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Autore: NotEvenChip    16/08/2018    1 recensioni
Fuori c'era il temporale, lui lo sa bene l'effetto che questo ha su di lei. Rassegnato a vivere di ricordi per sempre, riceve una chiamata che non si sarebbe mai aspettato.
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Belle, Signor Gold/Tremotino
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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La pioggia scendeva copiosa, formando piccoli rivoli d’acqua che rigavano la finestra ipnotizzando lo sguardo. Nemmeno oggi sarebbe tornata a casa.

L’uomo alla finestra era consapevole di aver perso tutto, di non poter più tornare indietro. 

La luce di un lampo gli illuminò il volto, poco dopo, un tuono fortissimo squarciò il silenzio. Un temporale…Lei odia i temporali… 

 

 

 

 

 

 

 

“Non puoi nasconderti qui ogni volta che c’è un temporale.” La sua voce fin troppo tranquilla la fece sussultare.

“Non dovresti essere al negozio?”

“Non dovresti essere in biblioteca?”

La donna sorrise, chiuse il libro e lo appoggiò sul comodino, si sistemò bene sotto alla coperta e fece un cenno con la mano, invitando l’uomo a sedersi vicino.

Gold si tolse le scarpe, la giacca ed il panciotto, consapevole di come sarebbe finita quella mattinata di pioggia, tanto valeva stare comodi. La raggiunse sul letto e Belle spostò la coperta per fare caldo anche a lui.

Le passò un braccio attorno alle spalle ed una volta che lei si fu sistemata contro di lui, le diede un dolce bacio tra i capelli e sospirò.

“Sono così prevedibile?” Le chiese con la testa appoggiata al suo petto.

“Non vuoi ammettere di aver paura dei temporali, eppure so di trovare la biblioteca deserta senza il bisogno di guardare. So anche di dover tornare dritto a casa e di trovarti qui, sotto la tua coperta preferita e con un libro in mano.”

La ragazza rise e si strinse ancora di più al marito.

“E tu hai chiuso il negozio. Hai paura anche tu dei temporali?”

Gold si voltò per guardarla in viso, glielo prese tra le mani e la baciò delicatamente.

“Non ho nessuna paura dei temporali, tuttavia, la uso come scusa per tornare a casa dalla donna che amo ed impegnarmi a farle dimenticare che fuori c’è brutto tempo”. Disse seducentemente e, approfittandone del momento, riprese a baciare la moglie.

Poco dopo i vestiti iniziarono a riempire il pavimento, le lenzuola a sgualcirsi. Fuori il temporale peggiorava e si faceva sempre più forte, ma Belle non aveva più paura adesso che il suo eroe era venuto a salvarla. Ora che si sentiva amata e protetta, quella paura fanciullesca spariva e lasciava spazio alla passione, all’amore. I rumori più forti che sentiva erano i battiti dei loro cuori accelerare, le mani che vagavano curiose, il rumore dei baci disordinati e disperati, le molle di quel letto che sempre si erano promessi di cambiare e che mai ci erano riusciti.

“Hai ancora paura?” Le chiese l’uomo una volta che fu in grado di ritrovare il fiato, stendendosi al suo fianco senza mai lasciarla andare veramente.

“Si” sospirò la ragazza senza pensarci, e quando sentì l’uomo al suo fianco irrigidirsi, aprì gli occhi e portò una mano sul suo volto, accarezzandolo dolcemente.

Gold chiuse gli occhi al contatto, sollevato solo dal calore della moglie sulla pelle ormai fresca. Diventava sempre un pochino malinconica con i temporali.

“Ho paura di perdere questa felicità Rumple. A Storybrooke succede sempre qualcosa, tu sei sempre al centro dell’attenzione, cosa farei se dovessi perderti, se un giorno arrivasse qualcuno e ti portasse via da me. Cosa racconterò ai nostri figli, nipoti se…”

Rumple sussultò e riaprì gli occhi fissandoli a quelli della moglie. “Figli? Nipoti?”

Belle annuì vigorosamente. “Non… non vuoi altri figli? Oh… scusami, certo dopo Bae… Io dicevo solo così… Io…”

Improvvisamente l’uomo le afferrò i polsi e cercò di fissarla intensamente negli occhi, nonostante lei li avesse abbassati, pensando di essersi spinta oltre.

“Tu… tu vorresti dei figli? Con…con me?”

Belle annuì incerta. “Oh Belle. Oh tesoro!”. Tutto ad un tratto l’uomo la avvolse in un abbraccio strettissimo, i loro corpi ancora nudi si scaldarono nuovamente l’uno contro l’altro. 

“Certo che voglio dei figli da te, ne vorrei almeno due, tre, dieci, cento!”

La ragazza rise nel suo abbraccio, sollevata e divertita. “Beh, io partirei per gradi… magari mettendoci all’opera per il primo…”

Gold rise con il voto affondato sul collo della moglie. Non c’era posto migliore per accogliere le sue lacrime di gioia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Chissà cosa starà facendo in questo momento. Sarà probabilmente accoccolata sotto ad una coperta, con un libro tra le mani, probabilmente dimenticandosi di ravvivare il fuoco, facendolo così morire, rabbrividire ed infine accorgersi della propria goffaggine. Il pensiero lo fece sorridere malinconicamente. Lui la rimproverava sempre, ma alla fine non lasciava mai morire il fuoco, in modo da tenerla sempre al caldo, prima di prenderla tra le braccia e scaldarla personalmente.

Una lacrima si formò all’angolo degli occhi. Oggi non sarebbe successo nulla del genere. Se n’era andata, aveva preferito rifugiarsi sulla nave di quel pirata. Scosse la testa e la lacrima scese, imitando la pioggia sul vetro della finestra che aveva davanti. 

Improvvisamente lo sentì. Il formicolio tanto familiare, dannato tanto amato allo stesso tempo, il formicolio della magia, si sentì improvvisamente chiamare da una voce lontana che tanto somigliava a quella di…. Obbedì ciecamente e chiudendo gli occhi si trasportò dalla voce che lo chiamava.

“Rumple…? Oh!”

Gold aprì gli occhi e per un istante si maledì mentalmente per la tempestività con la quale era arrivato sentendo la sua voce. Successivamente si accorse di essere sotto la pioggia, con Belle, completamente fradicia ed infreddolita.

“Belle! Cosa ci fai qui? Prenderai freddo… nelle tue condizioni poi!” Istintivamente la avvolse con un braccio, cercando di scaldarla subito. Belle si aggrappò all’uomo immediatamente. Il primo vero contatto spontaneo da quando le aveva detto di essere incinta ed erano tornati dall’Underworld. 

“Cosa ci fai qui?”

“Volevo schiarirmi le idee camminando, come ho sempre fatto, improvvisamente questa tempesta… mi è sembrata così strana, poi cercando di affrettarmi sono inciampata e credo di essermi slogata la caviglia… 

Non ti avrei disturbato se non…” disse continuando a gesticolare.

Gold annuì in fretta e quando provò a trasportarli entrambi al salvo, non ci riuscì. Ci provò e riprovò, ma non successe nulla.

“Rumple?”

L’uomo si voltò di scatto a guardarla, disorientato. Doveva mettere in salvo la sua ex moglie ed il suo futuro figlio e la magia sembrava non funzionare. 

“Non è un normale temporale, sta succedendo qualcosa, non riesco ad usare la magia.” Disse abbattuto, continuando a stringerla, cercando di alleviare il dolore ed il freddo. Si guardò attorno, erano nei boschi della città, il suo cottage non era molto distante, così si tolse la giacca, gliela mise sopra alla testa in modo da ripararle il più possibile, la prese in braccio e cominciò a camminare.

“Cosa stai facendo esattamente? Ti ucciderai se hai intenzione di riportarmi in città così… in più ci ammaleremmo entrambi…”

“Il nostro cottage non è molto distante, ricordi? Andremo lì e cercheremo di capire cosa succede, non prima di aver acceso un bel fuoco.”  Disse affannandosi per il sentiero.

Il resto della camminata procedette in silenzio, Rumple doveva risparmiare le energie per la camminata e Belle si sentiva leggermente a disagio. Non veniva tenuta così dal giorno del matrimonio, quando Rumple l’aveva riportata a casa e prima di entrare l’aveva sollevata tra le braccia come da tradizione.

Pochi istanti dopo Gold sospirò sollevato nel vedere il cottage in lontananza davanti a loro. Quando lo raggiunsero erano entrambi bagnati e affaticati.

Rumple forzò la porta per entrare ed accompagnò Belle sul divano.

“Vado a prendere una coperta, sei molto bagnata, ti porto qualcosa da mettere, sono stato qui recentemente, dovrei avere delle cose che ci possono essere utili. Belle annuì rabbrividendo, stingendosi nella giacca, ormai zuppa, del marito. 

Rumple uscì nuovamente al freddo e rientrò pochi istanti dopo, la camicia completamente incollata al corpo da quanto era bagnato, i capelli corti dai quali scendevano piccole gocce di pioggia, i pantaloni zuppi, le scarpe infangate, il fiatone. Suo marito non era mai stato un brutto uomo, vederlo così certo non diminuiva l’attrazione che continuava a provare per lui, un brivido le percorse la schiena e si sorprese dei pensieri inopportuni che stavano cominciando a riempirle la testa. Lo amava ancora, certamente, ma non le sembrava il modo ed il momento per fare certi pensieri sull’ormai ex marito.

“Ho acceso l’interruttore, tra poco dovrebbe esserci l’acqua calda, così potrai farti un bagno e scaldarti.” La voce di Gold interruppe i suoi pensieri.

“Grazie, sai, non eri costretto a venire, soprattutto per come…”

Rumple fece un cenno con la mano:” Sei… mia moglie…la madre di mio figlio… non avrei mai potuto lasciarti lì in quelle condizioni”

Belle annuì. Rumple sparì nuovamente, per tornare qualche secondo dopo. “L’acqua è già calda, mentre ti fai la doccia, ti preparo qualcosa da indossare e poi proverò ad accendere il fuoco.”

Con Belle che si faceva la doccia, Rumple avviò il fuoco, poi si diresse in camera per tirarle fuori qualcosa da mettere. Mentre era ancora nella stanza, sentì un rumore e successivamente la porta aprirsi, rivelando Belle con solo l’asciugamano sul corpo. La vista gli si annebbiò ed arrossì immediatamente. Era così bella, ed ora che aspettava suo figlio, ancora di più. 

“Uhm… ecco… ho questi pantaloni  e questa camicia, so che non sono sufficienti ma…” Belle lo fermò appoggiandogli una mano nella sua, per farsi guardare negli occhi. 

“Va benissimo così, se hai acceso il fuoco, saranno sufficienti.” Gold annuì ed erroneamente abbassò lo sguardo, dove la scollatura dell’asciugamano scendeva piano piano. Qualche mese fa non ci avrebbe pensato due volte e l’avrebbe presa tra le braccia e avrebbero passato delle ore in doccia a scaldarsi e poi davanti al caminetto a condividere il calore dei loro corpi. Si schiarì la voce ed annuì, facendosi velocemente da parte uscendo dalla stanza il più veloce possibile.

Belle sorrise alla goffaggine del marito. Probabilmente stava trovando anche lui molto difficile questa situazione, soprattutto costretti a condividere uno spazio così piccolo durante questa emergenza. 

Sorridendo finì di asciugarsi ed indossò le cose che Gold le aveva dato, riconoscendo subito l’inconfondibile profumo del marito. Sospirò e si arrese ai suoi pensieri. Sarebbe stato molto difficile anche per lei. Tornò davanti al fuoco, con quegli indumenti troppo grandi per lei e quando il marito si voltò a guardarla, non trattenne una risata.

“Cosa?”

“Niente, sei buffa. Vieni, siediti, non dovresti camminare con la caviglia slogata, siediti, cerco subito qualcosa per medicarti”.

 Il marito riprese a muoversi come una furia ed in pochi istanti era seduto per terra, davanti alla caviglia, fece cenno di cominciare quando Belle si accorse che era ancora bagnato fradicio. Gli appoggiò una mano sulla spalla e Gold si ritrasse di scatto, pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato.

“Rumple, sei ancora tutto bagnato, ti ammalerai… Vai a farti una doccia calda, poi penseremo alla mia caviglia, mmh?”

Gold annuì e si avviò verso la doccia.

Belle si perse a guardare il fuoco nel caminetto, a sentire il piacere del  calore che lentamente si spargeva per la stanza, quella strana sensazione di trovarsi a casa.

Pochi istanti dopo Gold la raggiunse, portandole un’altra coperta. “Ne ho portata un’altra, nel caso in cui avessi freddo… Beh…”

Belle gli sorrise ed annuì, facendogli cenno di raggiungerla sul divano.

“Cosa pensi che sia questa cosa che ti sta togliendo i poteri? E perché non sei così preoccupato come mi sarei aspettata?”

Gold le sorrise. “Sto solamente fingendo di non essere preoccupato, tuttavia mi è già successo una volta, conosco benissimo la causa. La cosa è innocua ma durerà almeno fino a domani mattina.” Allo sguardo interrogativo della moglie, Rumple riprese la spiegazione: “I mondi delle storie mai raccontate si sono uniti. Storybrooke è molto piccola e a volte non può contenere tutta questa magia in una sola volta. Si è creato una specie di corto circuito. Entro domani mattina riavrò i miei poteri. Mi spiace, se qualcuno non ci trova prima, dovremmo passare la notte qui.”

Belle annuì distratta. “Si, certo. Non ti ringrazierò mai abbastanza per essere venuto a salvarmi, non so dove sarei se non fossi arrivato tu.”

Gold annuì distrattamente, poi si ricordò della caviglia e le fece cenno di appoggiare il piede sulle sue ginocchia, così facendo sarebbe anche riuscito a farle un piccolo massaggio, per scaldarle la zona dolorante, prima di applicarle un po’ di crema ed una fasciatura.

Belle osservava il marito impegnato a massaggiarle il piede, le mani calde, la pelle ancora umida dalla doccia, il profumo del suo bagno schiuma. Chiuse gli occhi, un po’ per il dolore, un po’ per tutti i ricordi che le stavano tornando in mente.

Dopo che ebbe finito con la fasciatura le disse che sarebbe stato meglio mettere del ghiaccio, ma che ne era sprovvisto, quindi avrebbe dovuto farlo lei il prima possibile. Glielo disse con un sorriso imbarazzato, come se gli dispiacesse di non essere abbastanza preparato, come se fosse poco quello che aveva fatto finora.

Belle fece per appoggiare il piede per terra ma Gold le disse di tenerlo pure sulla sua gamba, sarebbe stata più comoda e magari si sarebbe gonfiato meno.

“Grazie ancora” Gli disse Belle arrossendo, appoggiandosi le mani sul ventre, in gesto ormai istintivo. Non si vedeva ancora tantissimo il suo stato di gravidanza, la pancia aveva cominciato a curvarsi leggermente ed improvvisamente Belle si rattristò. Rumple si sarebbe accorto di ogni minimo cambiamento ed avrebbe apprezzato le sue forme, se solo non avesse scelto nuovamente la strada dell’oscurità, avrebbero condiviso le gioie della gravidanza assieme. Erano dei pensieri molto rischiosi, data la sua sensibilità in questi giorni, infatti si voltò verso il fuoco per cercare di reprimere le lacrime.

“Non c’è bisogno che ringrazi, lo sai che per te…”  cercò di rendere il significato gesticolando con le mani. Quando non sentì nessuna risposta si voltò verso Belle e la vide fissare il fuoco con le lacrime che minacciavano di uscirle dagli occhi. 

“Belle? E’ qualcosa che ho detto? M-mi dispiace, non volevo…”

Belle negò con la testa, asciugandosi immediatamente le lacrime con le mani. 

“Devi scusarmi, sono tutti questi ormoni. Pensavo… Lascia stare.” Singhiozzò.

Gold annuì, accarezzandole distrattamente la gamba.

“Forse… Forse pensiamo le stesse cose.”

Belle annuì nuovamente, incapace di esternare le sue emozioni, per la paura di essere fraintesa.

“Sei molto bella in questi giorni.” Sospirò, poi alzò le mani in segno di scuse.

“So che è inopportuno, ma ti trovo bellissima, raggiante. Non dovresti essere così triste. Lo so, è colpa mia, di tutto. Ma aspetti il nostro bambino e sei più bella che mai.”

Belle rise e pianse contemporaneamente, poi allungò una mano verso Rumple che la prese immediatamente anche se un po’ incerto.

La donna invece di accontentarsi di quel minimo contatto, lo attirò a se’. Forse ne avevano bisogno entrambi, forse era l’emozione di diventare genitori, forse nonostante tutto si amavano ancora alla follia, d’altronde, come si fa a rinnegare il vero amore? 

In un attimo Gold strinse Belle tra le braccia e la donna iniziò a singhiozzare una volta che si trovò premuta contro al suo petto. L’uomo chiuse gli occhi e la strinse ancora di più, accarezzandole dolcemente la schiena, come per portarle via tutte le preoccupazioni, come se stringendola ed accarezzandola, tutto potesse sparire nel nulla. Per quanto ancora avrebbe sofferto per colpa sua?

Rimasero così per molto tempo, eventualmente Belle smise di piangere e si sistemò meglio tra il calore delle sue braccia. Gold prese la coperta e la avvolse attorno ad entrambi, sistemandosi a sua volta sul divano, per stare vicino a Belle più comodamente. Improvvisamente un tuono molto forte all’esterno fece sobbalzare Belle, che rise nervosamente sciogliendosi nuovamente nell’abbraccio. Profumava del suo bagno schiuma, indossava i suoi vestiti ed era accoccolata su di lui sul divano, il cuore di Gold non poteva reggere ancora per molto. 

“Hai paura?” Le chiese, nonostante conoscesse benissimo la risposta.

“Un po’. Ma molto meno di quanta ne avrei se fossi sola.” Alzò il viso per sorridergli e subito fu colta dal desiderio incontenibile di baciarlo. Di assaggiare nuovamente le sue labbra, cercando di ripescare nella memoria le emozioni che provava quando passava ore a baciarle. Si fissarono intensamente, illuminati dalla sola luce del fuoco e sporadicamente dalla luce dei fulmini. Si avvicinarono pericolosamente, ma senza mai toccarsi, rimasero lì, in perfetto equilibrio tra il bacio e l’intensità del momento che stavano vivendo. 

La distanza era così poca che entrambi cominciarono a respirare pesantemente, ognuno perso a fissare i dettagli delle labbra, degli occhi, del volto dell’altro. 

Era tutto troppo, Gold cominciò ad accarezzarle le braccia sotto la coperta, poi le prese le mani, fino a che lei, gliele prese e gliele trascinò sopra al suo ventre. Gold allargò gli occhi in segno di sorpresa ed il respiro gli si bloccò in gola. Belle gli sorrise ed annuì con la testa, comunicando che tutto andava bene. Il volto di Rumple cambiò completamente, spostò la coperta e, tornando a fissare Belle, sbottonò un paio di bottoni della camicia in modo da esporre la pancia al suo sguardo e tatto, sempre controllando che a Belle non desse fastidio.

Belle, notando la continua incertezza di Rumple, gli prese le mani nelle sue e le riappoggiò sulla pancia, questa volta senza vestiti in mezzo. Gold stava avendo il primo contatto con suo figlio e tutto sembrava così surreale.

Belle sorrise nel vedere lo stupore, l’amore e la meraviglia sul volto del marito, sorrise nel vedere il primo contatto tra padre e figlio, una connessione di vero e puro amore.

Gold allora, mantenendo la mano sulla sua pancia, si spostò per appoggiarle un dolce bacio sulla fronte. “Grazie. Grazie Belle.” le sussurrò tra le lacrime, poi si abbassò e quando arrivò con il volto all’altezza del ventre della moglie le appoggiò un dolce bacio.

Belle non seppe resistere e gli passò una mano tra i capelli corti, incoraggiandolo ad appoggiarsi. Fu così che passarono diverse ore, Gold appoggiato sul suo ventre, ad accarezzarlo, baciarlo, parlarci, Belle ad accarezzargli i capelli, fino a che si addormentarono.

 

 

 

 

 

 

Il temporale fuori sembrò continuare tutta la notte, ma nessuno dei due sembrò badarci, ognuno occupato a sentirsi per la prima volta una famiglia.

Belle si ritrovò a pensare che sarebbe bello poter riavere tutto questo, esattamente così, solo loro due, nel loro piccolo mondo. Mondo che però escludeva la magia. Magia che sarebbe tornata una volta passato il temporale. Belle sospirò rumorosamente, Gold si svegliò ed alzò lo sguardo verso di lei, osservandola, poteva vederle i pensieri correrle avanti ed indietro per la testa.

“Posso… Posso immaginare cosa stai pensando. Sappi che mi dispiace. Mi spiace di averti ferita, tu che sei l’unica persona al mondo che non avrei mai dovuto ferire, mi spiace che le cose siano andate così, che dovunque io sia, qualcuno può arrivare a minacciarmi, mi spiace di avervi messi in pericolo fin da subito. So già che ne abbiamo parlato milioni di volte, non tirerò fuori il discorso anche ora, ma sappi che mi dispiace. So anche che questo non cambierà nulla.”

Belle annuì tristemente. “No. Non cambierà nulla.”

Istintivamente si sporse in avanti ed appoggiò le labbra a quelle del marito, che però non rispose subito. Quando si rese conto che Belle non si sarebbe spostata di lì, ricambiò con cautela il bacio, alzandosi un pochino per raggiungerla meglio.

Per un attimo ad entrambi sembrò di raggiungere il paradiso, Gold continuava a disegnare trame sul ventre della moglie mentre molto delicatamente la baciava, come se in quel momento stesse esprimendo lo stesso amore per entrambi, come se volesse abbracciare e baciare madre e figlio allo stesso momento.

Rimasero così per molto tempo, a trovare il ritmo con le labbra, ad assaporarsi lentamente. L’intimità non era mai stata uno dei loro problemi, se c’era qualcosa che era sempre perfetta, era l’intimità. I problemi cominciavano quando uno dei due iniziava a parlare, solitamente Rumple. 

Si mise bene in testa di non aggiungere altro a ciò che già aveva detto per non rovinare questo momento così sacro.

Ad un tratto Belle si spostò, continuando ad accarezzargli i capelli. Rumple rimase a fissarla stupito, incerto sul da farsi, convinto solo a non aprire bocca, gli andava bene muoversi al ritmo di Belle, come avevano già detto, quella sera non avrebbe cambiato nulla.

“Dovremmo riposare se domani dovremmo tornare a piedi in città.” 

Gold annuì. “Ti lascio il divano che è il posto più caldo, andrò in camera da letto, se hai bisogno di…”

“Rumple… Rimani qui con me. In camera si gela, così sono molto comoda e calda.” Gli sorrise incoraggiante.

Gold annuì e si risistemò al suo fianco, abbracciandola da dietro, appoggiandole una mano calda sulla pancia, affondando il naso nei suoi capelli. Gli parve di essere finalmente tornato a casa, tanto che si addormentò con il sorriso sulle labbra.

Belle appoggiò una mano sopra a quella di lui ed anche lei si addormentò con lo stesso sorriso in volto.

 

 

 

Il mattino seguente vennero svegliati da un brusco rumore. Gold si alzò di scatto, cercando di non buttare Belle giù dal divano.

Pochi istanti dopo si ritrovò davanti Emma, Killian, Snow e Charming.

“Gold! Sei stato tu? Cosa ti salta in testa? Rapire Belle nel bel mezzo di un temporale! Ed è pure incinta!” Urlò immediatamente Snow, puntandogli un dito contro.

Il trambusto svegliò anche Belle che, sotto shock, cercò di capirne qualcosa della scena che si trovava davanti.

“Belle! Ti abbiamo trovata! Vieni, ti riportiamo subito a casa!” Esclamò Killian avvicinandosi.

Belle lo fermò. “Cosa pensate che stia succedendo esattamente?”

“Credono che io ti abbia rapita e portata qui.”

Belle si mise a ridere e si mise a sedere sul divano. “Non sono stata rapita da Rumple, sono stata salvata. Sono uscita per una delle mie solite camminate, quando è iniziato quello strano temporale di ieri sera. Mi sono fatta male alla caviglia, non sapevo come fare e ho chiamato Rumple. Per via del temporale Rumple non poteva usare la magia e mi ha portata qui, dove abbiamo trascorso la notte, senza forzature e rapimenti.”

I quattro si guardarono e sospirarono. “Quindi… Quindi ora va tutto bene tra di voi? Siete tornati assieme?” Chiese Charming speranzoso.

“No.” Dissero in coro Belle e Gold.

“Siamo… Civili, per il momento… Aveva bisogno di me, non l’avrei mai lasciata in mezzo alla bufera in quelle condizioni… E’ pur sempre la madre di mio figlio…”

Questo sembrò bastare come spiegazione, tutti li guardarono ed annuirono, per una frazione di secondo, ci avevano sperato anche loro.

“Oh. Quando sei pronta siamo qui fuori. Ti riportiamo sulla nave e magari prima all’ospedale a farti medicare la caviglia.”

Belle annuì. “Grazie, arrivo subito.” Emma e Killian uscirono immediatamente.

Snow e Charming si soffermarono un attimo, fissandoli sconsolati.

“Qualsiasi discorso vogliate fare sulla speranza e sul vero amore, risparmiateci. Le cose non si sono sistemate in una sola notte. E’ tutto così confuso e complicato. Apprezziamo lo stesso.”

I due annuirono, avviandosi verso l’esterno.

“Mi spiace” sussurrò Belle a testa bassa. Rumple le si avvicinò e la prese per le braccia. “Non ti devi scusare, sono venuti a prenderti. La mia magia ora funziona, so come tornare a casa.”

“Si, certo la magia, si.” farfugliò Belle e Gold sospirò.

“Belle.”

“Lascia stare, ho capito, ne abbiamo già parlato, non è cambiato nulla.” 

Gold annuì e le si avvicinò nuovamente, chiedendo il permesso con lo sguardo.

Appoggiò nuovamente una mano sul ventre ed abbracciò Belle con l’altra. “Mi spiace, Vi amo.” Appoggiò a Belle un casto bacio sulle labbra, si allontanò con le lacrime agli occhi e senza mai togliere lo sguardo da lei, scomparve in una nuvola di fumo viola.

 

 

 

La parentesi di quella notte fu una benedizione tanto quanto una maledizione, le notti successive, nessuno dei due era in grado di dormire senza il calore reciproco. Belle continuava ad appoggiarsi le mani sulla pancia, cercando di ricreare il calore della sua mano su di lei, invano.

Gold passava molte notti a fissare la nave dove sua moglie e suo figlio, probabilmente dormivano pacificamente senza di lui.

Passavano ogni giorno a sperare in un temporale, in modo da potersi ritrovare.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

*** Lo so, devo ancora finire l’ultimissimo capitolo della long, (che siccome è pieno di contenuti, è in lavorazione, promesso) mi merito tutte le vostre parolacce. Il tutto prende vita tra la fine della 5 stagione e l’inizio della 6 che vede i Rumbelle ancora molto separati ed incazzosi. 

Tutto questo vaneggio è nato in un paio di giorni e non riuscivo a smettere di scriverlo, quindi dovevo assolutamente finirlo. Come al solito, i vostri commenti sono vita, scatenatevi. :*

   
 
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