Videogiochi > Kingdom Hearts
Ricorda la storia  |      
Autore: ChiiCat92    08/10/2018    1 recensioni
"« Va tutto bene. » tre parole che non appena lasciavano le sue labbra avevano il sapore amaro della menzogna. « Va tutto bene. » ripeté imperterrito, come se, continuando a pronunciarle, avessero potuto perdere il loro carico lordo di bugie e diventare reali, soffici, calde."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Axel, Saix
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

08/10/2018


Hurt/Comfort



« Va tutto bene. » tre parole che non appena lasciavano le sue labbra avevano il sapore amaro della menzogna. « Va tutto bene. » ripeté imperterrito, come se, continuando a pronunciarle, avessero potuto perdere il loro carico lordo di bugie e diventare reali, soffici, calde.

In risposta, ricevette solo un gemito sofferente.

Axel avvertì una fitta stringergli il petto, strappargli l’aria, e aumentò il passo quando gli permise di farlo il carico che portava sulle spalle: il corpo appena cosciente di Saïx.

« Ci siamo quasi...r-resisti, okay? »

In realtà, lo stava dicendo più a se stesso che a lui, perché non aveva idea se fosse in grado di sentirlo o anche solo di capirlo.

“C’è così tanto sangue.”

Deglutì a vuoto, i passi risuonavano frettolosi nel corridoio bianco, immenso, infinito.

Quasi volò fino alla stanza sulla cui porta era stampigliato il numero VIII. Prima di entrare, come avesse paura di essere pedinato, si guardò intorno.

Se non avesse saputo che era impossibile avrebbe detto di provare paura. Ma no, non poteva essere, avrebbe avuto bisogno di un cuore per quello, no?

Eppure, il modo in cui si intrecciavano le viscere, il fischio sordo nelle orecchie, il respiro accelerato…

Nessuno li aveva seguiti, entrò, chiudendo la porta a chiave alle loro spalle.

Con uno sbuffo stese Saïx sul letto, e solo adesso si azzardò a guardarlo, a guardarlo bene. Le ferite che aveva su tutto il corpo lo faceva ridicolmente somigliare a qualcuno che si era azzuffato con un gatto, ma considerando quanto erano profonde doveva essersi trattato di un gatto bello grosso, più un leone; perdeva sangue, dappertutto, ma niente era grave come l’enorme solco che gli sfregiava il viso.

Una “X” perfetta, tracciata da una mano abile che aveva impugnato l’arma come fosse una penna. Una firma, un sigllo d’appartenenza.

Axel sentì se stesso tremare, ma poi tornò in sè.

« Va tutto bene. » neanche si accorse di ripetere per l’ennesima volta quelle sporche tre parole.

Aveva la mente confusa, piena di voci, piena di urla, alcune gli dicevano che doveva fermare l’emorragia, altre che prima doveva trovare garze, bende, disinfettante, altre ancora si limitavano ad urlare, spaventate come bambini.

Sfilò i guanti di pelle così da poterlo toccare con le mani calde.

« Devo toglierti il cappotto. » gli disse, facendo guizzare per un attimo gli occhi verdi verso i suoi, nella speranza di trovarli coscienti, vivi. Avrebbe dato qualsiasi cosa perché gli rivolgesse persino uno sguardo di gelido sdegno, come aveva cominciato a fare da quando era diventato il sottoposto di Xemnas.

Sguardi fasulli era ovvio, ma così pieni di sincero astio che a volte arrivava a dubitarne: era un così bravo attore.

Non appena poggiò una mano sulla zip del cappotto, lui scattò ad afferrargli il polso.

Eccoli, quegli occhi, screziati di giallo ambra, dove un tempo c’era un verde brillante.

Il modo in cui lo guardò lo fece sembrare un animale sofferente, terrorizzato all’idea di ricevere altro dolore.

Axel gli sorrise, e con dolcezza sciolse la presa ad artiglio che gli stava stringendo il polso.

« Sono io, non preoccuparti. Ti voglio solo aiutare. »

Saïx esalò un sospiro e si lasciò fare.

Sotto il cappotto nascondeva non meno gravi ferite, l’odore spesso e ferroso del sangue si impresse nelle narici di Axel, che quasi trattenne il fiato per non inalarlo.

La candida carnagione, come baciata dalla luna, di Saïx adesso sembrava più il preludio alla sua morte.

Axel medicò le ferite come poté, stringendo strettamente quelle più profonde, con addosso il fiato freddo del tempo che passava inesorabile.

« Farà male. » lo avvertì, e schioccando le dita accese una piccola fiammella sulla punta dell’indice. « Non so come altro fare, però farà male. »

Gli occhi di Saïx, appannati dalla sofferenza, vagarono a lungo tutto intorno, come a volersi imprimere quello che aveva davanti, poi si chiusero: era pronto.

Axel gli infilò in bocca un lembo del lenzuolo in modo che potesse morderlo, poi cauterizzò con la fiamma viva la ferita a “X” sul suo viso.

Non urlò, non emise un gemito, ma lo scricchiolare dei suoi denti unito con il forte odore di carne bruciata gli fecero girare la testa per un attimo. Si fermò solo quando la ferita fu completamente chiusa, per poter proseguire con la fasciatura.

Axel realizzò solo con una parte remota della sua mente che da quel momento in poi il viso di Saïx non sarebbe mai più stato lo stesso. Lo stesso di quando da bambini gli stampava un bacio sulla guancia per poi scappare via, lo stesso che si impiastricciava di gelato, lo stesso che truccava la notte di Halloween: quel volto era sparito, cancellato sotto carne straziata.

Axel fece per alzarsi, era coperto di sudore rovente, aveva bisogno di aria ancora prima che di spiegazioni. Nonostante non avesse dubbi che quello scempio era opera del Superiore, avrebbe voluto sentirlo dire dalle labbra di Saïx. Forse nel suo intimo sperava che gli dicesse qualcosa di diverso, che era stato ferito in battaglia, ad esempio, che era stato un nemico particolarmente forte a ridurlo così.

Spiegazioni di quel tipo non avrebbero avuto conseguenze.

Debole, la stretta di Saïx si impose su di lui, afferrandolo per il cappotto come fosse la sua ancora di salvezza.

« Sono qui. » mormorò, tornando a sedersi al suo fianco, la mano ancora senza guanti, sporca del suo sangue, andò a togliergli dalla fronte i capelli di zaffiro bagnati di sudore. « Non ti lascio. »

Le labbra di Saïx si mossero, fremettero un poco, liberando in un sospiro il nome che Axel si era lasciato alle spalle.

« Lea… »

« Va tutto bene. » amaro fiele, sulla lingua e sui denti. « Va tutto bene. »


   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Kingdom Hearts / Vai alla pagina dell'autore: ChiiCat92