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Autore: Feisty Pants    29/09/2018    1 recensioni
Un normale liceo italiano caratterizzato dalla vita energica di tantissimi adolescenti. L'arrivo di una nuova studentessa Judy Hopps, alunna geniale con una particolare dote investigativa, migliorerà la vita di Anna, Elsa, Kristoff, Jack, Hiccup, Merida, Rapunzel e Flynn. L'amicizia aiuterà Judy ad aprirsi e a dimenticare i traumi del passato...ma lei non sa che tutti i suoi amici sono in pericolo...per colpa sua.
Genere: Drammatico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Un po' tutti
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXXVIII.
FALSA SPERANZA



La notizia della gravidanza di Anna fece velocemente il giro della città. Per la ragazza fu difficile adattarsi allo sguardo della gente che la additava come una incosciente ma, dopo solo una settimana, compagni di classe e compaesani trovarono già nuovi argomenti di cui parlare.

Trascorsero altre settimane arrivando, così, ad Aprile. Nick, in quel mese, era riuscito a guadagnarsi la fiducia di Moriarty che gli permetteva di entrare in contatto con Oliver.

“Oggi andrai tu a controllare il prigioniero” ordinò il capo delegando quell’importante compito per la prima volta a una delle sue nuove reclute più brillanti. Nick non esplose di entusiasmo agli occhi del padrone anche se, in cuor suo, era felicissimo di incontrare il famoso ragazzino.

La sua gioia venne spenta nel momento in cui varcò la soglia dello scantinato in cui era rinchiuso il giovane. L’aria che si respirava non era salubre, faceva freddo, era buio, le pareti erano lerce e il pavimento sudicio. L’umidità divorava tutto, persino le coperte del minuscolo letto presente nella stanza. Nick chiuse a chiave la camera, come aveva visto fare dagli altri scagnozzi, e si avvicinò al piccolo cespuglio dai capelli neri che spuntava da dietro al letto.

“Ciao” salutò Nick una volta trovatosi di fronte al ragazzino. Oliver aveva i capelli neri, i lineamenti e gli occhi identici a quelli di Judy con la differenza che i suoi erano più scuri.

“Ti prego, non farmi male” supplicò lui senza guardarlo in volto.

“Oliver” iniziò a sussurrare Nick guardandosi intorno nella speranza di non essere sentito dalle reclute che camminavano fuori dalla stanza.

“Io non sono cattivo, sono amico di Judy”

A sentire quel nome, Oliver alzò di scatto la testa piantando gli occhi in quelli dello sconosciuto.

“Ho trovato io il tuo biglietto quel giorno! Sono amico di Judy e sono diventato una recluta solo per tenere d’occhio la situazione e capire come agire per venirti a salvare” spiegò Nick abbassando sempre di più la voce.

Il piccolo non riuscì a trattenere le lacrime e nascose il volto tra le braccia.

“Ti prometto che ti porterò fuori di qui. Tu devi giurare di comportarti come sempre! Io per te devo rimanere un cattivo d’accordo?” domandò Nick emozionato di fronte alla scena.

“Sì, ma ti prego…dimmi com’è Judy! Sta bene?!” chiese lui strofinandosi il naso nella manica della felpa sporca.

“Sì, non vede l’ora di rivederti”

Il gesto che scaturì dopo colpì molto Nick perché Oliver, infatti, si alzò in piedi e lo abbracciò forte. Nick ricambiò l’abbraccio e cercò di trasmettergli tutto l’amore e la forza che sicuramente gli erano mancati da un anno a quella parte. Chissà da quanto tempo il ragazzino non riceveva affetto.

Quello fu solo uno dei tanti incontri perché Nick, con la scusa di dover controllare il prigioniero, venne a conoscenza di molti particolari utili alla spedizione di salvataggio e nel frattempo faceva da tramite per i messaggi dei due fratelli.

Verso la metà di Aprile, quando finalmente la cura finì per essere ultimata e le nuove reclute si integrarono perfettamente nel gruppo, si decise di procedere con la missione.

“Quindi come ci organizziamo?” domandò Judy curiosa.

“Noi entreremo nella notte di domani nel loro covo e arresteremo tutti, Nick incluso. Lui, però, verrà rilasciato quasi subito come abbiamo concordato con le forze speciali e gli organi di polizia.”

“E io che faccio?” chiese la ragazza.

“Tu starai qui, presidiata da me e altre squadre. Non ti puoi muovere Judy! E’ troppo pericoloso!” disse la zia bloccando l’entusiasmo della ragazza che, però, si convinse della situazione e cominciò ad assaporare l’idea dell’indomani. Ormai era tutto finito! Oliver sarebbe tornato con lei il giorno dopo e avrebbero posto la parola fine a quella brutta storia!

Nel frattempo a casa di Merida…


Merida era intenta a studiare matematica quando ricevette un messaggio di Hiccup.

“Come stai tesoro?”

“Male, devo dire a mia madre di Scienze Motorie. Ho scoperto che ci sono dei test d’ingresso selettivi ai quali posso già partecipare il mese prossimo e voglio farli assolutamente. Devo iscrivermi però… magari faccio tutto segretamente”

“No! Smettila! Ora alzati e vai da tua madre! Devi parlarne Meri, non è possibile che sia lei a decidere tutto della tua vita!”

“Ci penso… dopo ci vediamo?”

“Io sono a casa da solo con Sdentato. Ti aspetto solo se parlerai con tua mamma e smetterai di fare la fifona. Altrimenti resta a casa”

Q
uel messaggio ferì molto Merida che non rispose e tornò a studiare sui libri lanciando il telefonino sul letto.
Dopo 10 minuti, però, la ragazza capì che quello di Hiccup non era un rimprovero ma una provocazione. Lui voleva che lei vivesse in modo più sereno e già da tempo le consigliava di parlare con la madre di tutte le sue scelte di vita.

La ragazza così, mossa da un forte coraggio, scese le scale e, una volta raggiunta la cucina, aspettò che sua madre iniziasse un discorso.

“Puoi andare tu a prendere i gemelli a scuola oggi?” chiese la signora dai lunghi capelli neri mentre firmava dei documenti.

“Sì, sì va bene. Dopo esco già di mio quindi perfetto”

“Dove vai?” domandò la madre guardando attentamente i fogli che aveva tra le mani.

“A consegnare dei documenti all’università per iscrivermi ad un test d’ingresso”

“Brava! Finalmente ti sei iscritta a medicina! Dove devo firmare, dimmi subito che…”

“No mamma” interruppe la ragazza prendendo fiato.

“Voglio iscrivermi a Scienze Motorie” concluse poi provocando il silenzio.


“Che cosa?! Tu sei impazzita!? Mia figlia a gestire le palestre?! Stai scherzando spero! Cosa ho fatto di male per avere una figlia come te?!” cominciò ad urlare la madre fuori di sé.

“Di pure quello che vuoi ma io nella vita farò quello che voglio! Sono stufa di stare al tuo volere! Il mio futuro lo decido io! Chissene frega se finirò sotto un ponte senza un lavoro, almeno avrò seguito la strada giusta!” si difese lei con determinazione.

“Stai pur certa che non diventerai nessuno” concluse la madre girandole la faccia.

“Va bene. Ti saluterò e ti ringrazierò di cuore quando sarò qualcuno un giorno”

Detta questa ultima frase, la giovane uscì di casa sbattendo forte la porta. Non sapeva perché ma non era per niente triste, anzi si sentiva libera, con un peso in meno! Lei sapeva che non sarebbe stato facile convivere con la madre nei giorni seguenti ma non doveva mollare. Presa dalla voglia di condividere questo importante traguardo, la giovane si diresse verso casa di Hiccup: doveva ringraziarlo per aver sempre creduto in lei.

La sera seguente…


La notte calò sulla città. Il silenzio avvolgeva le strade. Holly e Craig erano pronti: era il momento di agire.

“In bocca al lupo” augurò Judy tremante seduta sul divano.

“Faremo il possibile per chiudere questa brutta faccenda e regalarti una vita serena” disse Craig piuttosto agitato. La spia, poi, baciò la moglie sulle labbra guardandola negli occhi. Entrambi sapevano che sarebbe stato difficile e avrebbero rischiato tanto, ma erano disposti a tutto pur di proteggere Judy ed Oliver. La coppia non era riuscita ad avere bambini nel corso della vita matrimoniale, e i due giovani erano come dei figli per loro.

Dopo questi saluti Craig e le squadre partirono. Erano tutti vestiti di nero e armati di fronte a ciò che dovevano affrontare.

“Metà di voi presidieranno l’uscita laterale che ci ha indicato Nick mentre noi entreremo dall’ingresso. Sparate solo se siete in grave pericolo. Facciamo vedere a queste teste di cazzo chi comanda” incoraggiò Craig facendo uscire i compagni dal camion ed avvicinandosi di soppiatto all’abitazione segreta.

“Al mio tre… 1…2…3…”

Un grande tonfo fece cadere la porta di ingresso e le squadre di polizia, seguite da quattro cani speciali, irruppero nell’abitacolo con le pistole bene in vista.

Nell’appartamento di tre piani erano presenti circa 45 persone. Nick aveva infatti detto che quel giorno tutti i compagni cattivi si sarebbero ritrovati lì per festeggiare la nascita della cura velenosa.

Qualcuno degli scagnozzi provò a sparare ferendo qualche ufficiale e cercò di fuggire ma il piano architettato andava a gonfie vele.
Dieci minuti di fuoco che videro vincitori i buoni.

“Li abbiamo arrestati tutti?” chiese Craig con il fiatone.

“Sì capo! Ne sono morti 10 ma è stato necessario, legittima difesa” rispose un aiutante guardando gli scagnozzi che venivano caricati sulle macchine della polizia.

“Benissimo ora prendiamo Oliver e Moriarty” rispose lui e, non vedendo l’ora di rivedere il ragazzino, spalancò la porta dello scantinato in cui veniva tenuto prigioniero il piccolo.

La reazione, però, non fu delle migliori. Quel posto era vuoto! Dov’era Oliver? E il capo?

“Dove sono?!” urlò furente Craig.

“Ci hanno fregati” sospirò Nick amareggiato.

“Che intendi dire?!” chiese Craig addolorato.

“Lui aveva detto che sarebbe arrivato per dare inizio alla cerimonia per la cura. Deve aver previsto la cosa e si è portato via Oliver”

“Dobbiamo trovarlo il prima possibile! E’ una situazione delicata ed è un’arma a doppio taglio perché ora è scoperto, debole, senza i suoi complici…ma ha sempre Oliver ed essendo arrabbiato lo può piegare ad ogni suo volere, se non addirittura ucciderlo”
  
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