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Autore: merryghostround    26/08/2018    1 recensioni
E in quel frangente gli passò per la testa una domanda ben più importante: "che fine fanno i miei bambini quando gli adulti li sostituiscono?".
Genere: Mistero, Sovrannaturale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Fantasia, il gatto giallo, stava annegando, intrappolato nella stanza.
Da quando la sua Sabrina, una bambina che adesso poteva avere trent'anni, l'aveva dimenticato, lui si era imposto di non interagire più con nessuno, trasformandosi così in una piccola carica elettrica la cui unica occupazione era quella di vagare per le menti e, ogni tanto, perfino per le strade. Potrebbe sembrare normale, poiché ogni volta che un amico immaginario viene abbandonato, il suo destino diventa automaticamente quello di errare trai sogni finché, prima o poi, il subconscio di un bambino non lo stringe avaramente a sé per il più puro dei motivi: il piccolo ha bisogno di compagnia. Ma ormai per Fantasia era diverso, lui si era stancato, e quando gli capitava di percepire la solitudine di un bambino si preoccupava subito di scappar via dal suo sogno e si rifugiava di corsa per strada, dove poteva esser visto solo a proprio piacimento, che per lui equivaleva ad essere mai. La sua fuga poneva fine al sogno, e ogni volta per Fantasia era come svegliarsi a sua volta, così quando il bambino si ritrovava a piangere solo nel suo lettino, lui correva per la strada senza rimorsi.
Quel giorno però qualcosa andò storto, il gatto si svegliò semplicemente così, annegando. E come se non bastasse, annegando in una stanza piccola, cubica e senza via d'uscita.
Ma non era solo, delle persone erano lì a fargli compagnia. Tra di esse vi era un uomo anziano e grasso, che confuso guardava l'orizzonte con aria stranita, sembrava quasi che pur trovandosi anch'egli richiuso in quella stanza dalle finestre sbarrate, riuscisse in qualche modo a guardare il nulla e a vedere al suo posto un altro luogo, forse un ricordo. Accanto a lui annegava una bambina con i capelli neri a caschetto e con indosso solo un costume da spiaggia. Soffocava a mezz'aria, sospesa, annaspando disperatamente con la lingua di fuori in cerca d'aria, gli occhi sul punto di schizzare via dalle orbite. Annegava come Fantasia, ma lei in vita aveva avuto dei polmoni, e l'eco di quella vita le faceva male, un male tremendo e incomprensibile. Fantasia non poteva provarlo, perché non aveva polmoni e mai li aveva avuti. Così mentre lei sputava acqua, lui si guardava intorno. Donne e uomini riempivano la stanza, tutti sospesi, tutti a galleggiare in un liquido che liquido non era.
L'unica figura che sembrava essere conscia della propria situazione era una bambina con i boccoli biondi e un vestito troppo largo, lo sguardo vitreo e curioso allo stesso tempo. Fu l'unica ad accorgersi di Fantasia, e non appena lo fece guizzò intontita verso di lui, gli prese la mano, e iniziò a fargli domande senza nemmeno aprir bocca. Fantasia non voleva ascoltarla, la stretta della bambina pizzicava, ma lui sapeva di essere in grado di pizzicare di più. Il gatto emetteva luce e fulmini, e non gradiva provare sulla propria pelle quello che lui faceva provare agli altri. Per ripicca strabuzzò gli occhi rossi e innondò l'acqua della sua carica elettrica, come bizzarra conseguenza i suoi "compagni", intrappolati lì come topi e inconsapevoli di esserlo (forse perché troppo occupati a morire ed esser morti), si illuminarono e iniziarono a tremare fino a distorcere la propria immagine, la bambina sorrise prima di illuminarsi anche lei. Fantasia emise un'altra carica e li vide compattarsi in una luce unica, che si direzionò sul tetto della stanza e scaricò nel lampadario rotto, come assorbita da esso, fino a sparire. Il liquido che non era liquido tornò aria, e Fantasia cadde a terra.
Sentì la bambina ridere.

   
 
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