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Autore: Robigna88    19/08/2018    1 recensioni
Steve Rogers lavora per lo S.H.I.E.L.D. oramai da un po', ma non si fida completamente dell'organizzazione per cui svolge le più svariate missioni. All'interno, a parte i suoi compagni Avengers, si fida di una sola persona. Il suo nome è Lidya ed è la donna che lo ha aiutato a integrarsi nel nuovo mondo dopo il suo risveglio.
Lidya è anche un'agente molto capace e proprio quelle sue capacità rischieranno di metterla in pericolo. Cosa sarà disposto a fare Steve per tenerla al sicuro?
Genere: Avventura, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Steve Rogers, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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PARTE I

Il Tesseract

 

 

1.

 

 

 

 

 

 

Dopo aver girovagato per la città e aver parlato dello S.H.I.E.L.D., di Fury e di parte di ciò che era cambiato in settant'anni, il Capitano e Lidya presero posto al tavolo di una caffetteria e una gentile cameriera lasciò loro i menu lanciando un'occhiata interessata all'uomo prima di andarsene. Lidya non poteva biasimarla: il Capitano Rogers era un uomo bello con occhi azzurri e ciglia lunghe, i capelli chiari sembravano brillare sotto la luce del sole che entrava attraverso la vetrata, le spalle erano possenti, il viso armonioso. Era un uomo che di certo non passava inosservato.

La donna controllò il suo telefono un'altra volta, sorrise quando Steve le fece una domanda.

"Che cos'è un frappuccino?"

"Una diabolica invenzione super calorica. È molo buono però, dovrebbe assaggiarlo" posò il cellulare su un angolo del tavolo e lo guardò quando lo sentì sospirare.

"Tutto è diverso" le disse senza guardarla. "Del mondo che conoscevo non è rimasto assolutamente nulla."

Aveva l'aria così smarrita e triste che per un attimo le venne voglia di abbracciarlo, o meglio ancora di portarlo dritto dall'unica persona il cui abbraccio avrebbe davvero fatto la differenza in quel momento. Si ricordò di avere una cosa che gli apparteneva in tasca, decise però che non era ancora il momento di dargliela. Se lo avesse fatto si sarebbe distratto, perso nei ricordi. Lei aveva bisogno che fosse concentrato sul presente.

"Mi dispiace Capitano Rogers, davvero. Posso solo immaginare il senso di smarrimento che prova" respirò a fondo per cercare le parole giuste. "Imparerà a vivere in questo nuovo ambiente. Io sono qui proprio per aiutarla. Col tempo..."

"Col tempo scoprirò che questo nuovo mondo non è poi così male e andrà meglio. Voleva dire questo?" la guardò dritta negli occhi e in quelle iridi chiare c'era un briciolo di rabbia, era ben visibile ed era comprensibile.

"Volevo dire," riprese la parola lei. "che col tempo imparerà che è tutto molto più strano di quanto le sembri adesso, ma che se vorrà potrà contare su un'amica per affrontare ogni cosa: me."

Vide la rabbia sparire piano, o meglio la vide trasformarsi in sollievo. Lui le sorrise. "Saperlo mi rincuora più di quanto lei creda" si guardò intorno. "Magari potrei iniziare a scoprire il nuovo mondo con un frappuccino. Che gusto mi consiglia?"

"Che gusto le consiglio? Mi lasci pensare" calò il silenzio per qualche secondo, poi Lidya parlò. "Per lei caramello. Sì, decisamente caramello."

"Caramello sia allora... Lidya" lei gli sorrise, infine guardò il cellulare. "Qualcosa non va?"

Lidya lesse il messaggio prima di rispondere. "Il Direttore Fury sarà qui tra poco, per parlare con lei. Dubito che mi farà partecipare alla conversazione, quindi mi ascolti attentamente: qualunque cosa Fury le dirà, si ricordi che ha sempre una scelta. Lei è libero, Steve. Non se lo dimentichi, okay?"

"Non lo dimenticherò, lo prometto."

La donna vide l'auto del Direttore fermarsi davanti alla caffetteria, lo guardò entrare e raggiungerli. Aveva l'aria seria, più del solito... sperava che le avrebbe permesso di rimanere, ma non accadde.

"Grazie agente Abel, può andare ora." le disse infatti.

Lei mise la mano in tasca, tirò fuori l'oggetto che apparteneva al Capitano e glielo porse. "Ricorda quello che ti ho detto... Steve" gli disse strizzandogli l'occhio.

Il Capitano guardò il ciondolo nella sua mano, quel ciondolo che dentro custodiva la foto della sua Peggy. Lo strinse tra le dita guardando l'agente Abel uscire dal locale.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

Il Capitano e Fury si rividero dopo un mese, quando il Direttore lo raggiunse in palestra dove si stava allenando. Aveva l'aria preoccupata ma non sembrava esserci rabbia sul suo viso, a differenza della prima volta in cui avevano parlato e Steve si era rifiutato di lavorare per lo S.H.I.E.L.D. L'uomo non l'aveva presa bene, Steve gli aveva spiegato che era libero e tale voleva rimanere. Non aveva più rivisto Lidya da quel giorno e di quello gli dispiaceva, ma aveva conosciuto il figlio di Stark e quando era successo gli era mancato il 1940 ancora di più. Non che fosse una cattiva persona, era solo... un po' troppo egocentrico per i suoi gusti.

Non sapeva come rintracciare l'agente Abel e Fury non aveva voluto dirglielo, lui sperava sempre di incontrarla per caso, per chiederle quel sostegno che gli aveva promesso, e per ringraziarla per quei file sui suoi vecchi commilitoni e su Peggy che aveva trovato fuori dalla porta del suo appartamento. Era certo che fosse stata lei a lasciarli lì per lui. Da quei documenti aveva appreso che l'agente Carter si trovava in una casa di cura a Londra, che era malata e la sua memoria era compromessa, ma che aveva avuto una bella vita. Di questo era felice, ma gli mancava. Non era ancora andato a trovarla e non sapeva se e quando lo avrebbe fatto. Stava ancora provando ad ambientarsi del tutto, era più complicato di quanto avesse immaginato.

"Soffre di insonnia, Capitano?" gli chiese Fury avvicinandoglisi.

"Ho dormito per settant'anni, signore. Sono sazio."

Fury gli mostrò la cartelletta che aveva in mano, la aprì e la girò verso di lui. "Abbiamo bisogno del suo aiuto, Capitano."

Steve prese in mano l'incartamento, riconobbe subito quel cubo blu luccicante che c'era nella prima pagina: l'arma segreta dell'Hydra. Ma come facevano ad averlo loro?

"Howard Stark l'ha recuperato dal fondo dell'oceano mentre la cercava. È stato rubato" gli spiegò Fury quasi gli avesse letto la mente.

"Da chi?"

"Si chiama Loki e non è di queste parti. L'ha preso e ha preso anche uno dei nostri uomini migliori. Non sappiamo come."

L'altro guardò di nuovo le carte. "L'agente Abel farà parte della missione?"

"No. Lei non è autorizzata a svolgere missioni di questo livello."

Steve chiuse la cartelletta e la allungò verso di lui. "La autorizzi, o si trovi un altro soldato."

"Mi sta dicendo che senza l'agente Abel non prenderà parte alla missione? Sul serio?"

"Sul serio, signore. Senza offesa, ma l'agente Abel è l'unica di cui mi fido, al momento."

Fury riprese le carte e respirò a fondo. "Bene! Allora sia pronto domattina presto, un'auto passerà a prenderla al suo alloggio."

"Sarò pronto!"

Il Direttore se ne andò, Steve rimase da solo, continuando ad allenarsi. Lo fece per un'altra ora circa, poi decise di tornarsene nel suo monolocale, lì di fronte alla porta incontrò Lidya.

 

 

 

 

 

****

 

 

 

 

 

 

"Credevo quasi che non ti avrei rivista mai più" le disse e si accorse subito che il suo tono non era stato esattamente amichevole.

Lei annuì allargando le braccia, entrambe, e Steve notò che il tutore era sparito. "Hai ragione" gli disse. "Mi dispiace, sono solo stata un po' impegnata con il lavoro."

Steve cercò le chiavi nella tasca. "Il braccio è guarito a quanto pare" mormorò indicandola con un dito.

"Sì, fa ancora un po' male a volte, ma diciamo che è guarito. Ti avevo portato un frappuccino al caramello, ma visto che non arrivavi l'ho bevuto. Non è proprio il mio gusto preferito ma non avevo cenato e il mio stomaco iniziava a brontolare."

Lui abbozzò una risata. "Beh visto che praticamente non ho amici ho dovuto trovare un modo per ammazzare la noia, quindi vado in palestra e mi alleno."

Lidya abbassò lo sguardo. "Mi dispiace di essere sparita, davvero. Volevo tornare a trovarti il giorno dopo il nostro primo incontro ma non posso sempre fare ciò che voglio, purtroppo."

"Che vuoi dire?"

"Niente" la donna si sforzò di sorridere. "Fury ha detto che mi hai richiesta per una missione, una di quelle per cui di solito non sono autorizzata."

"L'ho fatto. Sempre che tu voglia partecipare. Non sei costretta a venire se non vuoi."

"Voglio venire, ma voglio sapere anche perché io? Lo S.H.I.E.L.D. è pieno di agenti più qualificati di me."

"Forse. Ma di loro non mi fido, di te invece sì."

Lidya mise le mani nelle tasche del cappotto. "Significa che siamo amici?"

"Diciamo che ci stiamo lavorando."

"Okay" lei rise. "È comunque un passo avanti. Sarà meglio che vada ora, sarai stanco e domani sarà una giornata impegnativa. L'agente Coulson verrà a prenderti, è un tuo grande ammiratore. È un tipo bizzarro a volte, ma di lui puoi fidarti."

"Grazie dell'informazione" Steve la guardò avviarsi verso le scale. "E grazie dei file che mi hai fatto avere."

L'altra si strinse nelle spalle. "Non so di cosa tu stia parlando."

Il Capitano corrugò la fronte. "Ti avevano impedito di farmeli avere ma hai fatto in modo che li avessi comunque?"

"Volevo fare qualcosa di buono per te, ma come ti ho detto non sempre posso fare ciò che voglio, purtroppo, quindi mi tocca improvvisare a volte. Sono brava in questo" gli sorrise. "Buonanotte Capitano, ci vediamo domani."

"Buonanotte Lidya. A domani" Steve rimase sul pianerottolo a guardarla fino a quando non riuscì più a vederla.

 

   
 
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