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Autore: AdhoMu    08/10/2018    9 recensioni
[Leanne/Montague]
Montague (Kain? Craig? Graham?) e Leanne (di cognome?).
Due personaggi dalle identità confuse e di cui sappiamo pochissimo.
Un incontro inaspettato darà vita ad un rapporto che si svilupperà nei mesi precedenti allo scoppio della Seconda Guerra Magica e che li porterà, con un po' di fortuna, a trovare se stessi l'uno nell'altra.
Genere: Avventura, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kain Montague, Leanne, Mary MacDonald, Mulciber
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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20. Epilogo.

- ...e la conclusione di questa storia, la mia storia, è simile a quella di tanti altri. Non ho mai conosciuto mia madre, il cui impegno e coraggio ho ricostruito a poco a poco grazie ai frammenti di ricordo di coloro che l'hanno conosciuta. Mary Macdonald è scomparsa nel nulla, probabilmente dopo essere stata uccisa a sangue freddo da Ares Mulciber. E per poter riabbracciare mio padre, mi ci sono voluti quasi vent'anni.
Leanne fece una pausa, lasciando vagare lo sguardo sulla platea. L'auditorium del Grand Hotel Georgiano era gremito quella mattina; molta gente, che non aveva trovato posto, sedeva ai piedi del palco, o stava in piedi ai lati della sala, con la schiena appoggiata alle pareti.
Un movimento discreto alla sua sinistra richiamò la sua attenzione: il signor Hollein la informava che Tim e Madama Esmeralda erano pronti.
- Durante la Prima Guerra Magica numerose famiglie furono brutalmente separate. Alcuni riuscirono ad espatriare e si salvarono; altri, meno fortunati, vennero catturati. Alcuni, per proteggere i loro figli, accettarono di lasciarli nelle mani di amici e conoscenti o, come nel mio caso, a strutture babbane. In altri casi, forse ancor più gravi, i figli di Purosangue dissidenti vennero strappati ai genitori ed affidati a famiglie tradizionali simpatizzanti di Lord Voldemort. Questi bambini crebbero ignari delle loro origini e, spesso, vennero loro inculcati ideali che le loro mamme e i loro papà aborrivano. È il caso del qui presente Timothy (Tim) Vaisey, nato Lloyd Cornfoot.
Un brusio eccitato percorse la folla.
- Nell'agosto 1979 - continuò Leanne, soffiando fuori l'aria - Vania e Robert Cornfoot furono uccisi da un manipolo di Mangiamorte. Lloyd si trovava con loro: aveva solo pochi mesi. Visto che gli ordini erano di non sprecare neanche una goccia di sangue magico, i Mangiamorte non lo uccisero; tuttavia, lo prelevarono e lo affidarono alla famiglia Vaisey, che lo chiamò Timothy e lo allevò assieme ai propri figli.
Leanne strinse le labbra e scrutò la platea. Seduti in seconda fila Greta e Eean, con Plin addormentata sulle ginocchia, le rivolsero un sorriso incoraggiante. Dietro di loro Amy McLaggen, il labbro tremulo per l'emozione, stringeva le mani del marito e di Cormac, seduti accanto a lei. Cormac, a sua volta, teneva l'altra mano sul ginocchio di Eloise, accomodata alla sua destra.
Un nuovo movimento fra le tende di velluto che fiancheggiavano il palco indusse Leanne a proseguire. Graham, impaziente, le faceva segno di continuare. Lei gli rivolse un sorriso tirato e si schiarì la voce.
- Nonna Esmeralda, la madre di Vania, non smise mai di cercarlo. Purtroppo, però, tutta una serie di ostacoli oggettivi le impedì di rintracciare il nipote. Fino ad oggi.
Il silenzio calò sull'auditorioum. La platea pendeva dalle labbra di Leanne.
- Da qualche anno la nostra associazione (la Fondazione Mary Macdonald per il Recupero degli Orfani Magici) si impegna nel rintracciare i bambini separati dalle loro famiglie d'origine per favorire il loro ricongiungimento con esse. Ed è con immenso orgoglio che, oggi, abbiamo il piacere di riconsegnare il Nipote n°1 alla sua legittima nonna; ed altri ne seguiranno, ve lo prometto. Timothy (o meglio, Lloyd), Esmeralda; venite avanti, vi prego.
Le tende di velluto si mossero.
Un giovane dai capelli scuri e mossi, vestito di verde, avanzò sul palco, accompagnato da un'anziana strega vestita di blu notte. I due si tenevano per mani e avevano gli occhi rossi, evidentemente per il pianto commosso che aveva preceduto il loro ingresso.
Leanne sorrise e trattenne a stento le lacrime quando si accorse che, in piedi sul fondo dell'auditorium, una figura alta e bionda guardava verso di lei con gli occhi lucidi di commozione e d'orgoglio.
Sturgis Podmore.
Suo padre.

Lauburnum Garden n°2, Clapham.
Sturgis Podmore risiedeva da anni allo stesso indirizzo: Graham e Leanne vi si precipitarono immediatamente, al termine del colloquio rivelatore tenuto con la professoressa McGranitt.
Un po' affannati, si materializzarono sulla soglia di una casetta di mattoni a due piani, con gli infissi dipinti di giallo e i davanzali ingentiliti da gerani rossi. La porta era preceduta da un vialetto di ciottoli scuri e da paio di gradini rivestiti di ardesia nera.
Quando Leanne gli rivolse uno sguardo indeciso, Graham le strinse la mano per esortarla a procedere. E così la ragazza, facendosi forza, salì i gradini e suonò alla porta.
Dopo qualche istante, una figura alta e ben piantata si affacciò alla porta.
Leanne guardò a bocca aperta il mago in piedi davanti a lei: l'espressione stupita, la testa bionda leggermente spettinata, gli occhi castani dallo sguardo affabile, così simili ai suoi. Era lo stesso mago che era provvidenzialmente intervenuto durante la Battaglia di Hogwarts per salvarla dalle grinfie di Mulciber.
- Signor Podmore? - chiese Graham, visto che nessuno dei due spiccicava parola. - Mi chiamo Graham Montague. E questa è... ehm... Leanne. Potremmo... ehm... entrare un attimo, per cortesia?
L'uomo parve riscuotersi tanto quanto bastava per farsi da parte e rivolgere loro un timido cenno d'assenso.
- Scusatemi - disse infine, dopo averli fatti accomodare su un divanetto giallo. Lui sedette a sua volta su una poltrona nera, alle spalle della quale era appeso un enorme quadro che ritraeva un uomo rubizzo a cavallo, sotto al quale una targhetta dorata recitava: "Sir Patrick Delaney-Podmore" - Nelle ultime settimane, ho avuto modo di pensare molto ad una giovane sconosciuta che ho incontrato per caso durante i combattimenti... ma non sapevo come ritrovarla. E il fatto di vedermela rispuntare qui, inaspettatamente, sulla soglia di casa mia, è assolutamente sorprendente.
I due ragazzi lo fissavano in silenzio.
- Il fatto è - proseguì l'uomo, carezzando vigorosamente un gatto nero che gli era saltato in grembo - che lei, signorina Leanne, somiglia in modo impressionante a... a...
- A Mary. Mary Macdonald - continuò Leanne, con un filo di voce. - Mia... mia madre.
Lo sguardo che lui le rivolse non avrebbe potuto essere più sorpreso.
- Mary... una figlia? - domandò balbettando. - Qua-quanti anni...? - le chiese poi.
- Ho diciannove anni e due mesi - rispose lei, ricacciando indietro le lacrime. Poi, dopo aver frugato nella tasca, la ragazza estrasse la spilletta gialla e nera col Tasso argentato. - E questa... apparteneva a mio padre. La... la riconosce?...
Sturgis Podmore tese la mano e prese con immensa delicatezza la sua vecchia spilletta di Prefetto, per poi stringerla fra le dita. Calde lacrime rigarono il suo viso mentre l'uomo accarezzava col polpastrello la superficie smaltata del piccolo oggetto luccicante.
Mary Macdonald, raccontò loro quando tutti e tre si furono un po' calmati, era stato il grande amore della sua vita. Se n'era innamorato subito, fin dai tempi della scuola, quando l'aveva salvata dall'aggressione di Ares Mulciber con l'aiuto del suo amico Benji Fenwick. Una volta diplomati, si erano rivisti alle riunioni dell'Ordine e, dopo qualche tempo, Mary aveva cominciato a ricambiare i suoi sentimenti.
- Quando le fu affidata quella missione sciagurata - spiegò a Graham e Leanne, che lo ascoltavano senza muovere un muscolo - stavamo insieme da circa un anno. E io non sapevo... nessuno sapeva che tu... che tu già esistevi, Leanne. Altrimenti non le avremmo mai permesso...
Sturgis sbuffò, incapace di proseguire.
- Cosa successe - domandò allora Graham, con molto tatto (cosa del tutto inusuale in lui) - al termine della missione?
- Mary ci mandò il suo Patronus chiedendo aiuto, perché Mulciber le aveva portato via la bacchetta. Accorremmo subito il suo soccorso, ma Castel Lestrange rigurgitava Mangiamorte. Ci attaccarono con ferocia; Benji, il mio migliore amico, fu barbaramente ucciso. Io stesso fui gravemente ferito, ma riuscii a fuggire, salvo poi rimanere in bilico fra la vita e la morte per diversi mesi. Fui provvidenzialmente accolto e curato da una famiglia di conoscenti in quel di Cork. Una volta ristabilito, mi misi subito alla ricerca di Mary, ma non seppi mai più nulla di lei.
Leanne sospirò.
- Non sapremo mai che cosa le sia accaduto di preciso - mormorò, tendendo la mano per afferrare la tazza di tè ormai freddo che Sturgis aveva preparato per loro. - Ma mia madre riuscì a salvarmi la vita, ed ora...
Non riuscì a terminare la frase; aveva l'impressione che il cuore le sarebbe esploso nel petto per la troppa emozione.


La brezza del mare le scompigliava i capelli.
Graham aveva proprio ragione: il colore dell'acqua era meraviglioso. Verde e trasparente come cristallo di Murano. Le Grenadine erano davvero un luogo paradisiaco.
Leanne, i gomiti appoggiati alla balaustra di legno della veranda ariosa, osservava Greta, Eean e Plin che si rincorrevano sulla rena bianca e soffice come farina.
Poco più in lá, seduti in veranda su comode poltrone di vimini, i signori Montague chiacchieravano concitati.
- Penny è ogni giorno più carina - cinguettava incessantemente la signora Montague.
- Si chiama Polly, cara. Polly - rispondeva suo marito fra una boccata e l'altra.
- Ma non la smettono mai? - chiese Sturgis, intento a girare la cannuccia nel suo bicchiete ricolmo di un drink coloratissimo. La ragazza gli sorrise.
- Eh no... Ormai devi essertene accorto anche tu, Stuart, o meglio Sonny. O meglio: papà.
Un raggio di sole equatoriale colpì la fede d'oro che portava al dito facendola brillare; il riflesso le ferì gli occhi, tanto che lei fu costretta a socchiuderli.
Leanne guardò l'orologio da polso.
Graham doveva essere in arrivo, ormai. E difatti, dopo pochi sencondi, un sonoro crack echeggiò nel silenzio afoso della Casa Coloniale.
- È arrivato!
Leanne strinse affettuosamente il polso di suo padre e corse dentro. Graham si era appena materializzato accanto a un mobile scuro di forma triangolare.
- Tua zia ti manda un regalo! - esordì il ragazzo, a mo' di saluto. E così detto, porse a Leanne un grosso pacco. Lei lo fece levitare fino al grande tavolo da pranzo e gli si avvicinò per abbracciarlo.
- Come sono andate le bonifiche?
- Oh, benone - rispose lui accendendosi una Hermes, che lei spense all'istante, lasciandolo leggermente contrariato. - Siamo riusciti a restaurare anche quello rinvenuto nel galeone affondato vicino a Noumea e a metterlo in rete.
- Che meraviglia! - esclamò Leanne, tutta allegra. - Quindi ora ne abbiamo quattro!...
- Esatto: Grenadine, Londra, Shetland e Nuova Caledonia. Bastian ha detto che ci pensa lui alla manutenzione; sta mettendo a punto una pozione antiruggine e antitarlo che promette risultati portentosi.
Leanne carezzò con la mano la superficie liscia dell'Armadio Svanitore, grattando via con l'unghia una piccola imperfezione del legno. Erano accadute tante cose da quando Graham si era smaterializzato fuori dall'esemplare un tempo custodito ad Hogwarts (ed ora posato davanti ai suoi occhi) e le era praticamente caduto addosso.
Si era trattato di un evento a dir poco prodigioso e sorprendente; di sicuro, uno dei più bei regali che avesse ricevuto in vita sua.
- E qui, tutto bene?
Leanne gli sorrise.
- Oh, sì. Siamo sulla buona strada per rintracciare l'Orfano Magico n°6.
- Fantastico. E che altro?
Graham, in piedi davanti a lei, la osservava con un'espressione indefinibile; come se, in qualche modo, fiutasse l'aria di novità. Le venne da ridere. Ormai si conoscevano troppo bene: era praticamente impossibile nascondergli qualcosa.
- Stavo pensando alle prodigiose sorprese della vita.
- Sorprese?
- Eeeeh sì. Ed io ne ho una bella grossa per te, caro mio!

Alcune cosette:
1) Vaisey (il nome Timothy l'ho inventato io) è uno studente del Serpeverde citato dalla Rowling. Anche la famiglia Cornfoot è citata nella Saga ed è legata alla Casa del Corvonero.
2) La questione della restituzione degli Orfani Magici mi è stata ispirata dalle Associazioni Madres de Plaza de Mayo e Abuelas de Plaza de Mayo, che lottano per il ricongiungimento dei bambini sottratti durante la dittatura militare argentina con le loro legittime famiglie.
3) L'indirizzo di Sturgis Podmore compare nella Saga quando un trafiletto di giornale dice che Sturgis è stato condannato a sei mesi di reclusione ad Azkaban per tentata invasione al Ministero (noi sappiamo che Lucius Malfoy lo aveva sottoposto a Maledizione Imperius). Il fantasma di Sir Patrick Delaney-Podmore è uno dei partecipanti alla caccia dei Senza Testa; lo vediamo prendersi gioco del povero Nick-Quasi-Senza-Testa.
4) Il 2018 è stato un anno sorprendentemente florido in termini di scrittura; pensandoci bene, non so neanch'io da dove siano scaturite tante idee tutte concentrate in un arco di tempo tutto sommato breve. La conclusione di questa storia sancisce una sorta di chiusura di un ciclo, al quale forse ne seguiranno altri, o forse no. Una cosa, comunque, è certa: senza l'appoggio e l'incentivo di tutti coloro che si sono presi la briga di seguire queste storie, esse difficilmente avrebbero visto la luce. Ho riflettuto a lungo su come rivolgere i sentitissimi ringraziamenti che sento di dovere a chi ha letto, commentato, partecipato; so che, forse, il modo più corretto sarebbe quello di ringraziarvi personalmente, nome per nome, uno per uno. Ma credo che oramai mi conosciate: ho un grande blocco nei confronti delle manifestazioni pubbliche, per cui non vogliatemene se, il mio sentimento di gratitudine, ve lo esprimerò in privato. Non è per questo motivo inferiore a quello di tanti altri, ve l'assicuro.
Grazie, quindi, di cuore: a chi ha letto, a chi sta ancora leggendo, a chi ricorda e preferisce e soprattutto a chi è stato con me fin proprio alla fine.
Grazie!
Ed ora, come diceva la nonna:
Stretta è la foglia, larga è la via, dite la vostra che ho detto la mia
A presto!
AdhoMu, ottobre 2018
   
 
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