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Autore: ballerina 89    09/09/2018    2 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV REGINA 

Come facilmente intuibile Emma non resse il colpo e cadde al suolo priva di sensi. Il medico lì presente, con l'aiuto di due infermiere, provó a rianimarla sul posto ma fu inutile, la spostarono quindi al piano di sotto per stenderla su un letto per farla stare più comoda. Killian non se la passava tanto meglio, non era svenuto ma indietreggiando passo dopo passo sprofondó su una delle panchine di quel tetro corridoio portandosi entrambe le mani alla testa con fare disperato. Non sapevo cosa fare, ero paralizzata dalla paura... possibile che non ci fosse più nulla da fare? Davvero la mia nipotina stava morendo? Chloe... quel piccolo uragano dagli occhi cielo stava per salutarci per sempre e non l'avremmo mai più rivista? No! Non poteva essere vera una cosa del genere, sicuramente i medici avevano sbagliato diagnosi; Emma e Killian morirebbero  se questo accadesse... tutti noi ne moriremmo. Calde e dolorose lacrime scesero dai miei occhi al solo pensiero di quella possibilità ma dovetti cercare di ricompormi almeno un pochino in quanto Killian stava impazzendo in preda al dolore più totale. Mi andai a sedere accanto a lui e delicatamente gli avvolsi le spalle con un braccio come a volergli dare un po' di coraggio. Quel gesto non sarebbe servito a nulla naturalmente ma qualcosa dovevo pur fare per fargli capire che non era da solo ad affrontare questa battaglia. Restai lì in silenzio fin quando un altro medico, che era da poco entrato nella stanza di Chloe, uscì:

- Siete sicuri della vostra diagnosi? - chiesi senza troppi giri di parole 

- Purtroppo si. - rispose con fare dispiaciuto -  

- Voi non conosce minimamente quella bambina. È più forte di quanto voi pensiate.

- Lo spero vivamente signora. Da parte nostra purtroppo abbiamo fatto tutto il possibile, non possiamo fare altro, qualsiasi cosa le somministreremmo  adesso porterebbe solamente il suo corpo a peggiorare ancora di più e sinceramente sarebbe la vedo un po' come una crudeltà farla soffrire inutilmente. Se è  così forte come dice lei ce lo dimostrerà: ora tocca a lei.

- Vi state arrendendo quindi? - non potevo credere alle mie orecchie. 

- Non ci stiamo attendendo signora, abbiamo fatto tutto il possibile deve credermi, non c'è più altro che possiamo fare... le lasceremo comunque tutte le macchine di cui ha bisogno per respirare e vedremo come reagirà. Come vi ha già  detto il mio collega giorni fa non siamo persone che danno false speranze quindi vi dico chiaramente che ci vorrebbe un miracolo. Un miracolo... in un mondo senza magia? Avrei voluto prenderlo a pugni per ogni singola orrenda parola pronunciata ma non feci nulla di tutto ciò bloccata dall'immagine che mi si presentó davanti: Killian  fece l'unica cosa che non gli avevo mai visto fare da quando lo conoscevo: pregare.

La tragica notizia giunse a Storybrooke in men che non si dica e già poche ore dopo ecco un corteo di persone provenienti proprio dalla nostra piccola cittadina venire fino in ospedale per venir a dare un piccolo ma inutile incoraggiamento ad Emma e Killian e per poter salutare la piccola principessina un'ultima volta. Vennero proprio tutti, Gold compreso, ma la cosa che mi laceró dentro fu vedere tutti i compagni di scuola di Leila e Chloe. Arrivarono anche Alice, la mamma di Killian,  e Henry i quali si precipitarono nella stanza al piano di sotto dove avevano portato Emma qualche ora prima. Due dose di calmanti non le avevano fatto nulla ed era da quando si era svegliata che continuava imperterrita a gridare il nome della sua bambina. La si poteva sentire anche da dove eravamo noi. 

"Killian sono sicura che ce la farà" 

" sono convinto che presto quel terremoto tornerà a farsi  sentire"

 "è una bambina forte"

 "fatevi coraggio" 

Persi il conto di  quante frasi di quel genere ascoltai quel pomeriggio, nessuna di quelle frasi aiutó Killian, anzi... gli fece l'effetto contrario. Fortunatamente capii dai gesti del suo corpo il suo stato d'animo e chiesi al medico che teneva in cura Chloe di far tornare tutti a casa o almeno di farli uscire da quella sala...  non era ancora arrivato il momento per Emma e Killian di affrontare tutta quella  marmaglia di persone. 

A rendere ancora più straziante quella giornata fu l'arrivo di Snow e David con il piccolo Liam e Leila. Leila era in condizioni peggiori di quando l'avevo vista l'ultima volta, era in braccio a suo nonno e gridava di voler vedere sua sorella. Mi faceva una tenerezza inaudita e mi sentii in dovere di fare qualcosa. 

- Amore di zia, non si può andare da Chloe adesso... dispiace! - cercai di dirle con più calma possibile nonostante non me ne fosse rimasta più, ma le mie parole non sembrarono interessarle.

- Devo andare da lei zia, mi sta chiamando da ieri! Non posso non andare! È la mia sorellina... io devo...

- Cucciola per favore ascoltami: hai sognato! Tutto quello che hai visto e sentito era solo un sogno ok? 

- NOOOOOOOO! NON È VEROOOOOOOOOOO! 

-  Shhhhh piccolina non fare così ti prego. 

- VOGLIO LA MAMMAAAAAAA! Dov'è la mia mamma? - una richiesta decisamente più fattibile e sensata. 

- Leila ascoltami attentamente ok?  Dalla mamma ti ci posso portare tranquillamente però devo dirti una cosa prima di andare

- Cosa? 

-  non spaventarti se la mamma sta piangendo ok? Oggi si sente un po' giù di morale.

- Ci penso io alla mia mamma zia ma dobbiamo sbrigarci perché  poi dobbiamo andare anche da Chloe. - niente da fare quel chiodo fisso non decideva ad abbandonarla e con la vista di sua mamma la cosa non cambió perché lei, a differenza di tutti noi, le diede corda. Emma Emma Emma perché dovete farvi più male di quello che state già provando? Cosa speri di ottenere permettendo a Leila di vedere Chloe? So cosa speri... ma purtroppo non succederà. 

- Hai sentito papà? - disse Leila a Killian il quale era sceso momentaneamente per controllare le condizioni di sua moglie. Incredibile come nonostante fosse a pezzi riuscisse ad essere forte per lei. - Mamma ha detto che posso vedere Chloe! - neanche lui era molto contento di quel permesso ma non gli sembró il caso di contraddire l'autorità materna in un momento come questo.

- È si tesoro... ho sentito. Ascolta, vai un attimo con nonna Alice e Henry in corridoio io ti raggiungo subito. 

- Insieme alla mamma? 

- Si tesoro insieme alla tua mamma. - la bambina obbedì immediatamente e non appena fu certo che non li sentisse, Killian tentó di dire qualcosa a sua moglie ma lei lo anticipó. 

- Deve vederla... - disse lei sapendo già a cosa voleva andare a parare suo marito. 

- Non riusciamo a vederla noi in quello stato, come pensi possa riuscirci lei? -  Killian stava chiaramente piangendo. 

- Deve vederla Killian... il suo subconscio le sta dicendo questo. È giusto assecondarla. Potrebbe non... non... sarebbe l'ultima volta che... - sapevamo tutti quello che stava cercando di dire ma come facilmente intuibile non ci riuscì. Neanche  Killian riuscì a restare indifferente: abbandonó i suoi pensieri, strinse in un abbraccio sua moglie e le disse:

- Come vuoi tu amore... se pensi davvero possa essere importante per lei allora va bene. 

Rimasero stretti in quell'abbraccio per parecchi minuti tanto che mi sentii di troppo a stare lì. È vero che non stavano amoreggiando o cosa, stavano solamente cercando di farsi forza a vicenda, ma mi sentii comunque di troppo. Provai ad uscire per lasciargli la giusta privacy ma sulla soglia comparve il medico che teneva in cura Chloe insieme a Whale il quale alla notizia della possibile morte della bambina si era precipitato immediatamente. 

- scusate l'interruzione - disse quello che era il primario - Abbiamo delle cose da dirvi. 

- Whale? - esclamó sorpreso Killian.

- Mi dispiace di avervi lasciato affrontare tutto questo da soli ma non potevo lasciare l'ospedale. 

- Capiamo perfettamente è la cosa più importante è  che adesso sei qui! 

- Sei il suo medico, dalle  uno sguardo ti prego  e fa capire a quest'uomo che sta sbagliando. Tu sai che Chloe è forte, non può... - continuó Emma. 

- Emma sono venuto qui a parlarvi proprio di questo. 

- Avevo ragione io? L'hai vista? Si rimetterà? - chiese improvvisamente con gli occhi che le brillavano a quella ipotetica possibilità.

- Ho visitato personalmente la bambina senza visionare la sua cartella clinica o altro... 

- E cosa hai scoperto? Parla Whale ti prego!

- Purtroppo  ciò che dice il mio collega è vero... non c'è niente che si possa fare. È arrivato il tempo di lasciarla andare. 

- Lascia.... lasciarla andare? Ma che diavolo dici è?  TI RENDI CONTO OPPURE NO CHE È SOLO UNA.... - dovette aggrapparsi a suo marito per non cadere a terra di nuovo, non aveva le forze neanche per arrabbiarsi. - E'  una bambina... lei non può.... non...

- Lo so Emma e credimi se potessi tenterei anche l'impossibile se servisse a qualcosa ma non si può... 

- non... non potete... non potete abbandonarla ora... non lo merita! Killian per favore fa qualcosa ti pregoooooo! - il mio cuore si laceró ulteriormente. Non avevo mai visto Emma supplicare qualcuno, la donna forte che avevo conosciuto anni fa aveva appena lasciato il posto ad una mamma in preda alla disperazione più totale. Killian non le rispose... cosa poteva fare lui? Niente se non soffrire insieme a lei. Improvvisamente la porta si aprì e apparve un ragazzetto in camice, un tirocinante credo. Aveva il fiatone quindi molto probabilmente aveva corso.

- Dottore mi scusi... -  entrambi i medici uscirono fuori dalla stanza per parlare di non so che cosa, riuscimmo a sentire solamente un: "ok grazie" prima che rientrassero nella stanza. 

Dai loro sguardi capii che la notizia appena ricevuta riguardava Chloe: il primario guardó Whale come a fargli capire che doveva essere lui, in quanto di "famiglia", a dare la notizia... 

- Emma... Killian, come immaginavamo i suoi valori vitali si abbassano di ora in ora. Il respiratore non è sufficiente e come avevamo previsto siamo arrivati alla soglia minima. Non so come dirvelo ma... - fece una pausa -Credo sia il caso di salire al piano di sopra per salutarla. - volevo morire... mia nipote stava sul serio per... non ebbi neanche il tempo materiale per realizzare il tutto che fui costretta a correre in soccorso di Emma e Killian i quali diedero letteralmente i numeri. Lei gridava, piangeva, insultava chiunque le andasse vicino... lui era fuori controllo: stese whale con un pugno per poi prendere a calci qualsiasi cosa gli andasse a tiro. Sapevo che non avrei potuto fare nulla per calmare quel dolore ma qualcosa dovevo pur tentare. Chiamai David che era di sopra e gli chiesi di scendere a darmi una mano. Io mi occupai di Emma mette lui di Killian. Per quanto mi riguarda non riuscii a fare nulla: Emma continua imperterrita a gridare il nome di sua figlia come se la stessero torturando mentre per quanto riguarda David, beh... ci volle un po'ma ebbe un risultato diverso dal mio. Dopo una mezz'ora abbondante ecco Killian, con gli occhi rossi e gonfi, venire verso me e sua moglie. 

- Emma tesoro... - la chiamó teneramente - Dobbiamo... dobbiamo salire al piano di sopra.

-  No... io... io non... non voglio che.... kill...

- Shhhh.... so quello che stai provando. Credimi! Nessuno meglio di me lo sa. So che sembra assurdo amore mio ma dobbiamo farci forza e salire... per lei. È la nostra bambina tesoro... non merita di essere lasciata sola in questo momonto.

- Andare su significherebbe.... significherebbe dirle... dirle....

- Lo so... 

- io non sono pronta... non è ora! Non dovremmo vederla... si insomma, è lei che dovrebbe vedere morire noi non il... non il contrario. 

- Neanche io sono pronto... ma dobbiamo farlo: insieme. - le prese la mano - andiamo amore... ci sono io con te. - l'aiutó ad alzarsi e dopo averla stretta a se per paura che cadesse, visto il suo stato, salirono al piano di sopra. Lo seguii insieme a David. I medici avevano aperto le porte per permettere a tutti i familiari di poter salutare la bambina. C'era una fila disumana per quel corridoio, si era sparsa la notizia di una bimba di tre anni in fin di vita e ora tutti i curiosi di quell'ospedale si trovavano li. Avrei voluto incenerirli o prenderli a calci nel sedere uno per uno ma dovevo concentrarmi sui miei amici e su mia nipote, mi limitai a farli mandare via dai medici. 

Lasciammo che furono Emma e Killian ad entrare per primi ma mentre Snow e David si misero ad un angolo del corridoio a distrarre Leila io feci lo sbaglio di mettermi accanto alla porta e così ascoltai quelle parole strazianti che uscirono dalle bocche dei miei amici... fu Killian il primo a parlare:

 

"mia piccola piratessa... sei così piccola eppure hai già deciso di intraprendere un viaggio così lungo e lontano... sapevo che prima o poi ti saresti allontanata da me, ma mai avrei pensavo che quel "poi"sarebbe arrivato così presto. Non sono pronto a lasciarti andare lo sai vero? Sei la mia piccola donna... il mio piccolo grande amore... sei la mia vita! Ogni sera, prima di finire in questo maledetto ospedale, quando ti mettevo a letto pensavo a quando saresti cresciuta, a quando avresti smesso di chiedermi il bacino della buonanotte, a quando ti saresti vergonagna di farti vedere in giro con me per paura di essere presa in giro dai tuoi amici, a quando avrei scoperto un ipotetico fidanzato... tutte queste cose mi mettevano una tristezza e un'ansia assurda perchè ti avrebbero allontanata da me ma ora darei via anche l'altra mia mano pur di poter vivere tali momenti perché significherebbe averti ancora al mio fianco e niente è più importante in questo momento. Non so se riesci ad ascoltarmi piccola mia, da una parte spero di sì ma dall'altra spero vivamente di no. Nel caso mi stessi ascoltando vorrei solamente dirti una cosa: trova la tua strada amore mio e non avere paura di niente. Mamma e papà saranno sempre nel tuo cuoricino. Magari agli occhi di tutti sembrerà essere separati ma non lo saremo. Saremo vicini come lo siamo sempre stati e forse ancora di più. Ti prometto che sarai ricordata sempre da tutti quelli che ti hanno conosciuta. Nessuno di noi dimenticherà la piccola principessina ribelle di Storybrooke. Il tuo papà non lo permetterà mai. So per certo che sei preoccupata per la tua mamma adesso ma non temere angioletto mio: mi prenderó io cura di lei così come mi occuperò dei tuoi fratelli. Cos'altro dirti se non che ti amo alla follia? Nulla... sai già tutto, non c'è bisogno che io dica altro... - si avvicinò ulteriormente, l'abbracció per quanto possibile visto i macchinari dopodiché le diede un bacino sulla fronte - Buon viaggio piccola piratessa del papà ... - non ce la fece più e corse verso il corridoio dove sfogó tutta la sua frustrazione piangendo tra le braccia di suo suocero. Nel mentre anche Emma si era avvicinata ulteriormente alla sua piccina e iniziò il suo solito rituale. Prese la spazzola, poggiata i giorni addietro su un mobiletto e iniziò a spazzolarle i capelli per poi farle le solite treccine che la bimana amava tanto. Tutto questo accompagnato da strazianti parole:

" e quindi hai deciso questo... hai deciso di portare a termine la storia che avevi decisivo di nterpretare. Come al solito però hai voluto strafare e modificare il finale... perché! Perché amore mio?  Sei arrivata nelle nostre vite come un fulmine a ciel sereno; stavamo pensando ad una sorellina o un fratellino per tua sorella e bam! Tu hai bussato alla nostra porta. Hai dimostrato carattere fin da subito cucciolina, eri dentro la mia pancia e già padroneggiavi la magia come un'adulta. Non dimenticherò mai quando ancora non nata hai salvato la vita a me e al tuo papà.  Mi sento in colpa sai? Non posso credere che tua sia riuscita a salvarci mentre io sono qui a pregarti disperatamente di non andare via da me. Non ho i mezzi per salvarti... Non in questo mondo almeno e mi sto maledicendo per essere stata così stupida. Non avrei dovuto farti partire. Sono io la tua mamma, dovevi restare con me... a casa nostra. Sarebbe potuto succedere ugualmente è vero ma almeno li sarei riuscita a farti stare meglio e saresti stata al sicuro. Farei di tutto in questo momento per farti riaprire gli occhi... venderei anche la mia anima se questo servisse a qualcosa, tornerei ad essere la signora oscura e chi più ne ha ne mette. Sei il mio tutto stellina, non so minimamente immaginare la mia vita senza di te...come potró alzarmi la mattina e affrontare la giornata senza i tuoi sorrisi, i tuoi capricci i tuoi sguardi? Come posso vivere sapendo che ci hai lasciato?  Sono stata lasciata sola nella mia vita una miriade di volte ma niente è paragonabile a questo amore. Io e il tuo papà abbiamo già sperimentato cosa significa perdere un bambino... è gia! Tu e Leila non lo sapete ma prima di Liam c'è stato un altro bambino nella mia pancia. Non è stato forte abbastanza e ha perso la sua battaglia... è stata una cosa massacrante e indescrivibile è il dolore che abbiamo provato. Non lo conoscevamo eppure siamo morti dentro... cosa pensi succederebbe se questo accadesse anche con te? Sto continuando a parlarti... a  supplicarti di tornare... agli occhi di chiunque sembrerò scema pazza ma a me non importa. Voglio tentare anche la più piccola e insignificante  cosa pur di provare a farti svegliare. So che sarà inutile ma almeno ci avró provato. - stava cercando di non piangere ma in quell'esatto momento crolló e stringendola a se buttó tutte quelle lacrime fino  a poco prima represse. - TI PREGO SVEGLIATI AMORE MIOOOOOO... FALLO PER LA MAMMA OK? NON ABBANDONARMI ANCHE TU. TI PREFO SVEGLIATI CHLOE... SVEGLATIIIIII... - ripeteva quelle parole all'infinito, non era più in grado di formulare frasi di senso compiuto, quelle erano le uniche parole che uscivano dalla sua bocca, quello era un palese grido d'aiuto. Killian fu una roccia in quel momento... non so come ci riuscì ma fu davvero ammirevole... si ricompose ed entró nuovamene in stanza per provare a staccare sua moglie dal corpicino della loro bambina.

- Amore mio andiamo un po' fuori ok? Hai bisogno di prendere aria... - le disse cercando di metterla in piedi.

- Lasciami Killian... voglio stare qui!

- Ti prometto che torneremo tra qualche ora... hai bisogno di staccare la spina...dai...

- NO! HO DETTO DI NO!!!  - lo spinse via da lei e tornó a parlare con Chloe:

- Amore ti ho fatto le freccine sei contenta? Ora ti aiuto a mettere il vestitino rosa, quello che ti piace tanto ok? 

- Emma... - continuó Killian vedendo che sua moglie si stava facendo solamente del male. 

- Non puoi andare dovunque tu abbia scelto di andare con questo pigiamino. Aspettami qui, non andartene, vado a prendere nell'armadietto le tue cose e torno. C'è papà e il tuo orsacchiotto a farti compagnia, non sei sola... - è ufficiale, avevamo perso Emma... era completamente fuori di se. Sarebbe stato un duro lavoro aiutarla a vivere senza Chloe. Come promesso torno pochi secondi dopo con il vestitino. Facendo la più totale attenzione la vestì,  era una scema troppo dura da sopportare... Killian dovette uscire fuori... non poteva gestire anche questo.

- Ora sei perfetta Amore mio.  vorrei ti vedessi allo specchio per prendere atto di che meraviglia sei... purtroppo non puoi. - rimase in silenzio per un po' dopodiché rinizió a parlare - Ora che non ci sente nessuno posso dirtelo - non si era minimamente accorta di me e Killian davanti la porta della stanza - Verró con te! Si... hai capito bene tesoro mio, la mamma ti accompagnerà in questo lungo viaggio ok? Te l'ho promesso tre anni fa e te lo prometto di nuovo: non ci sarà giorno in cui non sarò al tuo fianco. Nessuno di voi tre merita di crescere senza i propri genitori ed è giusto che come Liam e Leila abbiano la loro figura genitoriale che li Guidi, anche tu debba averla. Papà rimarrà con loro mentre io verrò con te.

- Ma che cazzo dice! - sentii Killian dire improvvisamente e cercai di fermarlo: era pronto ad entrare lì dentro e urlarle contro, non riusciva a capire che quello di sua moglie era solamente un gesto disperato.

- È fuori di se Killian non lo pensa davvero... - provai a dirgli

- Lo pensa eccome! Lo ha già detto giorni fa. Non può pensare di liberarsi dal dolore così! Non può prendere e lasciarmi da solo... non dopo aver perso già Chloe... -  cadde a terra ormai stremato - Non posso perdere due delle donne più importanti della mia vita... 

- Killian ascoltami: non perderai Emma! Te lo prometto... le staró accanto... vi starò accanto e insieme cercheremo di andare avanti. Fatti forza ok? So che è difficile ma puoi farcela... se non per te fallo per Leila e Liam... 

- Come faremo ad andare  avanti senza Chloe è? Spiegamelo perché io non so minimamente immaginare la mia  vita senza lei... - cosa avrei dovuto dirgli? Non avevo risposte a quella domanda, non avevo più risposte a nulla ormai. Mi limitai ad abbracciarlo e a sussurrargli "non vi lasceremo mai soli". Non potevo dire altro.  Nel mentre cercavo di consolare Killian il monologo all'interno della stanza continuó. Volevo allontanare Killian da lì per evitargli quello strazio ma non volle sapere di allontanarsi.

" Non so se stai soffrendo oppure no... spero di no piccola mia ma se così non fosse puoi lasciarti andare... aspetteró qui che ti addormenterai profondamente e poi ti raggiungerò. Sono qui che ti tengo la mano stellina mia, non avere paura di nulla: c'è la mamma qui con te... ci sarò sempre..." 

In quell'esatto momento mentre tutto i macchinari iniziarono a suonare una piccola bambina dai capelli biondi dopo aver gridato:

" sta male! ha paura! Devo andare da lei", entró in stanza incurante dei suoi nonni che cercarono di trattenerla. Morse suo nonno la quale lasció subito la presa su di lei e corse verso il letto di sua sorella. Si arrampicò e se la ritrovó davanti incosciente e piena di tubi. 

- Chloe sorellina sono qui! Sono Leila, riesci a sentirmi? Non mi facevano entrare. Sono qui con te adesso non devi più avere paura ok? Mi dispiace se hai la bua e ti fa tanto male ma ora che sono con te tutto andrà bene lo sai vero? - dopo aver pronunciato quelle parole l'abbracció e le prese entrambe le manine... neanche mezzo secondo dopo un fascio di luce abbagliante copri i corpi di entrambe lasciando tutti noi famigliari senza parole... che caspita stava succedendo? Fortunatamente oltre a noi di famiglia e Whale che passava da quelle parti non c'era nessuno altrimenti non so cosa sarebbe potuto succedere alla vista di quella scena. La luce si affievolì piano piano e finalmente le bimbe tornarono  ad essere visibili. Nulla sembrava essere cambiato: Leila continuava ad essere sopra il corpo di Chloe il quale rimaneva nel suo solito stato di inconscenza. Non riuscimmo a capire cosa in realtà fosse successo fino a quando qualcosa di miracoloso si manifestò. Chloe apri gli occhi! 

- Lei... Le.... -  Chloe dopo essersi guardata attorno per qualche secondo provó a chiamare sua sorella ma non ci riuscì e iniziò a tossire spaventosamente. - Emma la quale non poteva credere ai proprio occhi suono il campanello d'allarme della stanza ma i medici erano appena entrati richiamati dai macchinari che suonavano e da Whale. 

- Avverti rianimazione! - disse il medico all'infermiera che era con lui  - e porta tutti fuori di qui! - ordinó rivolto in particolare modo a Emma e Leila. 

- Io resto! Non mi schiodo di qui mettitelo bene in testa! - rispose determinata. 

- Porti almeno questa bambina fuori! - per una volta gli diede ascolto: accompagnó Leila in corridoio per poi tornare da Chloe. L'equipe arrivó subito e inizió a visitare la bambina... per loro era il miglioramento prima della morte. Quel momento in cui il paziente sembra improvvisamente guarire ma poi, dopo qualche minuto, si addormenta per sempre.

- Allora? - Disse Emma

- Questa è la prova del nove... se deve avvenire un miracolo deve avvenire ora! - stubarono Chloe e la  monitorano per una diecina di minuti : pensavano che avrebbe avuto un arresto cardiaco o una crisi respiratoria come spesso nel loro lavoro era capitato ma accadde l'incredibile: Chloe stava respirando da sola. 

- Non... non credo ai miei occhi - disse il capo dell'equipe 

- M... mam... ma my ... - la vocina della mia piccola nipotina risuonò finalmente alle nostre orecchie come pura musica.

- Amore miooooooooo! Amore mio sei svegliaaa! Piccolina mia sei tornata da me! - Emma la strinse con quanta più forza aveva e contemporaneamente arrivó Killian che fece lo stesso.

- Amore di papà ma che scherzi sono è? 

- Papo...

- Si amore sono qui... - le accarezzó il viso.  

-  Scusate se mi intrometto ma ora dovete uscire sul serio devo valutare la situazione prima di darvi un quadro completo. Non vogliatemene ma non posso proprio farvi restare...

- Ok, ma il dottor Whale prenderà parte alla visita. - fu categorico Killian

- Ok va bene. A tra poco.

Uscimmo tutti dalla sala e con gli animi finalmente un po' sollevati aspettammo i risultati dei medici. Come avevano detto giorni addietro la piccola se si sarebbe svegliata da quel lungo coma avrebbe sicuramente avuto dei problemi... eravamo in trepida attesa per scoprire le entità dei danni e tutti noi sperammo che  fossero minimi. Restammo in attesa per un'oretta abbondante e da dentro la stanza sentivamo Chloe piangere. Emma fu tentata di entrare dentro  non so quante volte in quell'ora ma Killian prontamente la trattenne ogni volta. 

Finalmente i medici uscirono... scattammo tutti sull'attenti nell'attesa che qualcuno parlasse.

- In  più di trent'anni di onorata carriera non ho mai avuto un caso del genere. Vostra figlia era clinicamente morta... le sue possibilità di sopravvivenza erano pari allo 0,4% ... è un vero miracolo che sia ancora viva. 

- Ci dica come sta ora. - disse David con in braccio il piccolo Liam.

- I suoi valori vitali sono ancora deboli ma rientrano nella norma, abbiamo fatto dei piccoli test per verificare i possibili danni...

- E? - chiese Emma sulle spine

- Sembrerebbe che a livello celebrale vada tutto bene. Ha un po' di difficoltà nel pronunciare le parole in maniera corretta ma visto che whale mi ha accennato che aveva questa piccola difficoltà già da prima direi di escludere i danni celebrali.

- Che sollievo....

- Si ma c'è dell'altro: se in campo celebrare non ci sono stati problemi in ambito motorio c'è qualcosa che non va. La bimba ha difficoltà nel muovete braccio e gamba sinistra. Può essere solo una cosa temporanea ma potrebbe essere anche una cosa permanente. Abbiamo bisogno di altri esami per verificarlo e darvi una giusta diagnosi. 

- Certamente tutti gli esami che vuole. - continuó Killian - A parte questo però... il resto è tutto ok? È fuori pericolo?

- Per considerarla fuori pericolo dovremo aspettare domani. Se passerà la notte in queste condizioni allora scioglieremo la prognosi. Ora vi lascio andare dalla vostra bambina. Mi raccomando non più di due persone per volta. - si congedò.

Con gli  animi finalmente più sereni dammo

Retta ai medici e per tutta la notte vegliano Chloe facendo a turno. La bambina sembrava reagire bene a parte il fatto che non voleva provare a muoversi. Era spaventata povera piccina e nessuno di noi la forzo a fare nulla. La mattina i medici tornarono per una visita di routine dopodiché convocarono Emma e Killian nel loro studio. Restai io con Chloe mentre Snow e David tornarono alla villetta per permettere agli altri bimbi di riposare. Ormai era molto che Emma e Killian erano andati via: che ci fosse stato qualche altro inconveniente? Sperai vivamente di no. 

- mamy... mamy! - ecco Chloe indicare con il braccio non compromesso la sua mamma che era appena rientrata in stanza.

- Amore mio bello ti sono mancata? - le disse sorridendole. Non mi sembrava ancora vero di sentire quella vocina. 

- Tanto!!!!

- Sono qui adesso cucciolina. - la bació 

- Cosa hanno detto i medici? - chiesi curiosa ma la vidi sospirare.... mmmh...

- Cosa non hanno detto vorrai dire... ce la siamo visti brutta Regina e a quanto pare ancora non è finita: le sue difese immunitarie sono quasi inesistenti e prima di uscire da qui dovrà fare una cura mirata per farle tornare almeno ad un valore decente. Per quanto riguarda  il braccio e la gamba invece sembrerebbe siano stati intaccati in maniera superficiale il che significa che con la fisioterapia molto probabilmente potrà tornare a muoversi come prima...

- È una notizia buona no?

- Si ma ci vorrà del tempo. Non mi preoccupa tanto la parte fisica quanto quella delle difese immunitarie: una volta dimessa dovrà stare in casa e non potrà essere a contatto con gli altri bambini che non siano i suoi fratelli. 

- come mai?

- I bambini si ammalano spesso e a lei basterebbe un semplice raffreddore per spedirla nell'altro mondo... insomma, come ti dicevo prima, la battaglia non è ancora finita. 

- Guarda il lato positivo: è viva! È qui con noi! La strada ora è in solamente in discesa. Non buttarti giù, ti aiuteremo noi!  - mi sorrise. Giocammo un po' con la piccina ma fummo interrotti da Whale. 

- Whale! qualche problema? - chiese Emma scattando in piedi

- No nessuno puoi star tranquilla, sono venuto qui da solo per parlarvi di una cosa... - nel mentre entrarono anche Killian e Gold. Cosa ci faceva Gold qui?

- Avete visto cosa è successo vero? Siamo stati fortunati che in stanza non ci fosse nessuno e che solo io mi trovavo nei paraggi - si riferiva al salvataggio di Chloe da parte di Leila.

- Si lo abbiamo visto... se non fosse stato per Leila ora... - fummo interrotti dalla stessa Chloe.

- la mia tolellina salvato me. Io abebo Paula... la chiamavo perché avevo la bua. Lei mi ha talvato. Io bene Leila. 

- Hai chiamato sul serio tua sorella??? - chiese Emma vedendo che nonostante le sue bambine non avessero avuto modo di parlare tra di loro le loro versioni coincidevano alla perfezione.

- Ti. Lei talvato me. 

- Gold... che significa tutto questo? Non è possibile che.... si insomma, siamo in un mondo senza magia come... come è possibile che siano riuscite a comunicare e a fare quello che hanno fatto. 

- Non so spiegarmelo ma evidentemente mia cara te e il pirata avete messo su una squadra formidabile. Da quel che ho potuto ascoltare deduco che il loro potere insieme sia molto potente... anche  più potente del mio. Neanche io sarei riuscito in una situazione del genere a fare quello che hanno fatto loro.

- Devo spaventarmi? 

- Se rimarranno dalla parte del bene no... ma se passassero all’oscurità... beh io mi preoccuperei. 

- Non succederà mai! - dissi io! - Non lo permetteremo. Mi prenderó personalmente l’incarico di guidarle verso la retta via. - effettivamente sarebbero state due belle minacce se questo fosse accaduto. A soli sette anni una e tre l'altra erano riuscite in un mondo senza magia a guarire al 60% una persona immagina cosa avrebbero potuto fare da grandi. Saranno sempre il mio orgoglio quelle due piccoline. - Ora che ci penso... perché sei venuto qui gold? C’è un motivo in particolare? 

- No! volevo solamente constatare con i miei occhi questo miracolo. Ci vediamo.... - uscì dalla stanza.  

- Vado anche io... torno a Storybrooke, spero di vedervi presto nella nostra cittadina. 

- A presto whale e grazie di tutto! - disse Emma stringendogli la mano. 

- Non ho fatto nulla questa volta. 

***

I giorni passarono e la bambina ricevette numerosissime visite... Emma non era molto contenta, aveva paura che la bambina potesse prendere qualche infezione ma i medici l’assicurarono che il problema qui in ospedale non si sarebbe posto. Era a casa che sarebbe dovuta stare molto molto attenta. Era preoccupata, chi di noi non lo era... si prospettavano mesi di isolamento per la piccola Chloe: a detta dei medici avrebbe dovuto pazientare tre mesi il che significa l’estate intera. La notizia peggiore però arrivo qualche giorno più in là quando dissero ad Emma che la bambina non sarebbe potuta tornare all’asilo fino a gennaio onde evitare ricadute. Evitammo di dirlo Chloe... ormai era felicissima di andare a scuola non sapevamo come avrebbe potuto reagire a tutto quello che l’asoettava. Avrei dato una mano ai miei amici giorni per giorno e insieme ce l’avremmo fatta.  Ne ero sicura. 

Restava solo un punto da affrontare: aiutare la bambina a fare terapia. il medico fece vedere ad Emma degli esercizi ma la bambina non sembrava minimamente intenzionata a farli... per qualche ragione era bloccata e allo stesso tempo spaventata. 

- Perché amore mio fai così è?  È per il tuo bene tesoro. - scosse la testa ripetutamente. 

- Provo io se non ti dispiace ok? - disse killian al millesimo tentativo di sua moglie. Emma esausta accettó immediatamente. - Allora amore di papà, vogliamo fare un giochino? 

- Quale? - rispose la piccola curiosa all’idea di un nuovo gioco. 

- Io porto il tuo bel pupazzetto qui in alto - disse sollevandolo di poco - e tu con quella manina devi afferrarlo ok?

- No... 

- perché no amore? 

- pecchè no! 

- perché non dici al papà perché non vuoi fare questo gioco o gli esercizi che vorrebbe farti fare la mamma? 

- Pecche mi velgogno... non punziona bene il mio blaccino. Poi lidete di me. 

- Ma come ti vengono in mente queste cose è? Mamma e papà non riderebbero mai di te, nessuno qui dentro lo farebbe. 

- Leila? - chiese indicando sua sorella.

- neanche lei amore mio. Se tu farai esercizio sia il braccio che la gamba miglioreranno amore - continuó a scuotere la testa. - Ascolta... ricordi la storia che vi ho raccontato un po’ di tempo fa? Quella della mia mano? 

- ti! 

- anche io avevo due mani molto tempo fa.

- Poi coccodillo tagliato a te!

- esatto! Pensi che il papà abbia saputo usare fin da subito l’uncino? Certo che no amore mio!  Ho dovuto fare molti molti esercizi prima che riuscissi a gestirlo alla perfezione. 

- dabbelo?

- certo e la stessa cosa vale anche per te. Magari sarà difficile all’inizio ma Se farai gli esercizi che ti hanno detto i dottori migliorerai giorno dopo giorno fino a guarire completamente amore. 

- potló collele e abblacciale Elik?

- chi è adesso Erik è? Che centra Erik? Emma? Ne sai qualcosa?

- è il figlio di Anna... gli ha parlato oggi per telefono. Solitamente lo rifiuta categoricamente non so perché oggi sia così interessata. - ridemmo.

- Comunque si amore mio: potrai correre e giocare con chi vorrai.

- Plomesso?

- promesso. 

Iniziò a fare gli esercizi ogni giorno, più volte al giorno. Li faceva con i medici, con Emma e con Killian, ma la sua compagna di esercizi preferita rimaneva comunque Leila la quale passava l’intero pomeriggio a giocare sul letto con lei e non volendo le face fare più ginnastica di tutti loro messi insieme. Da quando era successo quel miracolo non si erano più separate, si cercavano in continuazione e si tenevano strette come se la loro vita dipendesse da quell’abbraccio. Qualcosa era cambiato in loro... quell’incidente le aveva legate in modo particolare e non potevamo essere più felici di così. Molto  probabilmente nel corso della loro vita avrebbero continuato a litigare come eravamo già abituati ma ormai era una cosa chiara come il sole: il loro sarebbe stato un legame indissolubile. 

 

Note dell’autore: scusate la lunga attesa ma non ero molto convinta di ciò che avevo scritto. Spero che il risultato finale vi piaccia. Fatemi sapere cosa ne pensate. Al prossimo aggiornamento. 

 

  
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