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Autore: _happy_04    14/09/2018    0 recensioni
Con l'inizio del liceo, molte cose cose cambiano, e questo i ragazzi della 3^ E lo sanno. Le persone con cui passavi sempre la mattina, con cui hai riso, pianto, ti lasceranno, e improvvisamente sembreranno lontante, come delle cicatrici che diventano bianche e finiscono per sbiadire.
Per impedire che ciò accada, è necessario fare un passo avanti, anche quando non sembra facile.
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Si costrinse a guardare davanti a sé – o almeno, fece del suo meglio. Più passava il tempo, più si rendeva conto di quanto fosse davvero innamorato di Kanzaki, del suo sorriso, della sua dolcezza.
Pensare di non poterla vedere più ogni giorno in classe… Era strano. E gli lasciava anche un certo amaro in bocca.
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Genere: Fluff, Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nagisa Shiota, Sakakibara Ren, Sugino Tomohito, Yukiko Kanzaki
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- and hold me now. -

Sugino sospirò.
Avrebbe dovuto saperlo, che ad accettare l’invito di Nakamura non sarebbe venuto fuori nulla di buono.
“Sugino, ti va di uscire stasera?” aveva detto molto tranquillamente la ragazza a telefono. “Se ti interessa saperlo, ci saremo io, Karma, Nagisa e Kanzaki.”
Sì, col cavolo che c’era tanta gente.
Come promesso, si era presentato alle otto alla panchina della rotonda, dove aveva trovato già lì ad aspettare Kanzaki.
Chiaramente, c’erano stati diversi secondi in cui non era riuscito a dire niente – era inutile, per quanto si impegnasse non riusciva a guardare i suoi caldi occhi color cioccolato senza che il suo cuore perdesse un battito, mozzandogli il respiro e tingendogli le guance di porpora.
Per fortuna, in qualche minuto la tensione si era sciolta almeno un po’, ma rimaneva un dubbio: come era possibile che, dieci minuti dopo l’appuntamento previsto, non fosse ancora comparso nessuno dei loro compagni?
A dissipare questo dubbio, il cellulare del ragazzo squillò, e all’altro capo del telefono rispose proprio la bionda. Non sapeva perché, ma era abbastanza sicuro di cogliere una certa vena maliziosa nel suo tono di voce. «Uhm, ragazzi, abbiamo avuto un problema!»
«Un problema?» Sugino alzò un sopracciglio. Non gli piaceva per niente quell’inizio.
«Sì, sai com’è…» Nakamura trattenne a stento una risatina. «Sia io, che Nagisa, che Karma abbiamo avuto degli impegni improvvisi… Però ormai siete per strada, quindi godetevi il vostro appuntamento!»
«Aspetta, cosa?»
Aveva attaccato.
Il ragazzo ingoiò un’imprecazione. In fondo, si era fidato solo perché era stato citato anche il nome di Nagisa, ma probabilmente anche lui era solo una falsa garanzia, nonché un povero complice ignaro. Magari non aveva la benché minima idea del fatto che Nakamura stesse attuando un tale diabolico piano.
Posò il telefono in tasca, mentre Kanzaki gli domandava: «Sugino? Cosa è successo agli altri?»
«Uhm… Il fatto è che gli altri non verranno…» Mentre pronunciava quelle parole, gli occhi inchiodati in quelli della ragazza, realizzò la situazione, mentre cominciava a sudare freddo. «Ma Nakamura ha consigliato di andare lo stesso…» Camminare insieme a Kanzaki, accanto a lei. Tornare a casa insieme la sera. «Quindi… saremo…» Appuntamento. «…soli.»
«Oh, capisco.» La ragazza si alzò, con un sorriso. «Beh, perlomeno non ci saranno da aspettare gli altri. No?»
Sugino deglutì quasi a forza, annuendo e seguendola sul marciapiede. Kanzaki stava ricapitolando il programma che era stato inizialmente previsto, ma il compagno non la stava realmente ascoltando. Per quanto ci provasse, la sua attenzione veniva catturata dalla pallida mano che dondolava accanto ai fianchi, dal grazioso vestitino celeste che le fasciava il corpo, dalle spalle sottili coperte dallo scaldacuore giallo chiaro, dai lunghi capelli neri che le scivolavano sulla schiena…
Si costrinse a guardare davanti a sé – o almeno, fece del suo meglio. Più passava il tempo, più si rendeva conto di quanto fosse davvero innamorato di Kanzaki, del suo sorriso, della sua dolcezza.
Pensare di non poterla vedere più ogni giorno in classe… Era strano. E gli lasciava anche un certo amaro in bocca.
«Sugino, a Kanzaki non hai ancora detto nulla?»
Sugino aveva alzato gli occhi dal suo pranzo. Era raro che Nagisa gli facesse domande di quel tipo, anche perché per lui stesso il tema “amore” era un punto delicato. Perciò, il fatto che fosse stato proprio il suo amico dai capelli blu a tirare fuori l’argomento lo lasciava non poco sorpreso.
Abbassò appena gli occhi, mordicchiandosi il labbro. «Per la verità… no.»
«Non pensi, ecco… che sarebbe il caso di dirglielo?» A quella premessa, per poco Sugino non soffocò con il proprio riso, ma ascoltò lo stesso – anche perché non gli sfuggiva lo sforzo che Nagisa stava facendo. «Voglio dire, tra poco tempo finiremo le medie, e dopo il diploma non andremo più tutti a scuola insieme. Non dico che non ci vedremo più… ma inevitabilmente i rapporti tra quasi tutti noi si taglieranno. Potresti non avere più occasioni… Perderla, capisci cosa intendo?»
Quando, alcuni giorni prima del diploma, Nagisa gli aveva fatto questo discorso, lui aveva cercato di non pensarci – in fondo, per quanto fosse poco, aveva ancora un po’ di tempo. Non era necessario correre, non era necessario esprimere subito i propri sentimenti, non era necessario avere fretta.
Eppure, quel tempo che, sul momento, gli era sembrato infinito, si era già concluso, e come mai avvertiva la paura di non provare più momenti del genere. E poi, soprattutto, aveva la consapevolezza che ci sarebbero stati infiniti altri ragazzi nella vita di Kanzaki. Nuova classe, nuova scuola, forse anche nuovo quartiere; e tra tutti questi, chissà che non ci fosse stato un ragazzo capace di catturare la sua attenzione prima di lui.
E, onestamente, questa prospettiva lo terrorizzava.
Perderla… non sopportava l’idea. Non si era mai innamorato di qualcuno come di lei, né pensava che ci sarebbe riuscito in futuro. Lei rappresentava la sua forza, la sua debolezza, la sua luce. Spesso in classe lo avevano preso in giro riguardo questa cotta, dicendogli che non aveva occhi che per lei, ma in fondo era tutto vero.
Prese un respiro profondo. Doveva farlo, doveva dichiararsi entro la sera.
Solo… quando?
Per poco non si lasciò scappare un gemito esasperato. Con ogni probabilità anche solo il tentativo di farlo gli avrebbe completamente paralizzato le corde vocali. Tutto quello che poteva fare adesso era continuare a passeggiare e chiacchierare insieme a lei, aspettando il momento propizio.
 
Kanzaki controllò il telefono – dopo quel quadrifoglio che Nakamura le aveva inviato a inizio serata, a quanto pare, non erano arrivati altri messaggi –, approfittando del fatto che Sugino era andato alla cassa per pagare la cena.
Lei si era offerta per dividere il conto, ma il ragazzo aveva insistito per pagare tutto – “È la nostra ultima uscita prima del liceo, lasciami offrirti almeno la cena!”, aveva ridacchiato prima di allontanarsi dal tavolo.
Adorabile come al solito.
Il solo pensiero le strappava sempre un sorriso. Quel ragazzo era sempre allegro, sempre con le parole giuste pronte per tutti, e aveva la straordinaria abilità di riuscire in qualche modo ad andare d’accordo con chiunque. Era riuscito a conquistare fin dall’inizio persino Karma, che non era esattamente il tipo di persona che tutti adorano subito.
E, a dirla tutta, era riuscito a conquistare anche lei.
Ad essere sinceri, Kanzaki sapeva bene dei suoi sentimenti nei suoi confronti, mentre non era esattamente certa del perché non fosse stata lei a farsi avanti. Forse voleva aiutarlo a tirare fuori i propri sentimenti, lasciandogli fare il primo passo. Forse non voleva cambiare il loro rapporto. Forse aveva semplicemente paura di essersi illusa.
Fatto sta che la sola presenza di quel ragazzo, così simile a un raggio di sole, la faceva stare bene, la faceva sentire serena, come se improvvisamente tutti i problemi si dissolvessero all’improvviso nel nulla.
La faceva sentire felice.
«Kanzaki! Anche tu qui?»
Una voce maschile la strappò al flusso dei suoi pensieri, e quando ne vide il proprietario per poco non le andò di traverso la sua stessa saliva. «Sakakibara! Che piacere!»
Non le faceva per niente piacere.
Tra tutti gli studenti della Kunugigaoka, Ren Sakakibara era sicuramente la persona che sopportava di meno.
Trovava pesante, opprimente la sua presenza dietro di lei, come se avesse intenzioni di farle e dirle qualcosa di imprevedibile da un momento all’altro, lasciandola senza respiro, impedendole di muoversi o anche solo di parlare. La faceva sentire a disagio, il modo in cui le sussurrava all’orecchio e faceva scorrere le proprie dita tra i suoi capelli; persino la presa sulla sua spalla le dava fastidio, quasi si trovasse sotto un torchio d’acciaio.
«Io… ti volevo parlare.»
Kanzaki rimase a dir poco sorpresa dal suo tono di voce. Era vagamente agitato, esitante, forse addirittura… imbarazzato?
Non lo aveva mai sentito parlare così.
«Senti, io…» Il ragazzo si grattò la nuca. «Non volevo intimorirti. O meglio, forse un po’ sì… Ma non è come credi.»
Kanzaki non riuscì a evitare di inclinare appena la testa. Sakakibara che si comportava in questo modo era qualcosa che non si sarebbe mai aspettata, e che la disorientava non poco.
In questo momento, effettivamente, non lo trovava poi così sgradevole.
«Il fatto è che tu mi piaci davvero.» In un gesto rapido, il ragazzo prese la sua mano tra le proprie, fissandola intensamente. «Ti amo veramente, e non voglio che il liceo ci separi.»
«Sakakibara…» Kanzaki ritirò delicatamente la mano, rivolgendogli uno sguardo dolce. «Sono molto felice che tu sia stato onesto con i tuoi sentimenti e sia riuscito ad esprimerli così. Come dire… mi hai mostrato un diverso lato di te, e te ne sono grata. Però, sai… mi dispiace, ma non posso ricambiare i tuoi sentimenti. La verità… è che c’è un altro ragazzo di cui sono innamorata, al momento.» Quasi inavvertitamente, i suoi occhi si posarono su Sugino, che a quanto pareva aveva appena finito di pagare il conto. Il suo disappunto nel riconoscere l’altro ragazzo seduto al tavolo aveva un che di comico, constatò Kanzaki.
Sentì Sakakibara mormorare un «Quindi si tratta di lui…», per poi alzarsi. «Capisco. Allora… Arrivederci, Kanzaki.» Mentre si allontanava, riuscì a vederlo posare una mano sulla spalla di Sugino e dirgli qualcosa, ma non riuscì a distinguere neanche una parola.
 
«Sugino, siamo arrivati a casa mia. Ti ringrazio per avermi accompagnato.»
Il ragazzo si grattò la nuca, ridacchiando appena. «Ma di nulla. Del resto, non è sicuro che una ragazza vada da sola per strada di sera, no?»
Kanzaki rispose con un sorriso. «Giusto.»
Rimasero, così, in silenzio, per qualche istante. Sembrava che ciascuno dei due avesse mille parole da dire, ma la forza solo di tacere.
Fu la ragazza a muoversi appena verso il cancello, rompendo quell’atmosfera incantata. «Allora… Io vado. Buonanotte, Sugino.»
Quel “buonanotte”, quella forma di saluto, fecero scattare qualcosa nella mente del ragazzo, qualcosa di improvviso.
È la nostra ultima uscita prima del liceo!”
“Non pensi, ecco… che sarebbe il caso di dirglielo?”
“Non sprecare quest’occasione.”
Le sue stesse frasi, il discorso di Nagisa, le parole di Sakakibara. Un miliardo di pensieri e di emozioni rimbalzarono nella sua mente, strappandogli ogni capacità di pensare lucidamente.
Era ora. Se non lo avesse fatto in quel preciso istante, probabilmente non sarebbe più arrivato un momento adatto.
«Kanzaki!»
Il nome uscì dalle sue labbra prima ancora che la sua mente potesse elaborare il comando. Perlomeno, se dovessi combinare qualche pasticcio, qui non c’è nessun’altro ad assistere.
La ragazza si voltò nuovamente. La sua espressione lasciava trasparire una genuina curiosità mentre si riavvicinava a lui.
«Kanzaki, io…» Cavolo. Era vicina.
Troppo vicina. I suoi occhi brillavano a pochi centimetri dai propri, fissi. Per qualche motivo, a Sugino vennero in mente le sirene – le creature mitologiche che ammaliavano i marinai fino a farli annegare nell’oceano.
Concentrati, Tomohito, concentrati.
Il suo cuore sembrava aver preso la rincorsa nel suo petto, come se volesse uscire dalla cassa toracica tramite la gola, e questo avrebbe anche spiegato perché sembrasse così difficile respirare. Più che farfalle, quello che aveva nello stomaco pareva uno sciame di api. Doveva trattenere con tutte le sue forse le sue stesse mani dal posarsi sui fianchi della ragazza davanti a lui e tirarla a sé.
Puoi farlo.
E non potrai mai più.
«Kanzaki… io…» Prese un respiro. Sono pronto. «Volevo dirtelo da un po’, in realtà, ma, ecco… non ho mai avuto il coraggio. Però… io… sono innamorato di te.» sputò alla fine, tutto d’un fiato, senza lasciarsi neanche il tempo di pensarci – anche perché, se lo avesse fatto, sarebbe stata decisamente la fine.
Ci furono alcuni secondi in cui non successe nulla. Tutto rimase perfettamente, innaturalmente immobile, quasi il tempo si fosse bloccato.
In quei brevi secondi, la mente di Sugino andò completamente sottosopra, mentre tutte le sue paure si materializzavano in immagini terribili.
Non le piaccio.
Cavolo. Ho combinato un casino.
Tuttavia, i suoi pensieri si ribaltarono di nuovo quando Kanzaki diede una risposta alle sue parole, alzandosi in punta di piedi e lasciandogli un delicato bacio sulla guancia.
Fu come se il palloncino fosse stato fatto scoppiare con un ago – improvvisamente si sentiva vuoto, leggero e senza peso. Ma soprattutto, caldo, soprattutto sulle guance, a dire la verità. Tutto quello che riuscì a far uscire dalle proprie labbra fu un eloquente «Eh?».
In risposta, la ragazza gli sorrise dolcemente, inclinando la testa.
In realtà, questo gesto, più che aiutarlo, lo mandò ancora di più in confusione. «Ma allora… Quindi tu… Io… Cosa…»
Kanzaki rise appena nel vederlo in quello stato confusionale. «Sai, sei davvero adorabile quando arrossisci così.»
Quindi, anche io le piaccio.
Stavolta non riuscì a trattenersi.
Posò una mano sulla sua guancia, circondandole la vita con l’altro braccio, e azzerò la distanza tra di loro, le labbra che si incontrarono a metà strada.
Riuscì a percepire che in un primo momento Kanzaki era rimasta pietrificata, probabilmente sorpresa da quel gesto (come darle torto, del resto, persino lui si era ritrovato sbigottito di se stesso), ma in qualche secondo avvertì le mani della ragazza sul suo petto, le sue labbra appoggiarsi sulle proprie.
I loro respiri che si incrociavano, le sue labbra morbide che profumavano di vaniglia, i lunghi capelli neri che gli accarezzavano il dorso della mano; e poi il suo calore, le sue dita strette alla propria maglietta. Era un miscuglio di sentimenti, un arcobaleno di sensazioni che inebriava tutti i suoi sensi, e improvvisamente sembrava che tutto intorno a loro fosse stato cancellato in un battito di ciglia.
Dopo che si furono staccati, Sugino la lasciò andare, arrossendo leggermente, come per scusarsi di quel bacio così improvviso. Kanzaki gli rivolse un altro sorriso, prima di allontanarsi di nuovo verso il cancello di casa. «Allora… Buonanotte, Sugino… Oh!» La ragazza si portò una mano alla bocca, sempre con quella grazia che la contraddistingueva. «Forse è il caso che ti chiami Tomohito?»
Giusto, ora non aveva più senso chiamarsi per cognome.
Sugino sorrise, raggiante. «Mh! Buonanotte… Yukiko.» Gli suonavano quasi strane, queste parole, sulla sua lingua, ma farci l’abitudine non gli sembrava una brutta prospettiva, in fondo – anche quando fosse arrivato il momento di entrare al liceo, non sarebbero stati separati più da nulla.
 



--------Angolo dell'autrice
Ma salve!
Quindi, uhm, sono... nove mesi che non pubblico nulla.
Ottimo.
Ragazzi, cercate di avere compassione. Tra esami, vacanze, assenza di WiFi, inizio della scuola... è stato un pasticcio.
Anyway, sono tornata, e suppongo sia un bene.
Inoltre, anche questa fic è su una ship che qui nel fandom italiano (e onestamente anche a quello straniero) non interessa a nessuno.
Questo invece penso non sia tanto un bene.
Va beh, lasciamo stare che è meglio.
Onestamente, questa roba è nata da un'idea che la mia testa ha già partrorito nel corso dell'estate (pessimo segno, purtroppo per voi), ma che solo una settimana fa ho avuto la voglia di stendere su Word. Storia divertente, vero? (In realtà, alcune righe le avevo già scritte ad agosto con la vecchia macchina da scrivere di mio nonno, ma non penso valga.)
Ho messo la nota OOC perché io ci ho provato a rimanere IC, ma non si sa mai.
Ad ogni modo.
Non credo sia tra i miei lavori migliori, ma a me è piaciuta, la mia beta reader (aka mia sorella) ha approvato la storia e in più c'è bisogno di più materiale su questi due cucciolotti. Nel caso vogliate saperlo, io ho sempre fatto il tifo per Sugino tra tutti i ragazzi innamorati di Kanzaki.
Non lo so, sto cercando di trovare roba da dire per allungare il brodo ma non ho più nulla. Quindi, pace e amore e spero apprezziate la storia (e anche che mi lasciate qualche recensioncina ;w;)!
Bacioni,
-Happy-
   
 
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