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Autore: Queen FalseHearth    30/08/2018    1 recensioni
La musica è sempre stata presente nella saga Hunger Games: ricordiamo una bambina coccolata da una ninna nanna prima di essere abbracciata dalla morte, la canzone (con qualche modifica) che ha dato forza ai ribelli di attaccare le dighe di Capitol City, la melodia del distretto 11 e la graziosa voce di due donne è stata in grado di far innamorare.
Tuttavia, ci sono altri racconti che devono essere condivisi. Io sono qui per questo, farvi conoscere le storie di musicisti di ogni distretto.
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Post Hunger Games
District 10

 

I haven't changed

Un ragazzo del distretto 10 con la sincera passione per la musica come può dimostrare il suo valore a delle persone che lo considerano una semplice preda? [1001 parole]

 

Aveva tenuto gli occhi chiusi per troppo tempo, era ora di aprirli. Ormai non poteva scappare da quella sala dominata da silenzio e ombre, una piccola luce di sole sarebbe stata benaccetta. Dentro di lui bruciavano sentimenti di paura che gli impedivano di muoversi, il suo petto si gelò.  Sarebbe uscito da quella palestra da vincitore o da perdente? Certo è che non poteva combattere con l’aspetto da vittima.
La paura aveva avuto accesso nella sua anima per troppo tempo, doveva riacquistare il controllo. Se potesse esprimere la sua passione non avrebbe timore di niente.
Aprì gli occhi.
Su di lui erano indirizzati gli sguardi degli Strateghi, Carlos aveva il presentimento che questi ultimi l’avessero già studiato. Come lo hanno definito nelle loro insulse menti? Debole? Incapace? Una semplice preda?
No, lui non avrebbe permesso di essere considerato un altro tributo di un distretto povero schiacciato dalla volontà del regime dittatoriale di Capitol City. In qualche modo avrebbe dimostrato di non essere polvere. Ma come? 
-Carlos Martínez hai al massimo quindici minuti per dimostrarci di cosa sei capace- annunciarono gli strateghi su una piattaforma. Per Carlos gente come loro non poteva manifestare curiosità, ma fu quello che vide nei loro occhi. Di lui sapevano solo che era un allevatore di maiali, allora che cosa aveva scatenato il loro incomprensibile interesse? C’entrava Angus, il suo mentore? Vide gli strateghi bisbigliare fra di loro, ma sentì niente.
“Questi ciarlatani sono qui per giudicarmi, che nervoso. Se il mio scopo è sopravvivere allora devo mostrare quello che si aspettano di vedere: le mie doti da assassino, ma non lo sono! Che nervi…cosa posso fare?”.
In quel luogo aveva a disposizione tutte le migliori armi del Centro di addestramento di Capitol, Carlos e la sua compagna distrettuale hanno sempre definito quel posto una gabbia in cui non trapassava un filo di libertà. L’arena era l’Inferno.
Il ragazzo camminò senza fretta verso quel mucchio di armi, aveva l’imbarazzo della scelta. Carlos non riusciva a concentrarsi e non aveva chiari gli insegnamenti ricevuti nei giorni di addestramento, non aveva neanche fatto colazione.

Non doveva dimenticare perché fosse lì: tutto questo teatrino serviva a decretare quale carne fosse migliore prima dei giochi. Dalle sue parti, vinceva la carne che aveva un bel colore luminoso e vivace; era quella destinata a Capitol City. Lui sarebbe riuscito a brillare?


Il ragazzo del distretto 10 si comporta come se non si trovasse in una fase importante per avere più possibilità di rimanere in vita nell’arena, ma affronta la situazione con tranquillità e leggerezza, fu la conclusione degli Strateghi.
Ormai era la fine. Carlos riuscì almeno ad affermare a sé stesso che non voleva impugnare coltelli o progettare trappole mortali: a lui interessava solo andarsene e ritornare alla sua vita, in campagna, con la sua famiglia e il suo adorato strumento.


Gli strateghi stavano perdendo la pazienza, se quel tributo non avesse dimostrato nulla l’avrebbero buttato fuori a calci.
Carlos, nell’istante di completo disorientamento, notò un pezzo luccicante nascosto dietro un set di spade. Si avvicinò per ispezionare meglio l’oggetto misterioso.
Possibile che…
Non ci poteva credere.
Si avvicinò, stregato da quel sentimento di stupore che si era appena rivelato, allo strumento a fiato più pregiato che avesse mai visto. Che ci faceva in mezzo a quel ciarpame uno strumento così bello?
Prese con delicatezza quella tromba dorata.
-Cosa?-
La esaminò e, con molta felicità, si accorse che non era un giocattolo o rotto: la si poteva suonare. Finalmente si svegliò dal suo incubo. Era certo che quei pagliacci erano ignari del nome dello strumento che teneva tra le mani, troppo impegnati a consumare gli sciocchi divertimenti che Capitol potesse offrire. Carlos aveva ancora gli occhi spalancati, quell’incontro aveva spazzato via le emozioni negative.

-Angus non mentiva! Si è introdotto qui e ha nascosto questo…coso in mezzo alle armi, inaccettabile! -

In quei giorni infernali Carlos aveva conservato un edificio di aria nei suoi polmoni. Avvicinò le labbra al bocchino, ancora incredulo.

E così suonò, ogni trombettista non riusciva a sottrarsi dal desiderio di creare una melodia con quel strumento meraviglioso.

Anche se gli spettatori erano dei vermi, Carlos ci teneva a far sorgere una spettacolare esibizione.  Era più forte di lui.
Si accorse che stava suonando una tromba in si bemolle, interessante; il suono che uscì era brillante, proprio come piaceva a lui. Non era stonato come si aspettava: era entrato in possesso con lo strumento perfetto. Le vibrazioni che liberava la tromba riecheggiavano nell’aria.
Le dite sembravano muoversi da sole, quanta nostalgia.  L’unica canzone in mente in quel momento era squillante, l’aveva sempre apprezzata. Premette con tutta la forza sugli pistoni: molto probabilmente era la sua ultima canzone.

Tuttavia, il suono era diverso di quello che diffondeva agli animali della sua fattoria, dipendeva il fatto del luogo in cui si trovava? Le emozioni hanno sempre condizionano la performance del musicista, Carlos doveva sbarazzarsi del timore che inquinava il suo umore.
I musicisti diffondono gioia, non era quello che voleva fare anche lui fino alla fine?
La separazione dal mondo della musica e la paura non dovevano avere valore in questa canzone.
-Che cosa diavolo stai facendo? Devi mettere in pratica ciò che hai imparato nel centro di addestramento! - ringhiò uno di quei bastardi; un altro rise, disturbando l’esibizione.
-Ahahahah pensa di poter vincere stonando la mente degli avversari! Che miserabile-
In realtà non aveva nessuna strategia: suonare era l’unica qualità che poteva dimostrare agli altri e a sé stesso. A lui andava bene così.

A fine esibizione poté godersi gli sguardi straniti e sorpresi degli strateghi, attendeva con ansia il loro giudizio. Ci fu un attimo di silenzio ma alla fine uno di loro prese parola.

-Non ti hanno insegnato a riconoscere bacche velenose o colpire bersagli con coltelli, tributo? -

-Il bello della musica è che quando ti colpisce non senti dolore*.

Scusate signori, ma non sono cambiato in quel centro di addestramento. Non voglio essere un assassino: sono un musicista e rimarrò tale fino alla fine-






*frase di Bob Dylan

   
 
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