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Autore: Stephaniee    03/10/2018    3 recensioni
Kat Spencer.
Schietta, sveglia. Esteticamente nulla di particolare. Capelli nocciola, occhi marroni. Qualche lentiggine sul naso. A renderla attraente è il suo modo essere. Fidanzata con Frederik, troppo impegnato a giocare a calcio con gli amici per avere cura della loro relazione.
Luke Piterson.
Alto, capelli scuri occhi verde scuro. Sveglio e acuto.
Innamorato perdutamente di Val, la sua fidanzata storica. Fidanzato modello che asseconda con amore ogni richiesta della sua ragazza.
Due mondi completamente distanti che si scontrano. Il risultato di questo scontro cambierà la loro vita per sempre.
Genere: Malinconico, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Scolastico, Universitario
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- Questa storia fa parte della serie 'Primo ed ultimo la Trilogia'
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Chapter four
It means nothing


Finalmente la campanella suonò. Come ogni intervallo, stavo in classe a chiacchierare con Mood, che aveva legato molto con Julie ed erano agitati per l’imminente test di inglese.
Luke, diversamente dalle altre mattine, dove andava a divorare la faccia di Val, era seduto al suo banco a fianco a Julie e stava cazzeggiando con il telefono. Quando si accorge della mia presenza alza lo sguardo ed esclama esasperato: “Voi donne siete proprio pesanti!”

Julie, Mood ed io ci giriamo sorpresi verso di lui ed in un attimo si avvicina con la sedia. Io e Mood eravamo praticamente incastrati tra la sedia dove era seduta Julie e la sedia di Piterson.

 

“Mood ti conviene sederti al posto di Julie e prenderla in braccio. Siamo un po strettini qui! grazie a qualcuno”

esclamo guardando in cagnesco Luke. Lo psicopatico mi guarda e appoggia le mani sui miei fianchi, in un secondo sono seduta sulle sue gambe. Mood mi guarda e trattiene una risata, mentre Julie sembra un po’ dispiaciuta.

“Così siamo tutti più comodi, Spencer” sussurra Piterson sulla mia nuca. Un miliardo di brividi si irradiano nel mio corpo tutti insieme mentre cerco di mantenere un certo autocontrollo.

“Immagino di si. Dicevamo?” proseguo tentando di ignorare il contatto fisico con lui. Fortunatamente Julie e Mood riprendono a parlare del test di inglese, ma ormai sono troppo occupata a pensare al fatto che sono seduta sulle sue gambe, ho le sue braccia attorno alla mia vita e il suo mento appoggiato alla mia spalla. “è terribilmente affettuoso”. Come se mi avesse letto nel pensiero, mentre Mood e Julie ormai sono persi nei paradigmi irregolari dei verbi, Piterson mi sussurra “Scusa Kat, sono un vero ruffiano”. Sorrido, mi giro verso di lui e rispondo “Oh l’ho notato, io invece tutto il contrario”. Ho di nuovo i suoi occhi verdi incastrati nei miei. Per fortuna la campanella suona, e come se lui scottasse, mi alzo di scatto e torno al mio posto.

“Kat” chiama Luke “Si?” rispondo curiosa “Per la verifica, ricordati di spostare il banco vicino al mio.”

 

Per un attimo ho sperato in qualcos’altro.

 

Al suonare dell’ultima campanella Piterson, carico di zaino e chiavi in mano, si avvicina al mio banco

“Allora Spencer? Non abbiamo tutto il giorno”. Sbuffo e termino la mia borsa “Eccomi”.

Piterson si gira di spalle e si incammina verso l’uscita, non posso fare a meno di notare quando i jeans gli cadano bene sulle gambe, e non solo…

“Pratichi qualche sport?” gli chiedo mentre arriviamo alla macchina. Una piccola city car rossa, cinque posti.

“Ho sempre giocato a calcio, fin da piccolo” risponde lui. Gli brillano gli occhi. Deve esserne molto appassionato.

Mentre entriamo nel mezzo mi appoggia una mano sul ginocchio.

“Conosco la strada fino al tuo paese, sai ho degli amici di famiglia che vivono lì. Vicino alla scuola elementare.”

Rimango spiazzata.

Io abito sopra la scuola elementare” affermo allibita mentre lui continua a guidare con la mano appoggiata al mio ginocchio. “Davvero? Allora non dovrai indicarmi la strada”.

 

Per tutto il resto del tragitto Piterson non lascia il mio ginocchio se non per cambiare la marcia del mezzo. Parliamo molto di Val, mi racconta essere una ragazza piuttosto apprensiva, non lo fa uscire con gli amici, è molto gelosa e pretende davvero molto dalla loro storia. Ogni anno ormai vanno in vacanza insieme e d’estate si trovano dei lavoretti per permettersi delle fughe romantiche. Stanno insieme dal terzo anno, quindi sono quasi tre anni di relazione.

Mi trovo a pensare alla mia storia con Frederik, al fatto che in un anno di relazione siamo stati a cena fuori una sola volta da soli, di giovedì in un fast food dopo un suo calcetto finito tardi. Non siamo mai stati insieme al mare o al cinema… o semplicemente lui non aveva mai pensato di organizzare qualcosa solo per me.

 

“Giro qui a destra?” mi chiede ad un certo punto. “Sisi qui a destra, grazie mille” rispondo io svegliandomi dai miei pensieri.

 

“Grazie ancora Luke, a domani” continuo cercando velocemente di uscire. Ma lui mi tira a sé e mi scocca un bacio sulla guancia per salutarmi. Di colpo sto morendo di caldo.

“A domani Kat, grazie a te per inglese”

 

Esco velocemente dal mezzo dirigendomi verso il cancello. Non so perché voglio andarmene così in fretta, ma so che devo andare via.


 

Salgo in casa sbrigativamente: voglio solo mettermi la mia tuta, mangiare qualcosa e cercare di non pensare a Frederik. Anzi, più che a lui alla sua assenza. Non mi aveva più scritto dopo ieri pomeriggio e non mi aveva chiamato.

Più che mangiare, divoro un panino improvvisato. Vedo il mio iPhone illuminarsi. Messaggio da Frederik:

“Hey Kat”

Fisso il telefono per lungo tempo. Decido di rispondere solo dopo aver mangiato due cucchiai abbondanti di Nutella. “l’amore è veramente una cosa da idioti. E Frederik è veramente un idiota.”

“Hey a te” digito poi. “Ti andrebbe di farti un giro oggi pomeriggio? Per le 16:30?” risponde l'idiota.
Sono sinceramente indecisa, ma alla fine, mannaggia a me, accetto.

“Va bene. Dove ci vediamo?”

“Ti aspetto al campo.”

Frederik Crouse ti auguro veramente di essere solo quando arriverò.” Penso mentre mi lancio in doccia.

 

16:29. Sono seduta sulle panchine del campo ma di Frederik neanche l’ombra lontana. E nemmeno degli altri.

Ho veramente il morale sotto ai piedi. Alla fine però, lui non sa che io sono arrabbiata, a meno che non lo abbia capito da solo, ma a questo punto la vedo dura.

 

Dopo dieci lunghi minuti di attesa, vedo spuntare tutta la compagnia con Frederik sorridente. Lo vedo vedermi da lontano e staccarsi dal gruppo per dirigersi verso di me. Indossa dei pantaloncini scuri e una felpa chiara, arriva con passo sicuro, i capelli castani ricci che ondeggiano. E’ sempre bellissimo.

“Hey” mi saluta avvicinandosi e lasciandomi un bacio a fior di labbra. “Incredibile, mi sta dando un bacio in pubblico.””Hey a te” rispondo.

“Frederik, muoviti dai così cominciamo” ci interrompe Mike alle nostre spalle. Lo guardo speranzosa. “Ti prego di che oggi non giocherai e che devi stare con me, ti prego, ti prego...” “Arrivo subito!” sento rispondere invece.

“Kat, mi aspetti qui?” “mmh no, credo che tornerò a casa sai, devo studiare...” rispondo amareggiata, ma tanto lui sta già raggiungendo gli altri.

Mi incammino così verso casa e a metà tragitto le lacrime ormai scendono incontrollate sul mio viso.

E’ possibile che sia io a volere troppo da questa storia?”

 

Quando arrivo a casa ormai mi sono ripresa. Asciugate le lacrime vado verso i miei genitori, arrivati a casa stranamente presto. Mia madre sta facendo, stranamente, i mestieri e mio padre sta cucinando, mi metto sul divano e guardo finalmente il programma sull’arredamento che mi piace tanto. Fanculo Frederik” penso mentre stanno ristrutturando una cucina.

Distrattamente l’occhio mi cade sull’iPhone. Messaggio da Luke. E’ la prima volta che mi scrive in chat privata.

“Val ha ancora la febbre. Ti va se domani ti do un passaggio a scuola? Alle 7:30 sono sotto casa tua”

Inevitabilmente sorrido.







 

*Spazio per Steph*
Eccoci qui con un nuovo capitolo di questa storia. Spero sempre che vi piaccia. Non esistate a dirmi cosa ne pensate, accetto critiche positive ma soprattutto le negative.
Vi bacio tutti e grazie per aver visualizzato questa storia.

 
   
 
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