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Autore: justhevidence    25/09/2018    3 recensioni
[Lizzie Stark/Thomas Shelby | angst | missing moments | spoiler S2E6]
I sentimenti taciuti per Tommy, la sensazione di delusione e tradimento nel realizzare che non sarebbe mai arrivato in tempo. Una conta durante la quale, secondo dopo secondo, Lizzie si ripete di resistere, che lui avrebbe mantenuto la sua promessa, sarebbe arrivato perchè l'aveva promesso.
Lei avrebbe dovuto cominciare nuovamente la conta soltanto un'ulteriore volta. Altri sessanta secondi e l'avrebbe salvata.
Dal testo:
Cinquantotto. Le palpebre scivolano verso l’alto, permettendo alla luce filtrata di baciare le iridi di cielo di Lizzie.
Cinquantanove. Silenzio.
Lizzie.
Il mio nome è Lizzie.
Lizzie Stark.
Sassanta.
Thomas.
Thomas Shelby. Sono innamorata di te.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Count to sixty.


Cinquantotto.

Cinquantanove.
Sessanta.

Il tessuto chiaro abbandonava la spalla della ragazza, rivelando la pelle nivea.
“Possiamo fare con calma, c’é tutto il tempo”.
Ogni parola si liberava dalle sue labbra tremando, nonostante l’impegno impiegato a non tradirsi e svelare il proprio timore. La paura crescente, la quale pareva risalire le pareti dello stomaco della giovane ad unghie scoperte, su fino alla gola arida, che serrava con la propria mole sempre crescente.

Uno.
Due.
Tre.

La mano del soldato camminava lungo la coscia liscia di Lizzie. Ad ogni centimetro percorso, un secondo contato. Un secondo più vicini al traguardo. Un secondo in meno d’agonia.

Ventisette.
Ventotto.
Ventinove.

Lo scalpitio degli zoccoli dei cavalli copriva i mugolii sofferenti della mora.
Il capo – tenuto fermo da un palmo troppo forte – premuto contro il legno umido dall’odore pungente. Le gambe divaricate, lotta di ribellione nei muscoli tesi. Le pareti interne della bocca ricopete di saliva amara.

Trentatré.
Trentaquattro.
Trentacinque.

L’animale l’aveva bloccata. Si spingeva contro di lei, selvaggio. Disumano.
Non una delle richieste di pietà della preda veniva ascoltata.
Gli scivolavano adosso come acqua piovana, rapide sulla stoffa pesante di quella divisa ornata di medaglie.
Non una a celebrare i valori d’essere umano.

Quaranta.
Lizzie abbassava le palpebre. Le serrava con tutta la propria forza, facendo prigioniere le pizzicanti lacrime venute a galla tra una dolorosa onda di violenza e l’altra.
“Lizzie, andrà tutto bene. Ti raggiungerò in tempo, promesso. Prima che accada qualcosa, sarò lì.”

Quarantaquattro.
Quarantacinque.
Le uniche, fredde iridi che la ragazza vedeva si trovavano nell’immagine cupa nascosta dentro i propri occhi, costretti a restare chiusi. Fluttuavano in un oceano profondo come la delusione.
L’amore taciuto per Thomas – parole lasciate morire in gola soltanto qualche ora prima – prendeva la forma rozza di ruvide mani sconosciute e arroganti, che imponevano la propria dominanza attoro al collo sottile ed elegante di Lizzie, privandola parzialmente dell’aria.

Quarantasei.
Ancora pochi conti e sarebbe arrivato.

Quarantasette.
Pochi conti e l’avrebbe salvata.

Quarant’otto.
Thomas. Thomas Shelby.

Quarantanove.
Numerose, piccole schegge di legno graffiavano le gote già rigate dal pianto della mora.

Cinquanta. Il labbro inferiore intrappolato tra i denti, che si serrano con convinzione crescente ad ogni percossa.
Cinquantuno. La testa si fa leggera.
Cinquantadue. Un sapore ferroso le riempie la bocca.
Cinquantatré. Deglutisce con fatica.
Cinquantaquattro. L’udito si ovatta.
Cinquantacinque. Potrebbe giurare d’aver sentito dei passi, in lontananza.
Cinquantasei. Gli impatti con il suolo si fanno più rapidi e vicini.
Cinquantasette. La bocca si schiude, l’aria corre rapida ai polmoni – una staffetta in nome della vita.
Cinquantotto. Le palpebre scivolano verso l’alto, permettendo alla luce filtrata di baciare le iridi di cielo di Lizzie.

Cinquantanove.
Silenzio.

Lizzie.
Il mio nome è Lizzie.
Lizzie Stark.


Sassanta.
Thomas.
Thomas Shelby. Sono innamorata di te.
Thomas.

“Thomas!”. Quel nome si fa strada nell’aria a fatica, la voce straziata e strabordante disprezzo.
Un istante dopo, il caos.
Lizzie striscia a fatica, si trascina sulla paglia sporca. Le vesti impiastricciate di fango.
Le dita affusolate e tremanti avvolgono l’acciaio freddo di una pistola fattasi strada fino al suo fianco.
Tende le braccia, tremanti. Punta.
Lo sguardo fisso avanti a sé. Due figure si stringono, si dimenano, si lamentano.
La canna dell’arma ne carezza i contorni, in attesa.
Un imponente, vellutato silenzio si riversa nella stalla, prima che un sordo sparo ne squarci l’immobilità.
Thomas l’ha preceduta. Si sta gia scostando il corpo molle e greve dell’avversario, mentre Lizzie trema ancora tra le braccia dell’esitazione. Le si avvicina, la canna della pistola puntata all’altezza del petto, e vomita scuse, cascate di scuse che galoppano verso la ragazza senza mai raggiungerla. Le corrono di fianco, facendole fischiare le orecchie per gli schiaffi d’aria calda creati nel sorpasso.
Cullata dalla calda voce di Thomas, si lascia scivolare l’arma dalle dita – le braccia magre ricadono lungo il proprio busto, pesanti e dolenti – e si abbandona alla gravità, lasciandosi reggere dalla stretta dell’uomo che nulla più possiede se non il suo cuore e la sua dignità.
Chiudendo, per l’ennesima volta, gli occhi, Lizzie soffia una sprezzante, impalpabile risata.
Tre conte da sessanta secondi erano bastate per strapparle di dosso ogni residuo di dignità, ma non erano riuscite a rubare al suo testardo cuore la forza di battere per colui che l’aveva spinta in quella carneficina con gli occhi bendati, armata soltanto d’una speranza tanto cieca e flebile da sembrare indistruttibile.



 

Aveva quella bellezza di cui solo i vinti sono capaci.
E la limpidezza delle cose deboli.
E la solitudine, perfetta, di ciò che si è perduto.”
– A. Baricco, Oceano Mare.



| One-Shot, 724 words |


 

Author’s Corner.
Buongiorno, lettori.
Torno a passeggiare nei meandri di efp con una seconda fanfic dedicata a Peaky Blinders – l’avevo detto o no che mi aveva conquistata già dai primi minuti?
Questa storia in particolare è un trafiletto introspettivo della scena in cui, nella S2E6, Lizzie si lascia convincere da Thomas a intrattenere un soldato per permettere lui di agire indisturbato.
Lizzie è stato un personaggio a cui mi sono subito affezionata e, in questa scena in particolare, ho empatizzato molto per lei. Non ho potuto resistere alla tentazione di provare a mettere nero su bianco il suo punto di vista in un momento tanto straziante e pullulante di forti emozioni.
Spero che la mia versione del momento narrato sia di vostro gradimento e grazie a chiunque si sia fermato, arrivando a questo angolino personale o anche soltanto fermandosi dopo qualche riga.
A presto,

justhevidence.

  
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