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Autore: Strega_Mogana    21/09/2018    3 recensioni
Se riesci a far volare via con un unico soffio tutti i fiori bianchi il tuo desiderio di avvererà.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altro personaggio, Hermione Granger, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: Hermione/Severus, Lily/Severus
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto, Da Epilogo alternativo
- Questa storia fa parte della serie 'Universo di Eligis tuum iter'
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Questa storia fa parte dell'universo Eligis tuum iter (Scegli ciò che desideri) .
Dello stessa saga potrete trovare anche le storie Hopeless Hope, Porcospino e Eredità.
Storia scritta per la sfida autunnale del forum Il Calderone di Severus

Esprimi un desiderio, Severus
- Esprimi un desiderio, Sev.
Il giovane mago osservò il dente di leone che gli veniva sventolato davanti agli occhi neri.
Un sopracciglio si sollevò verso l’alto facendo ridacchiare la giovane strega seduta accanto a lui.
Severus osservò l’amica.
Lily sembrava risplendere sotto quel sole autunnale.
I capelli rossi catturavano la luce del sole che li faceva brillare come lunghi, meravigliosi fili di rame. Un rosso fuoco che gli scaldava il cuore e l’anima.
Le efelidi leggermente più scure sul naso, da esso si estendevano fin sotto gli occhi verdi creando un contrasto con la pelle chiara che gli faceva girare la testa.
Avrebbe voluto baciargliene una ad una, lentamente, con tutto l’amore che gli riempiva il cuore.
Era un desiderio che reprimeva da anni, da quando aveva capito che quello che sentiva quando le stava accanto non era solo l’affetto di un amico, ma l’amore di un ragazzo innamorato.
Follemente innamorato.
Ma non glielo avrebbe mai detto, non aveva il coraggio, e in fondo al suo cuore sapeva che non avrebbe mai avuto il coraggio di dirglielo.
Lei era perfetta, dolce ed intelligente, sempre gentile, disponibile e paziente con lui.
Cercava di riempire i suoi silenzi, portava un sorriso nella sua vita solitaria e grigia, provava a farlo ridere quando suo padre tornava a casa in estate così sbronzo da non riuscire neppure a salire le scale per andare in camera.
Lily gli restava vicino, unica sicurezza nella sua vita di incertezze e dubbi.
Lei gli donava la sua amicizia e anche se lui avrebbe desiderato di più si teneva stretto quell’affetto che sapeva strappargli un sorriso anche mentre suo padre inveiva contro di lui, pendendolo a cinghiate solo perché il tavolo si era sollevato dal pavimento di mezzo centimetro.
Lily era tutto questo.
Era tutto il suo mondo.
- Perché?
Un filo di voce nel parco autunnale nel castello.
Non faceva ancora troppo freddo per godersi il parco di Hogwarts, riuscivano a restare sulle rive del Lago Nero fin quando l’umidità non li faceva rabbrividire.
Lily lo fissò con gli occhi sgranati.
- Ma come, non lo sai?
- Sapere cosa?
L’amica sbuffò giocosamente; la frangia, leggermente più lunga del solito, si sollevò in una leggera nuvoletta rossa. A Severus sembrò che il tempo andasse più lentamente, poteva giurare di aver visto ogni singolo capello sollevarsi sotto il soffio del suo respiro, ogni singolo filo catturare un raggio di sole e rispendere come metallo incandescente.
Era una magia.
Una magia chiamata Lily Evans.
- Esprimi un desiderio, Sev. Poi soffia sul dente di leone. Se riesci a far volare via tutti i fiori bianchi con un unico soffio il tuo desiderio si avvererà.
- Ti avevo detto che Divinazione è una materia stupida.
- Andiamo, Sev è solo un giochetto Babbano. - il dente di leone gli fu, di nuovo, messo sotto il naso adunco – Esprimi un desiderio.
Un desiderio.
Ne aveva uno solo.
Da sempre da quando l’aveva conosciuta: non perderla mai.
Averla sempre vicino, crescere insieme, imparare insieme, magari, un giorno, amarsi, invecchiare, avere una famiglia…
Questo era il suo desiderio, uno solo.
Sempre quello.
Socchiuse gli occhi e si concentrò, sotto lo sguardo divertito di lei e quel lieve sorriso sulle labbra rosse, la guardò con un finto sguardo obliquo e poi soffiò.
Soffiò come se ne andasse della sua vita.
Soffiò fuori il suo desiderio, imprimendo in quei candidi fiori bianchi il suo cuore e il suo amore.
Stare solo con lei.
Smise solo quando non aveva più aria nei polmoni.
Aprì gli occhi pensando di trovare il gambo completamente spoglio.
Invece uno era rimasto ostinatamente attaccato.
Solitario e tutto storto, ma ancora fermo nella sua posizione.
- Peccato. - mormorò Lily osservando il fiore – Non importa, Sev. E’ solo uno stupido gioco.
Il giovane mago osservò il fiore bianco rimasto solo.
Solo.
Per qualche ragione gli sembrò una premonizione.
* * * *
Un altro autunno.
Eppure da quel pomeriggio in giardino gli sembrava passata una vita intera.
E da amico seduto accanto a lei a godersi quegli ultimi raggi tipi di sole autunnale, era diventato quello scomodo, imbarazzante, spaventoso.
Nascosto dietro un albero.
Nascosto da lei, dai suoi nuovi amici, da tutto il suo mondo.
Gli arrivava alle orecchie la sua risata cristallina ed ogni sorriso e sguardo spensierato era come una pugnalata dritta al cuore. Uno strappo nella sua anima grigia che anelava solo una sua carezza o una sua parola dolce.
Uno sguardo: gli sarebbe bastato quello.
La fissava da lontano sapendo che non l'avrebbe visto o, peggio, che l'avrebbe ignorato.
La fissava e dentro di sé cresceva l'odio verso quella scuola che li aveva divisi.
Cresceva l'odio per la sua famiglia che non gli dava la possibilità di avere di più. Di poterle donare di più.
Cresceva l'odio verso sé stesso perché sapeva che era lui quello che l'aveva fatta scappare.
Che Lily era fuggita via dal suo cuore troppo freddo e dalla sua anima troppo grigia.
Era un'ombra e tra le ombre doveva restare.
Severus la guardava vivere lontano da lui. La guardava sognare e divertirsi in un mondo a lui precluso.
La guardava innamorarsi di un altro.
Lui, Potter, l'unico ragazzo in grado di farla ridere fino alle lacrime. Quello perfetto, giusto, intonato con la sua vita.
Non scomodo, imbarazzante o spaventoso
Con lui non doveva giustificarsi; non doveva scusarsi o nascondersi.
Come se in lui, il piccolo e strano Mocciuous, ci fosse qualcosa di così ripugnante da costringerla a nascondersi.
Severus la vedeva vivere lontano da lui e il dolore lo dilaniava.
La vide raccogliere da terra un dente di leone e avvicinarlo a Potter.
Non poteva sentirli, ma conosceva la domanda che gli stava porgendo.
Esprimi un desiderio.
Vide Potter sorridere, fissare il fiore e poi soffiare.
Non fu un soffio lungo, non si sforzò più di tanto, i fiori volarono tutti via, lasciando tra le dita della giovane strega un gambo vuoto.
Sempre tutto semplice per il giovane rampollo della Casa di Godric.
Lily rise e gettò il gambo a terra.
Severus abbassò lo sguardo mentre James si allungava per baciare la ragazza che lui amava.
Vide un dente di leone vicino al suo piede.
Se riesci a far volare via con un unico soffio tutti i fiori bianchi il tuo desiderio di avvererà.
Serrò la mascella con forza, le mani si chiusero in due pugni così stretti da far sbiancare le nocche.
Esprimi un desiderio, Sev.
Schiacciò il fiore sotto la suola della scarpa
* * * *
- Papà quando torna la mamma?
- Stasera, Hope.
- Quanto manca?
- Sto per darti la stessa risposta di cinque minuti fa.
- Uffa.
Severus sorrise fissando le acque tranquille del Lago Nero.
Un altro autunno era arrivato.
Un altro autunno della sua nuova vita. Una vita che lui non aveva mai neppure immaginato.
Mai.
Non dopo la prima guerra e la morte di Lily.
Neppure dopo la seconda guerra, e, sicuramente, non mentre fissava le travi polverose della Stamberga e con il suo sangue che sporcava il pavimento.
Il mago abbassò lo sguardo sui suoi figli.
Hope aveva sei anni.
Aveva iniziato a frequentare una scuola Babbana vicino al Ministero della Magia.
Eljiah, invece, aveva cinque anni e passava le sue giornate alla Tana insieme ai cugini.
L'anno prossimo anche lui sarebbe diventato un piccolo ometto.
Era passato così in fretta il tempo che ancora non capiva dove fossero finiti quegli ultimi sei anni.
Gli avevano detto che dopo i figli il tempo sembra accelerare, ma non ci aveva mai creduto.
Gli sembrava di aver portato a casa Hope dal San Mungo solo la sera precedente.
Invece, ora, frequentava una scuola.
Era la prima volta che desiderava che il tempo andasse più lentamente.
Eljiah gli prese la mano.
E’ un bambino silenzioso, gran osservatore nonostante la giovane età.
Era quello che più gli somigliava di carattere. Riservato e tranquillo.
- Manca anche a te la mamma?
- Sì, é via da tantissimo tempo.
- Solo una settimana.
- Sono tanti giorni, papà.
Severus non obbiettò.
Da quando erano nati i bambini, entrambi avevano preferito evitare viaggi troppo lunghi.
Ma ormai i bimbi erano grandi, così quando si era presentata l'occasione aveva quasi costretto Hermione a partire promettendo che al suo ritorno la casa sarebbe stata in ordine e bambini sani e salvi.
Non lo avrebbe mai ammesso, ma era stata una settimana infinita.
Al terzo giorno a casa da solo coi bambini si era domandato come facesse lei a fare tutto e a farlo sembrare così semplice.
Hope rise distraendolo dai suoi pensieri. Quel Sabato mattina stavano facendo una passeggiata vicino al Lago godendosi gli ultimi raggi del tiepido sole autunnale.
Presto avrebbe nevicato e avrebbe dovuto minacciare quelle piccole, adorabili, pesti di non uscire troppo se non volevano ammalarsi.
Hope chiamò il fratello che lasciò immediatamente la sua mano e corse verso di lei; entrambi si buttarono su un mucchio di foglie secche che Hagrid aveva accumulato il giorno prima.
Il mago scosse il capo.
Hagrid sapeva che ai suoi bambini piaceva buttarsi tra le foglie e ogni Sabato mattina, quando passeggiavano tranquilli, c'era sempre un cumulo di foglie autunnali che attendeva solo i piccoli Piton.
Ogni volta più grande.
E la risata dei piccoli riempiva il parco.
Ormai perfino gli studenti si erano abituati a loro.
Severus sorrise mentre Hope ed Eljiah si lanciavano allegri tra le foglie.
Quando li raggiunse erano entrambi sdraiati a terra, gambe e braccia aperte e un enorme sorriso sui volti accaldati.
- Avanti. - disse loro - Stiamo un po’ seduti. Riprendete fiato.
Si sedettero all'ombra di un albero.
Severus ci mise poco a riconoscere quel posto.
Era lo stesso albero dove lui e Lily andavano a sedersi per stare un po’ insieme, senza che le occhiate degli altri li infastidissero.
Era lo stesso albero dove Lily lo nascondeva al mondo, con la scusa di un po’ di tranquillità.
Ci era arrivato dopo anni di dolore.
Ora non aveva assolutamente nulla da nascondere.
- Guarda papà! – urlò Hope – Un dente di leone!
Severus guardò a terra e sorrise.
Ne colse due e li diede in mano ai suoi figli.
- Volete conoscere un gioco?
Gli sguardi di Hope e Eljiah si illuminarono di aspettativa e curiosità.
- Esprimete un desiderio e poi soffiate sul fiore. Se tutti i fiorellini bianchi verranno spazzati via con un soffio il desiderio di avvererà.
- Davvero, papà?
- Certo, Hope. Ti ho mai detto una bugia?
La piccola scosse veemente il capo facendo ondeggiare i capelli corvini.
- Avanti concentratevi e pensate al vostro desiderio.
Hope chiuse gli occhi e li strizzò forte, Eljiah, invece, si limitò a fissare il fiore con lo sguardo più serio che gli avesse mai visto.
Entrambi soffiarono sul fiore con tutto il fiato che avevano nel corpicino; senza farsi vedere Severus agitò la bacchetta dietro la schiena così che un filo impercettibile di vento aiutasse i suoi figli.
Entrambi esultarono nel vedere i gambi completamente spogli e gli mostrarono con orgoglio il risultato.
Il mago sorrideva, non poteva fare altro di fronte alla felicità sei suoi bambini.
- Tu non esprimi un desiderio, papà?
Esprimi un desiderio, Sev.
Una volta aveva desiderato solo la vicinanza di una strega dai capelli rosso fuoco. Voleva solo lei, la sua amicizia, la sua vicinanza, un suo tocco.
Ora era diverso, tutto era diverso.
Lily riempiva i suoi silenzi, Hermione li accettava e li condivideva con lui.
Lily sorrideva con lui, Hermione sorrideva anche per lui.
Lily aveva portato luce, ma Hermione si era introdotta nella sua oscurità senza paura senza vergogna. Aveva visto la sua anima e non era scappata.
Non aveva provato a cambialo.
L’aveva semplicemente accettato.
Lily era perfetta in tutto. Hermione non lo era, ma le sue imperfezioni la rendevano unica, speciale.
La sola con cui dividere una vita, crescere dei figli, amarsi, invecchiare…
L’unica.
- Allora, papà? – insistette Hope – Non esprimi un desiderio?
- No, Hope. – le rispose sorridendo – Ho già tutto quello che desidero.

FINE

   
 
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