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Autore: Elly J    23/08/2018    0 recensioni
Trent'anni fa strani avvenimenti legati al cosmo sono avvenuti a Yaughton Hill. Alcune persone hanno dato di matto, altre sono scomparse. Nessuno vuole più mettere piede nella cittadina di campagna e solo a sentirne il nome la gente si gira dall'altra parte. Cosa è successo nell'Osservatorio di Yaughton Hill? Chi dimora ancora al suo interno? Ma soprattutto, siete davvero convinti di voler rivangare il passato?
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 1
 

Mai avrei pensato di finire in un posto come questo. Prima della partenza tutti mi dicevano: "Vedrai che posto!", "Te ne innamorerai!" e poi Alessandro: "Chiamami quando arrivi. Ho sentito dire che è un bel posto, vedrai che il tempo passerà in fretta e magari ti divertirai anche!". Dunque la partenza non era stata poi così tragica, alla fine sarei dovuta rimanere nel piccolo paesino solo per due settimane.

Atterrata all'aeroporto chiamai subito un taxi e, non appena dichiarai il nome del paesino dove volevo andare, il tasista mi guardò sbigottito.
- Ho capito bene, signorina?
Lo guardai con uno sguardo interrogativo - Certo. - risposi convinta. In tutta risposta il tassista fece spallucce e ingranò la marcia. La macchina partì con una sgommata e qualcuno nella vettura dietro di noi suonò il clacson.
"Che partenza!" pensai tra me e me.
Il tassista sembrava nervoso. Continuava a lanciarmi occhiate dallo specchietto retrovisore, come se dovesse dirmi qualcosa. Poi ad un tratto trovò il coraggio e aprì bocca.
- Se non sono troppo invadente, cosa la porta a Yaughton Hill?
Incrociai i suoi occhi nello specchietto retrovisore.
- Lavoro. - risposi. Cosa importava a lui? Detestavo le persone ficcanaso.
- Che lavoro potrà mai trovare a Yaughton? Quel posto è un inferno! - replicò l'uomo a voce un po' troppo alta. Sembrò accorgersene e subito dopo esordì con un - Scusi.
Non riuscivo a capire cosa frullasse nella testa del tassista. Era come se avesse timore del luogo o di qualcosa al suo interno. Chi poteva dirlo?
- Sono un'astronoma, mi ha contattata l'Osservatorio. - risposi evasiva. In realtà era la verità ma ero stata molto vaga, ovviamente.
Nello specchietto retrovisore vidi gli occhi del tassista spalancarsi all'improvviso. Sembrava come... impaurito?
- Ha detto che... che è un'astronoma? Ma allora è vero, dopo tanti anni è tornato... - balbettò.
- Tornato? Chi? - stavo iniziando ad innervosirmi, ma al tempo stesso percepii come se ci fosse qualcosa che non quadrava.
Ero stata contattata da una certa Stella Harper dell'Osservatorio Astronomico di Yaughton Hill qualche settimana prima, la quale mi aveva chiesto una collaborazione per lo studio di un nuovo corpo celeste rinvenuto di recente. In effetti non mi aveva dato molte informazioni a riguardo, ma visto che ultimamente le collaborazioni lavorative scarseggiavano avevo accettato. Avrei dovuto presentarmi a Yaughton Hill il 31 agosto nel pomeriggio e una volta arrivata Stella mi avrebbe spiegato tutto. Senza che io chiedessi nulla la ragazza mi aveva anche comunicato il compenso che avrei ricevuto. Rimasi abbastanza sorpresa che mi parlasse di soldi al telefono, ma non dissi nulla. La paga non era niente male, quindi perchè non accettare? La mia situazione economica non era disastrosa, ma una simile cifra mi avrebbe di certo fatto comodo. Prima di partire avevo fatto qualche ricerca sul luogo e sull'Osservatorio ma non trovai nulla di rilevante, solo qualche notizia riguardante una misteriosa scoperta di un corpo celeste avvenuta parecchio tempo addietro che però era stata insabbiata e messa a tacere. Il fatto era successo circa una trentina di anni prima e all'epoca la storia fece abbastanza scalpore, soprattutto nei paesini vicini Ashpond e Colddale. La realtà dei fatti non fu ben chiara, ma le supposizioni degli abitanti si tramutarono presto in superstizioni, miti, leggende e racconti dell'orrore. Fu un attimo passare da un sito che dava informazioni in modo professionale a siti che raccoglievano i più strani e raccapriccianti racconti del corpo celeste maledetto di Yaughton Hill. In ogni caso su internet le fantasiose storie arrivavano fino a circa 8 anni prima e dopo diminuirono man mano fino a scomparire, come se l'argomento non interessasse più a nessuno. Un argomento morto e sepolto in una minuscola cittadina in mezzo alla campagna, magari avrei potuto scoprire qualcosa di interessante.
- Non conosce la terribile storia della cittadina? - la voce del tassista mi riportò con la mente al presente.
- Il corpo celeste maledetto? - replicai annoiata.
- Esatto! Come ha potuto scegliere di venire qui dopo aver letto di quella vicenda? - l'uomo era sconcertato. Proprio non capivo la gente che si lasciava suggestionare in quel modo.
Mi sporsi verso il sedile del guidatore - E' successo oltre trent'anni fa e quello di cui lei parla sono solo dicerie fomentate da racconti di aspiranti scrittori che speravano di sfondare nel mondo della letteratura con qualche testo dell'orrore. - replicai con un'alzata di spalle.
Il tassista rimase in silenzio più a lungo del solito, poi mi schioccò un'occhiata inquietante dallo specchietto retrovisore - Convinta lei.
All'improvviso la macchina frenò bruscamente sul ciglio della strada. In lontananza si scorgeva l'insegna di benvenuto della cittadina di Colddale. Il tassista non accennava a muoversi.
- Cosa sta facendo? - chiesi con una punta di fastidio nella voce.
- La corsa è terminata, fanno 30 euro. - rispose lui con voce neutra.
Ero confusa. Ma che cavolo faceva quello sfacciato? Non eravamo arrivati a Yaughton Hill e mi stava lasciando sul bordo della strada.
- Ma non siamo arrivati a Yaughton! - replicai.
- Certo che no, e non ho nessuna intenzione di portarla fin lì. Non mi avvicino a quella cittadina maledetta e nemmeno a quelle attorno.
- Mi prende in giro? - non potevo crederci. Lo stava facendo davvero?
- Una volta raggiunta Colddale dovrà dirigersi verso est e al bivio con Ashpond prendere per Yaughton. A piedi non ci metterà più di un paio d'ore. - il tassista sembrava proprio deciso a lasciarmi lì sul ciglio della strada.
Ero talmente sbigottita che l'unica cosa che mi venne in mente da chiedere fu: - A piedi?
A questo punto il tassista si girò verso di me e la sua espressione indicava che era molto seccato - Qui non passano mezzi pubblici e dubito che qualcuno voglia accompagnarla in macchina fino a quella cittadina maledetta.
Cittadina maledetta? Il tizio credeva proprio a quelle stupide superstizioni, ma a quanto sembrava non avevo al tra scelta. Seccata recuperai la mia borsa con il portatile e scesi sbattendo violentemente la portiera dell'auto, dopodichè recuperai il mio trolley dal baule.
- I suoi 30 euro. - dissi lanciando le banconote verso il finestrino aperto.
Il tassista non si degno nemmeno di dirmi grazie e ripartì sgommando con una terribile inversione a U.
- Che coglione. - mormorai. Mi girai verso l'insegna di Colddale che avevo visto poco prima e iniziai a camminare in quella direzione trascinandomi dietro il trolley.
***

Raggiunsi Colddale in meno di dieci minuti. La cittadina era tranquilla ma non del tutto deserta e sorprendentemente piccola. Abituata alle dimensioni delle grandi città mi sembrava di stare in mezzo al nulla e in un certo senso era così. Il paesino era ben curato, tipicamente in stile campagnolo con tutti quei fiori sui balconi e i giardinetti davanti all'ingresso delle case. Durante il cammino incrociai alcune persone che non mi degnarono nemmeno di uno sguardo. Solo un ragazzotto che correva scalzo insieme agli amici esordì con un: - Ciao forestiera! - mi sembrava di stare nel medioevo.
Camminai finchè non raggiunsi la piazza principale, un grazioso spazio acciottolato dove nel mezzo svettava una grande quercia dalle foglie verdi scintillanti. Sotto si essa erano state sistemate alcune panchine di legno, sopra le quali erano sedute alcune persone anziane impegnate in una tranquilla conversazione. Mi guardai attorno e ancora una volta ebbi come l'impressione di essere tornata indietro nel tempo.
"Chissà se hanno una connessione internet in questo posto." pensai tra me e me. Non che Colddale sapesse di vecchio, ma aveva un qualcosa di antico che aleggiava tra i vicoli, le case e usciva dalle finestre delle graziose case infilandosi tra le foglie degli alberi. In un certo senso quel posto aveva qualcosa di affascinante.
Guardai l'ora sul mio orologio: le 13.45. Avevo appuntamento con Stella Harper alle 16.00 a Yaughton Hill e stando a quello che mi aveva detto il tassista non ci avrei messo più di due ore a piedi. Non avevo nessuna intenzione di elemosinare passaggi in auto da sconosciuti, quindi non presi nemmeno in considerazione di chiedere aiuto a qualcuno. Dovevo avviarmi al più presto verso Yaughton se non volevo arrivare tardi all'appuntamento, ma all'improvviso mi resi conto di avere una sete incredibile. Guardai nuovamente l'orologio. Pensai che fermarmi per cinque minuti a bere un bicchiere di the freddo non mi avrebbe creato grossi problemi, così con un'alzata di spalle decisi di cercare un bar.
Girovagai per un po' lungo le viottole ombreggiate di Colddale fino a che, quando ormai avevo perso la speranza, adocchiai un pub in fondo alla via che stavo percorrendo. Affrettai il passo con il trolley che faceva un rumore fastidioso sull'acciottolato e pensai che una volta tornata in città avrei dovuto cambiare le rotelle. Quando spinsi la porta del pub un dolce scampanellio accompagno la mia entrata. Con felicità vidi che si trattava di un pub irlandese. Quanto adoravo i pub irlandesi! Altro che the alla pesca, mi sarei concessa una bella birra.
Il pub non era molto grande anche se molti dei tavoli erano occupati. Dopo una rapida occhiata ne individuai uno in fondo al locale e lo raggiunsi trascinandomi dietro il fastidioso trolley. Dopo essermi accomodata attesi che arrivasse la cameriera e ordinai una birra. Mentre aspettavo iniziai a pensare, ammettendo a me stessa che quella situazione era alquanto strana. Forse avevo sbagliato ad accettare subito l'offerta di Stella e dirigermi a Yaughton Hill senza sapere effettivamente di cosa avrei dovuto occuparmi? Forse. Però non era un buon periodo lavorativo, quindi non mi sembrava proprio il caso di rifiutare a priori. Avevo provato a chiedere qualche informazione in più a Stella, ma era stata molto chiara: "Ti dirò tutto quando ci vedremo".
Avevo fatto qualche ricerca su Yaughton Hill ed effettivamente quel posto era avvolto da un alone di mistero, ma erano fatti accaduti oltre trent'anni fa! Perfino su internet le ultime informazioni risalivano a molti anni prima.
Arrivò la birra e feci spallucce. Ormai ero lì e non potevo tirarmi indietro proprio adesso.

***

Nonostante la gran sete sorseggiai la birra con calma e, dopo aver vuotato il bicchiere, raccolsi le mie cose e mi avvicinai alla cassa. Mentre il ragazzo dietro il banco armeggiava con la cassa pensai che avrei potuto chiedere qualche informazione in più su Yaughton Hill e su come arrivarci.
- Scusi, quanto dista a piedi Yaughton Hill? - domandai.
Il ragazzo alzò gli occhi dalla cassa e mi guardò incuriosito - Circa due ore - rispose, ma lasciò sospeso il tono della voce come se volesse dire altro. Infatti dopo un paio di secondi aggiunse: - Non è un gran posto per i turisti.
Ogni volta che saltava fuori il nome di Yaughton Hill la gente diventava strana, o meglio, incuriosita o spaventata.
- Oh ma non vado in vacanza, sono qui per lavoro. - forse avrei dovuto fingere di essere una turista? Magari mi sarei risparmiata un sacco di domande.
Questa volta invece il ragazzo non parve sorpreso e rispose solamente con un - Capisco.
Pagai e non appena mi girai per uscire dal pub il ragazzo mi fermò - Scusi!
- Sì?
Il ragazzo si schiarì la voce, quasi fosse intimorito - Non vorrei sembrarle, come dire... - fece una pausa, probabilmente per scegliere bene le parole, poi riprese - ...matto, ecco. Ma mi creda, è bene stare alla larga da Yaughton Hill. Succedono cose strane in quel posto, la gente stessa è strana. Ormai i giornalisti non vengono più, lei è la prima dopo tanti anni.
All'inizio lo guardai senza capire, socchiudendo leggermente gli occhi. Mi aveva scambiata per una giornalista?
- Non sono una giornalista. - risposi sorridendo leggermente, ma non dissi altro. Non vedevo l'ora di andarmene, anche perchè si stava facendo tardi.
Il ragazzo, che non si era mosso dal bancone fino adesso, mi guardò incuriosito e si sporse leggermente in avanti - Ah no? Ma che lavoro andrà a fare allora a Yaughton Hill? Nessuno straniero cerca più lavoro in queste zone e i residenti scappano altrove. E per l'appunto non si vedono più giornalisti da anni.
Adesso stavo iniziando ad innervosirmi, per la seconda volta in una giornata. Perchè diavolo erano tutti interessati a quello che sarei andata a fare a Yaughton?
- Sono un'astronoma, e ora mi scusi. - la mia voce risuono aspra più del dovuto, ma ero davvero infastidita e pure in ritardo. Presi a camminare a grandi falcate verso la porta
- Un'astronoma? Cosa? - la voce del ragazzo risuonò dietro le mie spalle ma non mi fermai, finchè quel maledetto non mi rincorse e mi acchiappò per un braccio.
- Ma cosa fa? - esclamai divincolandomi dalla presa.
Il ragazzo si bloccò per un istante - Mi scusi. - disse con voce mortificata - Ma devo dirle una cosa, la prego.
- Ho fretta e non credo alle storie di fantasmi. Siete tutti così invadenti qui? - risposi. Adesso ero davvero arrabbiata.
Come se non mi avesse sentita il ragazzo riprese a parlare - Se davvero Lei è un'astronoma si tenga alla larga da Yaughton Hill. Dopo il fatto del corpo celeste maledetto sono scomparse un sacco di persone, gli abitanti rimasti hanno paura e sono tutt'altro che ospitali. L'Osservatorio è deserto, non c'è più nessuno li dentro se non una manciata di scienziati e Stella è andata fuori di testa.
Tutte quelle informazioni mi colpirono per l'ennesima volta, ma questa volta provai qualcosa di sgradevole.
- Stella? Si riferisce a Stella Harper?
- Proprio lei. E' stata Stella a chiamarla, vero?
Dovetti ammettere a me stessa che il ragazzo aveva catturato la mia attenzione. Ora il ragazzo era a pochi passi da me e notai che da vicino sembrava più vecchio. Era una cosa assurda, ma da dietro il bancone mi era sembrato più giovane, probabilmente non mi ero soffermata con attenzione sui suoi lineamenti. Aveva degli occhi grigi, quasi inespressivi, con un viso smagrito e pallido. Continuava a spostarsi un ciuffo di capelli biondi ribelli che gli ricadeva sulla faccia in continuazione.
- Sì, mi ha chiamata lei. - risposi. Sentii che la mia voce si era tranquillizzata un po' - Cosa intende con "è andata fuori di testa"? - continuai.
Il ragazzo fece per rispondere ma una voce maschile molto più arrabbiata della mia di poco fa tuonò all'interno del pub - Théo! Si lavora o si riposa? C'è gente che aspetta alla cassa! - un omone grosso quanto un armadio era uscito dalla cucina del pub e guardava verso di noi con fare minaccioso. Spostando lo sguardo notai che effettivamente si era formata una bella fila alla cassa.
- Arrivo, capo! - rispose Thèo. L'omone se ne tornò in cucina sbuffando.
- Meglio che vada. - dissi afferrando il mio trolley.
Thèo mi fermò ancora una volta e mi guardò dritto negli occhi - Non vada a Yaughton Hill, lo dico per il suo bene. Se aspetta che finisco il turno le dirò tutto quello che so e poi potrà decidere lei cosa fare, ma nel frattempo non vada. Tra mezz'ora qui in piazza e le dirò tutto.
Senza lasciarmi il tempo di replicare girò i tacchi e se ne tornò dietro il bancone. Lo guardai stupita ma lui non mi degnò più di uno sguardo, così uscii.
Una volta fuori mi resi conto che ormai erano quasi le 14.20. Sì, ero in ritardo. Sbuffai. Questa storia stava iniziando a farmi perdere i nervi. Dovetti ammettere a me stessa che iniziavo ad essere confusa. Cosa era successo davvero a Yaughton Hill trent'anni prima? E perchè Thèo aveva detto che Stella Harper era andata fuori di testa?
Guardai nuovamente l'orologio. Mi attendevano ben due ore di camminata verso il nulla, perchè a quanto sembrava non sapevo un bel niente di quella cittadina. Mi maledissi per non essere stata più accurata nelle mie ricerche prima di partire e mi diressi verso la piazza di Colddale. Avrei aspettato Thèo.
  
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