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Autore: ArrowVI    04/10/2018    1 recensioni
Gli umani regnano su Gaia, ma le pietre di questo continente trasudano memorie di creature ben più antiche e potenti.
Sono passati circa diciassette anni da quando l'imperatore dei Dodici Generali Demoniaci è stato imprigionato nel mezzo di questo e un altro mondo... Ma, ormai, il sigillo che lo teneva rinchiuso sta cominciando a spezzarsi.
Cosa accadrà quando Bael sarà libero? Verrà fermato o porterà a termine il piano che, diciassette anni fa, gli è stato strappato dalle mani?
Quattro nazioni faranno da sfondo a questa storia:
Mistral, Savia, Asgard ed Avalon.
Io vi racconterò di quest'ultima......
Come? Chi sono io? Non ha importanza, per adesso...
Umani contro Demoni... Chi sarà ad uscirne vincitore?
Se volete scoprirlo allora seguitemi... Vi assicuro che non rimarrete delusi dal mio racconto.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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Capitolo 3-9: Qualcosa di Speciale [2-2]

 



<< Siamo finalmente arrivati a Salacia... >>
Disse Seryu, facendo un profondo sospiro di sollievo, non appena vide l'arcata in pietra chiara che faceva da benvenuto nella città.


Salacia è la città portuale più visitata e trafficata di tutta Avalon.
Da essa ci si può imbarcare per raggiungere qualunque altra nazione e, in più, a nord vi è un secondo porto sulle rive del lago Nimue, dove, secondo una leggenda, la famiglia Pendragon avrebbe ricevuto Excalibur, un'antica e leggendaria arma tramandata da padre in figlio.

Questo lago, se attraversato, risulta essere la strada più corta per raggiungere la capitale dell'impero: Magnus.



<< Siamo fuori pericolo, quindi? >>
Domandò Jessica al compagno, con tono e sguardo preoccoupato.

Seryu si voltò all'indietro, guardando per qualche istante la strada che avevano percorso a piedi, senza aprire bocca.

<< Dopo la prima volta, non ho più avvertito quelle presenze... >>
Le rispose Seryu.
Non sembrava sollevato.

<< Sei sicuro che qualcuno ci stesse seguendo? Magari era qualcun'altro... Magari non era niente di cui preoccuparsi. >>
Gli domandò Michael, confuso e sorpreso dal fatto che non fosse accaduto nulla durante quella lunga camminata verso la città portuale.

<< Sono sicuro di ciò che ho sentito! >>
Gli rispose Seryu, con un tono insolitamente innervosito.

Jessica fissò in silenzio il suo compagno, sorpresa dal quel suo comportamento stranamente più aggressivo.

<< Il Ki umano è più "morbido"... Quelli che ho avvertito erano nettamente più "duri" rispetto a quelli di comuni esseri umani, simili a quello di Asteroth, in certi versi. E' difficile spiegare a parole ciò che intendo dire... Quindi fidatevi di me. >>
Aggiunse subito dopo, cercando di dare una spiegazione ai suoi compagni riguardo ciò che aveva sentito circa mezz'ora prima.

<< Ma siamo al sicuro, giusto? Sono passati almeno trenta, se non quaranta minuti, da quando ci hai avvertito. Siamo arrivati tranquillamente in città, quindi magari non c'è niente di cui preoccuparci... No? >>
Gli domandò Jessica.

Seryu abbassò lo sguardo, sospirando.

<< Lo spero... >>
Le rispose, assumendo una espressione dubbiosa.


< Ma ho paura che non saremo così fortunati... >
Pensò subito dopo, posando ancora una volta lo sguardo sulla strada che avevano appena percorso.

< Se le mie preoccupazioni sono fondate, potremo avere a che fare con qualcuno che è in grado di nascondere il proprio Ki. Se così fosse... Localizzare la loro posizione sarebbe quasi impossibile, per me... Potrebbero essere ovunque. >
In quell'istante gli occhi di Seryu si illuminarono di un verde fluorescente, permettendogli di vedere chiaramente il Ki di ogni creatura nascosta nella foresta intorno a loro.

Fece un verso infastidito.

< Non vedo niente se non animali... Cosa è, quindi, questa sensazione? Mi sento come se qualcuno ci stesse fissando... >
Pensò, provando una strana sensazione sulla sua pelle, continuando a guardarsi intorno.


Pochi istanti dopo, Seryu si voltò di nuovo verso i suoi compagni, facendo tornare i suoi occhi alla normalità.
Jessica lo fissò in silenzio per qualche secondo con uno sguardo preoccupato.

<< C'è qualcosa che ti preoccupa, Seryu? >>
Gli domandò.

<< Non farci caso, non è niente. >>
Le rispose, cambiando poi rapidamente espressione.

<< Dovremo dirigerci il prima possibile al porto: nonostante tutto, le navi dirette a Magnus non sono poi così tante. >>
Aggiunse subito dopo, incamminandosi, facendo poi cenno ai suoi compagni di seguirlo.

<< Sei già stato qui, vero? >>
Gli domandò Michael, mentre si guardava intorno con occhi incuriositi, seguendo il ragazzo.

<< Si, questa è la seconda volta che vengo ad Avalon. La prima volta è stata tanto tempo fa, con mio padre... E' la prima volta che vedi Salacia? >>
Rispose Seryu, notando gli occhi con cui Michael si guardava intorno.

<< Già... Non è così lontana da Samir, ma è la prima volta che la visito di persona. E' molto più affollata, e gli edifici sono molti di più rispetto alla mia cittadina... >>
Confermò Michael, abbassando poi lo sguardo, guardando intensamente anche il terreno su cui stava camminando.

<< Anche la strada è completamente diversa da quella a Samir. Questa sembra più... Recente? >>
Aggiunse subito dopo.

<< No, la strada è la stessa da più di trent'anni. Ho visto alcune foto di mia madre, ed era uguale a ora. >>
Gli rispose Jessica.

Michael la guardò con uno sguardo scioccato.

<< Seriamente?! Sembra nuova di zecca! >>
Esclamò, incredulo.

<< Salacia non sarà la città più importante di Avalon, ma è sicuramente la più trafficata. E' costantemente ristrutturata e pulita da cima a fondo: dopotutto è la prima cosa che vedono i visitatori. Le prime impressioni sono le più importanti, dopotutto, quando si visita un posto nuovo. In più i soldi sicuramente non mancano, considerando che ci sono due porti, tanti sbarchi e altrettante taverne e negozi. >>
Spiegò Seryu, continuando a guidare i suoi compagni in mezzo all'incredibile numero di persone e strade.



<< Mi dispiace, ragazzi. L'ultima nave per Magnus è salpata poco fa. >>
Fu la risposta che il marinaio diede al trio.

<< Ma dai! Seriamente?! >>
Esclamò Michael, incredulo.

<< Quando partirà la prossima? >>
Chiese di nuovo, Seryu, all'uomo.

<< Domani mattina alle sei del mattino. Poi ne partirà una ogni quattro ore, fino all'ultima, alle sei del pomeriggio. >>
Rispose il marinaio.

<< Non sono ancora le sei del pomeriggio, però. Non dovrebbe partire un'altra nave, oggi? >>
Domandò subito dopo Jessica all'uomo.

<< No, spiacente. E' stato avvistato un demone alato nei pressi del lago, e ci sono alcuni squadroni di ammaza-demoni in circolazione. Siamo stati avvertiti di non far salpare altre navi per oggi, per evitare qualsiasi coinvolgimento. >>
Non appena l'uomo pronunciò quelle parole, Seryu impallidì di colpo.

Sollevò lentamente lo sguardo verso il cielo, senza proferire parola.

< Possibile che... >
Pensò, inorridito da ciò che gli era appena passato per la testa.

<< Sa, per caso, di che demone si tratta? >>
Domandò Jessica all'uomo, notando il comportamento di Seryu.

<< Ci è stato detto sia un Classe B. Qualcosa del genere è rara da queste parti, abbiamo poche persone in grado di combattere demoni di quel livello. >>
Le rispose l'uomo.

In quell'istante Seryu abbassò lo sguardo, tirando un sospiro di sollievo.

<< Sa, per caso, dove possiamo passare la notte? Tornare a casa non è una opzione, quindi siamo obbligati a trascorrere la notte qui. >>
Domandò all'uomo.

Il marinaio si grattò il mento con una mano, pensando in silenzio per qualche secondo.

<< C'è una taverna piuttosto economica da queste parti: si chiama "Haile's Inn". Ha una grossa insegna in legno chiaro, non potete non vederla. Si trova nella strada principale. >>
Disse l'uomo, indicando poi al gruppo la direzione da prendere.


Dopo averlo ringraziato, il trio si incamminò nella direzione indicata dal marinaio, ritrovandosi ben presto nel mezzo della grossa strada principale che l'uomo aveva nominato poco prima.

Era una gigantesca strada in pietra scura. Vi erano tantissime aiuole colorate, una miriade di bancarelle che vendevano qualsiasi genere di articolo e tantissimi negozi, taverne e ristoranti che facevano da perimetro alla strada.


<< Tre biglietti per la nave costano sessanta monete d'oro... In totale ne abbiamo appena cento. >>
Disse Seryu ai suoi compagni, guardandosi perennemente in torno alla ricerca del posto indicato da quel marinaio.

<< Questo posto è davvero caro... >>
Mormorò Michael, scioccato da quei prezzi.

<< Siamo a Salacia, dopotutto: ogni cosa qui costa di più. Ci restano appena quaranta monete d'oro per affittare un posto dove passare la notte, spero sinceramente ci bastino, anche se ho qualche dubbio a riguardo... >>
Gli rispose Seryu, con tono preoccupato.

<< Argh! Se solo non fosse apparso quel maledetto demone di Classe B, non avremmo dovuto spendere così tanto, che sfortuna! >>
Esclamò Michael, grattandosi i capelli.

Seryu si voltò verso il suo compagno con una espressione preoccupata in volto.

<< Rilassati, non serve arrabbiarsi per questo. Troveremo qualcosa. >>
Gli disse, cercando di farlo calmare.

Michael sbuffò.

<< Si ma è solo un demone di Classe B. Mi chiedo perché abbiano dovuto mobilitare dei gruppi di ammazza-demoni per liberarsene... >>
Aggiunse Jessica, confusa da ciò che quel marinaio aveva detto.

<< Già, sono sorpreso anche io. Un Classe B è un demone di medio livello, non dovrebbe quindi essere necessario l'intervento di ammazza-demoni per liberarsene. >>
Concordò Seryu.

<< Ho visto lo sguardo che avevi in volto quando quell'uomo ha parlato di quel demone... Sei ancora preoccupato, vero? >>
Domandò poco dopo la ragazza, avvicinandosi al compagno.

<< Si. Per un attimo ho pensato fosse uno dei due che ci stesse seguendo, ma quando ha detto si trattasse di un demone di Classe B ho capito non potesse trattarsi di uno di loro... Dopotutto, i due Ki che ho sentito non potevano appartenere a un demone di quel livello, erano troppo grandi. >>
Le confermò, senza guardarla in faccia.

<< Hai paura possano attaccarci qui, in mezzo alle persone? >>
Domandò subito dopo al compagno.

Seryu non le rispose.


<< Eccoci arrivati! >>
Esclamò Michael, dopo qualche minuto di camminata, ritrovandosi davanti una grossa insegna in legno chiaro.

<< "Haile's Inn". Si, è questo il posto. >>
Confermò Seryu, avvicinandosi all'entrata.

<< Sembra piuttosto... Antiquato, rispetto alle altre taverne che abbiamo intravisto. >>
Disse Michael, guardandosi intorno, non appena entrarono all'interno della taverna.

Vi erano una decina di tavoli, quasi tutti vuoti.
Il pavimento era in legno scuro, sembrava molto vecchio, e vi era un singolo, ma enorme, lampadario in vetro appeso sul soffitto. Davanti a loro il trio notò un grosso banco in legno più chiaro con, alle sue spalle, un grosso scaffale colmo di liquori e bevande di ogni tipo.

<< Se siete qui in cerca di alcolici, allora dovrete tornare più tardi. >>
Disse una voce femminile al trio, improvvisamente, attirando la loro attenzione.
Il suo sguardo sembrava infastidito. Indossava una camicia scura e un grembiule unisex, e fissava il gruppo con fare incuriosito.
Aveva dei capelli corti di colore nero legati con un nastro e occhi scuri.

<< Siamo qui per affittare una stanza, per la notte. >>
Spiegò Seryu alla donna.

La donna fissò i tre ragazzi con una espressione incredula per qualche istante, senza proferire parola.

<< Non voglio sentire strani rumori provenire dalla vostra stanza sta notte, allora. Spero di essere stata chiara. >>
Disse la donna subito dopo, con tono minaccioso.

<< Eh?! >>
Esclamò Jessica, sorpresa e imbarazzata dalle sue parole.

<< Ho già avuto a che fare con ragazzini che facevano più rumore del dovuto mentre si "divertivano". Non mi farò problemi a cacciarvi fuori di qui a calci. >>
Le rispose la donna, mostrandole una smorfia disgustata.

<< Dobbiamo solamente aspettare la prossima nave per Magnus, nient'altro. Saremo dovuti partire oggi, ma a quanto pare la nave delle sei oggi non salperà. >>
Rispose Seryu, spiegando rapidamente la loro situazione alla donna.

<< Oh? Ho sentito di questa cosa. Quel maledetto demone sta spaventando tutti i visitatori, oggi. Quasi nessuno ha prenotato stanze: la gente non vuole restare in una zona in cui è apparso un demone, dopo ciò che è successo diciassette anni fa. >>
Disse la donna con tono infastidito, sorpresa dalle parole del ragazzo.

<< Quanto costa una stanza? La meno costosa per tre. >>
Domandò Seryu alla donna.

<< Stanza quarantasei. Cinquanta monete d'oro. >>
Gli rispose.

<< C-Cinquanta? Possiamo spenderne solo quaranta... >>
Disse Jessica alla donna.

<< Non è un problema mio, bel faccino. Una stanza singola costa venti monete d'oro. Una stanza per due viene trentacinque monete d'oro, una stanza per tre ne costa, invece, cinquanta e così via. I miei prezzi sono quelli più accessibili in tutta la Salacia. Accettate o andatevene. >>
Spiegò la donna, mostrandole una smorfia innervosita.

<< Non può venirci incontro? Se le diamo cinquanta monete d'oro non potremo salpare tutti e tre, domani. >>
Le disse Seryu, cercando di convincerla.

<< Come vi ho già detto, non è un problema mio. Avreste dovuto prendere più soldi. Se non potete pagarmi, allora quella è la porta. >>
Gli rispose la donna.



<< Non serve essere così acida, mamma. >>
Disse una voce maschile, proveniente da dietro il bancone.

<< Non intrometterti nel mio lavoro, Neptune. >>
Rispose la donna, voltandosi verso la persona che aveva appena parlato.

Era un ragazzo dai lunghi capelli castano chiaro e occhi verdi. Era alto, non molto muscoloso, indossava una camicia blue scuro e un grembiule unisex di colore grigio.

<< Li conosco, mamma. Non vorrai farmi fare una brutta figura davanti ai miei amici, vero? >>
Disse il ragazzo alla donna, avvicinandosi al gruppo.

<< Non prendermi in giro, Neptune. Non puoi mentire a tua madre. >>
Gli rispose la donna, infastidita.

<< Andiamo, non puoi fare uno strappo alle regole solo per questa volta? Non muore nessuno per dieci monete d'oro. >>
Continuò il ragazzo, cercando di convincere la madre.

La donna mostrò una espressione infastidita al figlio, per poi sbuffare e dare le spalle al gruppo.

<< Se stanotte sentirò il minimo rumore provenire dalla vostra stanza, giuro che vi sbatto fuori a calci. >>
Disse, mentre si allontanò dal gruppo.


Il trio fissò in silenzio la donna mentre si allontanava, tutti e tre sorpresi e confusi da ciò a cui avevano appena assistito, per poi posare i loro sguardi sul nuovo arrivato.

<< Non fateci troppo caso, mia madre in realtà è una persona dolcissima... Se ignorate il sale in superficie. >>
Disse il ragazzo dai capelli castani, rompendo il silenzio, sorridendo.

<< Grazie ma... Chi sei? >>
Domandò Michael al ragazzo, confuso dal suo inaspettato aiuto.

<< Il mio nome è Neptune Haile. Quella donna è Martha Haile, mia madre. Siamo i proprietari di questa taverna. >>
Gli rispose, sorridendogli.

<< Perché ci hai aiutato? Lo apprezziamo, davvero, ma non ne comprendo il motivo... Non ci siamo mai visti prima d'ora. >>
Domandò Seryu al ragazzo, anch'egli confuso dall'inaspettato aiuto da parte di uno sconosciuto.

<< Oh, io vi conosco invece. Sono uno studente dell'istituto Star, terzo anno. Ehra mi ha contattato non molto tempo fa, avvertendomi del fatto che tre dei suoi nuovi studenti sarebbero arrivati a breve. Mi ha, inoltre, chiesto di trovarvi e darvi una mano, se possibile. >>
Spiegò il ragazzo, posando poi il suo sguardo su Jessica.

<< Volevo andare a cercarvi, ma a quanto pare siete venuti voi da me per primi. Come è piccolo il mondo, eh? >>
Continuò, facendo l'occhiolino.

<< Come facevi a sapere fossimo noi? Avevi una foto o...? >>
Gli chiese Jessica.

<< No, non avevo nulla. All'inizio non sapevo foste voi. Poi, però, ho guardato lui... >>
Le rispose, indicando Michael.

<< M-Me? >>
Domandò Michael, indicandosi, sorpreso e confuso dalle parole di Neptune.

<< Vedete, sono stato allenato personalmente da Ehra, qualche anno fa. Non è stato difficile per me, quindi, vedere oltre l'incantesimo illusorio che ha messo su di te. Ha detto, inoltre, che avrei riconosciuto uno di voi tre non appena l'avrei visto, e così è stato. >>
Continuò, spiegando come li avesse riconosciuti.

<< Quindi... Tu puoi vedere... >>
Mormorò Michael, abbassando lo sguardo.

<< Il tuo occhio? Si. Ehra ha fatto davvero un ottimo lavoro, nessuno dovrebbe essere in grado di vedere oltre l'incantesimo illusorio... Beh, nessuno tranne chi sa come funziona, come me. >>
Rispose Neptune, assumendo poi una espressione seria.

<< Conosco, più o meno, tutto quello che è successo all'istituto. Affrontare quel genere di avversari... Sono sicuro che non sia stata una bella esperienza. >>
Continuò.

<< Per niente... >>
Confermò Michael, rattristandosi.

<< Ne siete usciti tutti interi, quindi potete stare sereni. Se vi servisse qualcosa, non esitate a chiamarmi: sono a vostra disposizione in ogni momento. >>
Aggiunse subito dopo, Neptune, facendo un rapido inchino.

<< Grazie mille, sei davvero gentilissimo.. Non so come ringraziarti. >>
Gli disse Jessica, mostrandogli un grosso sorriso.

<< Il tuo sorriso è il ringraziamento migliore che io possa ricevere. >>
Le rispose Neptune, facendole l'occhiolino.

Jessica divenne improvvisamente rossa in volto.
Notando la sua reazione, Neptune cominciò a ridacchiare divertito.

Smise improvvisamente di ridere non appena notò gli sguardi con cui Seryu e Michael lo stessero fissando.

<< Ops, sembra io abbia fatto innervosire i suoi cavalieri, milady. Per ora quindi taglio la corda, onde evitare di venir decapitato.  >>
Disse, dando poi le spalle al trio, allontanandosi da loro.

<< E'... Piuttosto... Teatrale? >>
Mormorò Jessica, fissando quel nuovo arrivato con uno sguardo misto a confusione e imbarazzo.

<< Si... Si lo è. >>
Concordò Michael.



Dopo essersi fatti dare le chiavi dalla madre di Neptune, il trio salì al primo piano della taverna, arrivando finalmente davanti alla stanza in cui avrebbero dovuto alloggiare.

Nonostante l'aspetto rustico dell'edificio, la stanza si rivelò ben arredata e piuttosto lussuosa: c'erano due bagni, uno per i maschi e uno per le donne, tre letti già fatti, pronti per l'uso, e una grossa porta finestra che dava su un balcone.

<< La vista da qui è spettacolare! >>
Esclamò Jessica, ammirando con occhi lucidi quella vista.

<< Potremo assistere al tramonto che si riflette nelle acque del lago, stasera! Ho sempre voluto vederlo! >>
Continuò, correndo poi verso la porta finestra.

Subito dopo si voltò verso i suoi compagni, euforica.

Il suo sorriso scomparve non appena vide l'espressione cupa nel volto di Seryu.

<< Credo di riposarmi per qualche ora. >>
Disse il ragazzo, muovendosi in direzione dei letti.

<< Uh? Sei stanco? >>
Gli domandò Michael, sorpreso dalle parole del compagno.

<< Vorrei stare di guardia, stanotte. >>
Spiegò Seryu, sedendosi su uno dei tre letti.

<< Non sei obbligato a farlo... >>
Gli disse Jessica, con tono preoccupato.

<< Forse hai ragione... Ma non voglio correre rischi. Sono abituato a passare notti in bianco, dopotutto... E' successo più volte, in passato. >>
Le rispose Seryu, con un tono e una espressione colma di rammarico.

Non appena finì di parlare, Seryu si tolse la maglietta, posandola poi su una sedia non troppo distante dal letto su cui si era seduto.

Alla sola vista del suo petto, Jessica impallidì.

<< Come ti sei fatto quelle cicatrici? >>
Chiese Michael al compagno, sorpreso dai svariati tagli nel suo petto.

Seryu sollevò lo sguardo verso il ragazzo, fissandolo con una espressione cupa.

<< Ti consiglio di farti gli affari tuoi. >>
Gli rispose, con tono innervosito, coricandosi poi nel letto, dando loro le spalle.

Non fu solo la sua risposta a lasciare i due ragazzi di stucco, ma anche la vista della sua schiena.
Infatti, esattamente come il petto, anche la sua schiena era piena di svariate cicatrici.

Nonostante la loro confusione e stupore, però, sia Michael che Jessica decisero di non fargli altre domande.




Passò qualche ora e, dopo aver assistito al tramonto, Jessica e Michael decisero di andare a letto.
Si sarebbero dovuti svegliare presto la mattina dopo, dopotutto.

"Ci conviene prendere la prima nave. Prima arriviamo, meglio è."
Furono le parole di Seryu.


Improvvisamente, Jessica si svegliò nel mezzo della notte.
La ragazza si guardò intorno, sorpresa, per poi posare lo sguardo sull'orologio nel comodino a fianco del suo letto.

< Sono le tre del mattino...? >
Pensò, sorpresa dal fatto di essersi svegliata così presto.

Improvvisamente sentì un vento gelido nella stanza.

<< Ugh... Perché c'è questo freddo? >>
Sussurrò, sedendosi sul letto e guardandosi intorno.

Istintivamente posò il suo sguardo sul letto vuoto di Seryu.

< Non ha davvero dormito fino a ora? >
Pensò, rattristandosi.

In quell'istante sentì ancora una volta una folata di vento gelido.
Jessica sollevò lo sguardo, capendo finalmente da dove provenisse quel soffio gelido.

< La porta finestra non è chiusa bene... >
Pensò, alzandosi rapidamente dal letto.


Non appena raggiunse la porta finestra si preparò a chiuderla, ma qualcuno attirò la sua attenzione.

< Seryu? >
Pensò, sorpresa da quella vista.

Notò Seryu appoggiato sulla ringhiera del balcone, intento a fissare il lago davanti a loro.
La sua espressione era triste, cupa.

Jessica uscì lentamente nel balcone, chiudendo poi la porta alle sue spalle, attirando l'attenzione del suo compagno.

<< Jessica? Che stai facendo sveglia a quest'ora? >>
Le domandò Seryu, sorpreso dalla sua presenza.

<< Sono stata svegliata da un venticello gelido... >>
Gli rispose.

Una espressione sorpresa e colpevole apparve nel volto del ragazzo.

<< Oh... Scusami, devo aver chiuso male la porta quando sono uscito... Non volevo svegliarti. >>
Si scusò, posando di nuovo il suo sguardo sul lago.

Jessica notò che stesse reggendo qualcosa con la mano sinistra, sembrava un portachiavi.

<< Sei sicuro di stare bene? >>
Domandò la ragazza.

<< Si, non preoccuparti. Torna pure dentro, c'è freddo qui fuori. >>
Le rispose Seryu.

<< Se c'è qualcosa che ti preoccupa, puoi parlarmene. Sono disposta ad aiutarti. >>
Gli disse Jessica, sorridendogli.

<< Ho detto che sto bene! >>
Esclamò Seryu, con tono infastidito.

Quelle parole non colsero Jessica di sorpresa: continuò a sorridergli.

<< Questo è esattamente un segno che urla "non sto bene", per me. >>
Gli rispose, avvicinandosi lentamente verso di lui.

Seryu evitò rapidamente lo sguardo della ragazza, assumendo una espressione amareggiata.

<< Mi... Dispiace. Non volevo urlarti contro... E' solo che... E' tutto il giorno che non riesco a calmarmi. >>
Le rispose, appoggiandosi pesantemente alla ringhiera, reggendosi il capo con una mano.

Jessica fissò intensamente il ragazzo con uno sguardo colmo di compassione e tristezza.

<< E' per questo che hai risposto male anche a Mike, prima? >>
Gli domandò.

Seryu rispose con un cenno positivo del capo.

<< Ti va di parlarmene? Credo che tenerti tutto dentro, qualunque cosa sia, non ti sta facendo altro che male. Ho notato ci fosse qualcosa che ti turbasse, oggi, fin da quando eravamo a Samir.  >>
Domandò al compagno, appoggiandosi anche lei alla ringhiera.

Seryu non le rispose subito: rimase in silenzio a fissare il vuoto davanti a lui, triste in volto.



<< Sai cosa significa essere deboli? >>
Le domandò, dopo qualche minuto di silenzio.

<< Io non sono forte come voi... Quindi... >>
Rispose Jessica.

<< Non parlo di quel genere di forza. >>
Le disse Seryu, senza voltarsi verso di lei.

<< E allora dimmi di cosa parli. >>
Ribatté Jessica.

<< Credi al karma? >>
Le domandò Seryu.

<< Io no. Non più. >>
Aggiunse, senza aspettare la sua risposta.

<< Vivevo con i miei genitori e mia sorellina in un villaggio a Mistral, anni fa. Marianne non era esattamente mia sorella... Stesso padre, ma diversa madre. Sua madre se ne andò dopo averla messa al mondo, quindi mio padre decise di portarla da noi.

Nonostante non fosse realmente sua figlia, mia madre l'accettò a braccia aperte. Dopotutto, Marianne non aveva nessuna colpa.
L'ho vista crescere, e ben presto mi affezionai a lei come se fosse veramente mia sorella. Anche Marianne si affezionò a me allo stesso modo.

Dopo meno di qualche anno, eravamo inseparabili. Adoravo averla intorno, e l'aiutavo in ogni modo per renderla felice.

Poi, un giorno, mia madre si ammalò pesantemente. Nonostante i nostri più disperati tentativi, morì dopo appena un mese, lasciando un grosso vuoto nella nostra vita... Fu solo grazie a Marianne se riuscii a superare il trauma.

Continuai a chiedermi il perché. Cosa avevamo fatto di male per meritarci quella punizione? 
Ma non era altro che l'inizio.

Anni dopo, andai con Marianne sulle rive del lago vicino al nostro villaggio. Il panorama era molto simile a questo. Lei adorava ogni cosa che aveva a che fare con l'acqua.

Mari, laghi, navi. 

Quel giorno capii perfettamente quanto io fossi debole. >>
Non appena finì di parlare, la voce di Seryu cominciò a tremare.

Strinse forte il portachiavi con una mano.

<< Cosa è successo? >>
Domandò Jessica.

<< Lo incontrai quel giorno... Segni tribali scuri sparsi nel suo corpo... Un'armatura viola. Corna ricurve verso l'indietro. Occhi terrificanti. Un mantello rosso come il sangue.

Non so perché fosse li... Non ho mai pensato al "come".
L'unica domanda che ho continuato a chiedermi fino a ora è stata "perché".

Ci attaccò e, nonostante i miei tentativi, non fui in grado di fare nulla contro Azael.
Ricordo ancora perfettamente il momento in cui lo guardai allontanarsi con mia sorella in braccio. >>
Non appena pronunciò quelle parole, Seryu cominciò a tremare.

<< Rimasi immobile nel terreno a piangere e urlare, mentre li guardavo sparire nella foresta. Potevo sentire Marianne urlare il mio nome e di aiutarla, terrorizzata e in lacrime. Non so quanto tempo passò prima che mio padre mi trovasse li, da solo. Ricoperto di profonde ferite. Disteso nel fango, sotto la pioggia. 

Dopo avergli spiegato cosa fosse accaduto, lui mi disse queste parole:

"Lo troverò e riporterò indietro Marianne. Te lo prometto." 

...

Tornò a casa a mani vuote.

Passarono mesi, poi anni.
Un giorno sentimmo voci secondo le quali Marianne fosse stata avvistata ad Avalon. Partimmo, quindi, per Avalon e chiedemmo aiuto alla famiglia Ravier per fare delle ricerche. 

Non portarono, però, a nulla, e anche stavolta tornammo a casa a mani vuote.

Mesi dopo, Azael fu avvistato di nuovo vicino al nostro villaggio, e mio padre partì con un gruppo di soldati a ispezionare la zona.
Tre giorni dopo un gruppo di pattuglia trovò i loro resti nella foresta...

Erano tutti morti. >>
Non appena Seryu finì di parlare, Jessica impallidì.

Seryu cominciò a digrignare i denti.

<< Se non fossi stato debole, quel giorno avrei salvato Marianne... Se fossi stato più forte, avrei potuto aiutare mio pare, quel giorno, e magari avrei potuto fare la differenza! >>
Disse, mentre le lacrime cominciarono a rigargli il viso.

<< Anche contro Asteroth e Nergal non ho potuto fare niente... Ero così debole, che se non fosse stato per te ora non sarei nemmeno qui! >>
Esclamò, colpendo la ringhiera davanti a se con un pugno.

<< Non sono forte, non lo sono mai stato! Cosa ho fatto di male per meritarmi questo?! Ogni volta che guardo Michael in volto, sento la rabbia ribollirmi in corpo!! Non ha colpe, eppure lo detesto con tutto me stesso da quando ho saputo sia suo figlio!

Non voglio più sentirmi così, voglio solamente liberarmi di questo peso!
Voglio poter tornare a quei momenti, voglio solamente rivederli ancora una volta! >>
Esclamò.

In quell'istante le sue gambe cedettero: si inginocchiò nel terreno, appoggiandosi alla ringhiera davanti a se, tremando.

<< Voglio... Voglio vederli ancora una volta... Voglio chiedere scusa a tutti e tre... >>
Singhiozzò, mentre le lacrime continuavano a rigargli il volto.


In quell'istante Jessica gli corse in contro, inginocchiandosi vicino a lui e abbracciandolo.

Seryu guardò la ragazza con occhi lucidi e spalancati, senza proferire parola, tremando.

<< Non è colpa tua! >>
Esclamò la ragazza.

<< Non devi incolparti per quello che è successo... Hai fatto il possibile, ne sono sicura! >>
Continuò.
Anche la sua voce stava tremando.

<< Che importanza ha?! Non sono riuscito a fare niente in ogni caso! >>
Le rispose Seryu.

Rimase completamente di stucco quando Jessica sollevò lo sguardo.
Anche lei stava piangendo.

<< Mi dispiace... Non volevo farti rivivere quei momenti... Ciò che hai vissuto è... Non ci sono parole per descrivere quanto sia terribile. Capisco la tua rabbia e tristezza, ma non puoi incolparti per ciò che è successo... Non hai colpe, hai fatto tutto quello che potevi fare. Sia quel giorno, sia contro Asteroth e Nergal. >>
Gli disse, cercando di rasserenarlo.

<< No... Se fossi stato più forte avrei fermato Azael, o avrei potuto aiutare mio padre... Potevo fare molto di più, eppure- >>
Seryu non fece neanche in tempo a finire di parlare.
Jessica lo afferrò per le spalle, strattonandolo.

<< No, smettila! Se avessi aiutato tuo padre, magari ora non saresti qui! >>
Esclamò la ragazza, in lacrime.

<< Magari sarebbe stato meglio! >>
Le rispose Seryu.

In quell'istante, Jessica gli diede uno schiaffo.

Seryu rimase immobile a fissare la ragazza con uno sguardo confuso, senza proferire parola.

<< Non permetterti mai più di dire una cosa del genere davanti a me, chiaro?! Mai più! Se tu non fossi stato qui, chissà cosa sarebbe successo contro Asteroth e Nergal! Hai fatto tutto quello che potevi, e ora sei qui. Se continui a rimpiangere il passato finirai con il distruggerti! >>
Lo rimproverò, senza smettere di piangere.

<< Che senso ha... Non ho più nulla ad aspettarmi a casa, ormai... >>
Le rispose Seryu, abbassando lo sguardo.

<< No, non è vero. >>
La rispose di Jessica lo lasciò di stucco.
Sollevò lo sguardo, sorpreso e incuriosito dalle sue parole.

<< Amici. Conoscenti. Vicini. Anche i colleghi di tuo padre. Ci sono tante persone che conosci e che sicuramente aspettano impazientemente il tuo ritorno a casa. Ci siamo anche noi: io, Mike, Tesla, Xane... Non dire che avresti preferito morire, mai... E' triste. Fai del male alle persone che tengono a te. >>
Gli disse.

In quell'istante Seryu abbassò lo sguardo, fissando intensamente il portachiavi che, fino a quel momento non aveva mai lasciato andare.

<< Cosa è quello? >>
Gli domandò Jessica, incuriosita da quanto fosse affezionato a quell'oggetto.

<< E' un regalo di Marianne... E' un semplice portachiavi a forma di timone, in ferro. Non ha alcun valore... Eppure non riesco a staccarmene. >>
Le rispose.

<< E' un bene. >>
Gli disse Jessica.

Seryu sollevò di nuovo lo sguardo, posandolo di nuovo sulla ragazza davanti a lui.

Stava sorridendo, nonostante ci fossero ancora delle lacrime nel suo viso.
Rimase completamente ammaliato da quel sorriso.

<< Non importa se non ha valore per le altre persone... Per te quell'oggetto è ciò che ha più valore al mondo. Significa che, in qualche modo, tua sorellina è ancora con te. Ed è questo quello che ha importanza. E un giorno, quando la incontrerai di nuovo, le mostrerai quel portachiavi come prima cosa. >>
Gli disse, sorridendo.

<< Non la incontrerò... >>
Rispose Seryu, evitando lo sguardo della ragazza.

Jessica posò la sua mano sulla sua, stringendo insieme a lui quel portachiavi.

<< No, vi incontrerete di nuovo. Ne sono certa, non ti ha abbandonato. E quando la troverai, dovrai presentarmela a dovere, chiaro? >>
Gli disse, senza smettere di sorridergli, dopo essersi asciugata le lacrime.

Seryu rimase in silenzio per qualche secondo, fissando intensamente la ragazza davanti a se.
Poi ricambiò il sorriso.

<< Ti ringrazio, Jessica... Dal profondo mio cuore. Sei davvero fantastica... >>
Le rispose.


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Fine del capitolo 3-9 e, con esso, del volume 3! 
Alla prossima con l'inizio del volume 4!





 

   
 
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