki entrando nell’edificio e facendosi i due piani di scale di corsa prima di chiudersi la porta della sua camera alle spalle.
Si mise le mani sulle guance sentendole calde.
Todoroki avrebbe di sicuro notato il suo rossore.
Chiunque l’avrebbe notato, figuriamoci qualcuno riflessivo come Todoroki che solo osservando Iida aveva intuito in passato le sue intenzioni.
Cosa avrebbe intuito dal suo comportamento?
Sospirò. Non sapeva neanche lui perché si era comportato così.
Quella era proprio una lunga giornata.

E questo è proprio un lungo capitolo, almeno per gli standard di questa FF, spero che piaccia e che sia valsa la lunga attesa.
   
 
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