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Autore: x_X_Rapunzel    02/09/2018    2 recensioni
[Ispirato a "Suicide Squad"] La serata al Club si rivelerà molto più movimentata del previsto per Harley e il suo Mr. J
***
Harley era diventata tutto quello che il Joker aveva sempre desiderato possedere.
Era il suo giocattolo preferito.
Pazza, psicotica, insaziabile e meravigliosa. E la parte migliore era che ora era completamente sua.
Ma gli occhi del Joker non erano gli unici puntati addosso a lei: tutti erano ipnotizzati dai suoi movimenti.
Tutti gli uomini la fissavano, nessuno escluso.
Anche molte donne l’osservavano attentamente, i loro sguardi poco innocenti si posavano su di lei per qualche istante prima di spostarsi sul resto del club.
Ma non tutti, sfortunatamente, capivano quand’era l’ora di darci un taglio.
Genere: Azione, Dark, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Batman aka Bruce Wayne, Harley Quinn aka Harleen Quinzel, Joker aka Jack Napier, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Night Out

 

Harley Quinn ballava al ritmo dell’assordante musica del club.
Il suo corpo atletico si muoveva a tempo, i suoi capelli biondi tinti di rosa e blu ondeggiavano da una parte all’altra con ogni suo movimento.
Il rumore dei bassi rimbombava ovunque, tanto da far tremare le pareti e i scintillanti lampadari di cristallo appesi al soffitto viola scuro.
Il Joker non aveva smesso di guardarla neanche un secondo da quando Harley si era unita alle ballerine del club, strillando dalla gioia quando il suo adorato Puddin’ le aveva concesso il permesso di raggiungerle.

Era come ipnotica.

Harley era diventata tutto quello che il Joker aveva sempre desiderato possedere. Era il suo giocattolo preferito. Pazza, psicotica, insaziabile e meravigliosa. E la parte migliore era che ora era completamente sua.
 
Ma gli occhi del Joker non erano gli unici puntati addosso a lei: tutti erano ipnotizzati dai suoi movimenti.
Tutti gli uomini la fissavano, nessuno escluso.
Anche molte donne l’osservavano attentamente, i loro sguardi poco innocenti si posavano su di lei per qualche istante prima di spostarsi sul resto del club.
Ma non tutti sfortunatamente capivano quand’era l’ora di darci un taglio.



 
***
 


L’uomo seduto di fronte al Joker, un tale che si faceva chiamare Monster T, non aveva smesso di fissarla da quando aveva messo piede nel club per concludere degli affari con il clown.
Frost, seduto in un angolo buio dell’area Vip, lo aveva notato e ora pregava silenziosamente che quell’uomo si decidesse a darci un taglio prima che la situazione gli sfuggisse definitivamente di mano.

«Finalmente ci conosciamo, J» l’uomo parlò «Parlo a nome di tutti quando dico che sono felice che tu sia tornato. Mi stai facendo fare bei soldi e io li farò fare a te.»

Gli occhi azzurri del Joker lo scrutarono per qualche istante. Moro, muscoloso, alto, vestito elegante e pieno di tatuaggi dalla testa ai piedi.
Scoppiò a ridere prima di tornare improvvisamente serio «Mi vuoi manipolare? Tutte queste chiacchiere e lusinghe ti faranno solo del male...»

Monster T scosse la testa «No, Joker, io…»

«Mi piaci» lo interruppe il clown sorridendo «Sei un tipo…vivace!»

Monster T tirò un sospiro di sollievo prima di voltarsi a guardare di nuovo Harley.
Il Joker l’aveva già capito e non ne era affatto sorpreso.
Tutti la guardavano. E come poteva biasimarli?
Harley era uno spettacolo per gli occhi.
Nessuno però era tanto stupido da osare fissarla più del dovuto.
Ma questo tipo non gli era sembrato altrettanto brillante. E ora stava seriamente mettendo a dura prova la poca pazienza del clown.

«Sei un uomo fortunato, J» disse Monster T dopo qualche istante di silenzio «È una bella puttana.»

Gli occhi del Joker s’incupirono improvvisamente, un lampo di rabbia li attraversò per un veloce istante.  
«Oh sì, lo è» rispose «Non hai idea di quanto lo sia.»

Lo sguardo di Monster T ora si era posato sul Joker, in piedi davanti a lui.
«Avrai sicuramente sentito parlare di lei...» continuò, il suo sguardo era serio e cupo «Lei è la sola e famigerata…Harley Quinn
Il Joker si portò due dita alla bocca prima di fischiare.
Non appena Harley udì quel fischio, smise di danzare e lo raggiunse a passo spedito.

Quando il Joker la vide, aprì le braccia e le regalò un ampio sorriso
«Oh dolcezza, vieni dal tuo paparino!»

«Puddin’» squittì Harley non appena fu a pochi passi da lui, uno splendido sorriso era stampato sul volto pallido.
La ragazza cercò di toccarlo, ma il Joker si scostò bruscamente da lei e si voltò verso Monster T, ancora seduto sul divano in pelle del club ad osservare la scena davanti ai suoi occhi.

«Ti piace, amico?» gli domandò il Joker «Lo vedo come la guardi»

Monster T scosse la testa «No, assolutamente. Questa è la tua donna, J. E io non voglio problemi. Non voglio guai.» rispose prima di mandare giù un sorso del suo drink, sperando che la sua risposta potesse bastare al Joker.

«Non vuoi guai?» chiese il Joker, inclinando la testa di lato e sorridendo «Avresti dovuto pensarci prima, non credi?»
Harley, nascosta dietro al Joker, ridacchiò.

«Voglio dire…io e te facciamo un sacco di soldi, J. Non voglio mandare tutto all’aria.» replicò Monster T, la sua voce affannata.
«Stai dicendo che non ti piace? O, peggio, forse stai dicendo che la odi?» domandò il Joker avvicinandosi a lui. Monster T indietreggiò finché la sua schiena non aderì al muro.
Harley aprì la bocca in un sussulto, fingendosi offesa da quelle insinuazioni.

«Dai, amico…» sospirò Monster T «Lo sai che non è questo. Non c’è una risposta giusta.»

Il Joker gli diede una pacca sulla spalla, facendolo sussultare, per poi voltarsi verso Harley.
«Harley, è stato bello finché è durato.» Il Joker sospirò teatralmente «Tu sei il mio regalo per questo gentiluomo. Appartieni a lui ora.»
«Sì?» Il viso di Harley sì aprì in un sorriso inquietante, che fece scendere un brivido lungo la schiena di Monster T. Lo avrebbe fatto a pezzi. O peggio.
Ma ancora non aveva idea di quello che stava per accadere.


Senza esitare, Harley si sedette sulle sue ginocchia. Una delle sue mani gli accarezzava il viso scuro coperto da diversi tatuaggi.
«Sei carino» affermò ridacchiando «Mi vuoi? Sono tutta tua.»
La mano di Harley scese ad accarezzargli la gamba mentre Monster T si stava innervosendo sempre di più, il suo sguardo si spostava continuamente tra il Joker e Harley.
Era in trappola e non aveva la minima idea di come uscire da quella situazione così sconveniente.

«J, io non voglio guai.» affermò, anche se al clown sembrò più una supplica.  

«Allora accetta il mio dono.» ribatté il Joker, estraendo la sua calibro viola dalla tasca interna della sua giacca elegante «Oppure sparale. Dritto in testa. In ogni caso, fammi il favore e levamela dai piedi.»

Con titubanza, Monster T afferrò la pistola del Joker e poi lo fissò negli occhi.
Quel pazzo voleva veramente che lui uccidesse la sua fidanzata?

«No, non posso farlo.» disse, il suo sguardo si spostò verso Harley che lo osservava incuriosita.

«Oh, sì che puoi!» s’intromise la ragazza «Basta che punti la pistola qui…»
Harley afferrò il polso di Monster T, posizionando la pistola dritta alla sua fronte e in mezzo ai suoi occhi blu.
«Vedi?» disse, indicando con il dito il punto dove la pistola era a contatto con la sua pelle.

Monster T sapeva che avrebbe dovuto fare qualcosa al più presto o quel pazzo lunatico non avrebbe esitato minimamente a sparargli nel bel mezzo del club e con Harley ancora seduta sulle sue gambe.
Dentro di lui era ancora accesa una vana speranza che il Joker sarebbe scoppiato a ridere improvvisamente, ma non accadde niente del genere.
Infatti il Joker non stava neanche sorridendo.
Se questo era uno scherzo, ormai era andato troppo oltre, pensò.

«Beh, sai la risposta adesso?» gli chiese il clown, sedendosi sulla poltrona di fronte a lui.
Monster T annuì. Qualsiasi risposta avesse scelto, sarebbe stata quella sbagliata. Stava sudando freddo mentre il Joker gli rideva sguaiatamente in faccia.
«Bene allora,» parlò «È giunto il momento di salvare te stesso*»

Monster T guardò la pistola un’ultima volta prima di puntarsela alla tempia e premere il grilletto.
Bang!



 
«Beh, non si può certo dire che il ragazzo non avesse cervello!» disse il Joker prima di scoppiare a ridere per l’ennesima volta.

Harley si pulì la guancia dal sangue con il dorso della mano, un’espressione di disgusto era stampata sul suo volto «Puddin’ quel tizio mi ha sporcata tutta!» protestò «Che schifo!»

Lo sguardo del Joker tornò cupo d’improvviso «Taci! Tutto questo è per colpa tua!»

«Colpa mia?» domandò la ragazza incredula

«Sì, colpa tua, piccola stupida!» ringhiò «Quel ragazzo mi faceva fare un sacco di soldi e tu lo sapevi bene!»

«Ma Puddin’! Non è colpa mia se mi faccio così bella per te e gli altri ragazzi sono invidiosi!» ribatté «Dovresti prenderlo come un complimento per il tuo gusto in fatto di ragazze, Mr. J»

«Impara il silenzio una buona volta, Harley. Non ti farebbe male.»

Il Joker si passò una mano tra i capelli verdi prima di voltarsi verso Jonny Frost, ancora fermo nell’angolo dell’area Vip in attesa di ordini.
«Ci pensi tu a ripulire qui, non è vero Jonny?» domandò retoricamente «Io e Harley dobbiamo proprio scappare adesso.»

«Certo, capo. Subito.» rispose Frost, con un cenno del capo.

Il Joker afferrò il braccio di Harley bruscamente, spintonandola impazientemente verso l’uscita del night club.
Era giunto il momento di ritornare a casa: la serata si era rivelata più movimentata di quello che il clown aveva previsto e questo, lo sapeva bene ormai, non prometteva nulla di buono.


 
***
 
 
«Puddin’ perché hai parcheggiato così lontano?» chiese Harley, il rumore dei suoi tacchi a spillo rimbalzava sul cemento delle strade di Gotham.

«Smettila di frignare e datti una mossa!» ribatté seccato «Non abbiamo tutta la notte per passeggiare!»
Harley sbuffò e accelerò il passo, mettendosi al fianco del Joker. La sua mano andò a intrecciarsi con quella del suo Puddin’, un sorriso era spuntato sul suo viso.

«È stata una bella serata, Mr. J» parlò dolcemente «Dovremmo farlo di nuovo.»
Ma Harley non ricevette nessuna risposta per tutto il resto del tragitto.
 
Arrivati all’auto, il Joker aprì la portiera senza rivolgerle neanche una parola o uno sguardo.
«Sei ancora arrabbiato con me?» gli domandò

«Sì, per tutti gli uomini che ho dovuto uccidere a causa tua! Erano uomini buoni, affidabili. Tutti morti!»

«Beh, forse dovresti smetterla di ucciderli allora.» gli rispose «Per fortuna non lavoro per te.»

Il Joker le rivolse uno sguardo di ghiaccio prima di spingerla contro il fianco della Lamborghini.
«Smettila di fare la spiritosa Harley…» le mani del Joker si strinsero intorno alla sua gola «O ti spezzo il collo.»

La luce della luna illuminava il volto del Joker, i suoi occhi ora scuri e profondi fissavano Harley impazienti di scoprire la sua prossima mossa.
La ragazza portò una mano al collo della sua camicia e, in un istante, spinse le sue labbra contro quelle del Joker.
Iniziarono a baciarsi con foga, le mani del Joker ora erano scese ad accarezzarle le cosce pallide sotto allo striminzito vestito da sera che indossava.
Harley ridacchiò soddisfatta, accarezzando i capelli verdi del clown e spingendo il suo bacino contro quello del Joker così da far aderire perfettamente i loro corpi l’uno all’altro.

Ma inaspettatamente, il Joker si scostò bruscamente da lei cogliendola di sorpresa.
«E adesso che c’è, Puddin’?» mormorò spazientita, incrociando le braccia sotto al seno.

«C’è qualcuno…» sussurrò piano, guardandosi attorno finché non puntò lo sguardo in un angolo buio della strada alle loro spalle.

«Una mia vecchia conoscenza…» continuò, con un sinistro sorriso.

Harley corrugò la fronte, confusa, voltandosi a guardare lo stesso punto che stava fissando lui.
Ma prima che potesse fare qualsiasi domanda, un’oscura ed enorme figura emerse dal buio. La luce fioca dei lampioni illuminava il mantello nero e la maschera, mentre l’uomo avanzava a grandi passi verso di loro.
Il Joker sorrise nuovamente. Si era fatto aspettare ma finalmente era arrivato.

«Joker.» il modo in cui la voce profonda di Batman pronunciò il suo nome, lo fece quasi ridere.

«Sei arrivato un po’ troppo tardi Batsy, la festa è già finita.» ribatté il clown «Sarà per una prossima volta, spero che tu non la prenda sul personale »

Batman ignorò la sua battuta «È giunto il momento di riportare te e quella pazza di Quinn all’Arkham Asylum.»

«Oh e perché mai?» chiese il Joker, mettendosi di fronte a Batman «Non abbiamo fatto niente» continuò con finta sorpresa

«I tuoi vestiti sono sporchi di sangue, clown. Chi avete ammazzato?»

«Oh, nessuno d’importante» mormorò Joker, avanzando di qualche passo verso di lui

«Non me la dai a bere.» rispose Batman con freddezza, avvicinandosi pericolosamente al clown di fronte a lui.

Harley osservava la scena genuinamente incuriosita.
Non aveva mai visto Batman prima d’ora.
Aveva sentito molte storie su di lui quando ancora lavorava all’Asylum e poi dal Joker stesso.
In più di un’occasione aveva ascoltato il suo Mr. J parlarle di Batman, aveva visto i suoi occhi illuminarsi di una luce che non aveva mai visto prima d’ora. Lo disprezzava, lo odiava ma al tempo stesso non ne poteva fare a meno.
Quel pipistrello era la sua più grande ossessione.

Con uno scatto fulmineo, Batman afferrò Joker per il colletto della camicia, sollevandolo alcuni centimetri da terra.
«Oh, Batsy non ti ricordavo così fastidioso!» disse il Joker ridacchiando «Non hai proprio il senso dell’umorismo»

Batman era così occupato con il Joker, che Harley era riuscita ad allontanarsi dall’auto senza farsi notare.
Voleva togliersi Batman di torno al più presto e ritornare a casa con il suo Puddin’.
La serata ormai era già rovinata. Ci mancava solo Batman e forse questa situazione si sarebbe davvero risolta nel peggiore dei modi per loro due. 
Harley indietreggiò con cautela senza togliere gli occhi dai due uomini davanti a lei.
Doveva fare qualcosa al più presto, pensò, prima che Batman si decidesse a prenderli con la forza e rinchiuderli all’Asylum, buttando via la chiave per sempre.

Un luccichio alla sua sinistra, attirò la sua attenzione.
Una bottiglia di vino vuota, abbandonata sul marciapiede.
Harley ridacchiò prima di impugnare saldamente la bottiglia e procedere a grandi passi verso Batman.
 
«È finita per te, pazzoide» grugnì Batman, il suo sguardo furente «Dì addio alla tua libertà perché da oggi in poi l’unica cosa che vedrai sarà la cella d’isolamento di Arkham.»

«Come, come?» domandò il clown «Tu sei quello vestito da topo volante con la calzamaglia e io sarei il pazzoide?»

Batman digrignò i denti prima di sferrare un pugno alla mandibola del clown, facendolo cadere a terra.
Avanzò verso di lui mentre il Joker si puliva il sangue dal mento con il dorso della sua mano pallida.
Non appena il suo sguardo incontrò quello della figura che si celava dietro al pipistrello, iniziò a ridere sguaiatamente.
Batman corrugò la fronte in confusione ma non riuscì a pronunciare alcuna parola perché la bottiglia di vetro gli arrivò subito dritta sulla nuca. In un istante, l’eroe mascherato cadde a terra privo di sensi.

«’Notte Batsy, fai sogni d’oro» Harley ridacchiò soddisfatta prima di farsi strada verso Mr. J.

Allungò la mano verso di lui per aiutarlo a rialzarsi e lui l’afferrò subito, mettendosi in piedi.
«Grazie, dolcezza» mormorò pulendosi le mani sui suoi pantaloni neri eleganti «penso che ora sia giunto il momento di tornare a casa, sul serio questa volta.»

«Certo, Puddin’!» esclamò Harley prima di dargli un bacio sulla guancia.

Il Joker ghignò prima di sedersi al volante della sua Lamborghini. Harley lo seguì, senza perdere tempo, ridacchiando e chiudendo la portiera dietro di sé.
Il clown mise in moto l’auto, iniziando a farsi strada tra le tortuose strade di Gotham City per ritornare finalmente a casa dopo la serata movimentata.

«Forza, Mr. J!» sbuffò Harley «Guidi come un vecchio!»

«Ritira subito quello che hai detto.» le rispose severamente «E non darmi più del vecchio.»

Joker ringhiò prima di premere il piede sul pedale, facendo ruggire il motore e ridendo sguaiatamente in preda all’euforia.

«E se morissimo?» gli chiese Harley d’improvviso, voltandosi verso di lui.

«Beh chi può dirlo…magari saremo fortunati» rispose il clown «oppure no…» aggiunse poi, un largo sorriso sul viso pallido.

Harley non replicò, semplicemente aprì le braccia e rise gioiosa.
Poi scosse la testa.
Niente fortuna, pensò.
Non ne avrebbe avuto bisogno finché lui fosse rimasto al suo fianco.








Angolo Autrice:
Ho lavorato a questa storia da molto tempo e finalmente è qua!
Ho deciso di "riscrivere" la scena del club che ho trovato decisamente troppo corta nel film e di cambiare il finale. 
Spero che vi sia piaciuta.
Oltre che al film, ovviamente mi sono anche ispirata al libro di Suicide Squad per rendere il racconto più interessante.

Se la storia vi è piaciuta, lasciate una recensione.
Mi piacerebbe molto sapere la vostra opinione al riguardo, positiva o negativa che sia!


Vi ringrazio se avete letto e siete arrivati fin qui.
Alla prossima storia e buon settembre,
x_X_Rapunzel :)

* la frase è stata persa dal libro di Suicide Squad, 2016. 
  
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