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Autore: ballerina 89    26/08/2018    3 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV EMMA.

Una settimana senza bambine... È questo ciò che mi propose mia madre neanche una settimana fa entrando come suo solito in casa mia senza bussare. Era entusiasta, papà le aveva appena regalato una piccola vacanza per festeggiare il loro anniversario di matrimonio e siccome era scoppiata un’onda di caldo anomalo nelle nostre zone per essere ancora Maggio, decisero che la metà del viaggio sarebbe stata un posto di mare. 

- Aspetta un momento, non ho ben capito: papà ti ha regalato un viaggio per festeggiare il vostro anniversario e tu vuoi portarti dietro le bambine? Non dovrei essere io quella che dovrebbe proporti di occuparsi di  Neal? 

- Ancora con questa storia Emma? E daiii che ti costa! 

- Mamma... tu e papà avete qualche problemino coniugale per caso? - chiesi non capendo il motivo di tale richiesta. 

- Ma no è solo che con il lavoro non possiamo mai vederle come vorremmo, tu e killian con il piccolo Liam che vi tieni svegli di notte avrete  sicuramente bisogno di rilassarvi e poi lo sai meglio di me che loro adorano il mare! Dai sarà contentissimo anche tuo fratello di avere qualcuno con cui giocare. - disse euforica - Allora???? 

- Non lo so mamma, Leila te la manderei anche, non soffre di mammite acuta, ma la peste? Se si dovesse svegliare di notte perché vuole tornare a casa? Lo sai anche te che è capitato quando era da Regina. 

- Sono sua nonna Emma, so come gestirla e poi dimentichi che  con noi ci sarà super nonno David!

- Babbo natale dei poveri vorrai dire! - mio padre sarebbe in grado di comprare loro anche la luna se solo la chiedessero. 

-  E dai Emma! Non farti pregare.

- Ne parlerò con killian e vi faremo sapere ok?  - È già un passo avanti. - Stava  per andare via quando un piccolo particolare mi balenó alla mente 

- Mamma aspetta un minuto! - la fermai - Ci stiamo dimenticando una cosa di fondamentale importanza: siamo ancora in periodo scolastico Leila dovrebbe...

- Ho chiamato la sua scuola, hanno terminato con il programma, può assentarsi tranquillamente. Non hai scusanti mia cara... Prepara le valigie alle mie piccole nipotine. 

Quella stessa sera ne parlai con mio marito e lui ne fu entusiasta, forse anche più di mia madre, sapeva benissimo quando Chloe e Leila desiderassero andare al mare, ma con il piccolo Liam molto probabilmente quest’anno non saremmo potuti partire, a maggior ragione secondo lui sarebbe stata una buona occasione mandare almeno loro a respirare un po’ d’aria pulita. A differenza sua io impiegai qualche giorno di più ad accettare l’idea, non ero mai stata separata così tanti giorni da loro se non per il rapimento di Leila, ma alla fine mi convinsi anche io e preparai loro le valigie.

La mattina della partenza entrambe vennero a svegliarci all’alba felicissime di partire,m: fecero colazione, sistemarono la loro borsa dei giochi e dopo avergli fatto non so quante raccomandazioni sul comportarsi bene, fare le bimbe educare, niente capricci di nessun genere ecco che arrivarono i loro nonni a prenderle e partirono. Incredibile ma vero... sentii la loro mancanza non appena girarono l’angolo. Tornai in casa per prepararmi per andare a lavoro, ero io lo sceriffo di turno con papà fuori porta, ma sul tavolo della cucina trovai una busta di cara che prima non c’era: “per i miei amici da Regina” 

Aprii l’involucro e trovai un pacchettino con un altro biglietto. “ con la speranza che impariate ad usarli” - scoppiai a ridere per ciò che trovai al suo interno. 

- che ti succede love! - mi chiese Killian vedendomi praticamente buttata a terra. 

- Regina ci ha fatto un regalino amore... o meglio “ti” ha fatto un regalino. - glielo mostrai e anche a lui venne da ridere - Penso proprio che il numero 4 non sia ben accetto da nessuno in famiglia. 

-  A tal proposito...

- Di baby jones n 4? - chiesi

- No... del modo in cui potrebbe arrivare... stavo pensando che manca ancora una mezz’oretta al tuo turno, che ne dici? Vogliamo inaugurate la nostra vacanza cercando di non mettere in cantiere nessuno? La regina potrebbe rimanerci male se non usassimo il suo regalo.

- Tesoro magari quando torno ok?  Ho appena iniziato a vestirmi... - cercai di bloccare la cosa sul nascere 

- A questo rimedio io....

 

***

POV SNOW 

Eravamo finalmente partiti, dopo non so quanti anni a rincorrere mostri e cattivi,  

 io e mio marito potevamo finalmente concederci una sana e meritata vacanza. La cosa più bella in  assoluto? La presenza di nostro figlio e delle nostre due meravigliose nipotine. Ho deciso di portarle con me per due motivi: il primo, quello che ho detto anche ad Emma, è che loro adorano il mare, il secondo, quello per me più importante, è che non ho mai avuto modo di crescere Emma, di portarla in vacanza con noi e godere della sua compagnia da bambina spensierata... spero di poter vivere  almeno parte di quelle belle sensazioni che ho perso con le sue figlie. 

- Nonna, nonna! Tiamo allivati? - mi chiese Chloe impaziente di vedere il mare.

- Tesoro di nonna, siamo appena partiti. Siamo ancora a Storybrooke.

- Ma io debo pare pipì! - bene, molto bene! Il viaggio sembrava essere cominciato alla grande, ironicamente parlando, ma ero sicura di una cosa: quello era solamente l’inizio.

Dopo un paio d’ore di viaggio eccoci finalmente arrivati davanti alla casetta che ci avrebbe ospitati per quella settimana. Eh si abbiamo preferito prenotare una villetta piuttosto che una camera d’albergo, eravamo in cinque di cui tre bambini, una stanza d’albergo non sarebbe stata l’ideale. La casa che avevamo scelto era su un unico piano: aveva una cucina, un salottino, due bagni e tre camere da letto: una per me e David, una per Neal e l’ultima, quella più grandicella, per le due bambine. Avevamo anche un piccolo giardino ma non  lo avremmo utilizzato di certo. Il mare era la nostra priorità. 

Sistemai le valigie dei bambini, le mie dopodiché una volta fatto indossare a tutti il costumino ci recammo in spiaggia. Leila e Neal iniziarono a rincorrersi sulla sabbia, Chloe non fu da meno ma presto l’attenzione della bambina di spostó da sua sorella al mare, senza dire nulla a nessuno corse in direzione dell’acqua e sprezzante del pericolo si buttó in mare. Se non fosse stato per David che in quel momento stava andando a rinfrescarsi e la vide molto probabilmente avremmo iniziato male quella vacanza.

- Amore di nonno! - le disse prendendola in braccio per portarla da me che nel mentre mi ero già avvicinata con il suo asciugamano e con il cuore in gola per lo spavento - Potevi farti male lo sai? Non sai nuotare ancora, non puoi fare il bagno senza chiedere a noi ok?

- Ma io no Paula! - Io pilata! - rispose per nulla impaurita del gesto appena compiuto.

- Non è una questione di paura tesoro, è una questione di sicurezza. Se sei una vera piratessa dovresti saperlo anche meglio di me. La prossima volta che vorrai fare il bagno dovrai chiedere a me o alla nonna mi sono spiegato? - annuì - Brava... e poi ti abbiamo comprato quel bel giocattolino - disse indicandogli il salvagente a forma di olaf che tanto aveva desiderato - Non vuoi giocarci quando fai il bagno? 

- Ti!

-  Ottima risposta piratessa!

- Nonno potto pare il bagnetto adesso?

- Non ti è bastato il tuffo che hai fatto?

- No!

- Mmh corri a prendere olaf  allora io e te stiamo per farci una bella nuotata. 

- Tiiiiiiiiiii! 

Bene, una nipotina l’avevamo sistemata ora toccava andare a recuperare gli altri due che nel mentre stavano creando il panico in spiaggia lanciando sabbia in ogni dove!

- la volete smettere voi due? Date fastidio alle persone così! - li rimproverai entrambi.

- Ma noi stiamo giocando mamma!

- Si nonna giochiamo alla battaglia finale! Neal da la parte del cattivo e sta perdendo! - disse Leila continuando a lanciare la sabbia a suo zio! Che avesse ragione Emma? Sarei dovuta partire solo con mio marito? No, certo che no, saranno anche dei teppistelli ma io adoro tutto questo gran caos. 

Pranzammo sulla spiaggia quel giorno e sorpresa delle sorprese, Chloe mangio tutto ciò che le misi davanti; non era assolutamente una mangiona quindi mi meravigliai nel vederla con così tanto appetito. 

- boglio altra! - mi disse indicando il piatto vuoto. Mentre a Neal e Leila avevo preparato dei panini, per Chloe preparai la sua solita pasta burro e parmigiano. Emma si era raccomandata non cambiarle abitudini alimentari così mi armai di santa pazienza è prima di andare in spiaggia le avevo preparato un termos con la sua pasta. Fortunatamente ne avevo preparata un po’ di più e riuscii ad  accontentarla. Mandai una foto a mia figlia con la piccolina in braccio a suo nonno che mangiava tutta impiastricciata di formaggio: 

“Il mare le mette appetito! È il secondo piatto che mangia”

La risposta non tardò ad arrivare.

“Quanto è buffa la mia stellina! Mi raccomando non farle fare il bagno se ha mangiato tanto e falla dormire”

Non c’è nulla da fare... una mamma è sempre una mamma, anche a distanza. Liquidai mia figlia con un “pensa a goderti tuo marito ora che puoi” dopodiché pranzai anch’io. Nel pomeriggio lasciai Chloe con nonno David a dormire e portai i due più grandicelli a fare una bella passeggiata. Quando tornai era David quello che stava dormendo ma di Chloe non c’era traccia. Per poco non ebbi un infarto: che La piccolina si fosse allontanata mentre suo nonno dormiva? Dov’era ora? Sapendo quello che aveva fatto poco prima buttandosi in acqua  iniziai a spaventarmi di brutto. 

- David! David svegliati! Dove diavolo è Chloe? - dissi gridando tanto da far voltare i nostri vicini d’ombrellone - Dov’è nostra nipote David? Oddio.... CHLOEEEEEEEEEEE - iniziai a chiamarla disperata mentre David se ne stava seduto a fissarmi come se fossi completamente impazzita. - Non fissarmi idiota; aiutami a cercare nostra nipote. 

- Pensi davvero che sia stato così ingenuo da perderla di vista? Mi fai così irresponsabile? Sono passati i ragazzi del mini club e Chloe è voluta andare con loro. Sta giocando con gli altri bambini in questo momento ed e sorvegliata. Respira e stai tranquilla ok? 

- Hai... hai lasciato andare nostra nipote a giocare senza la nostra supervisione? - mi avvicinai a lui per non farmi sentire - Ricordi vero che Chloe ha dei poteri magici? Qui nessuno sa dell’esistenza della magia... se venissero a sapere che...

- Shhhh siamo in un mondo senza magia, senza nessun incantesimo apposito, non può utilizzarla neanche se volesse. Possibile che tu debba sempre andare nel panico per nulla? - sorrise - Vieni qui accanto a me, rilassati e godiamoci questa benedetta vacanza. - Aveva ragione, Chloe era al sicuro e anche la nostra incolumità sul fattore magia. Mi sdraiai affianco a mio marito e abbracciati ci godemmo un bel pomeriggio di sole. Verso le cinque di quel pomeriggio la mia attenzione fu richiamata da un pianto molto familiare:Chloe.

- Ciao, siete voi i genitori di questa piccolina vero? - ci disse una delle animatrici della spiaggia.

- In verità siamo i suoi nonni! - risposi alzandomi e avvicinandomi per capire cosa stesse succedendo.

- Uuuh ma che nonni giovani! Complimenti! 

- Grazie, come mai sta piangendo? - domandai.

- Non voleva andare via ma purtroppo per i piccolini come lei le attività finiscono prima e non ho potuto fare altrimenti.

- immagino... quando si diverte è un trauma portarla via. - la presi in braccio - Amore di nonna tornerai domani a giocare con questa bella signorina e con gli altri bimbi va bene?

- No!!!! Ola! - rispose imbronciata.

- Ma non si può adesso, i bambini sono andati via tesoro. 

- Nooooooo! 

- Mi dispiace, posso fare qualcosa? - chiese la ragazza.

- Non preoccuparti, me la vedo io con lei, un bel gelato e passa la paura. 

- Zelato? - smise immediatamente di piangere e mi guardò alzando un sopracciglio... tipica espressione di suo padre.

- Visto? Che ti dicevo?- congedai la ragazza e insieme a tutti e cinque i componenti della  nostra stramba famiglia andammo a prendere un bel gelato per poi radunare le nostre cose e tornare nella nostra casetta. Il primo giorno di mare era andato alla grande, i futuri sarebbero stati ancora più belli!  Si... questo era quello che pensai quel giorno e per i successivi due.... il quarto giorno purtroppo qualcosa non andò secondo i piani. Era mattina e come ogni mattina ci recammo in spiaggia. Leila e Neal se ne stavano buoni seduti su un telo mare a giocare a carte mentre la piccina di casa era alquanto irascibile. L’avevamo iscritta al mini club visto il suo entusiasmo, ma gli orari per i bambini come lei erano tutti nel pomeriggio. Vedeva i più grandi giocare in lontananza e si arrabbiava perché lei non poteva fare lo stesso.

- Amore sono grandi i bimbi che vedi, non possiamo andare adesso! - provó a dirle David anche se inutilmente... a quanto pare neanche le parole del suo adorato nonnino servirono a qualcosa quel giorno. Ero disperata, non sapevo più cosa inventarmi per provare a calmarla ma fortunatamente venne in mio soccorso il papà di una sua amichetta conosciuta proprio in quei giorni.

- Mattinata difficile? - esordi il signore con in braccio la sua bambina - Anche la vostra signorina fa capricci perché vuole andare a giocare?

- Eh già! - risposi felice di non essere la sola in difficoltà. 

- Ho pensato di portare Tasha - sua figlia -  a giocare sulla riva, fa più caldo del solito questa mattina, magari riesco a distrarla un po’. Se volete posso portare anche lei. Mi hanno detto i ragazzi del  mini club che sono inseparabili queste sue... chissà magari riusciamo a ridurre al minimo i capricci. - La verità? Non mi fidavo. Nulla contro quel ragazzo ci mancherebbe, sono proprio io che sono restia a lasciarla andare con gli alti. Fosse stato per me non l’avrei neanche iscritta al mini club. Emma mi rimprovera sempre per questa cosa, dice che così non si staccherà mai da noi ma cosa ci posso fare? è più forte di me, non riesco a lasciarla andare.

- Magari più tardi ok? - risposi per poi prenderla in braccio come a volerla difendere.

- Ok, allora quando volete sapere dove trovarci! - sorrise - Tasha andiamo, saluta la tua amichetta.

- No! Voglio che viene! - rispose la piccina mettendo il broncio non volevo lasciare Chloe.

- I suoi nonni hanno detto di no adesso, verrà più tardi!

- No ti plego !!!!!! Boglio tocare co lei! - ed eccone un’altra che parla esattamente come la mia scricciolina.

- Nonna potto andare? - ora di ci metteva anche lei... 

- Ti accompagno io tra qualche minuto ok? 

- No ola per favoleeeeeee! - non appena il suo tono di voce inizió a cambiare facendoci  presagire un pianto, ecco che nonno David come al solito si intenerì. 

- E va bene ma mi raccomando: segui il signore e non allontanarti mai; mi sono spiegato? - si raccomandó.

- Ti

- E sopratutto: niente bagnetto signorina!!!! -  disse per io guardare l’adulto  - È solita svignarsela per buttarsi in acqua per favore abbia un occhio di riguardo. 

- Non si preoccupi, sono più simili di quando si possa pensare queste due, sono abituato. Allora Chloe... vogliamo andare? - le porse la mano che lei prontamente accettó. 

- Ti! tao nonno! Tao nonna! 

- È incredibile... sta meglio con gli altri che con noi! - mi intristii.

- Non dire sciocchezze! È che quella bimba ha la sua età e quindi può giocare. Leila e Neal sono per fatti loro e non la considerano e noi... beh noi siamo decisamente vecchiotti per lei. 

- EIIIIIII!

- Quello che voglio dire è che è normale che voglia  stare con i bambini della sua età. Lasciata divertite, non le succederà nulla.

- Sarà! 

Nonostante  fossimo un po’ distanti dalla riva ogni tanto lanciavo l’occhio per controllarla: sembrava divertirsi parecchio. Forse aveva ragione David: dovevo smetterla di preoccuparmi.... e invece no... avevo ragione io:, non dovevo mandarla in giro senza la mia supervisione. Era ormai un’oretta buona che se ne stava con la sua amichetta e tutto sembrava procedere bene; era quasi ora di pranzo così mi alzai per andarla a prendere ma venni fermata da David: 

- Lasciala giocare ancora cinque minuti, cominciamo a far mangiare loro nel mentre - indicó i più grandi. - lo sai meglio di me che se si stranisce sarà dura farle fare qualsiasi cosa. - Questo era vero... preparai i tost a Neal e a Leila e tutti e quattro insieme iniziammo a pranzare: di punto in bianco accadde qualcosa che mi lasció senza fiato. Leila sbarró gli occhi, si mise in piedi si scatto dopodiché cadde a terra in ginocchio portandosi le mani al petto.

- Leila! Oddio... che hai? - le dissi spaventata vedendola respirare a fatica e sofferente - Leila per l’amore del cielo dimmi cosa ti senti!

- Ch... Chloe! Nonna Chloe... Chloe sta male! - disse iniziando a piangere. 

- Chloe sta male? Ma cosa stai dicendo tesoro? - l’abbracciai - Tua sorella sta giocando; che c’è? Ti sei spaventata non vedendola qui con noi? - che tenera, pensai, si preoccupava per sua sorella... invece no, non era esattamente quello che stava succedendo. 

-  No nonna! Te lo sto dicendo... Chloe sta male!!! Io... io lo so, riesco a sentirlo... - che riuscisse a sentire sua sorella era già strano di per se, figuriamoci in un mondo senza magia. Di sicuro voleva intendere altro con quelle parole. - Va da lei nonna! Ti prego! Chloe ha bisogno di te. - mi supplicó.

- Ok ok vado da lei. La porto qui così stai tranquilla ok? - mi girai verso la riva per capire dove si trovasse ma non riuscii a vederla: c’era una marea di gente a riva e tutti raggruppati... che il chioschetto delle granite si fosse fermato proprio lì? Molto probabile e di sicuro quella birbantella di mia nipote  era lì. Presi il portafoglio per prendergliene una e andai da lei. Nel tragitto incontrai la sua amichetta che piangeva in braccio alla sua mamma. Non ci feci molto caso, pensai che la  bimba stesse facendo dei semplici capricci e invece mi sbagliavo: quello che mi ritrovai davanti non era esattamente quello che mi aspettavo. Non vi era nessun chioschetto lì ma un intervento di primo soccorso in piena regola. 

- Ei!!! rispondimi!!! Avanti..... guardami ok??? - queste erano le parole che riuscivo a sentire ma la gente che avevo davanti era troppa e non riuscivo a vedere nulla.

- Chiamate i genitori presto!!!!- disse un’altra voce è fu propio quella voce e quelle parole che mi fecero capire che si trattava di un bambino o di un ragazzo. Non so perché ma cominciai a sgomitare tra la folla per farmi spazio e alla fine la vidi... mia nipote era stesa a terra con gli occhi persi nel vuoto e veniva soccorsa da un bagnino e da altre persone. 

- O MIO DIOOOOO ! NOOOOOO!— gridai e nel mentre cercai  di raggiungerla. Qualcuno capì che ero imparentata con la bambina è mi impedì di avvicinarmi. - LASCIATEMI PASSAREEEEEEE!!!!!   

-  Lei è la mamma? - mi chiese il bagnino. 

- No, sono sua nonna! Cosa diavolo le è successoooooo? 

- Sono stati punti da un’insetto! - sono? Mi guardai attorno e notai che  anche il padre dell’amichetta di  mia  nipote veniva soccorso. A differenza sua però l’uomo era cosciente, aveva ricevuto un pizzico alla mano che ora  era quattro volte la misura normale  - Sa per caso se è allergica a qualche insetto in particolare sua nipote? - mi riporto alla realtà il bagnino 

- No! Che io sappia non è mai stata punta! 

- Ok! Come si chiama la bambina?  Quanti anni ha? 

- Si chiama Chloe! Ha...ha 3 anni. Faccia qualcosa la prego! 

- Sto facendo il possibile signora e ho già chiamato l’ambulanza. Andrà tutto bene ok? - quelle furono le ultime parole che mi rivolse dopodiché si concentrò su Chloe la quale aveva appena girato gli occhi per aria. 

- No no no! maledizione! - CHLOE MI SENTI???? CHLOEEEEE!!!!!!! - la chiamava e contemporaneamente la scuoteva per svegliarla. Non sembrava intenzionata a volerlo fare; le prese il braccio.

- Non c’è polso! È in arresto cardiaco - disse ad un suo collega il quale corse verso la loro postazione per tornare un minuto dopo con un defibrillatore in mano. Mi sentii morire... non era assolutamente un bello spettacolo quello a cui stavo assistendo. Chloe venne attaccata a quel marchingegno e dopo una serie di compressioni toraciche, che credevo le avrebbero procurato qualche costola rotta, le mandarono la prima scossa.... la

Seconda... la terza. Non riuscivo a pensare a nulla! Avevo paura... tanta paura. Mi raggiunse anche David non capendo il motivo per cui non fossi ancora tornata e per lui fu lo stesso. Rimase immobile e imporente a guardare la scena. 

- Che succede? - chiese improvvisamente una voce. Mi voltai e tirai il primo sospiro di sollievo: erano dei paramedici, l’ambulanza era arrivata.

- Bimba di tre anni in stato di shock anafilattico. È andata in arresto cardiaco ma siamo appena riusciti a far ripartire il cuore. Polso debole ma presente. 

- Ottimo lavoro! Ora ci pensiamo noi! C’è qualcuno della famiglia? - chiese uno di loro mentre gli altri andarono da lei per stenderla su una barella.

- Noi! - Rispose David cercando di mantenere quanta più calma possibile. - Siamo i suoi nonni!

- In quanto minore uno dei due può salire con noi, l’altro purtroppo dovrà raggiungerci in macchina. 

- Vado io con lei! Non la lascio sola! - risposi e in mezzo secondo ero già vicino alla barella dove era stata sistemata. - Amore mio, la nonna è qui! Andrà tutto bene te lo prometto! - le sussurrai prima di darle un bacio sulla fronte. Non mi senti lo so  ma io avevo bisogno di dire quelle parole ad alta voce per autoconvincermi che tutto sarebbe andato per il meglio. 

Una volta spiegato a David la strada per raggiungere l’ospedale ci dividemmo. Io andai con lambilanza e lui, dopo aver chiesto gentilmente ai nostri vicini di ombrellone di tenere i bambini vista l’urgenza, prese la macchina e ci raggiunse in ospedale. Purtroppo durante il tragitto verso l’ ospedale Chloe ebbe un altro arresto cardiaco; questa volta impiegaronono molto più tempo per cercare di stabilizzarla. Furono minuti interminabili, nessuno mi diceva cosa stasse succedendo, nessuno mi calcolava... li sentivo solo parlare tra di loro in termini spaventosi e questo mi fece preoccupare ancora di più! Una volta giunti in ospedale la registrarono in codice rosso; nonostante avessi assistito a parte del soccorso iniziale in mio cervello non voleva ammettere la gravità della situazione. Ora però con quelle parole ebbi la conferma: mia nipote era grave. Cercai di entrare nel pronto soccorso con lei ma i medici mi fermarono.

- Signora mi dispiace ma non può entrare!

- È piccola e indifesa... non può restare da sola! - gridai cercando di farmi spazio ma non riuscii, erano più forti di me.

- Non è sola! È in buone mani. Ci faccia lavorare, torneremo a breve con qualche informazione più concreta. 

- Si salverà vero? - sperai in una risposta positiva, avevo bisogno di essere rincuorata ma il medico non sembro del mio stesso parere.

- Faremo tutto il possibile per stabilizzarla! - mi lascio lì e si chiuse la porta alle spalle. Volevo piangere, urlare, supplicare qualcuno di salvarla ma non feci nulla di tutto questo, rimasi immobile davanti alla porta del pronto soccorso come una statua.

- Amore, vieni a sederti! - mi disse David non appena arrivò. - Ci sono io qui con te e posso assicurarti che tutto andrà bene!

- Ma lei...

- Lei starà benone! È un osso duro la nostra nipotina vedrai che non si lascerà intimorire da un insetto qualunque. Non buttarti giù così... - non so se lo diceva per aiutare me o per aiutare se stesso, so solo che quello che diceva non era assolutamente credibile. Conoscevo David da una vita ormai è sapevo quando le cose venivano dette con convinzione e quando no. Questo non era assolutamente il caso. 

- I bambini? - chiesi preoccupata anche per gli altri due non sapendo dove fossero.

- Li ho lasciati momentaneamente ai nostri vicini... stanno bene. Leila è un po’ frastornata ma sta bene anche lei. Cerca di calmarti un po’... non ti fa bene stare così.

- Sarà il caso di chiamare Emma? Oddio se la prenderà con  me. Me l’ha  affidata e io non sono riuscita a prendermene cura! Ma che razza di nonna sono è? In passato ho perso Leila, ora Chloe cosiii... io... io...

- Shhhhh vuoi farti prendere un infarto per caso? Frena questo inutile fiume di parole. Emma non si arrabbierà con te. Non potevi prevedere una cosa del genere e sarebbe potuto accadere anche con la nostra supervisione. Aspettiamo che ci dicano qualcosa, solo allora la chiameremo. Non possiamo farlo ora, non sapendo le sue condizioni, la faremmo solamente agitare e questo non rientra nei nostri piani. - Aveva ragione, come sempre. Restammo lì in silenzio per non so per quante ore ma alla fine qualcuno uscì dalla stanza.

- Chloe Jones! - disse il medico che uscì - Con chi posso parlare in merito alla bambina?

- Dica pure a noi: siamo i suoi nonni. - rispose David

- Come sta mia nipote? - chiesi io impaziente.

- Vorrei darvi notizie positive signori ma non ne ho al momento. La bambina è stata punta da più uno o più  calabroni, abbiamo riscontrato due punture: una all’altezza del braccio sinistro e l’altro all’altezza del collo. È questo che ci preoccupa maggiormente in quanto essendo una zona delicata con molto flusso di sangue il veleno dell’insetto agisce con maggior rapidità. La bambina ha avuto oltre allo shock anafilattico anche due arresti cardiaci. Per ora l’abbiamo stabilizzata ma non è ancora fuori pericolo. Ha la febbre molto alta e a causa della puntura al collo, che le ha gonfiato la parte interessata, non respira molto bene. Abbiamo deciso di non intubarla per il momento in quanto anche se non perfettamente è in grado di respirare da sola ma la terremo monitorata costantemente: al primo segnale d’allarme provvederemo ad intubarla. Mi dispiace ma per ora è tutto ciò che posso dirvi. 

- Ma se la caverà vero??? - ma perché diavolo devono spaventarci così...

- Non posso sbilanciarmi mi dispiace... vorrei dirvi di non preoccuparci ma non posso, la situazione non è per nulla semplice. Fatevi forza ok? 

- La ringrazio! - disse mio marito educatamente anche se avrebbe voluto prenderlo a pugni. 

- Un’ultima cosa... voi siete i nonni se non ho capito male, la bambina ha i genitori e siete voi i parenti più prossimi? 

- Ha i genitori ma è con noi per le vacanze!

- Ho capito! Se ne avete possibilità  vi chiedo  gentilmente di contattarli e metterli al corrente della situazione. 

- Lo faremo subito! 

- Possiamo vederla? 

- Mi dispiace ma non è possibile al momento. La stanno ancora monitorando. Non appena la porteranno in stanza vi farò chiamare. Con permesso...

- Oddio David! Hai sentito? È... è grave! - esclamai per poi iniziaste a piangere. Chloe stava male e non era ancora stata considerata fuori pericolo. Questo significava che...

- Snow! Guardami ok? Dobbiamo farci forza! Non possiamo farci sopraffare dalle emozioni! Dobbiamo informare Emma e Killian dell’accaduto ed essere forti per loro! So che è difficile... sono spaventato anche io ma dovremmo dare forza a nostra figlia, è compito nostro e non possiamo farci trovare così.

- Potrebbe... lei potrebbe....

- So cosa stai cercando di dire e la risposta è no! Chloe non morirà! Abbiamo passato avventure ben peggiori di questa. Non sarà un insetto maledetto a portarcela via. A costo di dover donarle ogni singolo organo Chloe starà benone te lo prometto.... ora chiamiamo a casa ok? 

- Non me la sento David! Non so se ti rendi conto di che notizia dobbiamo darle. Emma... Emma si sentirà male come minimo... e poi c’è Liam. Lo sta ancora allattando, uno spavento come questo potrebbe farle andare via il latte e allora avremmo altri problemi. 

- Allora facciamo così: chiamiamo Regina e troviamo insieme a lei un modo per farli arrivare qui senza spaventarli più del dovuto.

- Ma una volta arrivati qui?

- A quel punto occorrerà dirle la verità! Tranquilla andrà tutto bene...

 

POV REGINA

Quel pomeriggio ero indaffarata in ufficio con mille scartoffie; faceva un caldo bestiale a Storybrooke e invidiavo con tutta me stessa Snow e David che a differenza mia erano in vacanza. Verso le cinque e un quarto, non potrò mai dimenticarlo, mi arrivó una telefonata, risposi e riuscii a capire chi ci fosse dall’altro capo del telefono solo perché il suo nome apparve scritto sulla schermata del mio display.

- È... è grave! - queste furono le parole con cui quella conversazione inizió.

- Snow?!? - domandai. Cosa stava succedendo?

- Regina è... è successo un guaio.... - parlava a tratti e per di più sembrava stesse piangendo. Mi allarmai all’istante.

- Snow che succede? È tutto ok? 

- No... è grave.... molto grave! - che fosse successo qualcosa a David?

- Chi? David? È successo qualcosa a David? Snow dimmi cosa succede!  - improvvisamente l’interlocutore cambió.

- Regina sono David, abbiamo un problema. - la sua voce a differenza di Snow era più limpida ma allo stesso tempo agghiacciate, se lui era al telefono significava che stesse bene e quindi.... no... doveva esserci un’altra soluzione. - Chloe è stata punta da un insetto, pare sia andata in shock anafilattico. Ora siamo in ospedale ma sembrerebbe grave la situazione, non respira bene da sola e i medici non ci fanno avvicinare... bisogna portare Emma e Killian qui il prima possibile.

- O santo cielo! Ma come accidenti è potuto succedere! - esclamai alzandomi dalla scrivania, presi al volo le chiavi di casa e della macchina e uscii dall’ufficio. - Mi preparo, prendo Emma e Killian e siamo subito da voi, mandatemi la posizione.

- Subito però aspetta... inventa una mezza verità con loro... voglio che arrivino qui tranquilli. Emma sopratutto. Liam è piccolo e se Emma avesse un grave shock potrebbe non poterlo più allattare e non vogliamo che succeda.

- Faccio tutto ciò che volete ma come pensate di addolcirle la pillola una volta arrivati lì?

- Non puoi farle un incantesimo... non so... non siamo noi gli esperti.

- Potrei farglielo qui a Storybrooke ma una volta attraversato il confine l’effetto svanirebbe...

- Non so che altro dire allora. portali qui e poi vedremo insieme.

Riagganciai immediatamente e mi misi in macchina, il tempo di prendere un paio di cambi che eccomi nuovamente fuori casa in direzione di casa jones. Prima di arrivare da loro passai davanti una farmacia e li ebbi un lampo di genio. Parcheggiai, comprai dei tranquillanti dopodiché senza più interruzioni arrivai a casa dei miei amici. Cosa avrei detto loro? Beh sicuro qualcosa mi sarebbe venuto in mente.

- Regina!!! Qual buon vento? - mi disse Emma non appena mi vide. Ero solita chiamarla prima di andarla a trovare e quindi questa improvvisata poteva essere sospetta.

- Ricordi che i tuoi ci hanno invitato a raggiungerli per il weekend? 

- Certo ma siamo a giovedì mancano ancora due giorni...

- Cambio di programma, si parte oggi! - sorrisi. Avevo indossato gli occhiali da sole e sperai questo bastasse per non attivare il suonsuper potere.

- E per quale motivo? Le bambine li stanno facendo dannare non è vero? 

- In un certo senso... - non potevo reggere ancora per molto, almeno un minimo di verità bisognava dirgliela. - Tua figlia Chloe in particolarnmodo...

- Che ha combinato questa volta?- chiese 

- Si è fatta pungere da una vespa e ora vuole le coccole di mamma e papà. - scrollai le spalle come se fosse una cosa da nulla. 

- Sta bene? 

- Certo che sta bene! Però approfitteremo dei suoi capricci per farci un paio di giorni in più. 

- Quando è successo? - continuó a domandarmi leggermente preoccupata.

- Ieri sera... - mentii... - e da allora che non fa altro che chiamarvi, vi vuole lì con lei.

- Perché non mi hanno chiamato? - si riferiva ai suoi genitori. 

- E lo chiedi a me? - cercai di ridere - allora... ti vuoi muovere o no? Dai a me questa meraviglia - dissi prendendo in braccio Liam -  e corri a prepararti, vorrei arrivare almeno per l’ora di cena. 

- Regina sicura che sia tutto ok? 

- Se ci fosse qualcosa di cui preoccuparsi non ti lascerei perdere tempro nel preparare la valigia non trovi? Andiamo, chiacchiere che lavorano Signora Jones,  il mare ci attende! - la vidi andare di sopra anche se non del tutto convinta, preparó credo il necessario per loro tre dopodiché scese giù e aspettammo che  Killian,  che nel frattempo avevo fatto chiamare direttamente da Robin, tornarnasse. 

Partimmo tutti e cinque insieme, con una sola macchina e nel giro di due ore eccoci finalmente danati quella che era casa di snow e David. Sapevo che non erano in casa ma feci finta di essere sorpresa quanto loro. 

- Saranno sicuramente in spiaggia, prendiamo la chiave di scorta e entriamo. - Snow è una donna troppo scontata:,ma si può nascondere ai tempi d’oggi una chiave di riserva sotto lo zerbino? Entrammo dentro, sistemammo Liam e successivamente li mandai a disfare le valige. Approfittai che fossero impegnati per preparare un the freddo, misi nella tazza di Emma i calmanti presi in farmacia e mi misi ad aspettare che scendessero.

- Vi ho preparato il the... - dissi loro!

- È proprio quello che ci voleva, si muore di caldo qui! - rispose Killian per poi sedersi sul divano accanto alla sua bella. Aspettai che Emma finisse di bere e poi iniziai quello che era il compito più difficile in assoluto:,dire loro la verità.

- Sentite... non me ne vogliate a male, ma c’è una ragione esatta per cui siamo qui. - dissi tutto d’un fiato, girarci intorno non sarebbe servito a nulla. - Diciamo che vi ho detto una piccola bugia...

- Er successo qualcosa? - esclamó Killian vedendo il mio sguardo.

- Si. Vi spiegheró tutto ma vi prego di non interrompermi. Risponderò a tutte le vostre domande ma solamente dopo avervi spiegato la situazione.

- Avanti non tenerci sulle spine. 

- Vi ho detto che Chloe è stata punta ed è vero ma non è stata punta da una vespa ma da un calabrone. È stata punta in due punti è una di queste due punture le ha procurato uno shock anafilattico.

- COSAAAAAA?!?!?!

- Killian per favore ti ho detto di non...

- AL DIAVOLO QUELLO CHE HAI DETTO REGINA! Stiamo parlando di mia figlia non so se ti rendi conto della gravità della cosa! - mi aggredi...  come dargli torto? - Come sta mia figlia e dove è ora? 

- Lo shock le ha causato altre problematiche che poi vi spiegheranno i medici. Ora è in ospedale e la stanno monitorando. La prognosi è riservata, non dicono nulla. Non vogliono sbilanciarsi. 

- O SIGNORE....  - si portó le mani sul viso incredulo e subito dopo  guardò sua moglie la quale sembrava fissare il vuoto! A differenza di suo marito non proferì parola e questo preoccupó Killian.

- Le ho dato dei tranquillanti... - spiegai. 

- Portaci da nostra figlia! - si limitò a dire lui. 

Lasciammo Liam a Robin e ci recammo in ospedale, i calmanti non servirono a nulla: non appena Emma vide le facce dei suoi genitori inizió a piangere e urlare disperata! 

- CHLOE! DOV’È MIA FIGLIA? 

- Emma tesoro... calmati ok? Non ti fa bene...

- LASCIAMI REGINA! - cercai di trattenerla inutilmente - DOVE DIAMINE È LA MIA BAMBINAAAAAAAA!!!!!!

- E ancora in pronto soccorso...  - inizió a dirle Snow - purtroppo non abbiamo notizie. Amore mio mi dispiace davvero io...

- NON VOGLIO SENTIRE NULLA MAMMAAAAA! PORTATEMI QUALCUNO CON CUI POSSA PARLARE! ! - Snow fece un passo indietro spaventata dalla reazione di sua figlia mente David andò immediatamente chiamare il medico.

- Loro sono i genitori di Chloe... Ragazzi lui è il medico che ha in cura Chloe - lo presentó David

- Genitori? Sembrate coetanei!!! - esclamó incredulo. Avevamo dimenticato un piccolo dettaglio. In quella stanza sembravamo tutto coetanei, come potevamo spiegare le nostre parentele senza parlare del sortilegio? 

- L’abbiamo avuta che eravamo molto giovani - taglió a corto David - Non perda tempo e spieghi loro l’accaduto per favore. 

Il medico spiegó dettagliatamente ai miei amici cosa era accaduto alla bambina: parló dello shock, dei due attacchi cardiaci e che il gonfiore dovuto alla puntura dell’insetto stava ostacolando sempre di più le vie aeree della bambina. 

- purtroppo il suo quadro clinico è complicato e  molto complesso ma stiamo tentando il tutto per tutto per stabilizzarla definitivamente.

A quelle parole Emma ebbe un mancamento, se non fosse stato per la prontezza di riflessi di David molto probabilmente sarebbe caduta a faccia avanti. Killian invece era come sotto shock... 

- posso... posso andare da lei? - chiese Emma con un filo di voce.

- Signora non posso fargliela vedere, mi dispiace. - si trasformó

- È MIA FIGLIAAAAA!!!! E MIO DIRITTO VEDERLA OKKKKKK????? MI LASCI PASSARE!

- La prego signora non faccia così! Capisco la situazione ma davvero non posso farla entrare. Ha la mia parola che la chiamerò non appena sarà possibile. 

- FORSE NON CI SIAMO CAPITI: VOGLIO VEDERLA ADESSO! È PICCOLA E HA BISOGNO DI SUA MADRE! 

- Emma, Emma amore mio guardami... - le disse Killian - non c’è niente che non farei per poterla vedere ma dobbiamo lasciar lavorare i medici ok? Stanno lavorando per farla stare meglio... dobbiamo avere fiducia in loro. Appena sarà possibile andremo da lei. Ok?

- Io non mi muovo da qui! - protestó.

- Non vado via neanche io. Resteremo qui con lei... insieme. - Killian era un santo, nonostante fosse evidente che stesse morendo di paura cercó di non farsi lasciare sopraffare dalle emozioni  in quanto sua moglie era in condizioni decisamente peggiori. - Per  favore qualcuno di voi vada da Liam e dai bambini... a proposito dove sono? - chiese

- Sono al sicuro... sono con dei nostri amici. Andiamo noi ok? Voi teneteci informati.  - disse David

- Forse Emma dovrebbe venire con noi.

- Snow non è il momento... - dissi io.

- Liam tra qualche ora dovrà mangiare... 

- Passate per la farmacia e prendete del latte in polvere, non mi sembra una cosa così complicata! 

- No! - Disse immediatamente Emma! - No... niente latte artificiale. Potrebbe... potrebbe avere delle coliche poi. Andate in farmacia e prendetemi un tiralatte così  almeno potrò stare tranquilla che almeno lui è al sicuro da allergie o altro... - Fecero come venne chiesto dopodiché tornarono a casa lasciando me Emma e Killian in sala d’attesa. 

Erano le undici passate quando il medico tornó da noi. 

- E’ un’eccezione alla regola... per questa sera potete vederla entrambi ma solo per cinque minuti. - gli fece strada e libaccompagnó dalla loro bambina. Quanto tornarono erano uno più devastato dell’altro. 

- Come va? - domanda banane, si leggeva dalle loro faccia come andava ma era l’unica cosa che in quel momento mi venne dire. 

- È sedata... ha il collo  e il braccio gonfio... respira male e dicono che  non abbia mai ripreso coscienza. - disse killian.

- Dobbiamo prenderle un pigiamino, non può rimanere in costume... potrebbe avere freddo. Poi dobbiamo portarle il suo peluche, qualche libro da leggerle e.... - Emma inizió a parlare a raffica senza menzionare minimamente la salute della figlia, era evidente che era appena entrata in un meccanismo di autodifesa. 

- Emma non può sentirci... - provó gentilmente Killian ricorrendo a tutte le forze possibili per non scoppiare in lacrime

- Lei ci ascolta! - rispose secca. Forse sarebbe stato meglio assecondarla.... 

- vado io a prendere queste  cose, voi restate qui. 

Tornai poco dopo con tutto l’occorrente ma non li trovai in sala d’attesa. “Finalmente una notizia positiva” pensai convinta che avessero avuto il lascia passare per poterla vedere di nuovo. Mi misi su una sedia e aspettai il loro arrivo che purtroppo non arrivò . Un ora... due... tre! di Emma e Killian nessuna traccia. 

- mi scusi? Posso chiedere a lei? avrei bisogno di un’informazione... - dissi alla prima infermiera che mi capitó a tiro. 

- Certamente!  Mi dica. 

- Sa dirmi in che stanza hanno portato Chloe jones? È una bambina che hanno ricoverato questo pomeriggio. Dovrei dare ai genitori gli effetti personali della piccola.

- Anche volendo non potrei farla salire lo sa vero? Non è orario di visite.

- Può almenro chiamarmi uno dei due genitori così potrò dare loro tutto questo? - indicai la busta.

- Certo, mi aspetti qui. - la vidi allontanarsi per poi tornare da me qualche minuto dopo. 

- Può tornare a casa signora, non credo che scenderanno a prendere nulla adesso. 

- Ma come!  Mi hanno mandato loro a...

-  La bambina è peggiorata improvvisamente: le è salita la febbre e ha avuto problemi respiratori: è statao necessario intubarla.... 

- O MIO DIOOOOO!!!! Ma ora sta bene vero????? - chiesi spaventata.

- È in terapia intensiva...

- Non le ho chiesto dov’è, LE HO CHIESTO SE STA BENE!!!!! - le urlai contro. 

- Signora non so come dirglielo ma... è un miracolo che sia ancora viva. 

 

Note dell’autore: ciao ragazzi lo so ma il

Racconto era troppo lungo per pubblicarlo tutto in una volta. Questa è solo l’introduzione... a breve saprete cosa succederà. Prometto di non metterci molto ok? Per favore non odiatemi. Un abbraccio e alla prossima. 

Ps. Vi chiedo scusa per gli errori.

  
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