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Autore: MonicaX1974    14/09/2018    0 recensioni
Attenzione! SPOILER! Si consiglia la lettura solo dopo aver letto "The beginning".
Approfondimenti, momenti inediti, restroscena e spin-off, in questo libro troverete tutto quello che ancora non sapete su Harry, Chloe e tutti gli altri protagonisti dai quali proprio non riesco a separarmi.
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
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And brother, tell me if it all gets better?

Why did you leave? Why did you die?

I know you're watching over us tonight

And I hope you're watching over us tonight

"Brother"

Falling in Reverse

***********

Dylan

Giorno 1

Non mi sono mai sentito così perso in tutta la mia vita.

Un attimo prima avevo un padre eroe, che aveva salvato mia madre da un incendio, e l'attimo dopo tutto era svanito in un mare di bugie che sono cresciute insieme a me.

Mia madre ha sempre decantato le qualità di un marito che non è mai esistito, ed io mi sono sempre sentito orgoglioso di lui, ma ora so che ero solo orgoglioso di un'illusione, di una bugia.

Nessun incendio, nessun marito e soprattutto nessun padre che mi amava, ed è stato quello il colpo di grazia. Colui che avrebbe dovuto amarmi incondizionatamente ha tentato di liberarsi di me, ha spezzato il cuore a mia madre, ha mentito a sua moglie e a suo figlio. Mi hanno negato la verità, la possibilità di scegliere e decidere da me, ma la cosa più importante è che mi hanno negato la possibilità di conoscere mio fratello.

Cazzo! Avevo un fratello!

Ogni volta che ci penso sento il sangue pompare più in fretta e arrivare dritto al cervello con una forza tale da farmi perdere il lume della ragione.

È quello che è successo la serata dell'ultimo dell'anno quando sono rientrato a casa e ho trovato mia madre in una condizione tale da costringerla a vuotare il sacco e farmi raccontare tutta la verità.

In un primo momento ero furioso con lei, tanto da dovermene andare fuori di casa per evitare di dire cose di cui avrei potuto pentirmi, e anche perché non riuscivo a concepire che mia madre, la donna che mi ha cresciuto e di cui mi fidavo ciecamente, mi avesse raccontato tante bugie per così tanto tempo.

Scoprire che anche Harry era a conoscenza della verità mi ha fatto male perché, dopo mia madre, è sempre stato la persona di cui mi fidavo di più.

Una dopo l'altra sono cadute tutte le mie certezze, quelle che mia madre aveva costruito per me, ma erano solo una montagna di menzogne, una montagna che è franata su sé stessa come un fragile castello di carte, e adesso mi ritrovo a cercare di rimettere in ordine tutti i pezzi della mia vita che non hanno più un posto.

In tutto questo c'è un'unica nota positiva: Chloe.

La sera in cui l'ho incontrata in aeroporto a Boston ho sentito subito che c'era qualcosa che mi attirava particolarmente in lei, ma credevo che fosse attrazione fisica, e invece c'era qualcosa di molto più profondo, e molto più speciale che mi legava a lei: mio fratello.

Chloe mi ha raccontato di lui, di Dylan, e sono fiero di portare il suo stesso nome. Spero che la decisione di venire a Montreal per recuperare qualcosa della mia vita si riveli la scelta giusta, perché al momento non so più chi sono.

Ho perso le mie radici, le mie origini, tutto è confuso, e l'unica cosa certa è che ho ancora degli amici sui quali posso contare. I miei vecchi amici hanno fatto quasi a gara per non lasciarmi solo durante i giorni che ho trascorso nell'appartamento di Harry. Non riuscivo a reagire, non avevo voglia di parlare, né di fare qualsiasi altra cosa. Il mio unico pensiero era mio fratello, è lui la mia priorità al momento, ed è per questo motivo che ho fortemente voluto parlare con Chloe. Chi meglio di lei avrebbe potuto raccontarmi del fratello che non ho mai conosciuto?

Attraverso le sue parole ho vissuto alcuni loro momenti, grazie alle foto che mi ha mostrato ho potuto vedere il suo volto e quasi mi sono dimenticato di tutto il mio dolore quando ho potuto vedere alcuni video. L'ho visto muoversi, l'ho sentito parlare, e ho provato una forte stretta al cuore quando l'ho visto sorridere. Non so cosa darei per poter tornare indietro nel tempo e scoprire molto prima tutto questo, così da avere la possibilità di vivere al suo fianco.

Tuttavia, grazie a Chloe - che fa parte dei miei nuovi amici - ho l'opportunità di avvicinarmi a lui, anche se in un modo diverso da come avrei sperato, ma ora so che lui è esistito, e anche se non potrò mai andare a farmi una bevuta con mio fratello, o guardare un film insieme, so che c'è, che è sempre stato una persona meravigliosa, e posso onorare la sua memoria.

Sempre grazie a Chloe, mi sono messo in contatto con Kurt, il suo migliore amico. Mi ha detto che lui e Dylan erano come fratelli, mi ha raccontato di un sacco di piccoli episodi grazie ai quali ho capito quanto lui fosse speciale e perché lei lo amasse così tanto.

Ho toccato suolo canadese da poco, ho appena terminato tutti i lunghi e accurati controlli doganali, ed ora mi sto recando verso l'uscita dove dovrebbe esserci Kurt ad aspettarmi. Quando Chloe mi ha proposto di mettermi in contatto con il suo amico spiegandomi quanto fossero uniti, e quanto avrebbe potuto essermi d'aiuto, ho accettato senza nemmeno doverci pensare, perché al momento ho bisogno di tutto l'aiuto possibile.

Mi guardo intorno, ma non riesco a vederlo. Chloe mi ha mostrato una sua foto prima della partenza, e sono sicuro di non averlo visto da nessuna parte. Decido di prendere il cellulare e inviargli un messaggio.

Sono arrivato
Sono già fuori

Resto a guardare il display, poi alzo lo sguardo per guardarmi intorno, ma torno subito con gli occhi sullo schermo quando sento la vibrazione nella mia mano.

Ti vedo
Sto arrivando

Blocco lo schermo, metto il telefono in tasca e torno a guardare prima alla mia destra, poi alla mia sinistra, ed è in quel momento che lo vedo arrivare.

La sua camminata è calma, tranquilla, ha un gran sorriso sulle labbra ed io mi sorprendo di me stesso quando mi scopro ad osservarlo incantato. Non credo di aver mai guardato nessuno in vita mia come sto guardando lui adesso.

«Ciao, ben arrivato a Montreal, sono Kurt!» La sua voce allegra e il suo ampio sorriso sono contagiosi. Allungo la mano verso la sua, lui la stringe con forza e sento uno strano brivido a quel contatto, qualcosa che non ho mai provato prima.

«Dylan... piacere di conoscerti Kurt.» Provo di nuovo quello strano brivido nel pronunciare il suo nome mentre mi guarda negli occhi.

Dev'essere il mio stato d'animo alquanto provato. Sono sottosopra, non dormo bene da giorni e mangio saltuariamente. La mia vita è un disastro completo ed io ho perso la lucidità. Si tratta di questo.

«Vieni, ho la macchina parcheggiata di là.» Mi fa cenno di seguirlo, io accenno un sorriso, poi afferro la mia valigia e lo seguo lungo il marciapiede con addosso quella strana sensazione. «Ci vorranno circa una ventina di minuti per arrivare a casa. Mia madre ha già preparato da mangiare quindi pranzare fuori casa è fuori discussione, almeno per oggi.» Continua a parlare con lo stesso tono allegro per tutta la durata del tragitto fino alla sua macchina, ma la sua serenità non mi fa sentire meglio, anzi mi sento più nervoso.

Arriviamo all'auto - piuttosto sgangherata - prendo posto sul sedile passeggero e Kurt si mette al volante.

«Com'è andato il viaggio?» mi domanda mantenendo lo stesso tono allegro, poi si immette nel traffico ed io mi rendo conto che lo sto fissando.

Scuoto la testa come per riprendermi e cerco di rispondere per non sembrare un idiota. «Abbastanza tranquillo, qualche turbolenza, ma niente di particolare.» Il mio stato d'animo è decisamente provato. Ho urgente bisogno di riposo.

«Quando viaggio in aereo mi piace guardare giù durante la fase di atterraggio. Vedere le grandi città dall'alto mi fa pensare che, nonostante sembrino imponenti, alla fine è tutto così piccolo. Per quanto gli scenari degli skyline siano spettacolari, c'è così tanta sofferenza nelle persone che abitano quei luoghi. O quando vedo dei paesaggi mozzafiato penso che possano essere minacciati da qualche catastrofe naturale o dalla stupidità degli uomini... Insomma... Voglio dire che tutto sembra così perfetto, ma in realtà è tutto così...» mi lancia un'occhiata veloce, poi torna a guardare la strada. «... fragile...»

È come se mi avesse appena descritto. Kurt ha definito la mia intera vita in poche parole e il turbamento che mi ha colpito non appena l'ho guardato negli occhi poco fa, non fa che aumentare.

Ho decisamente bisogno di riposo.

«Ho detto qualcosa che non va?» mi domanda dopo qualche istante di totale silenzio da parte mia.

«No! No... È solo che...»

Perché mi sento così strano?

«Tu lo sai che io sapevo già tutto prima che lo sapessi tu?» afferma cauto mentre ci fermiamo ad un semaforo.

Mi volto per guardarlo e la confusione che provavo un paio di secondi fa, raddoppia, o triplica, non lo so. Quello che so è che sono sempre più disorientato.

«Come... Come facevi a saperlo?» gli chiedo, e riesco a guardarlo per un attimo nei suoi chiarissimi occhi verdi. O forse sono azzurro verdi, ma quello che mi colpisce è che non ho mai fatto così attenzione agli occhi di un ragazzo.

La mia auto diagnosi è confermata: riposo, né ho assoluto bisogno.

«Harry si era confidato con me per via di Chloe e del rapporto che aveva con Dylan. Io volevo che lui dicesse tutto subito, non mi piace avere dei segreti, soprattutto con le persone a cui tengo, ma ho mantenuto il silenzio per la promessa che aveva fatto a tua madre.» Credevo di aver fatto qualche passo avanti nel l'affrontare questa situazione, ma non sono più tanto sicuro che sia così. «A proposito... come sta tua mamma?»

«Non... Non le parlo da giorni...» Tenerla a distanza mi fa male, ma sono troppo arrabbiato per il fatto che mi abbia tenuto nascosto una cosa tanto importante. Ho bisogno di un po' di tempo per provare a capire il suo punto di vista perché ancora non ho capito nemmeno il mio.

Un altro semaforo, un altro sguardo, poi sorride e posa la sua mano sul mio ginocchio per un attimo. «La supererai.» La sua voce mi infonde coraggio e fiducia nel futuro, ma il suo gesto mi provoca di nuovo lo stesso brivido che mi ha causato la sua stretta di mano.

Non spiccico più una parola per tutto il resto del tragitto. Kurt, invece, parla senza problemi, con tutta la calma di cui sembra essere capace, e se la sua intenzione era tranquillizzarmi, devo ammettere che alla fine c'è riuscito al cento per cento. Gli sono bastati pochi minuti, in cui ha parlato di tutto e di niente, per farmi sentire meglio.

«Siamo arrivati, e non ti fare problemi a dire no a mia madre, perché quando cucina per qualcuno la casa sembra trasformarsi in un ristorante.» Una piccola risata sincera lascia le mie labbra e anche un'altra piccola quantità di tensione accumulata nei giorni precedenti si allontana.

«Ok... senti...» Kurt assume un'espressione più seria ed io sento di nuovo quel brivido nel momento in cui mi guarda dritto negli occhi. «... io vorrei andare da lui oggi, da mio fratello...» mi viene ancora strano a dirlo, ma ho davvero voglia di andare da lui. È la prima cosa che voglio fare in questo Stato.

«Certo. Ti ci porto subito dopo pranzo. Ho detto a Chloe che mi sarei preso cura di te ed ho tutta l'intenzione di farlo.» Per un attimo restiamo a guardarci, e sono sicuro di aver colto una luce diversa nei suoi occhi, ma è durato troppo poco, perché subito dopo lui si è voltato per scendere dall'auto. L'ho seguito fino in casa dopo aver recuperato il mio bagaglio dal sedile posteriore, ma sono assolutamente certo che sia appena successo qualcosa... qualcosa che ha mandato in tilt per un attimo tutto il mio cervello.

*************

È strano entrare in un cimitero per venire a trovare qualcuno che è davvero sangue del mio sangue, perché finora sono stato sulla tomba di uno sconosciuto, quella che mia madre mi ha fatto credere da sempre, essere quella di mio padre.

Il peso che sento allo stomaco non è di certo dovuto all'esagerato numero di piatti che la madre di Kurt ha preparato per pranzo. Devo ammettere che non scherzava affatto quando diceva che cucina per un esercito quando sa di avere ospiti, ma è stato talmente piacevole passare del tempo con loro, che sentire l'amore di una vera famiglia intorno, mi ha fatto dimenticare per un attimo tutto quello che non mi fa dormire la notte.

Quello che lega Kurt a sua madre è qualcosa che si può quasi toccare con mano, e per un attimo ho invidiato il loro rapporto, ma poi ho ripensato alla mia, di madre, a tutto quello che abbiamo affrontato insieme in questi anni, ed ho avuto un piccolo nodo alla gola, ma poi è tornata a galla la sensazione di delusione che provo ancora quando penso alle sue bugie.

Non riesco a farmene una ragione, e anche se ci provo a capire il suo punto di vista, non riesco a perdonarla.

«Chloe te l'ha detto quanto ci ha messo per riuscire ad andare sulla sua tomba?» La voce di Kurt che cammina al mio fianco, mi riporta alla realtà, dalla quale mi allontano sempre quando i pensieri iniziano a diventare troppi da gestire.

«Sì, mi ha raccontato tutto di loro due, dell'incidente in moto e... di quella notte all'ospedale. So quanto sei stato importante per lei.» Lui sorride, e mi ritrovo per l'ennesima volta oggi, ad incantarmi nel guardare le sue labbra ripiegate all'insù.

Mi piace vederlo sorridere.

«Quella ragazza mi ha fatto diventare matto, ma mi manca da morire. Da quando è venuta a vivere a Boston è come se mi mancasse un braccio, capisci quello che intendo?» Continuiamo a camminare, ma non guardo quasi mai dove metto i piedi perché i miei occhi sono costantemente su di lui.

«Sì... un po' come mi sono sentito io quando ho scoperto che Harry mi aveva mentito. Credevo di aver perso l'unico amico che avessi mai avuto, ma poi Chloe mi ha fatto ragionare e alla fine l'ho perdonato.» Pensare di non avere più Harry al mio fianco è davvero come se dovessi perdere un braccio.

«Almeno tu continui ad avere il tuo migliore amico a portata di abbraccio, io ho la sensazione che Chloe resterà a Boston. Non l'ho mai vista così persa per qualcuno come quando parla di Harry. Quando stava con Dylan stava bene, credevo di non aver mai visto due persone fatte l'uno per l'altra come loro due, ma con Harry è diversa, è come se lui l'avesse fatta rinascere una seconda volta.» Riesco a sentire tutto l'affetto che lui prova per la sua amica in ogni cosa che dice.

«Mi piace 'a portata di abbraccio'.» Kurt ha usato un'espressione che rende perfettamente l'idea, perché l'abbraccio di Harry è stato fondamentale più volte per me.

«Grazie!» risponde con un sorriso ancora più grande, ed io stavolta, sono costretto a distogliere lo sguardo.

Ma che diavolo mi sta succedendo?

«Eccolo...» dice dopo qualche altro passo fermandosi davanti ad una lapide con una foto attaccata di lato.

Vedere il suo volto sorridente, in netto contrasto con il luogo così triste in cui si trova, mi fa provare una forte stretta al cuore. Penso a tutti i momenti che avremmo potuto vivere insieme e che invece ci sono stati portati via, vedo uno sconosciuto che avrebbe dovuto essere una delle persone più importanti della mia vita e invece resterà per sempre un'idea, un pensiero e non sarà mai, in alcun modo a portata di abbraccio.

«Ehi...» Ogni volta che sento la voce di Kurt è come se mi facessero una piccola iniezione di felicità. Alzo lo sguardo su di lui, che mi sta già guardando con il sorriso sulle labbra, poi mi posa una mano sulla spalla. «Vuoi restare un po' da solo?» mi chiede cauto.

«No, resta... Ti prego...» Poso la mia mano sulla sua che è ancora sulla mia spalla, e succede qualcosa di strano.

Mi sento triste, molto più che triste, ma non mi sento solo. La sola presenza di Kurt è riuscita in qualche modo - che non riesco proprio a capire - a rendere questo momento sopportabile, perché immaginavo che avrei potuto soffrire di fronte a quel pezzo di cemento con su scritto il suo nome, ma non credevo che avrei sentito un piccolo crack quasi al centro della mia cassa toracica.

«Ci sarei stato per lui» dico quasi con un filo di voce mentre sento la presa delle dita di Kurt sulla mia spalla farsi un po' più stretta.

«Lui lo sa» mi dice usando il mio stesso tono di voce, quasi avesse timore di disturbare.

«Vorrei avere la tua sicurezza» gli dico voltandomi verso di lui che ora mi sta guardando senza alcuna pietà nello sguardo, ma con il suo sorriso che ho già visto spesso in queste poche ore che abbiamo trascorso insieme.

Le emozioni che ho vissuto in queste settimane sono state tutte intense, inaspettate, e non ho ancora avuto un vero momento per metabolizzare il tutto. Adesso, davanti alla tomba del fratello che non ho avuto la possibilità di conoscere, sento che sto per avere un crollo emotivo più forte di quello che ho avuto quando sono caduto in ginocchio a casa di Harry.

Le lacrime sono lì, pronte ad uscire, ed io non ho la forza di trattenerle. Gli occhi di Kurt sono ancora nei miei quando ne sento scendere una, poi un'altra, e un'altra ancora, poi c'è solo buio.

Ho chiuso gli occhi nell'esatto momento in cui le braccia di Kurt si sono strette intorno a me. Quel dolore è lì, nel mio petto, ma avere qualcuno a portata di abbraccio è decisamente la cosa migliore che mi potesse capitare in questo momento.



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SPAZIO ME

Buon salve belle persone!

Ci siamo, "Their Stories" inizia a prendere forma.

Come già avevo anticipato il primo capitolo è dedicato a Kurt e Dylan, e alla loro personale storia. Non si tratterà ovviamente solo di questo capitolo. Ho pensato di dividerlo perché sarebbe risultato troppo lungo e perché ero impaziente di iniziare a farvi leggere qualcosa.

Si sono appena conosciuti, eppure Dylan sente che c'è qualcosa di diverso nei confronti di Kurt. Si rende conto di notare piccoli dettagli come non gli è mai capitato di fare prima, e percepisce chiaramente quanto la presenza di Kurt sia un toccasana per lui.

Nei prossimi capitoli la loro avventura continua, spero vi piaccia 💙

Eeeeee niente, buona lettura 😍

 
   
 
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