Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Feisty Pants    28/09/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXXVII
RIVINCITA


 
Idunn tornò a casa stravolta e trovò Agnarr nella stessa posizione in cui l’aveva lasciato ossia seduto sul divano intento a pensare.

“Quindi, cosa facciamo?” domandò lui triste.

“Non possiamo permettere ad Anna di compiere il nostro stesso errore. Siamo stati stupidi Agnarr!” si accusò lei avvicinandosi al marito.

“Hai ragione. Siamo stati egoisti. In realtà la nostra vita sta diventando sempre più monotona. Siamo benestanti e un bambino è quello che ci manca” concluse lui prendendole la mano ed invitandola a parlare con le ragazze.

Idunn salì le scale piano e si fermò sulla soglia della porta della camera di Anna dove la sentiva piangere e confidare con la sorella. Quella scena le fece stringere il cuore. Le sue bambine erano sempre state unite e si erano sempre aiutate, proprio come lei e la madre di Rapunzel. Idunn bussò alla porta e si sentì morire al pensiero di aver fatto del male alla sua Anna.

“Se entri per restare allora accomodati, altrimenti non venire perché come vedi siamo già in una valle di lacrime” esordì Elsa ancora arrabbiata per prima.

“Oh insomma smettetela adesso. Fammi entrare che vi devo dire una cosa importante” disse Idunn prendendo coraggio e mettendo piede nella stanza con fermezza.

“Anna, scusami” cominciò lei sedendosi di fronte al letto della figlia. Anna stringeva a sé un cuscino e aveva il volto addirittura irritato dalle lacrime.
“Sei coraggiosa… e io sono fiera di te e di tua sorella. Siete state più forti di me” continuò la madre non riuscendo a smuovere la figlia immersa in una profonda crisi di pianto.

“Che intendi dire?” chiese Elsa avvicinandosi e sedendosi accanto ad Anna.

Fu allora che Idunn ripercorse con la memoria i suoi 18 anni.

Una ragazza dai lunghi capelli castani camminava in un parco con il compagno della stessa età. Idunn era una persona timida e silenziosa mentre Agnarr, giovane dai capelli rossicci e il fisico muscoloso, era il capitano della squadra di basket e il più conteso da tutte le studentesse.

Un giorno Idunn visse la stessa situazione della figlia perché, notato il ritardo delle mestruazioni, scoprì di aspettare un bambino.

Agnarr si spaventò subito. Uno dei ragazzi più celebri della scuola pronto a diventare padre?! Ne andava della sua reputazione! Tutto questo non lo disse ad Idunn ma non si fece vedere sicuro di fronte alla notizia, motivo per cui le chiese un giorno di tempo per riflettere.

Idunn si trovò sola. L’unico supporto lo ricevette dalla sorella che la costrinse a parlare con i genitori. I nonni delle sorelle Arendelle erano venuti a mancare molti anni prima ed Anna ed Elsa non li ricordavano bene. Sapevano solo che erano dei ricchi imprenditori che desideravano per la figlia maggiore un futuro strabiliante. La notizia della gravidanza li scosse a tal punto da dividere Agnarr e Idunn. I genitori, infatti, designavano il ragazzo come un nullafacente e non lo desideravano come futuro coniuge della figlia perfetta.

Idunn visse una settimana chiusa in casa, in punizione, senza poter vedere amici, Agnarr e i parenti stessi.
La giovane diventò fredda, apatica, perennemente serrata a chiave in stanza a guardare fuori dalla finestra. Iniziò addirittura ad ignorare la sorella che bussava incessantemente alla sua porta con la speranza di entrare a confortarla.

Per Idunn quella vita diventò insostenibile e cominciò ad odiare il frutto che portava in grembo.

Quel bambino le stava rovinando l’esistenza! Fu così che, recandosi in ospedale per una falsa visita ginecologica, decise di procedere con l’aborto. Il suo fisico ne risentì molto ma tutti, genitori compresi, pensavano che avesse perso il bambino naturalmente e, in cuor loro, erano contenti così: una bocca in meno da sfamare e un figlio illegittimo in meno da motivare. La ripresa per Idunn fu dura. La giovane lasciò Agnarr e capì di aver solo peggiorato la situazione.

Aveva ragionato di pancia, pensando al proprio interesse e aveva così ucciso volontariamente una nuova vita che, forse, le avrebbe solo dato amore.

Trascorsero mesi e la ragazza perdeva peso, si agitava, non mangiava più non riuscendo a perdonarsi per ciò che aveva fatto. Il raggio di luce fu sua sorella che, dopo aver ripreso i rapporti con lei, capì che Idunn aveva abortito e lo riferì ad Agnarr. Il giovane, pur non essendo più il fidanzato di Idunn da diversi mesi, non riusciva a pensare ad altre ragazze. Nel cuore aveva solo lei e quando scoprì dell’aborto si sentì in colpa per non essersi imposto al volere di quei pazzi genitori che avevano chiuso la figlia in una stanza. Agnarr non si arrabbiò con Idunn e ricominciò a frequentarla dicendole che quello era solo stato un momento di debolezza dovuto all’idea malsana di altri. Senza il supporto delle persone vicine, Idunn non avrebbe mai trovato la forza di andare avanti con la gravidanza. I due riuscirono a superare quel duro colpo e, nonostante l’opinione della famiglia di lei, si sposarono diversi anni dopo ricevendo in dono due splendide bambine, anche se il pensiero di quel primo figlio scomparso li perseguitò negli anni.

Il pianto di Anna si era finalmente placato lasciando il posto a una notizia sconvolgente che lei e sua sorella non si sarebbero mai aspettate.
Le Arendelle, quindi, erano in realtà tre fratelli anche se, al primo, vennero tagliate le gambe ancora prima di poter venire al mondo. Anche Elsa non trovava le parole ma nella sua testa immaginò perfettamente la scena: con Anna si stava ripetendo la vicenda della madre con la differenza che, questa volta, i loro genitori non avrebbero commesso di nuovo lo stesso errore.

“Prima eravamo arrabbiati e ci devi scusare. L’idea che un ragazzo abbia rapporti con mia figlia mi ha destabilizzata. Ora, però, non ti permetterò di sbagliare come ho fatto io. Prima ho urlato perché stavo cercando di proteggere anche me stessa ma, come avete appena visto, sono crollata e ho dovuto raccontarvi la verità. Sono certa che questo sia un segno. Non è una coincidenza! Il tuo bambino, Anna, sarà la mia rivincita. Non ho mai voluto quel piccino che portavo in grembo, ma sono certa che lui vivrà nel mio nipotino. Non sarà facile figlia mia ma io ammiro il tuo coraggio. Scusami ancora se ti ho tenuto nascosto un segreto così grande ma ora voglio dirti che ci sarò. Niente più segreti, niente più paure… nella vita ci sono problemi ben più gravi e questo, alla fine, è un dono. La vostra mamma è crollata è vero, ma ora c’è e farà di tutto per voi”

Seguì ancora un silenzio assordante finché Idunn, di scatto, abbracciò la sua bambina dai capelli rossi che, finalmente, si lasciò cullare e supportare dalla persona che le dava più sicurezza in assoluto.

Il pomeriggio trascorse serenamente ed Anna, ripreso coraggio, si mise a studiare per le verifiche seguenti. Si era proposta di studiare duramente e aiutare di più in casa perché non voleva mettere al mondo un figlio e vivere sempre alle spalle di altri. La ragazza cercò anche di non pensare a Kristoff. Dopo aver sentito il racconto della madre si rese conto ancora di più che un figlio unisce o divide.
Il suo cuore amava il ragazzo rude dai capelli biondi ma la sua testa rimaneva arrabbiata con lui per come l’aveva trattata.

Parlando del diavolo ecco che spuntano le corna. Kristoff, dopo aver ricevuto la strigliata da Jack, aveva capito a pieno le sue responsabilità ed era pronto ad assumersele. Nel pomeriggio, infatti, fece presente ai genitori la lieta notizia che li lasciò di sasso. Il padre si arrabbiò molto mentre la madre e la sorella Riley, intuendo subito un miglioramento e una maturazione nel figlio, furono contente di aiutarlo. Anna, alla fine, la consideravano la ragazza perfetta e non avrebbero mai permesso di perderla così.

Dopo cena il giovane prese la macchina diretto verso villa Arendelle. Era intenzionato a chiedere perdono ad Anna senza fiori, senza regali, senza rose ma con il solo ausilio del suo cuore e della sua persona.

Il giovane suonò il campanello e si trovò davanti Agnarr. L’uomo era scuro in volto e non gli rivolse la parola. Il gesto che scaturì dopo imbarazzò molto Kristoff perché l’uomo gli diede una forte sberla sulla guancia.

“Questo è per avuto rapporti con mia figlia e averla messa incinta”

Kristoff non sapeva come difendersi ma il gesto dopo gli fece capire la lezione perché Agnarr, mostrando un sorriso, cinse il giovane in un abbraccio.

“E questo è per dirti che sono contento che tu sia tornato, per restare”

Il ragazzo, dopo aver parlato in privato con i genitori di Anna, ricevette il consenso per raggiungere la persona più importante della sua vita.

Kristoff salì lentamente le scale, con il batticuore per paura di essere rifiutato. Bussò titubante alla porta della ragazza che consentì l’accesso pur non sapendo di chi si trattasse.

La giovane si voltò lentamente per poi girare il volto di scatto e sbottare con un:

“Che cosa ci fai?”

Kristoff si avvicinò alla ragazza e, nel momento in cui lei tentò di fuggire dalla stanza, le afferrò il polso.

“Non scappare! Sono qui per restare!” disse lui stringendo forte il suo braccio.

“Chi ti ha obbligato?!” chiese lei con le lacrime agli occhi.

“Lui” rispose Kristoff e, con un dolce gesto, pose la propria mano sul ventre di Anna.

Quel contatto fece sussultare la giovane che tornò a provare calore e affetto per il suo ragazzo.

“Lo so ho sbagliato. Ti ho lasciata da sola in un giorno così difficile ma ho riflettuto. Ho già parlato con la mia famiglia e con la tua affermando di essere pronto ad assumermi le mie responsabilità. Anna, ieri ho pensato solo a me! Avevo paura! Ora però ci sono per te e insieme voglio costruire la mia vita. Non so come si faccia il padre o in generale come ci si comporti con i bambini ma in questo so che mi aiuterai tu, io per ora ti dico solo che voglio esserci”

Detto questo il giovane si avvicinò ad Anna e cominciò a baciarla ardentemente. I due si sdraiarono a letto dove lui, mentre la baciava, non osava togliere la mano dal suo grembo. Le mani di Kristoff avevano sempre avuto dei poteri magici. Sapevano accarezzare e cullare Anna, la sapevano sorreggere, potevano tagliare il legno e lavorare qualsiasi materiale ed ora proteggevano qualcosa di talmente piccolo che necessitava dell’amore e della protezione di entrambi i genitori per crescere.
  
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