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Autore: Nat_Matryoshka    01/10/2018    2 recensioni
"Durante una notte di tempesta, un anno dopo la fine della guerra, su Naboo nacque un bambino. Aveva i capelli neri come le nuvole che avevano coperto il cielo per tutto il giorno e occhi brillanti come stelle. Era figlio di una principessa e di una canaglia.
Ben Solo aveva dieci anni quando, nella zona più periferica della capitale, nacque una bambina. I suoi genitori la chiamarono Rey e, una volta che fu abbastanza grande da camminare, la affidarono al Maestro Luke Skywalker, per poi sparire senza lasciar traccia. "

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[What if || Scritta per la Reylo Fanfiction Anthology 2018, "Two Solitudes That Meet"]
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ben Solo/Kylo Ren, Han Solo, Padmè Amidala, Rey
Note: What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Capitolo 1
 





Durante una notte di tempesta, un anno dopo la fine della guerra, su Naboo nacque un bambino. Aveva i capelli neri come le nuvole che avevano coperto il cielo per tutto il giorno e occhi brillanti come stelle. Era figlio di una principessa e di una canaglia.

Fu chiamato Ben, come l’anziano eremita che aveva portato la principessa a ricongiungersi con il suo gemello, e la sua nascita fu salutata da tre giorni di feste e parate. I suoi nonni non erano lì per salutarlo come erede al trono, ma nessuno nutriva dubbi: il casato dei Naberrie aveva guadagnato un nuovo re. Il popolo alzava i calici, la principessa Leia lo stringeva al petto e suo zio, Luke Skywalker, uno degli ultimi Sensibili, gli toccava la fronte con due dita. La Forza era presente in lui, scorreva nelle sue vene come in quelle di sua madre, del nonno, dello stesso Luke.

Nessuno poteva immaginare quello che sarebbe successo in seguito. Come avrebbero potuto?

Ben cresceva sereno nel Palazzo Reale, mentre la principessa governava Naboo con saggezza e suo marito viaggiava per la galassia. L’oscurità che aveva portato con sé i semi della guerra sembrava solo un lontano ricordo. Luke Skywalker vegliava sui Sensibili, anche se ormai ne nascevano sempre di meno. La Forza sussurrava alle sue orecchie e lo guidava ovunque andasse, ma nemmeno quella voce fatta di vento e spiriti passati avrebbe potuto metterlo in guardia.

La sua famiglia non era la sola a vegliare sul sonno di Ben. Una creatura oscura aveva iniziato ad accorgersi di lui da quando era solamente un feto nel ventre di sua madre, e non gli aveva più tolto gli occhi di dosso: il sangue di Darth Vader lo chiamava, insieme alla promessa affrettata che quel bambino potesse diventare più grande, più potente ancora del nonno. Il Lato Oscuro della Forza era stato sconfitto grazie ai gemelli e alla redenzione del padre, l’uomo che all’inizio dei tempi era noto solo come Anakin Skywalker: era stato lui a gettare la maschera di Vader e a salvare il figlio, per poi morire tornando se stesso. Tutta la galassia aveva tirato un sospiro di sollievo, il male sembrava sconfitto… ma alcuni germogli erano rimasti. I più ostinati, quelli che non volevano lasciar andare nemmeno un granello di oscurità, odio, sopraffazione.

Snoke era uno di questi.

La sua fame di potere era impossibile da controllare, ed era certo che, grazie agli strumenti giusti, sarebbe riuscito a riportare il Lato Oscuro al potere. Il bambino che presto sarebbe diventato il primogenito di Leia Organa era tutto ciò di cui aveva bisogno: percepiva la Forza attorno a lui, assaporava il potere grezzo che sarebbe fluito nelle sue vene con l’età, una volta che avesse padroneggiato al meglio l’arte della spada e i doni dei Sensibili. Lo guardava muoversi, contava i suoi respiri e aspettava.

In attesa che il bambino potesse comprendere le sue parole, Snoke gli aveva lasciato un dono. Sarebbe trascorso altro tempo prima di vederne gli effetti, ma non aveva nessuna fretta: in fondo, anche Darth Vader aveva impiegato anni per prendere il controllo dell’Impero Galattico. Era necessario avere pazienza e preparare ogni cosa per l’arrivo dell’allievo che avrebbe portato alla realizzazione dei suoi piani, lavorare senza sosta affinché il destino del ragazzo potesse compiersi.

I capelli di Ben Solo crescevano, la sua statura aumentava. Mostrava già i primi segni del suo essere un Sensibile, ma non aveva ancora iniziato l’addestramento presso suo zio. La principessa preferiva guardarlo giocare dalla finestra del suo studio mentre era occupata con questioni riguardanti il pianeta e il Senato, questioni che la tenevano lontana della famiglia. Era un bambino silenzioso e felice, sarebbe diventato un ottimo re, era scritto nelle stelle che lo avevano visto nascere…

Finché, un giorno, il dono di Snoke iniziò a manifestarsi.

Successe durante mattino di sole. Ben aveva da poco compiuto nove anni, e correva nel giardino verso il suo angolo preferito: un albero dalle fronde verdi e folte, sotto il quale spesso si ritrovavano a giocare un gruppetto di Tooka con cui aveva fatto amicizia. Teneva in mano un piattino di latte, ed era entusiasta all’idea di trascorrere un po’ di tempo con loro, prima di dover iniziare le lezioni di storia che sua madre lo costringeva a seguire. Sorrideva, una curva gioiosa che si disfece una volta che arrivò ai piedi dell’albero.

Katti, il suo preferito, era disteso tra cespugli bassi e non rispondeva ai suoi richiami. Era morto.

Negli anni a seguire, si accorse di non ricordare cosa fosse avvenuto esattamente in quel momento: se chiudeva gli occhi, gli tornava alla mente di essere caduto in ginocchio e di aver stretto il corpicino del suo amico tra le mani, atterrito, mentre le lacrime riempivano gli occhi scuri. L’aveva abbracciato in preda al dolore, ma la domanda su cosa l’avesse spinto a posarlo di nuovo a terra e a sfiorargli il muso con due dita, come se quel gesto potesse effettivamente servire a qualcosa, restava senza risposta. Sapeva solo che, tra le lacrime che colavano giù per le guance e lungo il mento, aveva visto gli occhi del Tooka aprirsi piano, e la coda soffice scattare a destra e a sinistra mentre si alzava in piedi sulle zampette, vivo.  Si erano guardati per un attimo, poi Ben lo aveva abbracciato di scatto, scosso dai singhiozzi, spaventato e incredulo. Un attimo dopo, suo zio Luke lo aveva raggiunto.

Non fece nulla, a parte prenderlo per le spalle e fissarlo negli occhi, come se vi cercasse un qualunque segno che potesse spiegare quello che era successo. L’aveva guardato dalla finestra del suo studio, eppure ancora non riusciva a credere che il Tooka fosse davvero resuscitato. Colse in pieno la confusione del nipote, vide il suo labbro tremare, ma non parlò. Qualunque cosa stesse pensando l’eremita, non la condivise con lui e tornò al Palazzo in preda ai suoi demoni, lasciando Ben solo sotto quell’albero, con il piccolo Tooka che gli leccava le mani. Leia arrivò poco dopo per consolarlo, eppure smarrimento e paura erano gli unici sentimenti che abitavano quel ricordo, anche a distanza di anni. Quelli, e il suono della voce di sua madre che gli chiedeva cosa fosse successo e asciugava le sue lacrime, una per una.

Il suo dono era diventato parte di lui: piegava la morte al suo volere, e la stessa Forza non poteva far altro che lasciarsi turbare dal tocco incerto di un bambino che ancora non si rendeva conto di possedere un potere enorme. Luke restava nell’ombra, turbato, perché conosceva troppo bene le storie che si tramandavano sull’ascesa di Darth Vader. I racconti sussurrati di bocca in bocca, cantati nelle ballate e riportati nei racconti popolari, che narravano di come Anakin Skywalker fosse impazzito dopo aver riportato indietro dal mondo dei defunti l’amata moglie, Padmé Amidala, morta dando alla luce i due figli gemelli. Guardava suo nipote, e ogni aspetto di quel potere lo convinceva che la storia stesse per ripetersi ancora.

Per quanto fosse guardato con sospetto da chi, tramite voci riportate, aveva scoperto quella sua particolarità, Ben usò ancora il dono. Piccoli animali recuperavano il soffio della vita, addirittura i fiori si rialzavano sullo stelo quando le sue mani tremanti li sfioravano, dopo che un piede distratto li aveva schiacciati. Ma, piuttosto che ispirare timore reverenziale e ammirazione, il potere non faceva altro che allontanare quelli vicino a lui.

Sua madre non lo avrebbe mai fatto esiliare: lo amava troppo, per quanto la sua vita di principessa e senatrice ormai li portasse ad allontanarsi sempre di più. Era una Sensibile anche lei e percepiva la sua paura, i sentimenti tormentati che lo animavano e non lo facevano dormire. Suo padre, invece, iniziò a covare dei dubbi. Era spaventato dal potere del figlio e, per quanto lo amasse profondamente, la sua incapacità di collegarsi alla Forza gli impediva di comprendere in pieno le emozioni di Ben. Sapeva bene che avrebbe dovuto provarci, prendergli la mano e dirgli almeno che ce l’avrebbe fatta a superare ogni ostacolo, ma il sentimento di inadeguatezza che provava lo spinse ad evitare sempre più la famiglia. Riprese la vita della canaglia, in giro per la galassia con carichi di contrabbando, e si sentì parlare sempre meno di lui… d’altronde Han Solo non era mai stato adatto alla vita di corte, sussurravano voci maligne alle spalle della principessa.

Ben crebbe considerandosi un mostro, spaventato dall’immagine che lo specchio gli offriva ogni giorno. Iniziò il suo addestramento con Luke e, nonostante fosse chiaro quanto lo zio temesse i suoi poteri, dimostrò in più occasioni di essere un allievo promettente. La voce di Snoke non lo abbandonava mai: sussurrava al suo orecchio promesse di grandezza, gli prospettava tutto ciò che avrebbe potuto conquistare una volta liberato il suo potenziale, ripeteva incessantemente che non avrebbe dovuto preoccuparsi di suo zio, del padre, della madre sempre impegnata, perché nulla sarebbe stato importante una volta diventato il nuovo Imperatore galattico. Avrebbe dovuto liberarsi di loro. Abbracciare il Lato Oscuro. Amare quell’eredità, ciò che suo nonno gli aveva lasciato e che sarebbe diventato presto il suo unico destino…

Quelli che amava potevano anche trovarsi vicino a lui, ma i loro cuori erano lontani. Snoke ne approfittò per piantare il seme del dubbio nell’anima di Ben, perché germogliasse e portasse il suo protetto a rinnegare una famiglia che, invece di amarlo e accettarlo, lo lasciava solo. Erano bugie, ma come convincere un ragazzino a cui il mondo era crollato addosso che non avrebbe dovuto fidarsi dell’unica persona che sembrava interessarsi a lui? Fu così che Kylo Ren, come lo chiamava Snoke, iniziò ad allontanarsi sempre più dalla sua famiglia. 

Ben Solo aveva dieci anni quando, nella zona più periferica della capitale, nacque una bambina.     I suoi genitori la chiamarono Rey e, una volta che fu abbastanza grande da camminare, la affidarono al Maestro Luke Skywalker, per poi sparire senza lasciar traccia. Nessuno sapeva chi fossero e perché avessero scelto proprio quello strano eremita come guardiano della loro unica figlia, ma in molti avevano sentito l’odore di vino scadente che emanava il fiato del padre: erano due derelitti, e forse si erano resi conto in tempo di non poter fare nulla di buono per la figlia.

Rey era una Sensibile, proprio come Ben. La Forza aveva già da tempo intrecciato le loro vite. 

 
 




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Salve, miei cari lettori!
Se avete già seguito le mie storie, saprete che lo scorso anno ho partecipato alla Reylo Fanfiction Anthology, e che anche quest'anno ho ripetuto l'esperienza ma con un nuovo tema, ossia i corpi celesti e le costellazioni: ho scelto la Via Lattea, ed è stato molto stimolante e piacevole usarla come base per creare una what if in cui Ben è membro della famiglia reale di Naboo e Rey una Force Sensitive. Ho cercato di unire elementi canonici nell'universo di Star Wars e varie leggende, spero che questo piccolo esperimento vi piaccia come gli altri!
Se avete voglia di lasciarmi un kudo anche su AO3, ecco il link: https://archiveofourown.org/works/16029953/chapters/37413722
E non scordate di dare amore a tutta l'Anthology, le autrici lo meritano assolutamente!

Come al solito, il grazie più grand va alla mia vhenan, Ailisea, per la sua incredibile pazienza e l'amore che ha dato a questa storia. Sei insostituibile <3

 
   
 
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