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Autore: ballerina 89    27/09/2018    4 recensioni
Raccolta di One-Shot dedicata ai nostri capitan Swan. Le storie tratteranno come tema principale scene di vita famigliare che tutti noi vorremmo vedere nella serie ma che purtroppo ci sono state negate. I personaggi che troverete all'interno di questa raccolta sono gli stessi delle mie due opere precedenti ( Happy Begining e l'amore vince ogni cosa). Buona lettura a tutti voi.
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Emma Swan, Killian Jones/Capitan Uncino, Nuovo personaggio, Regina Mills, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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POV EMMA. 

Amo Killian più della mia stessa vita, tutti in città lo sanno. Siamo agli occhi di tutta la comunità la coppia perfetta... la famiglia perfetta, ma come tutti anche noi abbiamo le nostre piccole divergenze. Killian non è assolutamente un marito difficile da gestire, anzi: è adorabile, collaborativo e passionale. Ha soltanto un difetto: è geloso marcio. Da una parte è una cosa bella sapere che il tuo uomo è geloso di te ma dall’altra è snervante sopratutto quando avresti bisogno di parlare con lui ma eviti di farlo per paura che possa uccidere qualcuno. È si... ultimamente ho un piccolissimo problema da gestire che gradirei condividere con lui ma non posso farlo. Non credo capirebbe fino in fondo la situazione e sono sicura che se lo venisse a sapere farebbe di certo qualche stronzata. 

 

- Buongiorno amore mio! - lupus in fabula. Killlian era appena entrando in cucina con la nostra piccola malaticcia per farle fare colazione. Chloe stava migliorando giorno dopo giorno ma era ancora condannata a restare in isolamento fatta eccezione una o due visite il fine settimana da parte dei suoi e nonni e i suoi zii. 

- Tao mammina! Ho fame! 

- Hai fame???? - chiesi sorpresa visto che ultimamente faceva un sacco di capricci per mangiare - Mamma ti prepara subito qualcosa ok? - la feci sedere sulla sua sedia e mi misi a preparale il latte con i cereali, nel mentre Killian mi si avvicinò:

- Ti aspettavo per cena ieri, come mai hai fatto così tardi? 

- Ho avuto un problema con la macchina e mi sono dovuta fermare dal meccanico per farla controllare, lì ho incontrato Marco e mi sono fermata qualche minuto a salutarlo. Mi dispiace non averti avvisato ma non volevo ti preoccupassi per nulla.

- Avevi paura di una scenata di gelosia? Tranquilla non sono gelosa di Marco, è di suo figlio che sono particolarmente geloso - rise ma il punto era prorpio quello... se avesse saputo cosa fosse successo la sera precedente e i giorni addietro molto probabilmente non si sarebbe limitato a  scenate di gelosia.

 

Tutto è iniziato qualche giorno fa, ero in ospedale per far leggere le ultime analisi di Chloe a whale, visto che il medico di mia figlia era in ferie, quando incontrai August. Non vedevo il mio migliore amico da mesi ormai vista  la situazione di Chloe quindi andai a salutarlo. Sembró felice di vedermi; mi disse che era un momento buio della sua vita, che stava riniziando a trasformarsi in burattino e che stava cercando una soluzione per porre fine a questa cosa. Gli chiesi come fosse possibile che questo accadesse e lui mi rispose che aveva combinato un casino di cui non voleva parlare neanche con me. Non lo forzai... poverino stava già male di suo, non mi andava di infliggergli altro dolore parlando di cose di cui non gli faceva piacere. Restammo lì in sala d’attesa a parlare per un po’ del più e del meno dopodiché tornai a casa. Da quel giorno August non fece altro che chiamarmi... siamo partiti da una chiamata o un paio di sms al giorno al quale ho sempre risposto fino ad arrivare ad un minimo di 40 sms e 15 chiamate se siamo fortunati. Per quanto gli volessi bene in quel momento avevo altro a cui  pensare e di conseguenza non stavo tutta giornata attaccata al telefono, molte chiamate le rifiutavo quindi non sapevo cosa volesse. Per quanto riguarda i messaggi invece era più semplice quindi quando avevo un momento  libero mi aggiornavo. Non erano tanto diversi l’uno dall’altro ma erano strani e sopratutto non erano da lui. In questi messaggi non faceva altro che chiedermi di vederci, mi supplicava quasi, ma a ogni mia risposta negativa, in quanto non potevo uscire di casa com Chloe in quelle condizioni, o ci rimaneva male o si arrabbiava e mi insulta. Volevo evitare di dirlo a Killian, sapevo già come avrebbe reagito: di sicuro sarebbe arrivato fino a casa sua e lo avrebbe riempito di mazzate. Ecco perché ieri quando ho incontrato Marco mi sono fermata a parlare con lui: gli ho chiesto di August... se sapesse cosa stesse passanso nella testa di suo figlio ma a quanto pare quel poverino non ha saputo darmi ulteriori indicazioni. Mi confermò solamente quello che sapevo già. 

 

- Eiii amore? Che c’è, ti sei imbambolata? - Mi riporto alla realtà Killian... - Non so a cosa stavi pensando ma quella piccina alle nostre spalle sta morendo di fame! 

- Hai ragione scusa! - gli diedi un bacio sulle labbra per poi prendere la colazione della mia piccola e portarla al tavolo. La trovai con le manine davanti agli occhi - Che fai signorina? - le chiesi

- Hai dato un bacino a papà! - Rispose guardandomi

- E allora? Lo sai che mamma e papà si danno i bacini. 

- Papo ha detto che io no bedere quando le pertone si danno bacini pecchè non debo diventale come loro.

- Sul serio Killian? - chiesi scioccata. 

- Che c’è! Non sarà di certo meno intelligente senza dare baci!

- Non dare ascolto al tuo papà piccola mia. Tieni mangia! - lasciai la bambina con Killian e andai al piano di sopra a controllare gli altri due e sistemare casa; con il fatto che stavamo uscendo poco e niente casa nostra era 24h no stop invasa da bambini e questo significava solamente una cosa: il caos regnava sovrano. Proprio mentre sto per mettermi seriamente a lavorare ecco un’altra chiama sempre da lui: August. Non rispondo e come di consueto ecco il solito messaggio... forse questa volta fu addirittura più crudele di tutti gli alti: 

 

“ io non capisco come tu possa essere così insensibile. Sto male lo capisci? Ho bisogno di te e tu non fai altro che negarti. Solo tu puoi aiutarmi... non fare l’egoista e pensa un po’ anche agli altri non solo a te stessa”  

 

Ve lo giuro ci rimasi malissimo. Lui sapeva benissimo la mia situazione, come poteva pensare che ero solamente un’egoista? È vero a molte sue chiamate non rispondevo ma perché sapevo già cosa vuolesse dirmi: vuoleva che lo incontrassi ma questa cosa  in questo momento è assolutamente fuori discussione.

 

“Non sono egoista August, mia figlia sta male e ha bisogno di me.”

 

“Anche io sto male eppure a te sembra non importare altrimenti mi risponderesti”

 

“ non essere infantile! è normale che non ti risponda se nelle tue chiamate non fai altro che chiedermi di raggiungerti nonostante tu conosca la risposta. Se hai un problema parliamone per telefono ma vedi parlarmene perché poi non ti lamentare che non ti rispondo più se non lo farai”

 

“Hai paura di Killian di la verità? Hai paura che scopra di noi vero?”

 

“Ho paura che scopra cosa August? Si può sapere cosa ti sta succedendo? Non ho assolutamente paura di Killian perché non c’è assolutamente nulla di cui aver paura!”

 

“Voglio vederti!”

 

“Ancora???? August non possiamo vederci! Se vuoi chiamarmi e spiegarmi cosa diamine ti sta prendendo bene, ti risponderò e ne parleremo, altrimenti ciao!” 

 

Lasciai il telefono nelle vicinanze nel caso chiamasse e mi misi a sistemare casa. Nessuna chiamata arrivó sul mio cellulare. Bene, evidentemente non era nulla di importante. Passai il pomeriggio con i miei bambini e con mio marito  ma qualcosa dentro di me non mi permetteva di stare tranquilla... non so dire precisamente cosa ma ero preoccupa. 

 

- Mammina? Pecchè tia leggina ancora non è arrivata? - chiese mia figlia impaziente sapendo che sua zia sarebbe venuta a cena da noi come quasi ogni sabato.

- Avrà fatto tardi tesoro! Vedrai che arriverà presto. 

- Mi avlà cucinato le lasagne? 

- Mmh vedo che la parola “lasagne” la pronunci perfettamente amore mio. - le feci notare - Non lo so se zia le ha cucinate tesoro ma se così non fosse non farle vedere che sei dispiaciuta ok?

- Ba bene! - ormai erano le sette, Regina di media stava qui intorno alle sei per poter dedicare un po’ di tempo a Chloe prima della cena: come mai ancora non era arrivata? A rispondere alla mia domanda fu  il mio cellulare il quale squilló. Era una chiamata da parte di Regina:

- Regina ciao tutto bene? 

- Si, però ho una brutta notizia da darti. Non posso venire a cena questa sera. Ronald ha preso l’influenza e non vorrei fare da tramite da lui a Chloe. Non mi sono fidata neanche di cucinarle le lasagne per paura di qualche germe, così ho chiesto a Granny di preparargliele. Dovrebbero  essere pronte ormai. Vedi se Killian può passare a prenderle altrimenti te le faccio portare da qualcuno. 

- Regina non dovevi disturbarti così! Vado io a prenderle non preoccuparti.

- Ah quasi dimenticavo, ho lasciato per la piccola un regalino da Granny, farti dare anche quello ok?

- Sei un caso senza speranza. Grazie ancora per la cena e grazie per avermi avvisato della situazione. Sei un’amica.

- Figurati, non vorrei mai si ammalasse di nuovo. ci sentiamo domani! 

- A domani.

Spiegare a Chloe che sua zia non sarebbe potuta venire quella sera a cena fu un’impresa ardua: iniziò a fare i capricci e nessuno di noi sembró essere in grado di consolarla. La lasciai a Killian sperando riuscisse a calmarla e mi recai da Granny come disse regina. Presi la lasagna che ci aveva gentilmente offerto, il regalino per la mia piccola e a piedi tornai a casa o almeno quello era il mio scopo.

 

- Ma allora non è vero che passi tutto il tuo tempo in casa! - sentii una voce alle mie spalle. 

- August! - esclamai - mi hai messo paura.

- Perché mi stai facendo questo è? Perché ti ostini a non volermi parlare? Ho bisogno di te: lo vuoi capire o no? 

- August ancora con questa storia? - sospirai - e va bene, sediamoci li - indicai una panchina - Ma ti avverto: non ho tutto il tempo di questo mondo. Devo tornare a casa.

- Da tuo marito suppongo...

- E dai miei figli. Allora... cosa c’è che non va in te? Cos’è che ti sta mandando ai matti?  Per quale motivo sei sei sempre così nervoso?

- Mi sto trasformando nuovamente in burattino...

- Me lo avevi accennato già qualche mese fa ricordi? 

- Si ma la cosa sembrava essersi fermata... forse grazie ad una buona azione non lo so di preciso ma ora sta riiniziando e la cosa peggiora sempre di più.

- Mi dispiace August... cosa pensi abbia scatenato questa cosa? Solitamente è legato alle tue azioni. Hai fatto...

- No, io non ho fatto nulla! Non è colpa mia se il mondo è sbagliato.

- Il mondo è.... August non riesco a starti dietro, per favore parla se sai qualcosa... come posso aiutarti se non so cosa ha scaturito tutto questo?

- Tu sei la soluzione! Io lo so Emma! 

- Sarei più che  felice di poterti dare una mano, ma come? Sono la salvatrice è vero ma non credo di....

- Tu sei la chiave Emma! Tu sola puoi salvarmi! Mi aiuterai vero? 

- Certo che ti aiuterò August, ci proverò almeno. Cosa devo fare? - lo vidi sedersi più vicino a me e prendermi le mani. 

- Grazie Emma! Grazie davvero, sapevo di poter contare su di te. - le sue mani passarono dalle mie mani sulle mie gambe e come se non bastasse si sporse ancora di più verso di me.

- August... August cosa stai facendo? - chiesi allontanandomi 

- Devi aiutarmi Emma tu sei la chiave! Ti prego fallo per me! - ma perché continuava a ripetere quella frase. Ero lì con lui cos’altro voleva?

- Senti August è evidente che non sei pronto a parlarne. Io torno a casa quando vorrai sai dove trovarmi. - feci per andare via ma lui mi strinse il polso con una ferocia inaudita - aiaaaa August mi fai male! 

- Non puoi andartene! Non prima di avermi aiutato! - mi sussurro quelle parole a pochi centimetri dal viso dopodiché non si allontanò, anzi.. fece una cosa che mai mi sarei aspettata cercó di baciarmi il collo. Lo allontanai all’istante spingendolo a terra. Ero furiosa, ma come si permetteva di comportarsi così? 

-  Ma ti è dato di volta il cervello o cosa? AUGUSTT! 

- Emma...

- Emma un corno! Risolviti i tuoi problemi da solo! - presi le mie cose sulla panchina e per la seconda volta consecutiva cercai di andar via; anche questa volta fallii miseramente  . Non so come ma mi ritrovai con le spalle al muro e completamente sporca di sugo! Quel cretino per cercare di non mandarmi via mi aveva praticamente tolto dalle mani la teglia facendola cadere. Qualsiasi cosa avesse una cosa era certa: non era in se quella sera e sarebbe stato meglio andare via prima di prenderlo sul serio a sberle. Usai la magia e in meno di un secondo fui a casa. Non pensai precisamente al luogo dove materializzarmi e questo fu un grande errore poiché quando mi materializzai nel salotto incontrai lo sguardo di Killian che vedendomi in quello stato si allarmó all’istante.

- Che diamine ti è successo? - mi domandó indicandomi i vestiti completamente sporchi di sugo. 

- niente vado a farmi una doccia! 

- Aspetta! Sicura che vada tutto bene? Sei strana... agitata oserei dire.

- Ma che dici amore! Sono semplicemente caduta mentre cercavo di portare a casa le lasagne di Granny! La cena è saltata mi dispiace. Faccio la doccia e vi preparo qualcosa ok? 

- Non preoccuparti faccio io! Ti aspetto di sotto. 

Andai al piano di sopra e mi misi sotto la doccia. ripensai a quello che era appena successo. Non potevo credere che August avesse provato a sedurmi. Ero arrabbiata, incredula... dentro di me c’erano sentimenti contrastanti e feci l’unica cosa in grado di farmi sentire meglio: piansi. Restai sotto la doccia per oltre quaranta minuti, uscii e mentre stavo per accendere il phon per asciugarmi i capelli il mio telefono iniziò a squillare. “Al diavolo” pensai e senza leggere chi fosse, tanto lo sospettavo, spensi il telefono in modo da non essere disturbata. Lasciai stare anche di asciugare i capelli, ero troppo nervosa, e andai in camera per vestirmi. 

- la cena è pronta! - mi informó Killian entrando nella nostra camera. 

- Grazie amore! Cinque minuti e scendo. 

- Ti aspetto di sotto allora! - prese la direzione della porta ma improvvisamente tornó sui suoi passi - Tanto per la cronaca: l’idea che ti sia successo qualcosa, che non mi dici,  non è svanita nella mia mente e ho tutta l’intenzione di riprendere questo argomento dopo cena. 

- Non è successo nulla Killian davvero. Sono semplicemente inciampata. 

- Mmmh e il regalo che la tua amica ha fatto a Chloe? - come faceva a... - la tua amica ti ha chiamato per sapere se alla bambina era piaciuto ma ha trovato il telefono spendo così ha chiamato me. 

- Nella fretta di tornare a casa credo di averlo lasciato per strada! 

- E per quale motivo tornavi di fretta? 

- Oddio Killian ma che vuoi si può sapereeree? 

- Mmmh bella reazione... sai che c’è? Forse non aspetterò questa sera: avanti spara: che è successo? 

- Te lo ripeto? Sono inciampata, sono caduta e mi sono rovintata i vestiti, non volevo farmi vedere in giro in quello stato e così ho usato la mia magia! È la mia versione dei fatti, non credere che la cambierò. 

- Hai paura di una mia possibile reazione vero ? 

- Ma cosa dici? Killian amore non c’è nulla ok? Perché non parlartene se mi fosse successo qualcosa? Tranquillo è tutto ok! - gli do un bacio sulla guancia dopodiché raggiungo Chloe e Leila al piano di sotto. non accennammo più a quell’argomento per tutta la sera e pensai quasi  si fosse convinto della mia innocenza ma era solo una mia illusione, in piena notte fui svegliata proprio da mio marito che mi chiedeva spiegazioni in quanto ad un livido sul mio polso. Ha il vizio di fissarne mentre dormo e evidentemente lo ha notato.

- Killian... sono le tre del mattino... lasciami dormire ok??? 

- Solo se mi dirai come ti sei fatta quel coso sulla mano.

- Sono inciampata e caduta... ancoraaaa???? 

- È un livido strano... Emma amore guardami: è successo o no qualcosa questo pomeriggio?

Dirglielo o non dirglielo? E adesso? Se glielo avessi detto gli avrebbe di sicuro spaccato la faccia mentre se sarei rimasta in silenzio mi sarei sentita in colpa per avergli mentito così ripetutamente e spudoratamente. 

- Non è successo nulla! Ora posso tornare a dormire? 

- Certo! 

Quella storia con quella notte finì... quella di Killian che mi faceva il terzo grado intendo, la pazzia di August invece continuó. Fin quando la cosa si limitò per telefono era gestibile ma poi cambió strategia e un bel giorno me lo ritrovai a casa. Killian era uscito da neanche cinque minuti il che quando sentii suonare il citofono di casa pensai che fosse lui che si fosse dimenticato qualcosa, quando vidi August alla porta rimasi basita.

- Non chiudermi la porta in faccia per favore! Volevo semplicemente chiederti scusa per l’altra sera. 

- Mamy chi è il tignore? - chiese Chloe che era in braccio a me.

- Ciao bambolina, io sono un amico della tua mamma, mi chiamo August. - rispose lui per me.

- Mamy è un pettonaggio del liblo di henny?

- Si amore, lui è Pinocchio! Ti ho raccontato la sua storia vero?

- Ti! - divenne improvvisamente triste. - Non debi pallale con lui. Pinocchio dice buzzie. Mamy andiamo a tocare di la! 

- Amore non è cortese mandare via le persone, inizia ad andare di sopra, appena avrò finito ti raggiungerò. 

- Posso...

- Si amore, puoi usare la magia per salire le scale. - anche i miglioramenti per la gamba procedevano alla grande ma le scale erano ancora un grande ostacolo. Aspettai che Chloe fu fuori portata d’orecchio dopodiché parlai :

- perché sei qui? - chiesi bruscamente.

- Per scusarmi te l’ho detto. 

- Ti rendi conto di quello che hai fatto? - dissi mentre lo facevo accomodare in salotto.

- Si... ma che dovevo fare Emma? Era ed è l’unica soluzione per mettere fine a tutto questo inferno.

- Non ti seguo... quale  sarebbe questa soluzione: baciarmi?

- Devi amarmi Emma! Il tuo amore mi salverà! - mi venne da ridere

- Scusa se te lo dico ma ultimamente sei fuori di te! 

- Noi ci apparteniamo Emma! Ci conosciamo dal giorno che sei nata, ti ho salvato la vita portandoti sul bordo della strada.

- È vero mi hai salvata ma poi hai preferito andartene con i tuoi amici e lasciarmi a marcire lì dentro. Senti August....per me sei un amico, nulla di più e questo non c’entra nulla con il nostro passato, sarei stata un semplice amica anche se fossimo cresciuti insieme. 

- Noi ci apparteniamo io lo so e il tuo amore impedirà che io mi trasformi ulteriormente.

- August... proverò ad aiutarti lo stesso ma in un altro modo. Io non appartengo a te. Io non appartengo a nessuno se non a me stessa. 

- Sono innamorato di te ok? - oddio questa era nuova.

- E io sono innamorata di Killian. Mi dispiace August. 

- Ti dispiace... TI DISPIACE DICI? - si alzó di scatto e per la rabbia dovuta a  quella risposta buttó a terra la lampada che era sul mobiletto accanto a lui rompendola in mille pezzi. - Sto morendo Emma e tu ti ostini a voler stare con quel pirata da strapazzo piuttosto che salvarmi? Ma che salvatrice sei! - lo vedevo avanzare verso di me e di conseguenza indietreggiai. Conoscevo August da un bel po ormai, non è un tipo pericoloso ma da un po’ di giorni a questa parte stava perdendo il lume della ragione ed era meglio essere cauti. 

- Non mettere in mezzo a questa storia Killian mi sono spiegata? - lo rimproverai.

- Sei tu che lo stai mettendo in mezzo! Per colpa sua tu non sarai mai mia! Ti sta manipolando!

- No ti sbagli! Sei tu che vuoi manipolarmi supplicandomi di stare con te! 

- Tu mi ami! Devi solo capirlo!

- Io non ti amo August fattene una ragione. - da lì fu un attimo, non so come ma riuscì a raggiungermi, mi prese per il braccio e strattonandomi mi tiró tra le sue braccia e mi tenne stretta.

- Così va molto meglio non trovi? - cercai di divincolarmi ma era di sicuro più forte di me. Pensai di usare la magia ma in quell’esatto momento sentii Chloe piangere e tutte le mie preoccupazioni si spostarono da me a lei. 

- August lasciami! la bambina ha bisogno di me!

- Andrai da tua figlia dopo che mi avrai aiutato. - sentii la presa farsi più leggera così gli diedi una spinta facendolo cadere sul divano e mi liberai. Cercai di prendere la direzione delle scale ma lui fu più veloce: mi prese per i capelli e mi fece indietreggiare. 

- AUGUST VA ALL’INFERNO! - sussurrai e ricevetti in pieno volto una cinquina che mi fece cadere dritta dritta sul pavimento. Possibile che ero in grado di sconfiggere mostri di alcun tipo ma non riuscivo a liberarmi di lui? Si era possibile... ho sempre visto August come un amico e non riesco proprio ad immaginarlo cattivo come invece si sta dimostrando. Le urla di Chloe si fecero sentire ancora più forti tanto che guardando verso le scale la vidi seduta lì mentre si teneva stretta alla ringhiera. Aveva visto tutto. 

- Emma guardami negli occhi: o ti convinci ad amarmi salvandomi la vita oppure di addio a tuo marito per sempre! 

- ESCI DA CASA MIA! ORAAAAAAAA!

- Come preferisci principessa ma sappi che ti ho avvisata. A te la scelta. Hai tempo fino a domani a mezzogiorno. Mi troverai da Granny. 

Non appena si richiuse la porta alle spalle sarei voluta scoppiare in un pianto liberatorio ma non potei farlo. Chloe era spaventata e aveva bisogno di me. Corsi da lei e cercai di consolarla. Impiegai un paio d’ore ma alla fine ci riuscii. Parlando con lei capii che non aveva capito tante cose ma aveva più che altro visto i comportamenti di quel ragazzo nei miei confronti. Chiese di suo padre, lo voleva a casa con noi e lì il mio cuore perse un battito. Come sarei riuscita a non dire nulla a Killian questa volta se Chloe aveva visto tutto? 

- Amore mio ascoltami attentamente ok? Papà tornerà questa sera perché ora è a lavoro. 

- Ma tu bitogno di lui. Tu bua! - indicó la mia guancia.

- Io non ho la bua amore. La tua mamma sta bene non preoccuparti per me. Ho avuto solo una discussione con un vecchio amico ma ora è tutto risolto. 

- Non tonnelà più qui velo?

- No amore non tornerà più. Te lo prometto ma tu devi promettermi una cosa: devi dimenticare quello che hai visto. Deve rimanere un nostro piccolo segreto ok?

- Come quando ho lotto un perttettino della nave e avevo Paula che papo si allabbiasse con me? 

- Esatto! 

- Ba bene mamy! 

- Brava la mia piccolina, ora vai con Prince a giocare in camera tua.

- Ok! Ti voglio bene!

- Anche io amore te ne voglio.

Mi sentii una pessima madre ve lo giuro ma non volevo che Killian sapesse cosa stava facendo August. Ero ancora convinta che ci fosse del buono in lui e che era solo la disperazione a farlo parlare. Ero un pochino spaventata è vero ma volevo comunque arrivare fino in fondo a questa storia. Avrei parlato con Blue e avrei trovato insieme a lei una soluzione per aiutarlo. 

Quella giornata fu lunghissima da affrontare, oltre a ripulire il casino fatto da August mi concentrai su Chloe per vedere se effettivamente avesse superato lo shock iniziale. Sembrava di sì tanto che quando entrò Killian e lei non fece nessun riferimento alla mattinata mi tranquillizzai all’istante. La feci cenare e la misi a letto mentre noi aspettammo che tornasse a casa Leila. Era stata da Robin a giocare e come di consueto evitai che vedesse sua sorella. Cenammo anche noi dopodiché ci sedemmo un po’ sul divano a chiacchierare tutti e tre. Leila si accorse che la lampada fosse sparita e mi chiese il perché. Inventai che spolverando mi fosse caduta e sembró crederci. Fu alla domanda come mai fossi truccata nonostante fosse sera che vidi Killian alzare il sopracciglio incuriosito. Non mi truccavo mai quando ero in casa quindi era un evento molto strano. 

- Ho ordinato dei prodotti online e li ho provati... non avevo nulla da fare! - sorrisi

- Sei bellissima mamma! 

- Grazie amore mio, lo sei anche tu! 

- Sarei più bella con il trucco? - chiese.

- No no no e no! Non ci pensare minimamente. Ti truccherai il giorno in cui compirai 40 Anni. - Killian Killian Killian, menomale che ci sei tu con le tue battute da papà geloso a tirarmi su. 

- Ma papy! 

- Niente papy, non mi convincerai così, - le disse ridendo - ora a nanna che è tardi! 

- Va bene buonanotte.

- Buonanotte tesorino. 

Rimanemmo da soli ma nell’esatto momento in cui mi si avvicinò stringendomi a se mi vennero in mente le immagini di quella mattina e mi alzai di botto lasciandolo perplesso. 

- Ti senti bene? - mi chiese

- S..si sono solo... stanca. Vado a letto. 

- Aspetta un minuto - mi prese delicatamente il polso e anche questo gesto mi fece scattare. stavo impazzendo?sapevo che era Killian, sapevo che non mi avrebbe mai fatto del male, eppure il mio corpo reagiva da solo. - Emma amore, mi sto seriamente preoccupando, che c’è? Dimmelo...

- Killian scusami, non so cosa mi sia preso. Corsi da lui e lo abbracciai con quanta più forza avessi in corpo. Volevo piangere, sfogarmi... ma evitai di farlo per paura della sua reazione. Sarebbe capace di farsi arrestare lo so. 

- Sicura che sia tutto ok? A me non sembra.

- È tutto ok! Davvero... ora però vorrei andare a dormire, sono sfinita. 

- Come vuoi, ti faccio compagnia andiamo. 

Sarà stato lo spavento, il non voler dirgli nulla o non so cosa ma riuscii ad addormentarmi subito. Anche quella giornata era finalmente passata. 

 

POV KILLIAN.

Non so come spiegarlo eppure dentro di me qualcosa mi diceva che Emma non me la stava raccontando giusta e ne ebbi la conferma qualche ora dopo quando, non riuscendo a prendere sonno, vidi mia figlia affacciarsi insieme al suo cagnolone alla porta della nostra stanza. Potevo vedere nei suoi occhi che qualcosa la turbava, molto probabilmente un brutto sogno. Mi alzai dal letto la presi in braccio e la portai con me nel salottino al piano di sotto per non svegliare anche Emma. 

- Amore di papà come mai sei in piedi? Non riesci a dormire?

- No! 

- Ti fa male la gamba? - chiesi visto che molte volte capitava che si lamnentasse per quel motivo.

- No.

- Hai fatto un brutto sogno allora? 

- No. Io.... io ho....

- Tu cosa piccolina? A papà puoi dire tutto. 

- È un tegleto che ho con mamy... 

- tu sai che però tra mamma e papà non ci sono segreti vero? - annuì - Bene, allora raccontami cos’è che ti preoccupa così posso tranquillizzarti io. - non so perché ma quelle parole la fecero piangere mettendomi in allarme ancora di più, cosa mai poteva essere successo di così brutto? 

- Mamy ha la bua papo ma non lo dice...

- Mamma ha la bua? E quando se l’è fatta? 

- Oggi quando... quando il tignore è benito a casa nottra. Lui ha dato uno chiaffo a mamy

- Aspetta un secondo Chloe! - avevo sentito bene? Qualcuno era stato in casa e aveva messo le mani addosso a mia moglie? - Qualcuno ha dato uno schiaffo alla mamma? 

- Ti. Le ha tilato i capelli, l’ha  fatta cadele a tella e poi... e poi si è allabbiato tanto con lei e ha lotto la lampada... quella che tava la! - non potevo credere alle mie orecchie.

- Amore mio è importante, lo conosci questo signore? Lo hai già visto da qualche parte? Sai come si chiama? 

- Lui è Pinocchio. Quello delle teorie di Henny! - cosa cosa cosaaaaa? Il sangue mi arrivó dritto dritto al cervello ma dovetti mantenere la calma perché davanti a me c’era mia figlia e non volevo assolutamente spaventarla. 

- Quindi Pinocchio avrebbe aggredito la tua mamma? 

- Ti papà! Ho Paula che lo rifalà!

- Stai tranquilla amore mio, quel signore non si avvicinerà mai più alla tua mamma te lo posso garantire. Ora torna a letto ok? 

- No! 

- Andiamo non fare i capricci, ti porto nel tuo lettino e buona buona farai le nonne ok? Io devo andare dalla tua mamma adesso.

- Potto venile con te da lei? 

- Magari domani stellina mia. Dai... andiamo ti accompagno.

La portai nella sua cameretta, l’adagiai sul letto, aspettai che si addormentasse dopodiché andai in camera. Le mie mani tremavano dalla rabbia: come si era permesso quel debosciato di venire in casa mia e aggredire mia moglie? E sopratutto: perché Emma non me ne ha parlato? Che centrasse sempre lui con i suoi comportamenti dei giorni precedenti? Non potevo aspettare l’indomani  per parlarle. Volevo sapere la verità in quel momento e di conseguenza la svegliai.

- Amore... amore svegliati... ho bisogno di parlarti! - le sussurrai all’orecchio cercando di non farle percepire il mio stato d’animo. 

- Parlare??? - guardó l’orologio vedendo che erano solamente le quattro del mattino - Una volta mi svegliavi in piena notte perché avevi voglia di fare l’amore con me; che c’è siamo già passati allo step successivo?

- Se sarai brava e risponderai ad alcune cose che vorrei proprio sapere allora chissà... magari qualche voglia tornerà. - la verità è che in quel momento non avevo assolutamente voglia di romanticismo, avrei voluto uscire di casa e andare a spaccare la testa ad una certa persona di mia conoscenza ma non era il caso di dirlo così apertamente.

- E va bene! Si mise a sedere. Di cosa vuoi parlare? 

- Andiamo di sotto così ci facciamo un bel caffè! - la presi per mano e l’aiutai ad alzarsi. - siediti qui- le dissi una volta arrivati al divano. Andai a prendere il caffè e tornai da lei. Era ancora truccata,  lo si vedeva dalla linea della matita per gli occhi sbavata. 

- Che c’è sei diventata talmente pigra che non ti strucchi neanche più? - la buttai li.

- Ero stanca! - sorrise. 

- Immagino tesoro. 

- Allora di cosa volevi parlarmi Killian?

- Prima che te lo dica rispondimi ad una domanda: ma la lampada che ci hanno regalato i tuoi? 

- te l’ho detto... è caduta. - Emma ma davvero? Così mi istighi peró.... Killian respira e stai calmo... 

- ah si? E come ha fatto? 

- ero semplicemente distratta... ma perché tutto questo interesse per la lampada? Non ti è neanche mai piaciuta! 

- Mah; non so... Forse perché la tua figliola adorata mi ha detto che la lampada è stata rotta da un uomo entrato in casa questa mattina! - volevo trovare altri modi per iniziare il discorso ma proprio non ci riuscii.

- Chloe ti ha.... - la vidi sbiancare...

- So che il tuo amico è stato qui! Ora voglio sapere cos’è successo! 

- Cosa è succ... Killian! - sbarró gli occhi - Non crederai mica che ci sia andata a letto? 

- Non ti ho detto che sospetto qualcosa, ho detto di raccontarmi com’è andata e perché è venuto qui! 

- Voleva che lo aiutassi... tutto qui. 

- Lo hai aiutato? 

- No,non ho potuto. Domani vedrò di parlare con blue e capire se si può fare qualcosa. 

- Qualcosa per cosa? 

- Si sta trasformando in burattino.

- E cosa centra con te? Perché è venuto da te?

- Non lo so. Non essere geloso ti prego.

- Non sono geloso...

- Come no? Lo vedo dalle tue mani: stanno tremando. 

- Le mie mani stanno tremando perché so sonla verità che  non mi dici.  Avrei tanta voglia di dirti quello che già so ma ti sto dando la possibilità di parlarmene per prima.

- Non è successo niente di quello che pens. Non sono un’idiota! Quante volte devo dirtelo che non provo niente per lui?

- Emma per la miseria non sto parlando di questo! Sono giorni che sei strana e stasera non sei stata  da meno. Ho fatto finta di nulla, ti ho sempre dato i tuoi spazi ma adesso basta. Confessa.

- Ma confesso cosa? Va tutto bene Killian.

- Chloe ha parlato! Tua figlia ha visto qualcosa Emma. Qualcosa che non mi piace per niente. Vuoi che ti esponga i fatti? Ok: so che August è stato qui, so che si è arrabbiato con te e che ti ha messo le mani addosso! - la vidi con le lacrime agli occhi - È così Emma? - non mi rispose - EMMA! È così? 

- Era... era solo uno schiatto! - mi rispose come a volerlo difendere.

- Brutto figlio di... - mi alzai e raggiunsi la porta d’ingresso.

- Killian fermati ti prego! Dove stai andando?

- Secondo te? 

- No ti prego non farlo! Lascialo in pace, non metterti nei guai per favore! 

- Quello che finirà nei guai sarà lui tesoro! Nessuno mette le mani addosso a mia moglie! 

- Se mi ami fermato ti prego! - mi supplicó con i suoi occhioni spaventati.

- Ok mi fermo, ma solo se mi racconterai per filo e per segno cosa è successo oggi e cosa è successo la famosa sera che sei tornata a casa in quelle condizioni. Prenditi tutto il tempo che ti serve, perché ti vedo agitata, io mi metterò qui e quando sarai pronta ti ascolterò. 

Dovetti attendere più di un’ora ma alla fine mi confessó tutto. Mi disse che lui ci aveva provato con lei e che al suo rifiuto l’aveva trattata male... mi disse che si era spaventata e che non voleva dirmelo per non farmi preoccupare. Ero arrabbiato... non con lei, ci mancherebbe altro, ma con lui: come si era permesso di trattare mia moglie in quel modo? Sarebbe stato da raggiungerlo e ucciderlo ma Emma aveva bisogno di me in quel momento e lei veniva prima di tutto. La strinsi a me e la feci sfogare per bene, pianse tutta la notte e quelle lacrime portarono a scioglierle tutto il trucco che si era messa mostrando finalmente il segno sul viso che quell’animale le aveva lasciato. Era troppo... aveva superato ogni limite e di sicuro non l’avrebbe passata liscia. 

- Tra poco dovrò andare da Blue... - mi disse al mattino - promettimi che starai con i bambini e che non ti allontanerai da qui!

- Dopo tutto quello che ti ha fatto ancora ti ostini ad aiutarlo?

- Voglio solo che questa storia finisca... promettimi che resterai qui e non farai di testa tua.

- Se vuoi che ti prometta che non lo metterò sotto i piedi mi dispiace ma non te lo posso garantire; ma ti assicuro che questa mattina starò in casa con i bimbi e non mi muoverò di qui. 

- Promesso?

- Promesso! - la vidi avvicinarsi a Liam per salutarlo e uscire ma la bloccai.

- Senti non sono sicuro di riuscire a starmene con le mani in mano... chiama blue e falla venire qui ok? - Pensavo alzasse gli occhi per aria invece mi sorrise. 

- Apprezzo la sincerità! Vado a chiamarla. 

Blue arrivó una quarantina di minuti dopo e sorpresa delle sorprese sapeva già la situazione. August prima di dare i numeri era stato da lei. Secondo la nostra adorata fatina variopinta August era innamorato di Emma e ha provato con gesti che ne io e ne Emma abbiamo mai notato ad avvicinarla. Questo ha portato ad un inizio della trasformazione che si è momentaneamente fermata il giorno che l’aiuto ad organizzare il nostro anniversario. Ultimamente le cose erano  riiniziate, August  stava  perdendo completamente il lume della ragione e la trasformazione sta avanzando sempre di più.

-  Non c’è niente che tu possa fare Emma. Solo lui può aiutare se stesso capendo l’errore  che sta facendo.

- Visto amore? - le dissi io - smetti di provare ad aiutarlo! Non puoi fare nulla. 

- Ma io devo aiutarlo perché altrimenti... - si bloccò improvvisamente e li capii che c’era dell’altro sotto.

- Altrimenti cosa? Ti ha anche minacciato non è vero? - e come al suo solito non rispose - DANNAZIONE EMMA, RISPONDIMIIIII! TI HA MINACCIATAAA??????

- papo... pelchè glidi alla mamma? - mi sentii un fallimento totale per aver fatto assistere le mie due bimbe a quella scena ma non mi ero minimamente reso conto che erano in stanza con noi.

- Si papà, perché hai urlato alla mamma in quel modo? Mamma non merita questo!  Continuó Leila.

- Bambine...

- No vuoi pu bene alla mamma? - gli occhietti di Chloe divennero lucidi.

- Ma no tesoro che cosa ti viene in mente - mi avvicinai a loro e le abbracciai entrambe - amo vostra madre e lo sapete. 

- E allora perché le hai gridato in quel modo papà?

- Vedete bambine... papà è molto stanco in questo periodo e come tutti può sbagliare: non volevo urlare a vostra madre e mi dispiace. non si ripeterà più ok? Potete stare tranquille.

- Mamy è bero quello che dice papo? Lui non allabbiato?

- No amori miei! Leila per favore accompagna tua sorella di sopra  e stai attenta a non farla cadere per le scale.

- Posso accompagnarla io come una persona grande? 

- Si tesoro ma te lo ripeto: stai attenta ok? 

- Va bene! Andiamo Chloe. 

Aspettammo che entrambe salirono di sopra nella speranza che non cadessero visto le evidenti difficoltà della piccolina dopodiché riprendemmo i nostri discorsi. 

- Emma tesoro... scusami davvero, le bambine hanno ragione, non dovevo aggredirti così ma voglio sapere: cosa ti ha detto? Dimmelo per favore prometto di non fare altre scenate. 

- Mi ha detto che se non lo aiuterò se la prenderà con te! Si sì sì ok so quello che pensi, che sei bravo a sopravvivere, che non devo preoccuparmi per te e tutto quello che vuoi tu, ma non posso starmene con le mani in mano quando la mia famiglia viene minacciata. 

- Lo stesso vale per me, quindi perché io dovrei restarmene qui con le mani in mano mentre tu no?

- Perché io so di non combinare cazzate. Ti voglio in vita Killian ma non ti voglio in galera! Hai il cervello impossessato dalla rabbia, si vede palesemente, non saresti lucido. Fammi stare tranquilla ok? Vado da lui, provo a farlo ragionare. E torno.

- Vorresti ancora incontrarlo?

- Devo ma ti garantisco che sarà l’ultima volta. 

- Non voglio. Non sto tranquillo. E se dovesse...

- Non farà nulla perché ci vedremo da Granny e ci sarà altra gente. - mi bació - stai tranquillo sarò qui  entro l’ora di pranzo. Blue grazie del tuo aiuto sei stata indispensabile. 

- Di nulla Emma! Stai attenta mi raccomando! 

Annuì con il capo e uscì di casa. 

Starmene buono in casa sapendo che mia moglie non era propriamente al sicuro non fu una cosa facile da fare. Ma ancora più difficile fu avere quella fatina in casa come se volesse controllarmi dal fare qualche stupidaggine. Mi andai a sedere sul divano ormai rassegnato e giocai un po’ con Liam ignorandola. In casa a parte i gorgoglii del piccolo regnava il silenzio più totale fino a quando non sentii, dopo mesi che questo non accadeva, le piccoline litigare. Non capii esattamente il significato della loro discussione, sentii un: “non puoi venire con me sei ancora malata” e un “io tono forte”. Non diendi loro molto peso pensando stessero litigando sul giocare a qualcosa ma mi sbagliai. Qualche minuto dopo Leila si materializzò nel salotto completamente spaventata. 

- Papy mamma è in pericolo! 

 

***

POV EMMA. 

Ora che Killian sapeva la verità mi sentivo in parte più sollevata. Non avevo più necessità di mentirgli e questo era un gran passo avanti. Ero stata una stupida a non parlargliene fin da subito. Di sicuro non saremmo arrivati a questo punto.  Stavo per incontrare August e questa volta ero più aggirata della volta precedente. Avrei dovuto dirgli che tra me e lui non sarebbe mai potuto esserci niente, che avrebbe dovuto accettare la cosa e andare avanti eppure nonostante ero pronta a farlo avevo paura. Non per me, quando voglio so difendermi, ma per Killian. Ho paura che August faccia qualche stupidaggine e di conseguenza Killian potrebbe o reagire in maniera smisurata e passare dalla parte del torto oppure essere una semplice vittima. In ogni caso la cosa gli si ritorcerebbe contro e non voglio. Presi un respiro profondo ed entrai nel locale; era già lì ad attendermi.

- Benvenuta tesoro! 

- August senti io...

- Cominciamo già molto male tesorino. Neanche un mezzo abbraccio mi dai? Non ti sono mancato per niente? -  ormai era proprio arrivato a limite, non distingueva più  l’immaginazione dalla realtà. 

- No! Niente abbracci! Voglio parlare.... 

- vuoi parlare? Va bene parliamo! Di cosa vuoi parlare amore? - ignorai quell’appellativo ma solo per non farlo arrabbiare.

- August... ti voglio un bene dell’anima e lo sai, anni fa mi hai fatto aprire gli occhi su qualcosa per me impossibile da credere e te ne ringrazio, mi hai aiutata da piccina quando ancora non conoscevo il mondo della magia dicendomi che da un banalissimo anatroccolo mi sarei potuta trasformare in un cigno... sono tutte cose che porto e porterò per sempre nel mio cuore ma questo non basta a farmi innamorare di te. Io...

- Andiamo fuori! - disse bruscamente alzandosi dal tavolo.

- No, voglio restare qui, non ho ancora finito. È importante August, devi ascoltarmi. 

- Andiamo fuori ti ho detto! - non mi diede altra scelta, mi prese per mano e mi trascino fuori dal locale fino ad arrivare ad un vicolo buio. - forse non ci siamo capiti amore mio... tu sei mia! Tu non puoi non amarmi ok? Avanti da brava: perché non mi saluti come si deve è? - provó a baciarmi ma mi scansai offrendogli la guancia cosa che naturalmente non gradì.

- Ti piacciono le maniere forti quindi... beh non mi sorprende, dopotutto il tuo ex maritino è un pirata.

- Non è il mio ex marito! Lui “è” mio marito! Porta rispetto! 

- Te la faccio passare io la voglia di rispondermi male ragazzina! - mi prese per i capelli e mi strattonò fino al muro più vicino dove mi bloccó con il suo corpo. Non potevo muovermi e come se non bastasse August mi mise una mano sul collo. Non strinse quindi potevo respirare tranquillamente ma quello era solo l’inizio quindi cominciai a prepararmi all’idea di dover usare la magia in caso di pericolo. Non volevo farlo, volevo solamente farlo ragionare, ma non mi sarei di certo fatta fare più male del dovuto. 

- Voglio solo parlarti... - gli dissi cercando di tenere i modi pacati. 

- Non voglio più parlare... voglio che mi dimostri il tuo amore tesoro. Non vergognarti, non ci vedrà nessuno. 

- August davvero... non posso. Non costringermi ad usare la magia. 

- La magia? Quale magia! Non hai più magia amore mio! - mi prese il braccio sinistro e me lo fece vedere. Il bracciale di zelina era proprio lì. Ma come era possibile: non lo aveva distrutto Chloe? - che c’è sorpresa? Pensavi davvero che non avessi calcolato l’idea di essere incenerito dalla salvatrice? Sei mia tesoruccio non mi scappi di certo.

- LASCIAMI AUGUSTTTTTT! 

- E perché dovrei farlo... sei mia tesoro. Lascio la presa sul mio collo e la sostituì con le sue labbra. Non potevo muovermi, era più forte di me e questo mi spaventó. Nel mio lavoro da cacciatrice di taglie ero sempre stata sotto rischio di attacco ma mai un mio amico era arrivato a tanto. Mi sono sempre saputa difendere ma in quel momento mi sentii come paralizzata. Avevo paura... se non si era fatto scrupoli a trattarmi così tu pensa cosa avrebbe potuto fare a Killian...  non potevo permettere che gli facesse del male. Forse dovevo semplicemente assecondarlo e trovare il momento migliore per fuggire.

- Mamma... mamma che... che sta succedendo? Chi sei tu? Cosa stai facendo alla mia mamma? - improvvisamente sentii la voce di mia figlia. Leila era lì???? Guardai con la coda dell’occhio e la vidi in piedi all’inizio del vicolo che mi guardava spaesata. 

- Leila vai casa amore! - dissi mentre le lacrime cominciarono ad uscire dai miei occhi mettendola in allarme.  Non volevo che mia figlia stesse li ad assistere a quella scena. 

- Ma quanti marmocchi hai messo su è? Non ti pensare che li terremo tutti con noi... voglio avere la casa libera per divertirci cara. - disse per poi ignorare mia figlia e continuare quella spiacevole tortura sul mio collo

- Per favore August... non davanti a lei... 

- ancora che parli? - la sua mano tornó sul mio collo con una forza decisamente maggiore rispetto alla volta precedente ma prima che lo fece riuscii a gridare a mia figlia di chiamare aiuto.

- LEILA CORRIIIII! CHIAMA PAPÀ! - in un nano secondo la piccola sparì.

- Vuoi vederlo morire sotto i tuoi occhi? Bene lo vedrai! Ma non prima di avergli concesso un bello spettacolo. Era estate e Faceva caldo quel giorno... non indossavo di certo la mi solita giacca di pelle e questo fu un male perché riuscì a strapparmi parte della maglia che portavo. Non riuscì a fare altro perché mio marito si materializzò lì grazie all’aiuto di mia figlia che subito obbedì  all’ordine si suo padre di tornare a casa. Fu un attimo: Killian si fiondó su August pestandolo a sangue. Provai a dividerli ma fu impossibile. Killian era inarrestabile. 

- Killian per favore lascialo! - lo supplicai quando lo vidi sferrargli non so quali colpi sul viso. - ti prego amore... lo uccidi così.

- È il minimo! 

- Che diamine succede qui? - tutto mi sarei aspettata tranne di vedere Regina passare da quelle parti - cosa sta... KILLIAN!!!!

- Ti prego Regina separali con la magia prima che si uccidano! - detto fatto! Presto entrambi i due uomini furono separati e immobilizzati l’uno lontano dall’altro dalla mia amica. 

- Mi spiegate che diavolo sta succedendo? E tu? - mi fissó - che ti hanno fatto???? - si preoccupò anche lei e non ci mise molto a fare due più due . - non mi stupisco che tuo marito abbia reagito così anzi... mi stupisco che lui sia ancora vivo - indicó August.

- Lascia stare, ti spiegherò tutto a tempo debito ora per favore toglimi questa specie di trappola infernale dal braccio.

- Oddio questo bracciale è una pesecuzione o cosa? Ecco fatto! 

- Grazie ora lascialo pure a me -  indicai August - puoi lasciare anche Killian ma solo se se ne starà buono al suo posto. - annuì. Bloccai io stessa August con la magia e mi avvicinai a lui guardandolo negli occhi.

- Come ti dicevo poco fa ti devo ringraziare per molte cose. È vero: il tuo compito prima di venire in questo mondo era quello di sorvegliarmi e tenermi compagnia fino ai miei 28 anni e non l’hai fatto, ma questo non indica che tu non sia stato presente nella mia vita. Ci sei stato nei momenti in cui ne avevo particolare bisogno e questo mi basta a considerarti un ottimo amico. Purtroppo però le amicizie vanno e vengono e qualcosa tra di noi anche se involontariamente si è rotta. La colpa è di entrambi. Io mi sono sposata e ho avuto meno tempo da dedicarti, tu invece non so perché  hai cambiato idea sul mio conto: non ero più l’amica quella con cui passare le serate a parlare, ridere e scherzare ma sono diventata colei con cui avresti voluto condividere la vita e non solo. 

- cosaaa???? - chiese Regina incredula a quelle parole ma Killian le fece segno di non parlare.

- Avresti dovuto parlarmene... di sicuro non saremmo arrivati a questo punto. 

- Non avevo tempo per parlare... se volevo restare in vita dovevo agire subito ma ora grazie a te sono spacciato!

- GRAZIE A MEEEE? TI STAI MORENDO GRAZIE A ME AUGUST? Ma finiscila... se fossi venuto da me agli inizi della tua trasformazione avremmo di sicuro trovato una soluzione. Abbiamo sconfitto tanti di quei mali che questo sarebbe stato  un gioco da ragazzi. Non ti sei voluto far aiutare e ora mi vieni a dare la colpa? Scusami tanto August se ho deciso di non farmi vuolentare da te! Tze... non ti rendi minimamente conto di quello che hai perso. Sono stata sola per gran parte della mia vita e inizialmente stavo bene... poi però ho capito che l’amicizia è uno dei doni più preziosi della vita, un dono che va tenuto stretto. Tu hai deciso di mandare tutto al diavolo e ora non venirmi a dare la colpa. Ti sei condannato da solo e per quanto vorrei odiarti in questo momento per quello che mi hai fatto non ci riesco. Mi dispiace... mi dispiace per te.

 

August alle mie parole cambio completamente espressione e cominció a piangere. Non avevo mai visto August piangere e nonostante tutto quello che mi aveva fatto provai tenerezza per lui. Sono un caso disperato lo so. 

- mi... mi dispiace Emma! Mi dispiace davvero tanto!  Non avrei mai voluto farti del male... non so cosa mi sia preso. ero disperato... sono disperato... ti prego non... non mi abbandonare. 

- Tze! ma che grandissima faccia tosta! Emma per favore andiamocene! - disse killian prendendomi delicatamente  per mano 

- NO EMMA! ASPETTA TI PREGO! NON ANDARTENE! PERDONAMI! Ti chiedo scusa per tutto...

Sembrava sincero, sembrava seriamente pentito. il mio super potere non sbagliava mai quindi ero convinta che fosse così ma non potevo perdonarlo così su due piedi. Doveva comprendere fino in fondo il suo sbaglio, solo così magari sarebbe riuscito a salvarsi. Mi avvicinai a lui, gli accarezzai il viso e gli dissi: 

- mi dispiace August! Ormai è troppo tardi per il mio perdono. Presi la mano di Killian e andai via da quel vicolo in lacrime. Quella sarebbe stata di sicuro l’ultima volta che lo avrei visto. Regina fece per seguirci ma venne fermata da August il quale la imploro di chiamare la madre superiora per un’ultima confessione... 

 

POV KILLIAN.

Passarono un paio di settimane da quel giorno e Emma era ancora sotto shock... non tanto per l’aggressione subita tanto quanto per la morte molto probabile del suo vecchio amico. Nonostante le avesse fatto del male non riusciva a non stare male per lui. È troppo buona a volte ma io non sono nessuno per impedirle di esserlo: è il suo carattere e mi va bene così. Nessuno ci disse se fosse morto, se si fosse solamente trasformato o cosa... sembrava essersi volatilizzato. Neanche Marco si vedeva più in giro e la cosa ci diede la conferma che August avesse fatto una brutta fine. Scoprimmo  cosa accadde effettivamente ad August solamente qualche giorno più in là  quando Leila venne chiamata dalla scuola per un progetto estivo. Non volevamo mandarla inizialmente, era una cosa facoltativa ed era estate, ma la piccolina aveva insistito e visto che anche lei per via della malattia di sua sorella ne aveva passate parecchie decidemmo di accontentarla. Dopo averla accompagnata dalle sue maestre io e killian ci concedemmo una passeggiata, Chloe era da Whale per la sua seduta di fisioterapia e Liam era con i nonni. nel tragitto dalla scuola verso il porto vedemmo  Marco in lontananza ma era impegnato a parlare con non so chi quindi evitammo di disturbarlo. Non sembrava triste e questo mi mandó in confusione: come faceva ad essere così tranquillo dopo aver perso un figlio? Io non ci sarei mai riuscito. Scoprii la verità qualche ora più tardi quando lo vidi davanti i cancelli della scuola elementare. 

- Marco! - esclamó Emma sorpresa anch’essa di vederlo - come mai da queste parti? 

- Non.. non l’hai saputo? La madre superiora non te l’ha detto? 

- non mi ha detto cosa...

- Mamma papà! Siete venuti entrambi! - mia figlia Leila ci salto letteralmente addosso! - mi sono divertita tantissimo! Abbiamo fatto molte cose belle, non vedo l’ora di raccontarle a Chloe.

- Amore sarebbe meglio evitare, tua sorella potrebbe restarci molto male in quanto non può partecipare.

- Ok! Però voglio dirle che ho un nuovo amico! È lui! - mi indicó un bimbo che era accanto a noi e che fino in quel momento non avevo visto. Era rossiccio e con le lentiggini. Avrà avuto si e no un annetto in più a Leila. Non era un bambino sconosciuto sapevo perfettamente chi fosse in quanto lo avevo incontrato in quella versione già anni addietro. - papà, mamma lui è il mio nuovo amico: August. - io e Emma restammo entrambi esterrefatti, chi in maniera positiva chi in maniera negativa. 

- Bambini andate a giocare un altro po, vi chiamiamo quando è ora di tornare a casa - disse Emma per allontanarli. 

- Dalle vostre facce deduco che la madre superiora non vi ha i formati. Mio figlio si è pentito terribilmente di quello che ti ha fatto Emma, ha chiamato la madre superiora non per invocare aiuto ma per un’ultima confessione. Era talmente pentito che si sarebbe lasciato morire così gli è stata data un’ultima possibilità. Non ricorda più niente del suo passato come invece è capitato altre volte. Per lui ora sei semplicemente la mamma della sua amichetta. 

-  frena! Leila non sarà mai sua amica! - dissi io fermamente

- Killian.... sono... sono bambini, lui non è responsabile di quello che è successo.... - provó a dirmi Marco e mia moglie lo assecondó.

- Marco ha ragione tesoro, mi fa strano sapere che mia figlia faccia amicizia con il mio ex migliore amico ma alla fine sono solo bambini. 

Evitai di dire altro, il mio pensiero lo avevo già espresso. Di gran lunga  preferivo Gideon a lui ed era tutto dire. Sarò un papà geloso, apprensivo, iperprotettivo e tutto quello che volete ma una cosa è  sicura: mia figlia non stringerà mai amicizia con lui.

 

Note dell’autore: che ne pensate? Abbiamo accennato un paio di volte ad August nei capitoli dove ho presentato le sorelle jones adolescenti e quell’August appariva un adolescente anche lui: come era possibile che fosse adolescente se nel presente di Emma e killian era anche lui un adulto? Eccovi spiegato il perché. Ora però una battuta mi viene spontanea: caro Killian hai ragione: August non diventerà amico di Leila ma bensì il primo fidanzatino di Chloe. Ehehheeh ve la immaginate la reazione non appena lo scoprirà? Sarebbe da scriverci un capitolo. Chissà! Forse lo scriverò. Ditemi voi. Alla prossima.

  
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