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Autore: DarkYuna    12/09/2018    2 recensioni
È buffo, di come a volte basti una sola frazione di secondo, per mutare totalmente le sorti del destino.
Un respiro, un battito di ciglio... uno sbadiglio, e le tessere del puzzle che formano la tua vita, semplicemente mutano, si mescolano, plasmano un nuovo disegno e tu ricominci daccapo ad assemblare tutti i tasselli per giungere al risultato finale.
Un singolo istante insignificante, che poi renderà importante il resto.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Chris Evans, Nuovo personaggio, Sebastian Stan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1.
 
 
 
"Bisognerebbe riporre fiducia
negli incontri casuali.
Due persone si incontrano quando
entrambe hanno un estremo
bisogno di incontrarsi..."
(Paulo Coelho)


 
 
 
 
 
 
 
 
 
“La vita è un viaggio e chi viaggia vive due volte” diceva mille anni fa il matematico, astronomo, poeta e filosofo persiano Omar Khayyam, la frase adeguata per cominciare questo viaggio oltreoceano, alla volta di una nuova avventura, che mi porterà in uno squarcio di mondo differente, in cui imparare qualcosa che ancora non so.
 
 
Il cursore sul laptop lampeggia, in attesa che nuove parole s'aggiungano per incorniciare l'incipit del tragitto aereo che mi porterà a Boston, capoluogo della contea di Suffolk e capitale del Commonwealth del Massachusetts. Trascorrerò lì l'ultima settimana d'ottobre, a detta della guida cartacea che giace accanto al computer portatile, è il periodo ideale per godersi il paesaggio che si prepara ad assopirsi nel lungo e gelido abbraccio invernale.
Dalle cuffiette attaccate al portatile, Ross Copperman è la colonna sonora di un cammino che non conosco, costellato di visi nuovi, storie diverse, paesaggi che amerò: è difficile non innamorarsi del mondo.

 
"One look and I can’t catch my breath
Two souls into one flesh
When you’re not next to me
I’m incomplete

'Cause I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you"
 
 
Dopo non so quanti anni, ho il cuore in pace, il passato nei bagagli pesa meno, la rabbia è una sfumatura che ha smesso di ombreggiare l'anima, riesco a respirare senza avvertire più dolore. Quando sei lontano da tanto, l'odio non disturba più, i ricordi brutti scolorano, le lacrime si asciugano e riesci a sorridere... sorridere davvero, non per celare il tormento, ma perché assapori la vita fino in fondo.
Tutti abbiamo sofferto, vero, anche se crediamo che il nostro dolore sia più profondo di quello degli altri, in realtà è così, perché ognuno soffre a suo modo, così come, a suo modo, ne esce. Chi forte come una roccia indistruttibile, chi con cicatrici così radicate da esserne sfigurato per il resto dei suoi giorni, chi fragile come l'ultima foglia di un albero autunnale e, chi, incapace di nutrire altri sentimenti per chiunque.
Io non so come ne sono uscita, so per certo che ne sono uscita, ed è già un passo avanti.
 
 
Distolgo l'attenzione dal blog personale che ho iniziato a scrivere un anno fa, parla di me, di cosa provo, dei viaggi che ho intrapreso, specialmente quello interiore, di quel che mi è accaduto e dei tanti sogni che sto provando a realizzare. Poggio la testa allo schienale morbido e mi perdo nelle nuvole al di fuori dell'aereo.
Il sole sta per calare, da qui sopra sembra di poterlo quasi toccare, riscaldarsi con i raggi, giocare tra le nuvole soffici, volteggiare nel cielo terso e ceruleo, dipinto da un tramonto al sapore di cremisi, arancio ed indaco. Perché tornare con i piedi per terra, quando puoi stare ancora per un po' in paradiso?
 
 
"Oh, love, let me see inside your heart
All the cracks and broken parts
The shadows in the light
There’s no need to hide

'Cause I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you"
 
 
È buffo, di come a volte basti una sola frazione di secondo, per mutare totalmente le sorti del destino. Un respiro, un battito di ciglio... uno sbadiglio, e le tessere del puzzle che formano la tua vita, semplicemente mutano, si mescolano, plasmano un nuovo disegno e tu ricominci daccapo ad assemblare tutti i tasselli per giungere al risultato finale.
Un singolo istante insignificante, che poi renderà importante il resto.
 
 
Soffoco uno sbadiglio più tenace degli altri, l'eccitazione per la partenza cede il posto alla stanchezza, ho dormito relativamente poco la scorsa notte, per paura di non sentire la sveglia e perdere l'aereo, adesso le ore perse mi gravano addosso come un macigno insostenibile. Sfilo gli occhiali da vista e stropiccio gli occhi gonfi, per poi stiracchiare le braccia, evitando di dare fastidio agli altri passeggeri, noto di sfuggita le due giovani hostess ferme accanto all'uomo che mi siede vicino.
Sorridono nemmeno avessero vinto alla lotteria, devono essersi sistemate i capelli e rifatte il trucco, perché non me le ricordo così ben agghindante al decollo.
 
 
Tolgo lesta una cuffietta, curiosa di ascoltare i loro discorsi, fingo di scrivere al computer.
 
 
<< Se ha bisogno di qualcosa, non deve che chiamarci. >>, cinguetta la bionda in inglese, sfiorandogli di proposito la spalla. Sta flirtando spudoratamente, non prova alcuna vergogna, neppure che ci siano altre persone ad assistere.
 
 
<< Siamo proprio lì in fondo. >>, continua l'altra, indicando un punto ben definito dell'aereo. Sono entrambe magre, alte, la divisa calza a pennello, sembra quasi che le abbiano pescate da una rivista di moda, per sfilare su una qualche passerella di un marchio prestigioso.
Quel tipo di donna che non riuscirò mai ad essere nemmeno se mi chiudessi per dieci anni in palestra ed iniziassi a mangiare solamente pollo bollito ed insalata. Neanche mi interessa esserlo comunque, sto bene nel mio corpo imperfetto e morbido.
 
 
<< Grazie. >>, risponde cortese l'uomo, assecondando la spropositata gentilezza e disponibilità offertagli. Non è mai maleducato, annoiato, stizzito, resta garbato. Ha una voce calda, molto maschile, con trame di velluto e zucchero.
 
 
Le due hostess si allontano civettuole, ancheggiano eccessivamente il fondoschiena, assomigliando a delle oche. Ridacchiano rumorosamente, fino a quando non spariscono dalla visuale.
 
 
Involontariamente lancio un'occhiata a colui che mi siede di fianco.
La prima cosa che mi colpisce è la folta barba, gli dona un'aria attraente, attribuendogli un aspetto più che piacente. Poi è la volta degli occhi, azzurri come il cielo che albeggia al mattino, non sono freddi, bensì dolci ed accoglienti; i capelli mantengono un taglio corto, di un castano caldo. I lineamenti mi sono familiari, devo averlo sicuramente visto altrove, prima di questo momento.
Il fisico è palestrato e, benché sia coperto da strati di tessuto, si può evincere che sia più nerboruto di quanto possa sembrare di primo acchito.
L'uomo si sente osservato e ricambia per nulla sorpreso dell'invadenza di una sconosciuta.
 
 
Colta sul fatto, abbasso in fretta lo sguardo sullo schermo luminoso del PC, arrossendo violentemente e maledicendomi in tutte le lingue del mondo.
Solo ora mi accorgo che ha un buon odore, una fragranza virile, sontuosa e raffinata, a base di agrumi, mandorle e fiori d'arancio, gli conferisce una sensualità estrema, accattivante ed impeccabile.
Avverto gli occhi su di me, sono sicura che stia scrutando il colore insolito dei miei capelli, la forma del viso, come sono vestita e cosa sto facendo.
 
 
<< Ciao. >>, dice ad un certo punto, decidendo di stabilire un contatto verbale, benché avessi chiaramente tirato un'immaginaria tenda tra noi due.
 
 
Batto più volte le palpebre, stupita che, dopo essere stato esplicitamente abbordato da due papabili Miss Mondo, abbia decretato di rivolgere la parola proprio alla sottoscritta, che, di Miss Mondo, non ha praticamente manco la residenza sulla terra. O magari vuole ammonire il mio comportamento indiscreto: ho il dubbio.
 
 
<< Ciao. >>, ripeto meravigliata e lo squadro meglio, sbiancando di netto.
 
 
Oh cazzo! È Capitan America, cioè Steve Rogers, cioè Chris Evans!
 
 
Chris Evans, è l'uomo che mi è accomodato vicino da quasi due ore e che ho praticamente snobbato fino a questo momento, totalmente persa nella bolla privata dei pensieri.
Un baleno dopo mi ricordo che, di tutti gli eroi della Marvel, è esattamente l'unico di cui non ho visto i film, perché non mi era particolarmente simpatico l'attore. Per di più, non ho mai visto una sola trasposizione cinematografica in cui Chris Evans abbia recitato, forse solo "I Fantastici Quattro" e lui non mi era piaciuto per nulla.
Devo ancora capire se questo è un bene o un male.
 
 
"It’s like a hunger in me
Yeah, it’s never ending
Yeah, I’ll burn for you (I’ll burn for you)
It’s like a hunger in me
Yeah, it’s never ending
Yeah, I’ll burn for you (I’ll burn for you)"
 
 
Ha una mimica rilassata, sembra a suo agio tra persone sconosciute, come se fosse abituato a trascorrere il tempo con estranei, esperto ad intrattenere conversazioni di circostanza e a rallegrare il pubblico in visibilio per lui. Però io non sono niente di tutto questo e, soprattutto, non ho iniziato io a parlare.
<< Prima volta su un aereo? >>, chiede disinvolto, nemmeno fossimo grandi amici di vecchia data. Un tenero tentativo di rompere il ghiaccio.
Per la prima volta provo fatica a guardare qualcuno negli occhi. Eppure ho già avuto a che fare con persone dalle iridi cristalline, allora perché deve essere diverso stavolta? Okay, sì, è una persona famosa, il battito frenetico del cuore continua a rammentarmelo, però oltre ciò, è tutto normale, no?
 
 
Scuoto le spalle, traggo un profondo respiro, ritrovando un briciolo di autocontrollo.
<< No, questa è la quarta volta. La prima in America. >>, anticipo la prossima domanda.
 
 
<< Oh sì, hai un accento diverso, di dove sei? Regno Unito? >>, ipotizza, convinto di aver indovinato.
 
 
Scuoto la testa, sorridendo.
<< Italia. >>, rendo noto. << Però ho vissuto a Londra per un anno. >>. In Erasmus per la scuola, la prima esperienza fuori casa, da lì è partita la voglia di viaggiare e conoscere il mondo.
 
 
<< Italia? >>, ripete stupefatto, sciogliendosi in un sorriso aperto. Mette in mostra una chiostra di denti dritti e bianchissimi. << Non sembri la tipica ragazza italiana. In realtà hai ben poco di tipico. >>, afferma, non è un'offesa, suona più come un elogio.
 
 
Increspo le sopracciglia, preferisco accertarmene.
<< Lo prendo come un complimento. >>, rispondo incerta.
 
 
<< Oddio sì, lo era. >>. Si agita appena, per via del malinteso e mi sfiora involontariamente il braccio. << Era un complimento. >>.
 
 
Vorrei evitare comportamenti del tipo "oh mamma mia, Chris Evans mi ha appena toccata!", infatti riesco a mantenere una certa dignità umana, dentro di me però un coro di cherubini paffutelli e biondi, stanno cantando "Hallelujah" tutti insieme.
 
 
<< Grazie. >>. Un attore di fama mondiale mi ha appena fatto un complimento, insomma, fa un bell'effetto.
 
 
Passa la lingua sulle labbra, umettandole, in quello che è il gesto più semplice e al contempo più eccitante mai visto: sta pensando a qualcosa di preciso. Poi porge la mano aperta.
 
 
"I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you
I got a hunger in me
I got a hunger in me"
 
 
 
<< Chris. >>.
 
 
Ricambio la stretta, che si presenta più energica di quanto mi aspettassi.
<< Andria. >>.
 
 
<< Andria. >>, scandisce accuratamente, per assimilare bene il nome. La lingua si curva sensualmente sui denti, assapora le consonanti, mentre le vocali restano sospese sul palato. << Mi piace. Ha un significato particolare? >>. 
 
 
<< È il posto dove sono nata. La mia famiglia era in vacanza lì, ed io sono arrivata un mese prima del tempo: un modo originale di ricordarsi della mia frenetica nascita. >>. La sto esponendo meglio di quanto in realtà sia, perché avere come nome il luogo dove mia madre ha partorito, è talmente da pazzi, che temo possa liquidarmi con due parole e addio.
In verità non so dove stia conducendo questa banale chiacchierata e se voglio che finisca, oppure no.  Non sono una fan sfegatata, però fino a quel mattino, per me, Chris Evans, era solo un attore visto solo sullo schermo del cinema e per lui non esistevo nemmeno.
Mentre adesso i nostri mondi si sono incontrati e, per ora, stiamo camminando sulla stessa strada, è qualcosa di sensazionale, anche se attualmente non me ne rendo conto.
 
 
Si accomoda meglio sul sedile, il corpo è rivolto verso di me, ha intenzione di prolungare la conversazione.
<< Viaggio di lavoro o di piacere? >>.  Puntella il gomito sul bracciolo rigido, ed abbandona il viso nel palmo della mano. Sembra attratto da non so cosa, scruta minuziosamente il mio volto, soffermandosi spesso sulle labbra dischiuse.
 
 
<< Viaggio per ritrovare me stessa. >>, la semplifico. C'è molto di più, viaggio perché non voglio mettere radici, perché voglio essere libera dalle catene umane, viaggio perché voglio conoscere il mondo e così conoscere me stessa. Viaggio, perché scappo da tutto ciò che, comunque, continuo a trascinarmi dietro. Non provo più lo stesso dolore, però sono spezzata a metà e non riesco più a riaggiustarmi.
 
 
Ridacchia divertito, non per prendermi in giro.
<< Ritrovare te stessa? >>, ribadisce affascinato. << Ho sempre trovato buffo questo modo di dire. Come hai fatto a perderti? Sei così giovane, quanti anni hai? Venti? >>. Vuole davvero sapere quanto in basso è caduta la mia vita.
 
 
<< In realtà ventisette. L'età non conta, ci si può perdere in qualsiasi momento e in qualunque età. >>.
 
 
Accosta troppo vicino il volto, il respiro profuma di menta, ha le ciglia molto lunghe, poche rughe d'espressione, gli occhi perforano in profondità. Sono come miele tossico che si attaccano all'anima.
<< E tu come ti sei persa? >>.
 
 
Cerco di indorare la pillola, non ho voglia di essere compatita, fingermi una vittima o una povera martire. Trovo fastidiose le persone che si comportano così per avere dei vantaggi in cambio.
<< Mi sono persa negli altri. >>, spiego sincera a cuore aperto, nella mente a rallentatore viene proiettato il film della mia esistenza. Non ho mai parlato a nessuno di questo, perfino con mia madre è sorto un invalicabile muro di silenzio. << Ogni pezzo di me è rimasto impigliato in chi è stato davvero importante, nei "ti voglio bene" non detti, nelle lacrime versate, in chi ho perso per sempre, nel forte orgoglio che ostento. Mi sono talmente disseminata lungo la strada, che adesso non so più chi sono, ecco perché ho bisogno di ritrovarmi. >>.
 
 
Senza parole, ascolta ogni frase, alla fine ha l'espressione sbalordita.   
<< Wow. >>, pronuncia solamente, scosso dal chiarimento, incapace di formulare qualcosa di senso compiuto. << Non l'avevo mai vista sotto questi termini. >>.
 
 
 
<< Accade a tutti, presumo. >>. Non sarò né la prima e né l'ultima. Chi può dire di essere assolutamente felice a questo mondo? Nessuno.
 
 
<< Solo se si è circondati da persone sbagliate. >>.
 
 
Sorrido amara, poi rido appena.
<< Ho una vasta collezione di persone sbagliate, momenti sbagliati... io stessa sono sbagliata. >>. Non è autocommiserazione, è la realtà oggettiva dei fatti.
 
 
Schiocca la lingua al palato, in disaccordo.
<< Quando incontri persone sbagliate, non sei tu ad essere sbagliata, ma loro. Devi solo cercare delle persone giuste per te, così non ti sentirai più sbagliata. >>. Indica un punto indefinito al di fuori dell'aereo. << Ci saranno tante persone giuste che ti attendono in qualche parte, tu non smetterle di cercarle. >>.
 
 
Tiro la bocca da un lato, è piacevole sentirsi dire determinate cose. E non è più speciale perché è una persona famosa, ma perché, se il frangente fosse diverso, lui potrebbe essere una persona giusta.
<< Non smetto. >>.
 
 
Sorride in modo diverso, come ci fossimo appena fatti una promessa non detta, siglata solo da sguardi intimi e parole di miele.
<< Ti fermerai a Boston, oppure hai altri piani? >>.
 
 
<< Boston per una settimana, poi Italia e tornerò per il capodanno a New York. >>.
 
 
<< Oh sì, ho sentito dire che il capodanno a New York è davvero fantastico. >>, scherza ilare. Immagino che ci sia stato più di qualche volta, con metaforici posti in prima fila. << Se baci qualcuno a mezzanotte esatta del trentuno dicembre, sarà la persona che poi sposerai. >>.
 
 
Inarco le sopracciglia, allettata dalla storia.
<< Davvero? >>.
 
 
<< Così dicono. Tante persone l'hanno verificato e poi si sono sposate per davvero. >>.
 
 
<< Allora starò attenta a non baciare nessuno. >>. Il matrimonio è proprio l'ultima cosa a cui aspiro.
 
 
Sembra falsamente sconvolto da quel che ho confessato.
<< Sul serio? >>.
 
 
<< Sul serio. >>.
 
 
<< Beh, sarebbe abbastanza difficile baciare qualcuno per sbaglio, a meno che tu non voglia sbagliare consapevolmente... >>, commenta tra se e se, per poi aggiungere: <<... sei la prima che incontro che non ha come obiettivo finale il matrimonio. >>.
Non so che tipo di donne frequenti lui, magari che aspirano ad accaparrarsi uno scapolo d'oro come Chris Evans, per via della fama e dei soldi, cose che a me non interessano minimamente.
 
 
<< Il mio obiettivo finale è essere felice, trovo sbagliato basare la felicità sul matrimonio o sulle persone o sulle cose. Per essere felice devo partire da me, altrimenti il mio umore dipenderà sempre dagli altri, ed è questo che cerco di evitare. >>. Alzo gli occhi fino ai suoi brillanti. << Devo essere già felice prima di sposarmi, non deve essere il matrimonio a farlo. Tutto cambia nella vita, e se il matrimonio finisce? Finisce anche la mia felicità? Investo su di me, poi sugli altri. >>.
 
 
Piega la bocca in una smorfia buffa.
<< Uhm, bel proposito, lo condivido. Bisognerebbe mettersi accanto qualcuno solo quando si è pronti. >>.
 
 
<< E non per non sentirsi soli. L'amore dovrebbe arricchire, non colmare... l'amore non salva, non guarisce, non fa miracoli. Non si può sperare che un bel giorno, arrivi qualcuno e ti cambi la vita. Se vuoi cambiare la vita, devi rimboccarti le maniche e cambiare la tua vita. È per questo che non voglio sposarmi. >>.  
 
 
La canzone trasmessa dagli auricolari è cessata da un bel pezzo, quindi la faccio ripartire daccapo e la musica regala un'atmosfera differente all'intero contesto.
 
 
<< Perché, non sei felice con te stessa? >>.
 
 
<< Ci sto lavorando. >>, taglio corto. Per ora ho ritrovato un briciolo di pace, per la felicità la strada è ancora lunga ed irta di ostacoli.
 
 
Il sorriso prende un sfumatura dissimile, sembra che, per ogni minuto che trascorra, entrambe ci addentriamo in una profondità impensabile, iniziata con un naturale "ciao" e che terminerà con uno spiacevole "addio".
<< Cosa pensi di trovare a Boston? >>.
 
 
Scuoto le spalle, non mi sono mai posta una domanda simile nei miei viaggi. Mi sono sempre limitata a scegliere dove rifugiarmi, fare i bagagli e poi partire. Non sono mai stata la stessa persona al ritorno a casa.
<< Niente. Il segreto è non aspettarsi niente, ma trovare tutto. Se facessi progetti, quelli non andrebbero mai in porto, quindi vivo alla giornata e prendo quello che viene. >>.
 
 
Mi ascolta come uno scolaro attento segue una lezione avvincente, di cui non vuole perdersi neanche un respiro.
<< Posso esprimere un'opinione? L'opinione di un perfetto sconosciuto, con cui stai condividendo questo viaggio. >>. Ridacchia, ha una risata contagiosa, mi ritrovo a sorridere a mia volta.
 
 
<< Certo. >>.
 
 
<< Secondo me sei già felice e non lo sai. La felicità non è quello che tutti credono o si affannano a raggiungere, non è essere raggianti, sempre allegri e tutte queste belle cose. Sinceramente la felicità è più semplice, magari, un giorno, lontano nel tempo, distratta dai tuoi viaggi, d'improvviso ripenserai ad oggi e capirai di essere stata felice: felice davvero. Però eri distratta a cercare quel che già hai e che non ti rendi conto di avere. >>, illustra e trovo un gran senso logico. << La felicità o il dolore dipenderanno sempre da qualcuno, che tu lo voglia o no. Che sia una persona sbagliata che ti fa soffrire, un luogo che ti regala pace, un bel tramonto estivo, una chiacchierata con uno sconosciuto... l'amore. >>.
 
 
Riconosco che abbia ragione, che la sua sia solo un'altra sfumatura della verità, una delle tante. Mi piace ascoltarlo parlare, la voce ha il potere naturale di placare le mie tempeste.
 
 
<< Se un giorno tu avessi una famiglia, la tua felicità sarebbero loro e non puoi negarlo. Non sbagli quando dici che bisogna avere qualcuno accanto che non sia per paura di restare soli, ma se c'è amore, non è poi tanto sbagliato che sia qualcuno a renderti felice. Da soli si sta indubbiamente bene, ma in due si sta meglio. >>.
 
 
<< Non ci si salva da soli, dunque. >>, commento perplessa. Viaggiare è anche questo, confrontarsi con altre realtà, all'infuori della propria, così da arricchirsi interiormente.
 
 
<< Non ci si salva da soli. >>, afferma. << Dovresti provare. >>.
 
 
Mordo il labbro inferiore. Con uno come Chris Evans, ci proverei eccome, solo che sono una codarda nata e quindi lascerò che l'occasione mi sfugga di mano.
Non sono alla sua altezza, ne sono perfettamente cosciente, per questo mi limito a chiacchierare e basta. Chi si metterebbe mai con una ragazza dai capelli viola, tanti tatuaggi, l'entusiasmo contagioso di un cadavere e la vitalità di un cactus nel deserto.
 
 
<< Devo solo trovare la persona giusta. >>. Un modo come un altro per evitare di palesare che non riesco ad innamorarmi e che non voglio qualcuno per colmare la solitudine, voglio qualcuno da amare così tanto, da non riuscire a respirare. D'altra parte nessuno si è mai innamorato di me e quindi l'occasione di essere felice grazie ad un uomo, non l'ho mai sperimentata.
 
 
Giocherella con la cuffietta abbandonata sulla mia spalla.
<< Potrebbe essere più vicina di quanto pensi, magari è su questo aereo o ti aspetterà a Boston. >>. Blocca la cuffietta tra il pollice e l'indice. << Posso? >>.  
 
 
<< Certamente. >>.
 
 
Si approssima maggiormente, la bocca dista praticamente dieci centimetri dalla mia, non accenna a smettere di fissarmi intensamente. Il cuore martella frenetico, deglutisco appena, la saliva azzerata, la testa piena di ovatta, sono più confusa che mai.
 
 
"One look and I can’t catch my breath
Two souls into one flesh
When you’re not next to me
I’m incomplete
'Cause I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you"
 
 
Sono in una posizione scomodissima, non muovo un muscolo, il cervello è affollato da "Oddio, ma perché mi guarda così?" e da "Come ho fatto a non accorgermi prima di quanto caspita sia bello?", per poi aggiungersi folli castronerie del tipo "Okay, ora mi bacia, ora lo fa e poi muoio.".  
 
 
<< Stai arrossendo. >>, sogghigna, divertito dalla mia faccia paonazza. Non riesco a respirare. << Perché? Ti imbarazzo? >>.
Sono pallida cadaverica, se arrossisco si nota immediatamente. Rido come una povera stupida, gratto impacciata il collo ed assemblo alla svelta una risposta, che non sia "perché sei così bello da farmi sentire un sacco della pattumiera".
 
 
<< N-niente... è che è strano. >>. Potevo sforzarmi un po' di più.
 
 
<< Cosa è strano? >>.  Credo che si stia un tantino divertendo a mettermi in difficoltà.
 
 
<< Questo. >>, intendo il frangente, lui un attore famoso che ascolta musica sentimentale con me. Cioè, con me? Io che non ho mai avuto una botta di fortuna, neanche se ci andavo a sbattere addosso.
 
 
Inumidisce le labbra morbide e rossicce.
<< E come ti fa sentire tutto questo? >>.
 
 
Batto le palpebre, ci penso su bene, ispeziono minuziosamente le emozioni che si dimenano convulse e giungo in fretta all'unica risposta autentica.
<< Felice. >>.
 
 
Gli occhi sono un riflesso di gioia pura, la contentezza gli coinvolge il viso per intero.
 
 
<< Vedi? C'è qualcuno che ti può rendere felice, non ci sono solo persone sbagliate. >>.
 
 
<< Hai ragione. >>. Gli avrei dato ragione anche se adesso avesse affermato che gli asini volano e che gli unicorni esistono.
 
 
"Oh, love, let me see inside your heart
All the cracks and broken parts
The shadows in the light
There’s no need to hide
'Cause I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you"
 
 
<< Che piani hai per Boston? >>, chiede nuovamente. << Intendo saranno sette giorni che vuoi trascorrere completamente da sola, oppure è possibile qualche interferenza esterna? >>.
 
 
Se la smettessi di ridere da decerebrata, sarebbe molto meglio.
<< Che tipo di interferenza? >>, interrogo, ed ho lo stesso tono svenevole delle hostess di poc'anzi. Adesso sono solidale con loro, è impossibile fare altrimenti.
 
 
<< Uhm, tipo... >>, finge di rifletterci. << ... tipo me. >>.
 
 
Faccio spallucce, sono del tutto spaesata, sono salita su questo aereo per godermi una nuova avventura, scrivere sul mio blog personale e trovare un altro pezzo di me, invece si sta ribaltando l'universo intero.
<< Che significa? >>.
 
 
<< Significa che ti mostro Boston, una passeggiata, un caffè, chiacchieriamo ancora, facciamo altre cose normali come adesso e mi permetti di conoscerti. >>.
 
 
Corrugo le sopracciglia, davvero sconvolta dalla richiesta inaspettata. Sono incredula, davvero molto. Copro la bocca, che ha fisso un sorriso perpetuo da cretina patentata.
<< Perché? Perché io? Cioè, ci sono tante altre qui sopra, perché proprio io? >>.
 
 
<< Perché non sei tu, ma sono io. >>.
 
 
Non credo di aver ben capito, forse è un modo di dire in uno slang americano, che non mi è chiaro.
<< In che senso? >>.
 
 
<< Non mi hai "abbordato" tu, lo sto facendo io. Ecco perché. >>.
 
 
Divento ancora più rossa di prima.  
<< Mi stai abbordando? >>. Come può un attore, abituato a donne bellissime, "abbordare" una ragazza struccata, con i capelli dallo strano colore acconciati alla meno peggio, non propriamente bella e vestita male per giunta?
 
 
Mi lancia un'occhiata stramba, acciglia la fronte.
<< Non te ne eri accorta? Ho proprio una tecnica che fa schifo, allora! Che pensavi stessi facendo, passare il tempo? >>. 
 
 
Annuisco, vergognandomene.
<< In un certo senso. >>.
 
 
Scoppia in una fragorosa risata che giunge fino alle hostess, che ci osservano. Mi guadagno di volata un'occhiata furiosa da entrambe, per aver minato i loro piani.
<< Se avessi voluto ingannare il tempo, avrei letto un libro, ascoltato della musica, magari mi sarei addormentato. >>.
 
 
Schiarisco appena la gola.
<< Io, però, non sono come loro. >>, sussurro appena, per non essere udita da orecchie indiscrete, indicando le hostess. Non ho di certo quel fisico perfetto, la bellezza che non passa inosservata, i capelli perfetti e il trucco impeccabile.
 
 
Guarda a sua volta le due donne, che adesso stanno servendo alcuni passeggeri.
 
"It’s like a hunger in me
Yeah, it’s never ending
Yeah, I’ll burn for you (I’ll burn for you)
It’s like a hunger in me
Yeah, it’s never ending
Yeah, I’ll burn for you (I’ll burn for you)"
 
 
<< Me lo prometti? >>.
 
 
Annego in quelle lande azzurre, che mi divorano, mormorano, accarezzano, esplorano. È difficile non farsi stregare.
<< Lo prometto. >>.
  
 
 
"I’m on fire like a thousand suns
I couldn’t put it out even if I wanted to
These flames tonight
Look into my eyes and say you want me, too
Like I want you
I got a hunger in me
I got a hunger in me"










 
Note: 
E' da qualche settimana che sto scrivendo questa storia. 
Tutto è iniziato da un'idea che ho accantonato dopo aver buttato giù i primi 5 capitoli, perché mi sembrava banale, senza trama ed ha smesso di darmi lo stimolo giusto. 
Poi, una sera ho ripreso a scriverla e la trama è venuta da sola, intrecciandosi ed evolvendosi capitolo per capitolo, alla fine ho deciso di provare a pubblicarla, anche se è ancora senza nessuna pretesa. 

Mi sono portata avanti con i capitoli, ne pubblicherò uno al mese, fino a quando accellererò la pubblicazione, una volta terminata. 

La canzone all'interno del capitolo è Hunger di Ross Copperman.


Strutturo il testo in questo modo per facilitare la lettura. 
 
Non accetto insulti, commenti idioti, critiche gratuite senza un vero motivo logico. Non verranno accettate nemmeno le critiche pesanti, con i "non ti offendere", sperando che io non mi offenda.Verranno segnalate al sito e poi cancellate. Se non vi piace, nessuno vi obbliga a leggere e soprattutto a commentare.


La storia può presentare errori ortografici, dato che preferisco non sottoporre le mie storie a nessuna Beta. 


Un abbraccio.
DarkYuna.  

 
  
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